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Autore: Kaniuh    29/12/2013    0 recensioni
Il mondo ninja è stato appena scosso da eventi temibili. Pain ha da pochi mesi attaccato Konoha ed un uomo mascherato, che si è presentato come Madara Uchiha, ha dichiarato guerra alle Nazioni. Si arriverà davvero al conflitto campale?
Nota: Questa storia si inserisce cronologicamente dopo la morte di Danzou e prima che Naruto vada ad allenarsi con Bee. Cercherò di essere quanto più fedele al manga, perchè quello che mi sono riproposto di fare è sviluppare degli eventi, diciamo, che si possano incastrare realmente nella storia originale. Anche per quanto riguarda le relazioni sentimentali tra i personaggi, le tratterò quanto più in modo simile alla mia interpretazione del manga, provando a concentrarmi sul trio Naruto-Sakura-Sasuke. Ovviamente ci aggiungerò cose che nel manga non appaiono, ma...diciamo che tenderò a mantenerle verosimili.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura, Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Lacrime di Luna


Capitolo 1 : Perchè!?



“Maledizione! Crolla tutto!”.
Il solo parlare le sembrò impossibile con tutta quella polvere che aveva respirato. Gli stretti corridoi di pietra erano pieni di crepe che continuavano ad aprirsi ad ogni nuovo scossone; inoltre la pressante umidità di quei sotterranei si raggruppava in gocce d’acqua prive di luce e creava strani disegni lungo le arcate a punta delle porte che incontrava...come occhi spenti che piangono impotenti dinanzi agli eventi del caso. Rimase solo un istante a contemplare l’oscurità celata dietro quelle volte, che così tetramente rappresentavano il suo attuale smarrimento.
“Forza sbrigati Sakura-chan, ti ho detto di correre! Penseremo dopo ad una soluzione, è chiaro che la faccenda è più grossa di quella che ci ha detto Nonna Tsunade!”.
Lei lo guardò. Con occhi spenti. Come era potuto succedere?, pensò.
Riprese a correre dietro al ragazzo che le apriva la strada verso l’uscita, certa che si sarebbe salvata; non era la prima volta che lui la tirava fuori indenne da una situazione critica. Lui?! Maledizione devo tornare indietro! Non posso lasciarlo da solo in questo momento! Anche se…cosa potrei mai fare per lui?
 Pensieri contrastanti si dibattevano nella mente della ragazza, ma il tempo per pensare, al momento, non c’era. Il pavimento si fece instabile ed i grossi blocchi di bruno granito che lo formavano iniziarono ad ondeggiare paurosamente sotto i suoi piedi, e quasi sembrava che lo spazio si distorcesse. Le lacrime che le rigavano il volto non erano certo d’aiuto per mettere a fuoco quella situazione.
“Maledizione Sakura, salta!”, il suo richiamo sembrò destarla nuovamente ed alzò lo sguardo. Fu un attimo. Un dolore lancinante alla tempia destra e qualcosa di caldo iniziò a colarle lungo la guancia, fino a percorrerle tutto il collo. La vista cominciò ad annebbiarsi e l’ultima cosa che vide fu solo un lampo giallo. Ma forse era solo un sogno.
“Presa!” disse il ragazzo con la voce smorzata dallo sforzo. Era riuscito a prendere la ragazza proprio prima che venisse travolta dal basso soffitto del cunicolo in cui si trovavano; sembrava avesse solo una lieve ferita alla testa, nulla di preoccupante sebbene paresse totalmente priva di sensi.
Devo cercare di portarla fuori di qui prima che l’intera struttura ceda e finisca per essere la nostra tomba! Non esiste, io diventerò Hokage e riporterò indietro quell’idiota del mio amico! L’ho promesso a me stesso…e non solo! pensò il ragazzo mentre correva con la compagna in spalla.
Il cunicolo sboccò in una stanza circolare dall’alto soffitto adorno degli stessi antichi mosaici che avevano visto all’andata, solo che ora le crepe e le scosse continuavano a causare una pioggia incessante di tasselli colorati. Del volto della ragazza di campagna non restavano che pochi tasselli color carne.
