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Autore: Dhialya    29/12/2013    3 recensioni
Le scoppiò il cuore di felicità, sollievo, di una rinnovata emozione che le invase l'intero corpo, facendole tremare la voce e divenire gli occhi lucidi. Corse loro incontro, gli saltò addosso, assaporò i loro profumi da troppo tempo dimenticati.
Le sembrò di tornare a respirare dopo millenni.

Una creatura che ha atteso nell'ombra di una Narnia dimenticata per milletrecento anni il ritorno della speranza, di coloro che la strapparono alla Strega di Ghiaccio dandole una casa e l'affetto di una famiglia.
Il ritorno dei Pevensie, la guerra contro Miraz, la voglia di riprendersi la propria terra e la propria casa.
Un patto legato dal sangue ed inciso su pelle. Che supera il tempo, che si imprime nei cuori, che domina i ricordi.
-Dove ti sei fatta quella cicatrice?-
-Non è una cicatrice... -
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Caspian, Famiglia Pevensie, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Blood Legacy.
Memorie del tempo.









Lucy ci credeva davvero. Credeva davvero nella possibilità di aver visto Aslan, nella foresta, oltre il burrone sotto cui scorreva il fiume. Anche se nessuno voleva crederle o si teneva la possibilità del dubbio riguardo le parole della ragazzina.

Lei ci credeva davvero e nessuno avrebe potuto farle cambiare idea.

Pregava in silenzio, nella sua testa, che il leone arrivasse al più presto ad aiutarli, domandandosi perché mai fosse scomparso per tutto quel tempo. Perché? Perché aveva permesso la distruzione del mondo che aveva creato? Avevano fatto qualcosa di male per meritarsi una cosa simile?

Peter marciava dietro Trumpkin, seguendo la figura del nano tra i sentieri di arbusti e rocce non senza qualche remora sulla strada da percorrere per quelle foreste che un tempo gli erano appartenute e che aveva imparato a conoscere come se fossero casa sua.

Erano ancora loro quei luoghi? Potevano ancora definirsi i Re di Narnia? Lucy dubitava avessero ancora qualche diritto, dopo la loro scomparsa.

Ma Peter era testardo ed orgoglioso, con l'animo di un Re ferito a cui hanno strappato un regno per cui aveva dato la vita. Questo lo stava spingendo a cercare rivalsa. Una rivalsa per loro, perché erano tornati, perché milletrecento anni prima avevano segnato l'inizio di una nuova era, una rivincita perché Narnia non si meritava niente di tutto quello che aveva subito.

Tutti loro, tutti e quattro, avevano dato la vita per Narnia. E lo avrebbero fatto ancora.


***


La truppa di Narniani aveva attraversato il bosco e analizzato i dintorni per essere sicuri di non essere seguiti, prima di giungere alla Casa di Aslan.

Senelia ricordava quel luogo, ora brulicante di creature e vita, vuoto. Vuoto e triste, perché contenente i ricordi di una morte avuta con l'inganno.

Guardava spesso, quando giungeva in quel luogo durante il corso dei millenni prima, la tavola di pietra spezzata su cui Aslan era morto – e poi risorto.

Leone burlone
, le capitava di pensare, con un ghigno. Tuttavia, ricordava la notte in cui il pugnale aveva attraversato la carne felina, i rumori, le luci dei fuochi, le risa... vi aveva partecipato, chiedendo con una piccola bugia a Jadis di non macchiarsi con il sangue del protettore di Narnia. E così era stato.

Non aveva potuto fare nulla, però, se non provare fitte di dolore a cui non poteva dare voce e pregare in silenzio che nessuno si accorgesse delle Figlie di Eva che si erano nascoste dietro dei tronchi.

Era diverso quel luogo che ora osservava, perché da essere stato teatro di morte e rinascita era diventato il covo di una nuova speranza per il popolo Narniano rimasto in vita, un punto di ritrovo. Le creature lavoravano e fabbricavano, battevano il ferro e sistemavano i pochi viveri di cui disponevano.

Vederli nuovamente attivi fu come riprovare l'ebrezza di una quotidianità a lungo dimenticata, il fremito e l'emozione che precedevano le missioni o una battaglia. Aveva fatto bene, ad unirsi, nonostante i pensieri molesti che la tormentavano riguardanti le probabilità di vincita di quella guerra.

