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Autore: LadyDenebola    29/12/2013    2 recensioni
La Battaglia dei Cinque Eserciti è da poco terminata, portando via con sé anche la lunga e pericolosa missione della riconquista di Erebor. La giovane Leviar accorre dalle Montagne Azzurre per occuparsi di Bofur, rimasto ferito e incosciente. Sarà l'occasione per far nascere definitivamente l'amore? O i due si lasceranno sopraffare dalle opposizioni attorno a loro?
Concepito come il seguito di "Muffin, partenze e..." e col titolo (spero) provvisorio! Buona lettura! ^__^
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bofur, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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V.



Il mattino seguente Leviar fu svegliata da un fastidioso indolenzimento che le fece schioccare le ossa non appena si stiracchiò. Nella penombra qualcuno ridacchiò, e a lei ci volle qualche secondo per capire di essere distesa sul divano in salotto. Sbirciando da sopra la spalliera, vide Bombur seduto al lungo tavolo a far colazione e, pur non potendogli vedere il volto, era sicura che stesse ancora sorridendo. Ma il profumo di caffè e biscotti le ricordò quanta fame aveva; nel giro di pochi minuti si ritrovò bella e pronta accanto al nano, che le spinse sotto il naso piatti di dolcetti e focacce e una tazzona di latte fumante.
<< Tè, zucchero, caffè >>elencò allungandosi sul tavolo per avvicinarglieli.<< Serviti di tutto quel che vuoi >>
Leviar quasi rise per la finta pomposità con cui aveva parlato. Bombur terminò la sua focaccia glassata e iniziò a sparecchiare le proprie stoviglie.
<< Bifur e io abbiamo risistemato una bottega verso i livelli superiori di Erebor, però ci siamo sempre alternati al lavoro per non lasciare Bofur da solo, viste le sue condizioni. Io vado oggi pomeriggio. Se vuoi, te la faccio vedere >>
<< Magari! >>esclamò Leviar. Rispetto a poche ore prima si sentiva davvero leggera e serena.<< Bofur si è riaddormentato, poi? >>
<< Sì, non è incredibile? Avrei giurato che sarebbe rimasto in piedi almeno tre giorni di fila! Comunque, sono salito prima e ancora dormiva >>Bombur le scoccò un’occhiata in tralice e sorrise sotto i baffi, come se avesse intuito l’intenzione di Leviar di sgattaiolare di sopra.<< Andrò a ricontrollarlo fra poco >>
Leviar finì di bere e prese un ultimo biscotto.
<< Stamattina passerò dai miei cugini, allora. Non sanno nemmeno che sono qui >>Un vago senso di panico si unì a quello di colpa al pensiero dei rimproveri di Dori, e quasi esitò ad alzarsi se Bombur non avesse finito di sparecchiare.
Anche il nano aveva assunto un’aria colpevole: neanche lui aveva detto a Ori, Nori e Dori che aveva chiamato loro cugina senza prima interpellarli.
<< Saranno felici di rivederti >>disse soltanto.
Leviar annuì con un sorriso tirato: felici di rivederla sì, ma non dopo aver saputo che aveva dormito a casa di Bofur. Fu in balìa di questi pensieri che si mise il mantello e uscì in strada, scoprendola più trafficata e viva della sera prima. Seguendo alcuni nani che la risalivano spingendo carriole cariche di terra o trascinando sacchi, Leviar passò davanti a molte persiane e porte spalancate attorno alle quali i bottegai già avevano esposto la merce in vendita. Avrebbe giurato di essere ancora sulle Montagne Azzurre se non fosse stato per la luce: come quella dell’esterno ma più affievolita, smorzata dalle rocce che penetrava. Sollevando lo sguardo, la ragazza scorse, a centinaia di metri di altezza, ampi fori nella montagna che lasciavano entrare il sole come tanti lucernai.
Man mano che andava avanti, il rumore e le voci aumentavano d’intensità. Alla fine della lunga fila di costruzioni, Leviar raggiunse un ampio ponte completamente restaurato dal quale si diramavano altri ponti minori come se fosse una ragnatela di pietra lucida. La nana gettò distrattamente uno sguardo attorno a sé, per poi tornare a guardare in basso, a bocca aperta.