E’ qui! E’ qui, ne sono sicuro! Adesso la seconda a destr-
Un rombo profondo e cupo spezzò il filo dei suoi pensieri e gli riverberò dai piedi fino alla cintola. Non c’era un attimo da perdere. Seguì il percorso affidandosi all’intuito e sperando che la fortuna non lo abbandonasse proprio adesso. Una svolta, poi un’altra ed un’altra ancora. Polvere mista ad acqua creava una fanghiglia scivolosa che aveva rischiato di farlo cadere in più di un’occasione; era tanto stremato da non preoccuparsi più nemmeno delle condizioni delle gallerie o della creatura che con furia cieca stava abbattendo quell’alveare sotterraneo in cerca delle sue prede. Non c’era che il ritmo irregolare del suo ansimare a scandire i metri che ancora lo separavano dall’imponente scalinata di marmo bianco che portava all’angusta uscita.
Una luce, tenue e chiara: la luce della luna. Ci sono! pensò. Ce la faccio, ce la faccio! 
Ed eccolo ancora, quel rombo che gelava il sangue nelle vene…quel ruggito di odio puro che si faceva strada tra le macerie. Sempre più vicino.
Fuori! La brezza fresca della sera gli carezzava lentamente i capelli, mentre raggi d’argento provenienti dal cielo, immobile e silenzioso, disegnavano strane ombre attorno agli occhi della ragazza che, ancora priva di sensi, era riversa sulle sue spalle.
Quel momento di sollievo durò poco, perché l’immenso chakra della creatura era ormai vicinissimo. Se fosse riuscito ad uscire da lì, per come loro erano ridotti, sarebbe stata la fine.
L’entrata del passaggio era avvolta dalle tenebre ed anche la luna sembrò adombrarsi per un attimo. Ancora uno schianto; doveva essere il muro dell’ultima camera che aveva superato prima di uscire. Un suono molto più debole ma molto più terrificante si insinuò nelle sue orecchie. Il graffiare lento di artigli lungo le mura più esterne dei sotterranei. Speriamo che funzioni! .
Un colpo sordo echeggiò mentre la bestia cercava un modo di allargare la stretta uscita, poichè il suo immenso corpo non sarebbe passato facilmente da quel foro. Tra gemiti e stridii di denti si rivelò la bruciante verità: le sue prede erano ormai lontani dalla sua portata.
Ed ora dove vado? Siamo fuori ormai, non potrà uscire da qui. Pareti e soffitti riuscirà pure a ridurli a brandelli facilmente, ma i sigilli sulle mura esterne dovrebbero reggere. Probabilmente proverà a farsi strada verso il centro; il camino del vulcano è l’unica uscita senza sigilli.
Poi lo vide ancora. Un occhio immenso e rosso come il sangue lo fissava attraverso la piccola uscita circolare che i jonin della Roccia avevano ricavato alle pendici della montagna, dove secoli prima era stata murata l’immensa porta che conduceva ai Sacri Sepolcri.
Quello sguardo folle e assassino sembrava voler penetrare fin nell’anima del giovane ninja della Foglia e nutrirsi di essa. Durò solo un attimo e poi con rabbiosa rassegnazione si girò e ritornò all’interno.
Non l’ho mai visto così pensò con un nodo allo stomaco che lo stringeva forte. Se non fosse stato per Sakura sarebbe rimasto ad affrontarlo, ma era troppo pericoloso per lei. E poi sembrava che la sua compagna di team fosse più scossa di quanto avrebbe dovuto essere. Ma immagino che rivederlo ancora dopo l’ultima volta non sia facile, nonostante tutto lei è ancora…
“Oh…che succede…io…” le parole sembravano non voler uscire dalle sue labbra con un senso logico; il dolore alla tempia la colse all’improvviso.
“Sei sveglia!” disse il ragazzo con un sorriso. “Tranquilla Sakura-chan, siamo riusciti ad uscire da quell’inferno. Ora sarebbe meglio trovare un posto dove nasconderci e recuperare le forze. Credo che potremmo andare a quel bivacco dove eravamo l’altra sera…non è lontano e sembrava abbastanza coperto dalla vegetazione.”
“L’altra sera? Ma noi non…tu…” perse di nuovo conoscenza, ma il sangue iniziava a coagulare attorno alla ferita ed il ritmo del suo respirare riprese regolare sulle spalle del ragazzo.

