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Autore: Princess_Ginevra    29/12/2013    3 recensioni
Una ragazza che sta crescendo e cominciando a capire cosa davvero vuole.
Un ragazzo arrogante, calcolatore e sicuro di sè.
Entrambi accomunati dalla loro più grande passione: la musica.
Violetta e Diego.
Erroneamente trascorreranno insieme un'avventura estiva in una sorta di odio-amore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Diego, German, Un po' tutti, Violetta
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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NOTA: Hola, gente :) scusate la mia lunghiiiissia assenza, prima di tutto!
Questo capitolo è completamente inutile ma l'ho messo per farvi capire che non sono ancora morta!!
Buona lettura, spero non vi faccia schifo (autostima liv. 0) Bye ^^




 

CAPITOLO 4 - UN RISVEGLIO MOVIMENTATO




POV VIOLETTA

Ebbi una notte agitata, tormentata da sogni orrendi e confusi alternati ad altri travolgenti, emozionanti. C'era Leon, principalmente, che sibilava parole terrificanti mentre si scioglieva in una poltiglia viscida. E Diego, con uno, due, tre di quei suoi baci fantastici e passionali. Leon. Diego. Sensi di colpa.
Mi svegliai di soprassalto con la maglietta ancora bagnata di acqua e sudore appiccicata alla pelle, la testa che girava e i piedi congelati. Tremavo di freddo. Di paura.
Le mie dita stavano delicatamente percorrendo ( involontariamente) il viso morbido del ragazzo, ancora addormentato, in una carezza dolce.

Non posso più negare quello che provo per lui. Almeno non ancora per molto. Ma devo resistere. Lo devo a Leon.

La mia mente percorse a ritroso la mia relazione speciale, anche se altalenante, con il ragazzo del motocross che aveva saputo conquistare il mio cuore. Ma i ricordi venivano lentamente sostituiti da altri, più recenti, piú intensi, forse, che purtroppo non riguardavano Leon.

Accesi il cellulare che vibrò piano all'arrivo di un SMS. Era Leon.
(¡Ma guarda caso!)

Ciao bellissima mi manchi giá <3 fammi sapere tutto quando puoi. Ti amo anchio <3

Quel messaggio tanto atteso non mi trasmise alcuna emozione. Impulsivamente lo eliminai. Ovviamente me ne pentii subito.

Qualcosa di molto vicino a me emise un grugnito assonnato e si tirò seduto aiutandosi con le braccia atletiche.

"Ciao bellissima!" ebbi un tuffo al cuore.
"Giorno anche a te" risposi con un innaturale, ma soprattutto falsa freddezza.
"Ma che ti ho fatto per essere già arrabbiata con me di prima mattina?" mi chiese con una voce impastata dal sonno mentre si stropicciava furiosamente un occhio.
"Esisti, prima di tutto." lo ammonii ridendo.
"Mi dichiaro colpevole! Ahaha"
"Simpatico fin di prima mattina, io vado a farmi una doccia."
"Vengo con te!"
"Falla finita, pervertito!"

Mi alzai pesantemente dal divano umido e salii piano dalle scale lucide di cera cercando di evitare ogni possibile rumore. Così da non svegliare nessuno.
Prima di arrivare in bagno notai la porta semiaperta della stanza di Angie e papà. Colta dalla curiosità non potei non darci un occhiata con la coda dell'occhio. Rimasi sbigottita. Papà dormiva in terra e Angie occupava l'intero letto matrimoniale. Intuii con dispiacere quello che poteva essere capitato.

Chissà perchè la doccia è sempre stata una fonte di ispirazione...

Sotto l'acqua bollente intonai una melodia che aveva cominciato a ronzarmi in mente poco prima,
do, do, do re, sol, si...
Componevo il pezzo senza starci troppo a pensare, un brano uscito direttamente dal cuore, senza venire prima filtrato dalla mente.
Parlava di dubbi, desideri e Diego.
Quella canzone mi mise addosso una strana malinconia. Meglio lasciarla da parte.

Uscii dalla doccia probabilmente più di mezzora dopo, perchè ormai il sole era sorto completamente e il suo abbraccio caldo avvolse il mio corpo nudo. Da fuori provenivano urla infuriate quindi, con un asciugamano umido mi coprii, e mi precipitai immediatamente fuori dalla stanza. Falso allarme. Erano solo Angie e papà che per qualche motivo non ben identificato, litigavano. Come al solito d'altronde.
Li lasciai perdere sbuffando divertita; sapevo che il loro rapporto era una sorta di odio ma contemporaneamente di forte attrazione. Insomma, un po' come il mio con Diego.
Scesi le scale in parquet lentamente, con lo sguardo basso, concentrando l'attenzione sulle orme bagnate lasciate su ogni singolo gradino.
Quando arrivai al piano inferiore aleggiava un intenso profumo di caffè, nutella e brioches appena sfornate.
Mi accorsi improvvisamente di avere una gran fame.
Diego mi stava aspettando seduto al tavolo di cristallo con due cornetti al cioccolato in mano, ricoperti di zucchero a velo.
"Ti ricordano qualcosa, Vilu?" sorrise lui avvicinandosi con la sua fronte alla mia, fino quasi a sfiorarla.
Stavo letteralmente impazzendo, mi pareva perfino di percepire il suo calore.
Volevo baciarlo. Volevo soltanto quello, per spezzare finalmente quelle catene invisibili che mi costringevano a rifiutarlo.
Non capivo se fosse amore o attrazione, ma sinceramente non mi importava. In quel momento volevo lui, lui e basta.

"Diego, insomma, spazio vitale!" mi limitai a dirgli piano, m imitando i gesti e la voce di Olga, ma senza allontanarmi dal suo viso.
"Ma insomma, piccolina mia, ora inizi a prendere in giro la tua vecchia Olga?? Con tutto quello che ti ho cucinato stamattina!"
si intromise l'interessata,mantenendo il tono ironico.
"Eddai, principessa! Quanto ti ci vuole per darmi un misero bacetto?!" sussurrò Diego avvicinandosi fino a solleticarmi l'orecchio.
"Sai, la speranza è l'ultima a a morire..." conclusi sillabando le ultime parole, allontanandomi da lui, e sfilandogli un cornetto dalla mano. "Ci vediamo in spiaggia..."

"Solo amici, Violetta. Ricorda: solo amici." mi dissi mentre mi allontanavo.

POV GERMAN

Ah, Angie! Non la sopporto più. Ogni giorno diventa sempre più acida, quella lì.
E come se non bastasse, il genio di mio padre mi ha costretto a condividere la stanza con lei. Per tre (TRE!) mesi. Così continuerò a vederla in intimo e a sorbirmi le sue ramanzine sul fatto che ogni cosa che faccio potrebbe allontanare Violetta da me. Bla Bla.


POV ANGIE

Certo che German a volte è proprio infantile... Abbiamo litigato solamente a causa del mio reggiseno. Ma dico, cosa gli interessa se dormo in lingerie o no. Santo cielo!

Mi chiusi la porta alle spalle, scocciata.
Avevo deciso che piuttosto di passare un'altra nottata con German mi sarei buttata giù dal balcone. O meglio. Avrei buttato giù lui.
E pensare che ero stata perfino innamorata di lui.

CONTINUA...

 
  
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