Il ponte si affacciava proprio sull’ingresso principale, molti metri più in basso, brulicante di operai arrampicati sui ponteggi e di nani che trainavano, senza particolare sforzo, blocchi di pietra o facevano rotolare davanti a sé enormi botti. Dalle porte spalancate affluivano nani, carri e uomini, e il chiasso che arrivava da laggiù era talmente forte che Leviar si stupì per non averlo notato subito.
Rimase a guardare alcuni minuti, finché non si ricordò di essere arrivata lì per cercare Balin: Bombur le aveva assicurato che sarebbe stato lui ad accompagnarla dai cugini. Ma del vecchio nano nessuna traccia, e Leviar iniziò a chiedersi se non avesse fatto prima a trovare da sola Ori e gli altri. Marciò avanti e indietro cercando di non farsi trascinare via dal flusso di nani che continuava ad aumentare sul ponte, e alla fine, con sollievo, scorse Balin agitare un braccio in mezzo alla ressa.
<< Buongiorno, mia cara!>> la salutò quanto l’ebbe raggiunto.<< Perdona il ritardo, spero di non averti fatto aspettare troppo >>
<< Ero appena arrivata >>mentì Leviar.<< Mi stavo guardando attorno… Avete fatto molto in soli due mesi! >>
<< Ricorda che siamo dei Durin! Non potevamo certo farci spaventare da una città da ricostruire >>rise Balin mentre si immettevano in un ponte minore, affollato come il primo.<< Anche se, in realtà, senza l’aiuto degli uomini di Bard a quest’ora staremmo ancora in alto mare. Non pensavo che si sarebbero dimostrati così pronti ad aiutarci, dopo la faccenda del tesoro, ma sono lieto di vedere che ci sono ancora popoli gentili >>
<< Com’è la situazione, qui? >>chiese Leviar, costretta a distogliere lo sguardo dall’ingresso della Montagna per risalire una scalinata che portava nella direzione opposta.
<< Siamo molto realisti >>rispose Balin, ora più serio, la fronte corrugata.<< Sappiamo tutti quanto sia difficile rimettere in sesto una città come Erebor, e dopo la battaglia ancora non osiamo sentirci completamente tranquilli. Immagino tu non sappia che cos’è successo dopo la vittoria, vero? >>
Leviar scosse la testa, incuriosita, e Balin le raccontò brevemente di come Dain Piediferro fosse salito al trono dopo la morte di Thorin, Fili e Kili e avesse iniziato a riallacciare solidi rapporti con le altre razze, primi fra tutti gli uomini. Fu un racconto molto conciso, in realtà, considerando anche le pause che Balin si concesse quando menzionò i suoi vecchi compagni di viaggio. Aveva appena terminato quando si fermò all’inizio di una strada che si affacciava, su un lato, sul cuore della Montagna ed era costeggiata, dall’altro, da case.
<< Spero mi perdonerai se sono stato approssimativo >>disse volgendo verso Leviar uno sguardo lucido,<< ma siamo già arrivati. I tuoi cugini abitano in quella casetta con la porta e le persiane verdi >>
Guardando, Leviar non riuscì a trattenere un sorriso: le stesse persiane e la stessa porta della loro casa sulle Montagne Azzurre. Balin le batté gentilmente sulla spalla e lei lo fissò interrogativa.
<< Non vuoi entrare un attimo? >>
<< Dain oggi vuole discutere su un progetto per aprire un’altra entrata, e come membro del suo consiglio non posso tardare >>spiegò il vecchio nano facendole l’occhiolino.
Ma, quando se ne fu andato, Leviar rimase qualche minuto davanti il portone dei suoi cugini, rimpiangendo di non poterlo avere al proprio fianco quando sarebbe entrata.
Bussò.
Nessuno diede segno di essere in casa, anche se le persiane erano socchiuse. Leviar cercò di sbirciare al piano terra, attraverso le pesanti tende, finché la porta non si aprì lasciando uscire Nori.