                                                                              ******

Un fievole scoppiettio giunse all’udito di Sakura, che iniziò lentamente a muoversi .
Naruto. La sala pentagonale. Lo Specchio. Un urlo di donna, lontano e distante. Di chi era? Forse…il suo.
Aprì gli occhi di scatto. Si trovava rannicchiata su uno strato di foglie secche ammucchiate a mo’ di giaciglio per risparmiare al suo corpo un riposo sulla dura pietra; pochi metri più in là, vicino all’entrata della caverna scoppiettava allegramente un fuoco alimentato dai rami secchi delle innumerevoli querce che crescevano rigogliose nei boschi circostanti e, facendo attenzione, si riusciva anche a percepire il frusciare delle enormi fronde degli alberi che si insinuava insicuro all’interno della caverna. Dalla testa proveniva un dolore sordo, e non c’era parte del suo corpo che non fosse coperto di lividi o dolorante per mille altri motivi; tuttavia grazie alle sue doti di ninja medico sapeva di non avere nulla di serio. Inoltre era una kunoichi della Foglia e la situazione le imponeva di affrontare gli eventi con fermezza.
Proprio di fronte a lei, oltre il fuoco, era seduto l’altro ninja della Foglia che la fissava immobile, quasi aspettandosi una sua reazione improvvisa da un momento all’altro. Tentò di parlare ma aveva la gola talmente secca che la lingua restava incollata al palato senza volersi muovere. Il ragazzo sembrò intuire il suo problema e si alzò per passarle una borraccia. Lei lo guardò con sospetto e poi, difronte al suo sguardo interrogativo, prese l’acqua e ne bevve due lunghi sorsi.
“Coff-Coff!”
“Bevi piano Sakura, o finirai per strozzarti”
“S-sì, è che ho la gola totalmente arsa da non riuscire neppure bene a deglutire”
“Capito, ora va meglio?”
“Sì, molto meglio” Che conversazione assurda, pensò. Devo agire con cautela e capire cosa diavolo possa essere andato tanto storto da essere finiti in questa situazione! Le mie deduzioni di qualche giorno fa erano giuste, ma…
“Sicura di stare bene Sakura-chan? Ti vedo troppo spaesata! Forse quella botta in testa ti ha reso ancora più pazza di quanto già non sei” disse con un sorriso tirato.
“Finiscila, non è il momento di fare dello spirito!” Assurdo! Assurdo!
“Già hai ragione…cercavo solo di sdrammatizzare. E’ chiaro che la Vecchia non aveva torto a voler indagare, ma le cose sono totalmente andate fuori controllo! E quel maledetto Specchio di Saturk-…Sakatu...Aaaaah! Come diavolo si chiama!”
Sakura lo guardò un attimo, poi disse “Satuskasan. Sì, le informazioni in nostro possesso erano incomplete. Anzi mi chiedo se anche l’autore del messaggio sapesse davvero cosa fosse quel dannato specchio.”
“Però avevi ragione! Alla fine è venuto davvero!” rispose il ragazzo con uno strano luccichio negli occhi. “Ed eravamo a tanto così” e qui fece un gesto avvicinando pollice ed indice “dal riuscire a convincerlo!”.
 
“Ehi Sakura-chan mi stai sentendo? Adesso ci riposiamo un po’ e poi dobbiamo tornare là…o almeno io devo farlo. Forse è meglio che tu resti qui al sicuro e se non dovessi tornare…vai al villaggio e fai rapporto.”
Quegli occhi. Quei capelli. Quelle mani. Persino i suoi movimenti la confondevano. Dovrebbe essere un sogno per lei ed invece era un vero incubo.
Quelle ultime parole, però, la punsero nell’orgoglio. “Io sono l’allieva del Quinto Hokage! Sono un ninja della Foglia e non me ne starò rannicchiata in un buco mentre altri rischiano la vita! L’ho promesso a me stessa! Ho promesso a Tsunade che l’avrei resa orgogliosa! L’ho promesso a…” le parole le morirono sulle labbra, mentre guardava dritto negli occhi il suo compagno. Represse a stento le lacrime e continuò a denti stretti: “Riposiamoci, mancano poche ore all’alba e forse il Sole ci schiarirà le idee. Ormai siamo abbastanza lontani e sembra anche al sicuro…nella misura in cui possiamo esserlo in questa situazione. Se il Kyuubi dovesse farsi vedere di certo ce ne accorgeremmo con largo anticipo.” Poi aggiunse: “Abbiamo ancora dietro qualcosa da mangiare o è tutto finito sotto le macerie?”.
Il ragazzo prese da una piccola borsa alcune razioni da viaggio e le porse alla compagna.
“Devi mettere sotto i denti qualcosa anche tu, per recuperare chakra ed energie” disse lei.
“Ne ho già preso un po', ma non ho molta fame a dire il vero”.
Lei annui. Non ne aveva neppure lei, ma sapeva che era necessario mantenersi in forze e poi avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di troncare quella conversazione e distogliere lo sguardo dagli occhi di lui.
Cosa faccio? Lui sembra non accorgersi di nulla! Cosa diavolo devo fare? E...cosa sarà successo a…
“Sakura-chan” disse il ragazzo con un sorriso. Quel sorriso… “Non ti adombrare. Risolverò questa situazione. Non mi arrenderò mai. E’ il mio nindo, ereditato da Jiraiya-sensei. Te lo promisi anni fa davanti alle porte del villaggio…”.
Calde lacrime ripresero a scorrere lungo le guance della ragazza Perché?! Perché!! pensò con il cuore stretto in una morsa di fuoco e ghiaccio.
“…te lo promisi. Ti riporterò Naruto. Lo strapperò dalle tenebre in cui si è gettato e lo riporterò a Konoha. E torneremo ad essere il Team 7”.
“Sa-Sasuke…” le parole di lei, quasi un rantolo.
Lo sapeva. Se non avesse trovato un modo per rimettere a posto le cose in fretta…sarebbe stata dilaniata da sé stessa.
 
  
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