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Autore: x_larryslove    29/12/2013    2 recensioni
"No, non ce la fai. La lametta ti cade dalla mano, non riesci più a tenerla. Sei rimasta vittima di una vita che non ti appartiene: tu appartieni a lei, e fa di te ciò che vuole."
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Sei stanca, triste,delusa, non ce la fai più. Ti senti presa in giro, sola contro tutti, non hai nessuno al tuo fianco.
Sola, a piangere nel tuo letto.
Dolore. Provi solo dolore. Ma forse il dolore è l'unica cosa che ti serve. Troppe delusioni, troppe cose che non vanno; un'esistenza sprecata, una vita di merda. Tutto va male: la scuola, gli amici, la famiglia, il tuo ex..
Fra le lacrime vai in bagno, ti chiudi a chiave e vedi qualcuno nello specchio: sei tu. Ti soffermi sui particolari: i tuoi occhi sono gonfi e rossi per il pianto, il mascara a macchiare le guance dopo aver seguito le lacrime nella loro discesa. Fai scendere lo sguardo fino alla bocca, le labbra piegate in una smorfia di dolore, stanche di aver mostrato per troppo tempo una felicità che non hai. Provi a sorridere: non ci riesci. O forse non vuoi.
Scendi ancora e ti soffermi sul tuo seno, esageratamente piccolo per una sedicenne, esageratamente piccolo rispetto al resto del corpo: sotto di esso noti un fisico orribile. Fianchi larghi, cosce e gambe larghe: questa sei tu, intrappolata in un corpo che blocca la maggior parte delle persone ai pregiudizi, solo poche vanno oltre il grasso, a guardare il tuo carattere, e quelle poche che ci riescono scappano spaventate da quest'ultimo. Ai tuoi occhi sei un mostro, una creatura orribile che merita solo di soffrire.. E di morire.
Guardarti allo specchio ti fa provare disgusto nei tuoi confronti, decidi di smetterla: nessuno avrebbe mai apprezzato una persona come te, nessuno ti sarebbe mai stata accanto, nessuno ti avrebbe accettata per ciò che sei, nessuno ti avrebbe mai voluta bene, e le tue continue delusioni ne sono la conferma. Farla finita è ormai l'unica via di uscita, l'unica porta che ti permette di affacciarti verso un altro mondo. Ma non sai di che mondo si tratta: bello, brutto, non si sa. Sai solo che una volta aperta la porta, non avrai la possibilità di tornare indietro. Ma hai le idee chiare, sei più determinata che mai: non vale la pena di continuare a vivere, non in questo mondo. Vale la pena di rischiare per qualcosa di migliore.

Apri il cassetto, alla ricerca di quello strumento di tortura che ti ha fatto tanto soffrire, ma anche stare bene. La trovi: è sempre lì, ancora macchiata dall'ultima volta, la chiave per la tua via di fuga. Alzi una manica del tuo maglione: le cicatrici ti ricordano altri momenti come quello, momenti in cui non hai avuto il coraggio di fare quel taglio piú profondo, spaventata, codarda, impaurita da cosa avresti provato dopo.
Ora però sei decisa a farla finita, non ti lascerai fermare dalla paura.
Poggi la lametta sulla pelle, nel punto in cui si trova una cicatrice di una settimana fa, la più profonda. Cerchi il coraggio di farlo, ma non lo trovi. Le lacrime continuano a scendere dai tuoi occhi come acqua da una cascata. Ci vedi appannato. È arrivato il momento. Affondi la lametta nel polso, una, due, tre volte, cercando di annegare il dolore nel sangue che ora cade veloce dalla tua carne. La vena è lì. Pensi ai tuoi genitori, che non ci sono mai per te, ma a cui vuoi comunque un mondo di bene; alla tua sorellina, lei come avrebbe fatto senza i tuoi consigli?.. Il tuo ultimo pensiero corre alla tua migliore amica: sicuramente ti sta inviando mille messaggi dopo il tuo 'sono stanca, addio'. Cosa le avrebbe causato la tua morte? Probabilmente anche lei sarebbe caduta in depressione, avrebbe iniziato a tagliarsi, avrebbe smesso di mangiare e avrebbe fatto di tutto per raggiungerti. Alla fine hai ancora qualcuno che tiene a te.
No, non ce la fai. La lametta ti cade dalla mano, non riesci più a tenerla. La perdita di sangue ti sta indebolendo, ma non reagisci. Non ci riesci. Non vuoi. Così ti abbatti, ti lasci cadere, i capelli su quel liquido rosso a macchiare il pavimento.
No, nemmeno questa volta sei riuscita a farla finita,sei rimasta vittima di una vita che non ti appartiene: tu appartieni a lei, e fa di te ciò che vuole.




Ciao a tutti.
Premetto che questa è la mia prima os, se così si può chiamare.
L'ho scritta ieri sera, non so perché ma mi è venuta l' "ispirazione", ero convinta di scrivere un'opera ma rileggendola ora mi rendo conto che non mi piace poi così tanto haha.
Ma ormai l'ho scritta, e spero tanto che qualcuno la legga, magari che vi piaccia.
Se vi va lasciate qualche recensione, vi ringrazio comunque per aver letto:)
A (spero) presto!♥

  
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