<< Per l’incudine di Mahal! >>urlò, gli occhi spalancati, e per qualche secondo perse la parola, continuando a fissare la cugina a bocca aperta e somigliando sempre più a un pesce in apnea.
<< Ciao! >>Leviar lo abbracciò, non tanto perché fossero soliti scambiarsi simili gesti quanto piuttosto nella speranza di “sbloccarlo”. E funzionò. Nori ricambiò brevemente l’abbraccio e poi, sempre con quell’espressione incredula, l’allontanò per osservarla bene.
<< Cosa… co-come hai… >>riuscì a balbettare. Tacque, prese un respiro e disse:<< Quando sei arrivata? >>
<< Ieri sera >>
<< E cosa… cosa fai qui? >>
<< Volevo vedervi >>Leviar accennò all’uscio semiaperto.<< Dori e Ori sono in casa? >>
<< Ma certo! >>Nori sussultò. Mosse qualche passo, incerto, prima di decidersi a far entrare la ragazza in un salottino con morbide poltrone e un tavolo con su incisi tratti fini ed eleganti, di quelli che piacevano a Dori. Da qualche parte della casa proveniva una diffusa e bassa confusione, ma Leviar non ebbe il tempo di fare domande che Nori la lasciò davanti il caminetto già accesso per scomparire oltre una porta ad arco che dava su un atrio con le scale a chiocciola.
La nana si guardò attorno, e sorrise ancora: avevano arredato quella casa proprio come quella che avevano lasciato, tanto che quasi dimenticò di essere a Erebor. Furono i visi sconvolti di Ori e Dori a riportarla alla realtà. Nonostante l’ansia per quando avrebbero scoperto dove aveva passato la notte, Leviar provò un’immensa gioia nel rivederli, e soprattutto nello scoprire che non erano cambiati affatto, se non fosse stato che la barba bionda di Ori si era infoltita e ora era sollevata sopra un sorriso incredulo.
Nei minuti che seguirono fu piuttosto difficile per Leviar raccontare il viaggio per la Montagna Solitaria, visto che i cugini la interrompevano continuamente per commentare o chiederle come stavano i loro conoscenti.
<< E quindi hai deciso di venirci a trovare così, di punto in bianco? >>esclamò Dori.
 A Leviar quasi andò di traverso il tè che le aveva servito. Sollevò lo sguardo sul cugino, che ora la osservava con intensità, come se poi non ne avrebbe più avuto l’occasione, e Leviar capì che stava iniziando a fare due più due, anche se non aveva ancora menzionato Bofur.
<< Era da tanto che non vi facevate sentire >>disse a mo’ di scusa.<< Ho pensato di far prima a venire di persona piuttosto che a scrivervi >>
Ori annuì, pienamente convintio, e Leviar ebbe solo il tempo di rivolgergli un sorriso di gratitudine prima di irrigidirsi sotto lo sguardo che Nori e Dori si scambiarono.
<< Leviar >>disse Nori,<< ci fa piacere che tu abbia affrontato un viaggio tanto lungo e pericoloso, ma avremmo preferito che ne avessimo discusso prima: sai che hai corso molti rischi, vero? >>
<< Sì >>esalò Leviar, incredula: tutto qui?
Evidentemente sì, perché Nori si limitò a darle un rapido buffetto sulla guancia prima di andare sul retro a spaccare la legna. Dori le lanciò un’ultima occhiata inquisitoria, ma non fece altro domande e, lasciato il fratello minore a occuparsi del pranzo, l’accompagnò di sopra,
<< Ti piace la casa? >>le domandò mentre attraversavano un corridoio ben più elegante di quello della casa di Bofur.
<< Molto >>rispose Leviar, guardinga, ma tutto quel che fece il cugino fu aprire la porta di una stanzetta spoglia ma luminosa e calda, grazie alla canna fumaria che le passava accanto,
<< Nell’armadio troverai delle coperte. Ho voluto anche una stanza per gli ospiti, ma andrà bene anche per te. Per quanto tempo pensavi di fermarti? >>
<< In realtà, non ci ho pensato >>ammise Leviar.
