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Autore: parawhoredhead    28/12/2013    3 recensioni
Deborah Sanchez è la ragazza più ribelle della Drama School of Paris,vive a Parigi e non è come le altre. Loro sono tutte educate,obbedienti,disciplinate ma lei no,non è una ballerina di danza classica ma di street dance e da hip hop. Niente e nessuno può ferirla ascolta Green Day e Paramore a palla e ha un amico gay. Uo,Uo,Uo aspettate un attimo! Ho detto che è forte ma non tanto da non lasciarsi amare...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Il rumore dei tacchi a spillo neri risuonò nel corridoio deserto della scuola. Deborah era consapevole di essere in un tremendo ritardo ma come al solito si prese tutto il tempo che voleva e con calma infilò il casco laccato nero nell'armadietto numero 666. Aveva scelto apposta il numero perchè le ricordava il suo amato,demoniaco Lucifero,il diavolo. Senza bussare entrò in classe e si appoggiò alla porta mostrando a tutti il suo fisico valorizzato dalla giacca di pelle nera che esaltava il decolletè stile Madonna nella canzone "Turn up the radio". Spostò i capelli lunghi e color del fuoco dietro la spalla e fece l'occhiolino a Craig Zurawski,il russo dagli occhi di ghiaccio arrivato da poco più di un mese.
-Mrs. Sanchez! Che onore averla qui con noi. Qual buon vento?- disse la professoressa  Ferguson spostando lo sguardo dal registro di classe fissandola incuriosita.
-Beh dolce,cara,Destiny,dopo 24 giorni di assenze il tuo stupore è più che giustificato. Sai, ho finito tutti i marshmellows,il mio cane ha divorato 5 gatti ed ero stufa delle lamentele dei padroni addolorati,in pratica non avevo niente da fare- rispose Deborah in tono arrogante sedendosi di spalle sul banco di Zurawski rivolgendo il sedere verso la sua faccia da Serafino.
-Hai portato la giustifica per le tue continue assenze?-.
Deb rise -Questa è davvero un'ottima battuta,Destiny. Vado a trovare Tom-.
-Il preside è sicuramente troppo impegnato per starti dietro-.
-Oh,tranquilla.E' diffidente soltanto con le professoresse e mi vuole tanto bene- disse facendo gli occhi dolci come una bambina e sbattendo le lunghe ciglia nere. Uscì sbattendo la porta ma si riaffacciò con la testa nella classe per dire: - Zurawski,attento che ti cade la bava!-.
 
Nell'ufficio del preside...
-Deborah! Cosa ci fai qui?- disse il preside diventando paonazzo.
-Tom,alla tua età non dovresti  alteralti così tanto,rischi un infarto e io non voglio aspettare seduta sulla scrivania mentre arriva la polizia e sentire l'odore del tuo cadavere in putrefazione-  rispose lei appoggiando i piedi accavallati sulla scrivania e distendendosi sulla sedia di pelle del preside.
-Stai davvero esagerando Sanchez. Il fatto che tuo padre paghi la scuola perchè tu passi l'anno non ti autorizza a sentirti la padrona dell'istituto- spiegò il preside Taw battendo la mano sulla scrivania e facendo fare un saltello ad ogni oggetto appoggiato lì sopra.
-Tom calmati! Non vorrei che tua moglie fraintendesse l'infarto e mi accusasse di averti fatto eccitare troppo,la mia reputazione sarebbe rovinata...non me la faccio con i vecchi-
-Chiamerò tuo padre e gli dirò tutto ciò che stai combinando,sono sicuro che lui saprà provvedere adeguatamente-
-Oh Tom,rimarrai deluso anche tu. Mio padre sarà alle Hawaii con qualche puttanella con le tette grosse. Mi dispiace davvero tanto per te-
-Allora chiamerò tua madre-
-Lei ora sarà in California,in uno di quegli enormi letti a farsi uno di venti,se non trenta,anni più giovane-
-Non hai un minimo di rispetto nemmeno per chi ti ha messo al mondo,eh?-
-Rispetto? No. Invidia? Si. Non avrò mai una figlia con "le palle sotto" come la loro- ringhiò Deb sbattendò la porta.
Deborah decise di andare nel suo bar preferito e di dare un appuntamento a Tommaso,il suo migliore amico per poter prendere un bel mojito e parlare con lui così schizzò sulla sua bellissima Kawasaki Ninja verde e schizzò a tutto gas verso il centro di Parigi.
All'Open Bar...
-Ehi Debby!- gridò Tommaso.
-Ciao,mio piccolo frocetto- sorrise lei facendo l'occhiolino -cosa ne dici se ti corrompo con una foto di Gabriel Garko nudo e mi offri un bel mojito?-.
-Andata,Debby!-
-Non chiamarmi così!-
-E allora tu non chiamarmi frocetto.Il fatto che sono gay non deve spronarti a insultarmi-
-Ma frocetto sai che sono fatta così. Dov'è il mio mojito?- gridò al barista biondo al di là del bancone,lui arrossì e si scusò con gli altri clienti per il comportamento della strana ragazza rossa.
-Dovete scusarla. E' una cliente abituale,fa spesso così- spiegò lui imbarazzato.
-Deb,non credi di doverti calmare?- sussurrò Tommaso avvicinando la bocca al suo orecchio per non farsi sentire.
-Tom,così mi ecciti!- lo accusò lei scherzando.
Lui rise. Era l'unico che la capiva ed era il suo migliore amico. Non la giudicava,la accettava per quello che era senza contraddirla mai,era la sua parte angelica e somigliava tanto al modello che compare in "Call me maybe" di Carly Ray Jepsen.
-Che ne dici se andiamo da Abercrombie? Così ci eccitiamo tutti e due- disse lei leccandosi le labbra al solo pensiero.
-Tu dovresti essere a scuola,Deb- disse Tom puntandole il dito davanti la faccia.
- Bella questa! Dai,alza il culo da pensionato da quella sedia- disse lei minacciando con un gesto della bocca di mordergli il dito,lui si arrese e si alzò.
-E il tuo mojito,Deb?-
-Che andasse a farsi fottere insieme al barista!- urlò lei alzando il dito medio e voltando la schiena al povero ragazzo che era in preda allo sconforto.
 
