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Autore: parveth    29/12/2013    3 recensioni
Due ragazze per non perdere il lavoro accettano un trasferimento ad Edimburgo: nuova casa, nuova vita e sopprattuto nuovi dirimpettai...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: David Tennant, Georgia Moffett, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Billie La nostra vita da expat proseguiva liscia come l'olio, eravamo ormai a fine giugno e nonostante il nostro non si potesse certo annoverare tra i lavori "faticosi"  (a livello fisico s'intende perche' sul piano mentale era tutt'un'altra storia, specialmente se capitavano quattro traduzioni in un giorno sia dall'italiano che dall'inglese) pregustavamo l'avvicinarsi delle ferie: avremmo avuto l'intero mese d'agosto tutto per noi e cio' significava il nostro ritorno in patria, il che da una parte ci rendeva felici ma dall'altra la prospettiva di rivedere i parenti ci deprimeva alquanto anche se ormai avevamo sviluppato anticorpi a sufficienza da poter sopportare i loro commenti piu' o meno gradevoli.

Non che fossero cosi pessimi in se', pero' voi capite che essendo le uniche di famiglia ad essere emigrate ci aspettavamo di tutto.

Sopprattutto non ci piaceva l'idea di lasciare David e Georgia per cosi tanti giorni di fila: ovviamente anche loro sarebbero andati via per un po' ma il punto era che ormai eravamo diventati ottimi amici e pensare che per un po' non li avremmo nemmeno intravisti ci mandava leggermente in paranoia.

In inglese "soci"  si dice "partners in crime" e la prima volta che me lo spiegarono ricordo che dissi "ma sembra che si stia andando a fare una rapina".

Il problema era che se ci vedevi in giro insieme parevamo  un'associazione a delinquere.

Un incrocio tra D'artagnan, i tre moschettieri e i Power Rangers.

E non perche' girassimo armati.

"Non so te ma io ancora un po' e pensavo partisse do you hear the people sing di sottofondo"  fu il commento di Sofia dopo la nostra prima uscita.

Io alla seconda pensai che ci mancava solo "red and black" e poi eravamo al completo.

"Mi raccomando: ora che vi frequentate non parlare solo di film e telefilm specie se il loro, non farli stufare dopo che vi siete appena conosciuti" commento' invece mia madre specialista nell'incoraggiamento.

A parte che io per prima mi ripromettevo di non citare Doctor Who: il guaio era che 99 volte su 100 bastava un niente a ricordarcelo e partivano i "vi ricordate quella puntata..."

E per loro non era un problema, anzi!

Quando per la prima volta gli mostrammo l'intera casa rimasero di sasso alla vista dello "studio" ossia l'unica stanza arredata da noi: quando decidemmo di trasferirici Mrs Foreman ci disse che quella era vuota poiche' il precedente inquilino l'utilizzava come cameretta per il figlio e porgendoci un catalogo d'arredamento concluse "scegliete pure e poi fatemi sapere, al vostro arrivo sara' arredata con quello che vorrete"  cosi' decidemmo di metterci una scrivania col computer fisso, un armadio basso ed una grande libreria ove posizionammo tutti i nostri dvd in ordine alfabetico e divisi per genere con tanto di etichetta col nome sotto.

"Wow! Li avete tutti...ma di chi sono?" chiese David mentre sfiorava con le dita tutte le serie di Doctor Who, mancava solo Capaldi, per dire.

"Mie" rispose Sofia.

"Tutte?" chiese Georgia.

"Certo, le mie invece sono queste"  risposi indicando i dvd di Once upon a time e tutti gli horror "e queste" spalancando l'armadietto contenente le mie serie di DW.

"Non avrei mai potuto lasciarli a casa" replicai ai loro sguardi attoniti  "a parte che avevo il terrore che durante il trasloco se ne rovinasse qualcuno e quindi mi sentivo sicura ad averli di riserva ma purtroppo mia madre e' una capacissima di buttare tutto se ne ha voglia ed ho preferito non correre il rischio".

Un giorno stavo tornando dopo essere stata dal parrucchiere: teoricamente sarei bionda scura ma nel corso degli anni ho esagerato coi colpi di sole e cosi' dai vent'anni mi faccio rossa, avevo fatto la tinta prima di partire ma purtoppo e' un colore che "scarica" in fretta e circa ogni due mesi devo rifarla, per fortuna in ufficio mi avevano consigliato dove andare.

Insomma, mentre mi avvicino a casa con la coda dell'occhio noto David sull'altro marciapiede e lo saluto con la mano e lui mi urla di rimando "You're ginger!"  come a dire "che fortuna, io non ci sono mai riuscito"

"Vai dal parrucchiere e lo sarai anche tu" provai ad urlare mentre un camion mi sfrecciava davanti.

"What??" ovviamente passandomi davanti il camion non aveva capito nulla o quasi.

"il parrucchiere!"  provai di nuovo prima di scoppiare platealmente a ridere appoggiata al muretto.

Ora, immaginate di camminare per strada o di essere in macchina e vedere un tizio ed una tizia che si parlano urlando da un marciapiede all'altro, il che ci starebbe anche, a patto pero' che i due siano come minimo over 65.

Nel nostro caso sembrava la versione reale e scema della scena del disinfettante.

In pratica ero diventata esattamente del colore dei miei capelli dal gran ridere ma provateci voi a rimanere seri quando uno cosi' sgrana gli occhi dicendovi "sei rossa!"

