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Autore: _ALE2_    21/05/2008    5 recensioni
La speranza non muore mai. Si ancora al cuore e non vuole saperne di rinunciare a stringerlo con la sua morsa assasina. Ma per quanto possa far male, nella disperazione, è e rimarrà sempre la cosa più dolce. RoyXEd Rizaonesense.
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Un bacione a tutti!
Ebbene si sono ritornata…parlo al singolare perché questa è l’ennesima sorpresa per la mia kumachan!  Dovete sapere che abbiamo ancora litigato…ma abbiamo fatto subito pace con la mi ammenda! ME tapina ho fatto un casino…
Per farmi perdonare avevo proposto di scriverle una ficcy…ma su cosa? Ultimamente abbiamo diversi interessi su vari pairing ed allora mi sono detta perché non assecondarli tutti? E quindi kumachan sorpresa nella sorpresa ecco la tua seconda dedica!!! Adesso aspettati la terza…ma sai già su cosa no? Ihihih…

Va beh due avvertimenti sulla ficcy...da come la vedo io è molto triste…quindi se siete persone suscettibili e che hanno la lacrima facile…siete avvertiti!
Per tutti quelli che hanno deciso di leggere…beh buona lettura!

Hopes


Quando lo vidi svegliarsi, ebbi la certezza che in qualche modo,lui, sapesse.
Me lo disse il suo volto, lo lessi nella sua espressione seria e distaccata.

Perché da una persona che si è appena risvegliata in ospedale, dopo aver appena perso un occhio, ci si aspetta un attimo di vacillamento. Ci si aspetta una domanda.

Eppure niente.

Lui si limitò  a svegliarsi ed ad assumere un’espressione fredda e distaccata.

La stessa di sempre.

È incredibile come il mio cuore ed i miei occhi avessero imparato a decifrare quell’espressione, stava soffrendo, soffriva perché sapeva.

E per circa due ore non si diede la pena di parlare ed io, accanto a lui non avevo il coraggio di guardargli in faccia, di rivedere quella muta espressione di totale dolore nell’unico occhio che gli era rimasto.

Ma i arrivò come un fulmine a ciel sereno. Quella fatidica domanda.

Per un attimo pensai di mentire.
 Ma non ha senso mentire ad un uomo che ha già capito tutto e lui aveva trovato il coraggio per pormi quell’unica domanda alla quale non volevo rispondere.

Aveva trovato il coraggio che io non avevo.

Aveva trovato il coraggio di chiedermi se la persona che amava era ancora in vita.

“Tenente?”
La voce stanca e roca mi riscosse, dovevo rispondere, doveva sapere.
Doveva arrendersi.

“mi dispiace signore”

Magistralmente mascherai il mio dolore.

E lui ancora più sfacciatamente mascherò il suo.

Era maledettamente bravo a mentire, almeno lo era più di me.

E fu così che passò la sua convalescenza, nella consapevolezza di un dolore trattenuto.
Ed io soffrivo con lui.
Perché lo amavo, se è possibile anche più della mia stessa vita e vederlo morto dentro mi faceva diventare pazza.

Aveva perso il suo Edward, aveva perso il suo mondo.

Ma non reagiva, si limitava a fingere ed a reprimere tutto quello che sentiva.

Ed io pensavo che al posto suo sarei impazzita.

Se lui fosse morto io sarei morta con lui.

E in un certo senso,  era quello che stava accadendo.

“Riza…non preoccuparti”

Me lo disse un giorno, l’espressione quasi sorridente, il volto luminoso.

Io lo fissai attenta, cercando di decifrare, di capire il perché del suo comportamento.

“manca poco, devi aspettare un altro po’, soltanto un altro po’…magari già da domani starò meglio…”

E sospirò, ed io temevo di scoprire il significato di quelle parole.

L’ espressione era tornata seria.

Fissava lontano.
Tutto questo mi metteva in soggezione,  eppure capii che era cambiato qualcosa.
Quello sguardo fisso verso la finestra dimostrava che lui voleva andare avanti.

E sentii gli occhi pizzicarmi.
Le lacrime minacciavano di uscire, se avesse detto qualcos’altro sarei scoppiata.

“…devi solo attendere un altro po’…”

E con gli occhi lucidi lo voltai verso di me.

“d-devo a-aspettare cosa?”

Non riuscii a mantenere una voce fredda, sapevo quello che avrebbe detto.