Sere prima, quando nascosta tra gli alberi ascoltava il discorso del Principe ai Narniani, la preghiera di unirsi a lui nella battaglia contro Miraz, non pensava che quelle poche parole, che avevano avuto la capacità di smuovere i cuori in cui la rassegnazione per una vita segregata aveva preso il sopravvento, riuscissero a mettere in moto tutto quello.

Era meglio di quello che si era aspettava, lo ammetteva senza troppi problemi. Ma forse non abbastanza.


***


-Siete sicuro di quello che fate, Principe?-

Caspian era sussultato quando la voce per lui ancora sconosciuta si era resa nota troppo vicina a lui. Si era girato, estraendo la spada e puntandola verso la figura che nel frattempo era indietreggiata, nascondendosi parzialmente tra gli alberi.

Il buio e il mantello che indossava l'aiutavano a mimetizzarsi, e il ragazzo fu costretto a strizzare gli occhi per delinearne a grandi linee i contorti che si confondevano con i cespugli.

-Tu chi sei?- domandò invece di rimando, lento, come volendo far suonare quelle parole come una minaccia celata. La ragazza avanzò un poco, per nulla intimorita, tirandosi giù il cappuccio.

Il fuoco che scoppiettava da parte a Caspian rivelò dei lineamenti femminili, un viso giovane delineato da capelli scurissimi e su cui brillavano, con un tocco di furbizia, due occhi chiari, tra il blu e il grigio – il giorno seguente, poi, aveva capito che erano i giochi di luce a non far capire che erano semplicemente azzurri.

-Sono Senelia.- si presentò, senza però fare alcuna riverenza e soppesando la giovane figura di Caspian. Per lei quello rimaneva prima un ragazzo e poi, solo in seguito, un Principe. Era da tanto che non mostrava rispetto per qualcuno, e, senza di loro, non aveva nessun altro a cui dare pienamente la sua fiducia.

-Il tuo nome non mi è nuovo.- Caspian mise via la spada, invitandola ad avvicinarsi prendendo posto davanti al focolare, che ravvivò un poco. Si era alzata una leggera brezza notturna e voleva evitare che le fiamme perdessero d'intensità.

-Ci siamo già incontrati?- azzardò poi, guardandola mentre appoggiava a fianco a sé la propria spada e seguendone i movimenti, privo di qualsiasi tipo di malizia.

-Temo di no, Principe Caspian.- Senelia fece spallucce, alzando lo sguardo e guardandosi intorno, osservando varie creature dormire e un paio di centauri fare la guardia poco lontano.

-Forse qualche leggenda.- azzardò poi, tornando a guardarlo ed accettando la bisaccia con l'acqua che le offriva. Il viso di Caspian sembrò illuminarsi, memore dei racconti del precettore.

-Si, ora ricordo. Tu hai conosciuto i Re e le Regine di un tempo.- iniziò, cercando nella memoria le informazioni che aveva avuto nel corso delle lezioni.

Senelia era stata una delle prime Narniane dalla parte di Jadis a passare dalla parte dei Pevensie e diventare una figura preziosa, come i Castori o Tumnus.

La ragazza, semplicemente, annuì, non continuando il discorso.

-Sono tempi ormai passati.-


***


Non aveva voluto continuare a parlare di quel passato nostalgico e carico di ricordi, ed il Principe sembrava aver capito, allora le loro domande si erano spostate sulla guerra attuale.

Caspian le aveva ripetuto le stesse parole che aveva già sentito di nascosto, aggiungendo che due giorni dopo sarebbero giunti al campo, luogo in cui aveva già dato ordine ai Narniani di prepararsi, sistemare e mettersi in assetto di guerra.

Era come se entrambi vedessero per la prima volta l'operato iniziato pochi giorni prima, anche se il Principe di Telmar sapeva esattamente cosa aveva ordinato fosse fatto nonostante conoscesse quel posto solo tramite le leggende del Precettore.

Il ragazzo le si avvicinò, dopo aver finito di discutere dei piani in modo concreto con Glenstorm e alcuni fauni.