Nel pomeriggio...
Deb salì le scale della sua grande casa e si chiuse a chiave in camera pur sapendo che sarebbe stata sola per due o tre mesi,accese il grande impianto stereo e alzò il volume quasi fino a far rompere le casse a ritmo di American Idiot dei Green Day. Aprì la porta e scese giù nella cucina ultra moderna,accese i fornelli e si scaldò un piatto di Chilli ma poi,stufa di "cucinarsi" il cibo da sola acchiappò il telefono e compose il numero del take-away cinese più famoso di Parigi.
-Salve,qui è il "Mangia mangia" di China Town. Desidera?-
-Wow Itachi,davvero un bel monologo. Sono Deborah Sanchez,mi servono quattro involtini primavera,due confezioni di pollo alle mandorle,quattro di riso alla cantonese e cinque o sei gamberetti fritti-
-Indirizzo?-
-Dovresti saperlo- sbuffò lei -Maison Rue numero 6-
-Il nostro "uomo-consegne" arriverà lì in meno di trenta minuti-.
Lei riattaccò senza ringraziare nè tantomeno salutare e compose il numero di Tommaso.
-Si?-
-Ehi belloccio!-
-Ciao rossa-
-Stasera,a casa mia,take-away cinese,film horror:l'Esorcista. Ovviamente non ammetto un no come risposta,muoviti sennò mi pappo i tuoi amati gamberetti fritti-
Tu...tu...tu...
Deborah rise e meno di 2 minuti dopo suonò il campanello e lei andò ad aprire.Era Tommaso.
-Dove sono i miei gamberetti? Cosa li hai fatto? Sono troppo giovani per morire,ti prego...-
-Risparmiami la parte drammatica,i tuoi amici marini saranno qui a momenti-
*Driiiiin*. Il campanello.
-Salve! La signorina Deborah Sanchez?-
-Si. Quant'è?-
-Sono 36 dollari e 50 centesimi- rispose l'omino con gli occhi a mandorla.
-Ho solo 100 dollari.Tieni il resto- porgendo la banconota all'uomo gli strappò i sacchetti dalle mani e gli sbattè la porta in faccia.
-Andiamo "Call me maybe"!- disse richiamando l'amico da un poster di Raul Bova di sua madre.
-El Diablo! Vieni qui!- urlò lei simulando bacini con le labbra e facendole schioccare. Il grande doberman nero spuntò dalla porta che dava sul giardino e Tommaso saltò sulla sedia lanciando un gridolino spaventato.
-Come cazzo fai a non esserne terrorizzata?!- urlò lui isterico.
-Non insultare il mio cucciolotto!- disse lei accarezzando la testa e le orecchie appuntite del cane muscoloso.
-Cucciolotto?! Magari potresti dire che ne ha fatti fuori a bizzeffe di cucciolotti ma non che lui lo è- sussurò Tom attento a non fare movimenti bruschi illudendosi che il cane non si sarebbe accorto di lui. El Diablo scattò verso di lui e gli ringhiò contro per proteggere Deborah.
-Tranquillo El Diablo. A cuccia!- urlò lei e il cane si mise buono buono seduto in un angolo della cucina.
-Fai paura persino ai doberman,Deb-
-Andiamo a vedere il film,dai- rispose lei spostando tutti i pasti dal sacchetto di carta al piatto.
  
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