<< Be’, poco importa! Resta quanto vorrai. Dopotutto, non è stato un viaggio da poco. A proposito, sei venuta senza bagagli? >>
Leviar sbarrò gli occhi. Inorridita, spostò lo sguardo dalla propria mano, vuota, al cugino che la osservava in attesa. Deglutì: ecco, era ora di sputare il rospo.
<< Ecco, li ho… li ho lasciati da… Bombur >>
Dori aggrottò la fronte.
<< Potresti spiegarmi? >>
<< Ecco… ieri, quando sono arrivata, sono passata da Bombur e lui mi ha ospitata e… stamattina nella fretta ho lasciato tutto da lui >>
<< E perché non sei venuta direttamente da noi, ieri? >>
<< Perché volevo sapere come stava Bofur >>confessò Leviar, decidendo all’istante di non menzionare la lettera che Bombur le aveva scritto.
Dori inspirò profondamente, il viso via via sempre più paonazzo, e Leviar ebbe l’impressione che si stesse trasformando in un gigante mentre lei si appiattiva contro lo stipite.
<< Era questa la tua prima preoccupazione? Sei partita dalle Montagne Azzurre in compagnia di carpentieri, fabbri e altri uomini per vedere quel tipo? >>sbottò il nano con voce acuta.
<< C’erano anche delle donne >>ribatté Leviar.<< E poi, pensavo che Bofur fosse tuo amico: adesso è “quel tipo”? >>
<< Tu… tu non capisci, vero? >>farfugliò Dori, il viso ormai simile a un pomodoro maturo.<< Ti sembra normale che una ragazza – nubile, per giunta! – agisca così? Cosa penserà la gente? >>
<< Non è necessario che lo sappiano tutti i Durin della Terra di Mezzo! >>esclamò Leviar, che iniziava a spazientirsi.<< Oppure vuoi andare tu a raccontarlo? >>
Dori chiuse di scatto la bocca, come se temesse di esser stato udito dai vicini. Leviar avrebbe preferito spingerlo fuori e rintanarsi nella camera, ma non poteva lasciarlo andare via senza aver prima provato a calmarlo.
<< Ve l’avrei detto, ma pensavo vi interessasse di più sapere com’era andato il viaggio >>disse.<< La casa di Bombur sta all’inizio di Erebor, e quando ci siamo visti mi ha detto che Bofur era malato, così sono rimasta ad aiutarli, e Bombur mi ha proposto di restare da loro per la notte. Ma è ovvio che poi sarei venuta da voi >>
<< Me lo sentivo che c’era qualcos’altro sotto >>borbottò Dori, più a se stesso. Prese un altro respiro e spinse la cugina nella stanza.<< Sistemala come più ti piace. Io vado a prendere la tua roba >>
<< Ma…>>
<< Vado io >>scandì Dori.<< Al mio ritorno voglio trovarti qui, chiaro? >>
<< Cerca di non strapazzarli! >>esclamò Leviar, ma non fu sicura che Dori l’avesse sentita perché, prima che finisse di parlare, già si era richiuso con forza la porta alle spalle.
 


Angolino dell’autrice:
Yeah! Siamo tornati! Perdonate quest’immenso ritardo, ma fra una cosa e l’altra ho dovuto approfittare delle vacanze per aggiornare! Chiedo umilmente perdono!
Spero che vi sia piaciuto questo cap. Finalmente Leviar ha riabbracciato i cugini, e naturalmente Dori non ha preso molto bene la sua nottata a casa di Bofur. Ammetto che non vedevo l’ora di scrivere il dialogo fra i cugini, e spero di aver reso decentemente l’atteggiamento di Dori nei confronti di Leviar.
Insomma, come sempre fatemi sapere cosa ne pensate! Intanto, vi auguro in ritardo (guarda un po’) buon Natale e in anticipo buon anno!!!
A presto!!! ^___^
   
 
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