Nota: il titolo è simile al film "come tu mi vuoi" e infatti l'ispirazione l'ho presa da
lì. spero mi perdonerete se quindi almeno all'inizio
ci saranno scene uguali.
Buona lettura!!
Capitlo I: questa volta sarà diverso
- ma perché non vuoi capire?-
Eccoci, di nuovo, la terza volta in un mese a litigare. O
meglio, io litigo. Lui ripete le solite frasi inutili. Ora dovrebbe essere il
momento del “è per il tuo bene” –Bella, è per
il tuo bene- argh!!
Ma chi gli scrive le battute a Edward? mi passo
una mano tra i capelli.
–smettila di ripeterlo. Smettila di fare il mio bene se questo non
è ciò che voglio!!- sospira. Ora
dovrebbe dire “è troppo pericolo” –Bella, sai che
vorrei anch’io…-
cosa??!!
–ma è troppo pericoloso!-
ah, ecco.
Chiudo gli occhi, muovendomi su passi nervosi. Quando li
riapro poso lo sguardo su di lui. E, come
sempre, sento con la rabbia mischiarsi il desiderio di baciarlo. Impossibile il
contrario. È lì, seduto sul letto, le braccia che cadono con
noncuranza sulle gambe, la camicia leggermente sbottonata, i capelli
spettinati. Ma quanto è bello? Quanto è
perfetto? E quanto è stronzo?
–ascolta Edward. ho quasi diciannove
anni. Stiamo insieme da due. Ti amo. Tu mi ami. Ci volgiamo sposare.
Vabbè, tu vuoi sposarmi. E ancora non vuoi fare
l’amore con me! Perché?- alza un sopracciglio,
stupito. Io scuoto la mano, impaziente
–sì, sì, è una domanda retorica. Edward, io
non ce la faccio più! lo capisci che soffro a
sentirmi rifiutata? Lo capisci?- abbasso la testa, per impedire che veda le
lacrime che presto usciranno dia miei occhi. In un
attimo è di fronte a me. Mi accarezza il viso, fino ad arrivare al mento
per sollevarmelo –Bella…non pensare…che io ti stia
rifiutando. Ti amo. Ti voglio. E lo sai.- - no. Non lo
so.- -amore…lo sai che ho paura…ho paura di ucciderti. Non so se
riuscirei a controllarmi nel sentirti...mia fino a quel punto.- mi stringe a
sé –dai Bella. Presto ci sposeremo. E
tutto andrà bene. Devi essere paziente. So che hai fiducia in me, ma io
no. Non posso rischiare di metterti in pericolo.- basta. È troppo. I
suoi discorsi. Le sue stupide paure. Mi sciolgo dal suo abbraccio. Ora il mio
sguardo è deciso. –spiacente Edward, non sono più disposta
ad aspettare. Se davvero il tuo non è un
rifiuto dimostralo. E non ha frasi fatte. Perché io, in questa situazione non resisto
più.- mi avvicino alla porta della sua camera. –ti lascio qualche
giorno per pensarci. Vai a caccia. Chiuditi in casa, fa che ti pare. Ricorda
solo che io non ho la tua infinita pazienza, non sono una vampira.- apro la
porta –e, se ci pensi, anche questo è colpa tua.-
Chiudo con un colpo secco. Sospiro, agitata. Gli ho dato un ultimatum?
Oddio…mica penserà che voglio
lasciarlo…no, devo rientrare e dirgli che la mano. La mia mano è
già sulla maniglia quando, per fortuna, la
parte di me con ancora un po’ di dignità parla. “certo sei stupida! Devi tenerlo un po’ sulle spine!
Altrimenti sì che il bel vampiro non ti darà mai quello che
vuoi!” ok, ma…poverino…ci
starà malissimo… devo entrare “certo, malissimo…allora
perché non è corso fuori a fermarti?”
perché…perché… “perché ti conosce e si
aspetta che tu rientri chiedendogli scusa! Per una volta sii una donna con le
palle! ” cosa? “sì, vabbè,
ci siamo capite.”
Mi do’ uno schiaffo alla fronte. ora parlo pure
con me stessa. Però ha ragione…cioè,
ho ragione…lui si aspetta che io torni di cosa…. Be’, forse
è davvero il momento che Edward capisca come
sono veramente. Scocciata mi giro e mi allontano dalla sua camera. Sento
vibrare il cellulare nel giacchetto. Sorrido. Perfetto, stavolta si è
arreso prima il mio Edward. prendo il cellulare,
soddisfatta, pronta a leggere quanto mi ama, quanto gli dispiace e
quanto…Alice??
Imprecando scendo dalla mia nuvoletta e apro il messaggio della sorella di quel
maschilista.
“ho visto tutto. Torno a casa. Aspettami in camera mia. E cerca di resistere
a tornare subito tra le sue braccia”
Indignata dall’ultima raccomandazione cambio direzione, andando verso la
camera di Alice. E Jasper.
Tempo di sedermi sul letto e già mi passa la rabbia nei confronti di lei. Infondo è
gentile. Ha appena visto che abbiamo litigato e già sta correndo a
consolarmi. Be’, stavolta non ne ho bisogno!!
Non piangerò come la prima volta che io e edward abbiamo
litigato. Né spaccherò i piatti come la
seconda volta. E nemmeno correrò a picchiare
Jacob come valvola di sfogo per farmi male alla mano! Mi sdraio. In effetti le nostre liti stanno aumentando. E tutto per il solito motivo. Io voglio fare l’amore.
Lui lo ritiene troppo pericoloso! Mi alzo di scatto. No, se comincio a pensarci
non ne esco più. comincio
girellare in camera di Alice. Alla sua scrivania mi fermo. C’è una album rilegato rosso. Lo prendo. Chi l’avrebbe detto che anche i vampiri immortalano la loro vita con
fotografie? Torno a sedermi sul letto e comincio o a sfogliare le foto. Alcune
in bianco e nero. Quando i Cullen vivevano da Tanya.
Finalmente la vedo questa benedetta vampira di cui sento tanto parlare. Come
tutti i vampiri è bellissima. E lo deve pensare
anche Edward visto come se l’abbraccia in questa
foto. Leggo la data. 1960. sento un tuffo al cuore.
Continuo a sfogliare. Prima annoiata. Poi interessata. Infine disperatamente
gelosa. Sfoglio velocissima, ma a ogni pagina vedo
visi nuovi e tutti bellissimi. Brune, bionde, rosse. Possibile che i Cullen
conoscano solo ragazze vampire? O forse sono io che nella crisi isterica non faccio caso agli uomini? Deve essere così
perché in ogni foto l’unica cosa che cerco sono i bellissimi occhi
di Edward, affiancati da lunghe sopracciglia di
qualche vampira. Con rabbia chiudo l’album. Ora si
che sono furiosa. Ci credo che il bel vampiro super eroe vegetariano non ha
fretta di fare l’amore con me. Chissà quanto si è divertito
prima di conoscermi! Mi fermo davanti il grande specchio di Alice.
Naturalmente non sono nemmeno lentamente bella quanto lo sono
loro. Sento la gelosia divorarmi il petto. Come posso rimediare?
Escludendo il diventare vampira. Ci sarà un modo perché Edward mi
desideri… deve esserci… la porta alle mie
spella si apre e appare Alice. –Bella! Come stai?...Bella?-
stupita nota che non sono affatto triste, ma anzi la mia espressione è
risoluta.
–Alice? Di va di fare shopping?-