Quello che non sapevo era che me lo avrebbe detto col sorriso.

“non si può andare avanti se non si tocca il fondo Riza…quando lo farò forse comincerò a vivere…”

E mi violentai ricacciando indietro tutte le lacrime.

“ io ci sarò sempre signore”

E lo vidi sorridere.

Forse nemmeno lui si rendeva conto di quello che aveva detto.

“per qualsiasi cosa io ci sono, vi prego ditemi come posso aiutarvi”
“questo dolore Riza, è l’unica cosa che mi resta del mio amore e non sono disposto a condividerlo con nessuno.”

E mi innamorai di lui ancora una volta.

E mi chiesi come era possibile che ci fosse tanta forza in un solo uomo.

Non era possibile, non era umano.

“quanto…”

Ormai le lacrime non potevano placarsi.
Non potevo non crollare, almeno io.

“q-uanto pensa….c-che….ci vorrà?”
“quando la rabbia se ne andrà, quando tutto questo peso svanirà”

E mi fissò con l’unico occhio nero, immenso e dolce.
Incredibilmente lui.
Unicamente forte.

“quando questa speranza  che mi sta annientando svanirà”

E mi coprii il volto con le mani e cominciai a singhiozzare.
Non me ne fregava niente dell’orgoglio.
Non me ne importava di dare spettacolo.

Era tutto dannatamente triste.

“colonnello…la speranza non se ne andrà mai…”
“lo sai anche tu, vero?”

Con che coraggio provava a proteggermi da questo dolore, quando lui era quello condannato non lo capirò mai.
Ma con tutta la forza che mi rimaneva lo schiaffeggiai.
Lui non vacillò, non si mosse.

“sono adulta anche io colonnello”
“già…penso sempre che debba proteggervi in tutto e per tutto…”

Quando mi voltai a guardarlo vidi che piangeva.
Davanti a me senza alcun ritegno.
Era un uomo distrutto.

“riza… aiu-aiutami!”

E lo sentì mentre si abbandonava fra le mie braccia.
Ed io lo strinsi mentre singhiozzando speravo di poterlo difendere da tutto il dolore e da tutto il male che sentiva.

Non era possibile.

E per quanto in quel momento si appoggiava a me in cuor mio, io sapevo.
Come l’ho sempre saputo.
Sarebbe andato dritto per la sua strada.
E quel dolore lancinante che sentiva, quella rabbia e quella sofferenza, le avrebbe affrontate da solo.

Perché lui era Roy Mustang ed il suo sogno era quello di proteggere tutte le persone a lui care.

Quando partì sapevo che sarebbe stato per sempre.
La sua speranza non era mai morta.
E lui aspettava.
Moriva e aspettava.

Era certo che prima o poi l’avrebbe rivisto.

Solo questo.

E per la prima volta da quando avevo scoperto i suoi sentimenti, mi ritrovai a pregare, perché almeno questa sua speranza, questo suo sogno, si realizzare.

È incredibile il dolore che provi quando perdi la persona che ami.
Adesso lo so anche io.
Ma almeno ho la certezza che cammini, che viva.

E solo lui capisce quanto questo sia importante.








Haloa a tutti!
Lo so è un po’ triste…ma che volete farci?
La situazione è chiaramente antecedente al film, quando Roy è in ospedale in convalescenza.
Mi dispiace se  risulterà un po’ ooc…i’m sorry!
Ringrazio tutte le persone che hanno commentato ‘attesa the time is gone’ ossia:

Elyxyz: che brutta scena che ci hanno costretto a vedere…mi ha fatto stringere il cuore… è stato un brutto affare si, chiamarlo così… è una peste…ho già detto la fine della mia povera tastiera? Grazie del sostegno!

Eril: contenta di esserti  piaciuta…effettivamente scrivere drabble non è semplice…non si è mai sicuri del risultato…ma se è apprezzato…grazie della recensione!

Aduah: eh si aspetterà ed aspetterà…e poi quando arriva se lo fa scappare! Che destino terribile! Grazie dell’apprezzamento aspettiamo il tuo prossimo lavoro…ed un commentino! ^////^

Bad Girl: the last but not the list! Ma con tutti I commenti che mi fai sempre divento rossa…quando un tuo prossimo lavoro di quelli che mi fanno morire dal ridere? Grazie di  tutto!

Ok finiti i ringraziamenti riperpetuiamo il mex:


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