-Può andare?- le domandò, osservandosi intorno e soppesando il suo operato, tornando poi a guardarla con una punta di incertezza. Senelia era sicuramente più abile di lui e voleva sapere che ne pensava, voleva avere il giudizio di quella persona che ai Re era stata tanto cara.

La mora gli sorrise, incrociando le braccia e addolcendo lo sguardo. Per via dell'età, si sentiva quasi come una sorella maggiore nei confronti di quel ragazzo che si affacciava alla vita e alla guerra, alla guerra vera, così giovane. Quasi.

-Si. Credo sia un buon inizio, Principe Caspian.-


***


Quella sera la brezza spirava in modo leggero, nonostante dovesse arrivare l'estate - a detta di Trumpkin. I Pevensie non erano nemmeno più sicuri che le stagioni fossero com'erano nei loro ricordi, cariche e nettamente distinguibili l'una dall'altra.

Secondo Edmund la temperatura doveva essersi abbassata rispetto alla nottata precedente, forse a causa delle correnti provenienti da Nord.

Mentre le ragazze erano rimaste nello spiazzo d'erba che avevano scelto come luogo in cui passare la notte insieme a Trumpkin, preparando i giacigli e raccogliendo pietre per contenere il focolare, Peter ed Edmund erano andati in giro per i boschi in cerca di legna con cui accendere e mantenere vivo il fuoco.

I due non avevano discusso molto, salvo scambiare qualche parola e constatazione sulle cose che più erano arrivate ai loro occhi.

Era difficile riconoscere Narnia perfino per loro.

Tutto ciò creava solo un tumulto di emozioni nostalgiche per una vita che non avrebbero voluto abbandonare per niente al mondo e che, forse, non avrebbero più riavuto indietro. Si erano instillati così bene, milletrecento anni prima, in Narnia, da diventarne quasi parte costituente. Per questo motivo e per mille altri diversi sentivano la forza, il dovere, di fare qualcosa.

Se erano stati richiamati una seconda volta un motivo doveva esserci, no?


***


-Domani andremo in esplorazione, per assicurarci che non ci sia nessun Telmarino nei dintorni.-

Caspian l'aveva raggiunta seguito da Trufflehunter. Il tasso reggeva ancora nella sacca di velluto il corno della Regina Susan, e lo sguardo di Senelia non poté evitare di soffermarcisi sopra.

Ricordava ancora il suono basso che emetteva all'inizio delle battaglie, un suono capace di scaldare gli animi.

Da dopo che l'aveva usato per richiamare aiuto al campo Narniano durante l'agguato dei lupi, ricordava che Susan l'aveva usato qualche altra volta. Soprattutto all'inizio delle battaglie, per infondere coraggio, o qualche volta quando avevano subito qualche agguato da parte di persone venute da oltre i confini di Narnia.

-Dovresti riposare un po' anche tu.- Si affiancò ai due senza fare troppe storie, seguendoli all'interno della casa di Aslan. Tutto quel girare effettivamente metteva addosso stanchezza, non era più abituata ai ritmi serrati che precedono la guerra.

-Hai ragione-.

























































































Noticina temporale: il ricordo di Senelia è ambientato dopo il discorso di Caspian ai Narniani. Nel capitolo precedente, invece, il pezzo tra i due è ambientato una sera dopo il loro incontro.
Volevo che fosse chiaro perchè magari non è una cosa che salta subito all'occhio. ^^


Eccoci qui. Questa storia mi sta prendendo abbastanza per via della sua semplicità nello stendersi. ^^'
Come si sarà notato, i capitoli si leggono abbastanza in fretta e non hanno uno stile troppo ricercato, cosa che rende la loro stesura abbastanza veloce. La storia inizia a delinearsi, non conterrà grandissimi colpi di scena, ammetto, ecco perché non sarà nemmeno troppo lunga. Anche se Senelia ha un suo passato. ù.ù 
E' appunto un mio esperimento, un modo per dissociarmi da Narnia's Spirits concedendomi una scrittura meno “impegnativa” ma che spero sia comunque gradevole. ^^ Vi ringrazio dell'attenzione e della lettura.
Dhi.
   
 
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