"You're beautiful sweetie" mi disse mentre anche lui smetteva di ridere ed io lo ringraziai pensando a quanto era vero il fatto che basta cambiar Paese per vedere le cose diversamente o meglio, per non fraintendere: in Italia se qualcuno urla ad una donna una cosa del genere e' lecito pensare che ci stia provando e li no, poi e' vero che ci conoscevamo, non eravamo proprio estranei ma comunque era un diverso modo di esprimersi.

Una domenica mattina mentre tornavamo a casa dopo aver fatto un po' di spesa sentimmo la voce di Georgia chiamarci e li vedemmo fuori da casa loro insieme ad un'altra coppia che conoscevamo.

O meglio: lei sapevamo molto bene chi era, di lui sapevamo solo che era suo marito.

"Billie, Laurence, vi presento Carlotta e Sofia le nostre vicine" disse David mentre noi stringevamo la mano ad entrambi.

"Volete passare per il caffe' piu' tardi?"  propose Georgia.

Noi accettammo felici di quell'occasione fortuita e alle 14 eravamo gia' da loro, evidentemente gli avevano detto qualcosa di noi perche' ci ritrovammo, su richiesta di Billie a raccontare di come eravamo diventate Whovian.

Inizio' Sofia: "e' stata mia madre: sin da piccola me ne aveva parlato e per me non era neanche "il dottore" bensi' "l'uomo matto nella cabina blu", poi verso i dodici anni cominciai a vederlo in tv".

"Io non ebbi quella fortuna: semplicemente ne avevo sempre sentito parlare ma non ho mai avuto occasione di vederlo, in tv c'era ma non ero mai riuscita a trovare la prima serie, poi conobbi lei che mi diede la spinta finale"  dissi quando tocco' a me.

"Quando dissi a mia madre che anche lei aveva cominciato a vederlo il suo commento non fu "oh bene, le piacera'"  o qualcosa del genere"

"E cosa allora?"  chiese Billie incuriosita.

"Auguri!" rispose Sofia facendoci ridere tutti.

"Ho sempre visto le serie tv ma piu' che altro crime, di fantascienza siete stati i primi che mi hanno appassionato davvero"  aggiunsi io.

"Non sapete quante volte stiamo li a parlarne, a proposito Billie: la scena di "new earth" dove Cassandra entra in lui l'avete girata venti volte vero? Perche' scusa ma non ci crediamo se ci dici che e' stata buona la prima"  disse Sofia.

Billie e David si guardarono per un attimo poi lei rispose: "venti no...ma dieci si!" disse ridendo insieme a lui.

"So che sembra una stupidaggine ma tante volte e non solo di voi facciamo ragionamenti di questo tipo" ammisi.

"Non e' una stupidaggine anzi: significa che siete coscienti del fatto che dietro il singolo episodio c'e' tanto lavoro ma anche del divertimento" disse Billie.

"Spesso degli attori si dice che non lavorano: certo non timbrate il cartellino come fanno altri ma cio' non significa che non sia faticoso sia a livello fisico che mentale: e' ovvio che dopo un po' dovete sdrammatizzare" aggiunse Sofia.

"Il fatto che pensiate cosi vuol dire che perlomeno dopo ogni episodio qualcosa vi abbiamo lasciato, non so te ma io preferisco cosi' piuttosto della gente che ti guarda e basta lasciandosi scivolare tutto addosso" commento' David rivolto alla sua ex companion che annui'.

"Ormai avrete capito che DW e' nel cuore di tutti noi, alla fine l'abbiamo visto tutti e non vi nascondo di esserci rimasto abbastanza male quando la sospesero anche se avevo gia' diciotto anni"  prosegui'.

"Quando si presento' l'occasione di fare il provino non me lo feci ripetere e ci andai ma li per li'  nessuno mi disse niente, mi congedarono col classico "le faremo sapere"".

"Passo' quasi un mese ed io ero a casa dei miei genitori insieme a mia sorella: loro erano usciti con mio fratello e squillo' il telefono: per sicurezza avevo dato anche il numero di casa, fu Karen a rispondere e dopo poco mi tese la cornetta dicendomi "e' per te".

"Io la presi e quando dissi "pronto?" sentii rispondere "Mr Mcdonald? Sono Jolene Carr della BBC"  non cantai subito vittoria pero': per fortuna ti chiamano anche per dirti che non hai passato i provini"

"Mi dica" dissi ormai senza illusioni"

"Congratulazioni, lei sara' il decimo Dottore, venga lunedi' mattina verso le 7.30 arrivederci e buona giornata"  disse mentre io balbettavo a malapena un "arrivederci"

Posai la cornetta con mia sorella che m'incalzava "allora? Che ti ha detto?"

"Mi sedetti sul bracciolo ancora stupefatto e risposi: "saro' il decimo Dottore"

"E poi?" chiesi a quel punto.

"Poi l'unica cosa che ho sentito e' stato l'urlo di mia sorella che peraltro credo abbiano sentito fino al paese vicino e il suo peso mentre mi gettava le braccia al collo facendomi cadere a terra" rispose con noncuranza mentre noialtri ridevamo.

Mentre tornavamo a casa quella sera riflettemmo entrambe sul fatto che davvero a dispetto di quello che pensa la gente una serie tv puo' entrarti nel cuore fino a cambiarti la vita e questo vale per tutti i fan.

Anche e sopprattutto per quelli che poi ne diventano protagonisti.



angolo autrice: buone feste a tutti, ci tengo a precisare che il racconto di David sul provino e' completamente inventato da me.


  
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