Anime & Manga > My HiME - My Otome
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Autore: HerrCat    29/12/2013    0 recensioni
"Quello era il segno delle loro capacità innate, destinava loro alle nano-macchine ed alla difesa delle persone e dei Paesi. Un compito un po' complicato, per una che preferiva stare sui libri come Yukino. " (cap. 1)
È una AU, quindi contiene coppie e situazioni assolutamente non canon. È un'opera parallela a Mai-HiME e Mai-Otome, che riprende luoghi e personaggi dell'uno e dell'altro.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Un po' tutti, Yukino Kikukawa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Che sta succedendo?- chiese Nao preoccupata.
-Ci dev'essere un problema alla sala macchine...- iniziò Akira. La nave si inclinò. -Andiamo a controllare.-
Akira si alzò e corse via. Nao la seguì e le prese un braccio.
-Che stai facendo?-
-Siamo o non siamo Coral?-
Akira fuggì via di nuovo. Nella penombra Yukino vide Nao lanciarle un'ultima occhiata e poi sfrecciare dietro alla cugina. Quelle due ragazze erano veramente veloci, si chiese se sarebbe stata mai al loro livello. Si alzò di fretta ed andò con loro. In fondo era vero: erano Coral. 
-Dov'è la sala macchine?- chiese.
-Non lo so.- rispose Akira. 
-Ultimo piano in basso, porta a destra.- 
-E tu come lo sai, Nao?- Akira la guardò sospettosa.
-Affari miei, cugina.- accennò un sogghigno. Improvvisamente Yukino capì che né lei, né Akira volevano sapere.
Continuarono a correre giù per le scale, mentre Akira dava loro delle strane stelline di ferro appuntite. Non le aveva mai viste.
-Cosa sono?-
-Shuriken. Se vedi qualche tizio pericoloso lanciagliele.-
-EH?!- Yukino non credeva alle proprie orecchie. 
-Nao, hai le tue corde?-
-Secondo te esco senza?-
Notò ora che Nao aveva portato la borsetta con sé. Da lì tirò fuori una sottilissima cordicella trasparente, simile ad una ragnatela. Yukino si chiese per la terza volta in cinque minuti se sarebbe mai stata al loro livello.
Arrivarono alla sala macchine, ma trovarono la porta sigillata. 
-Di qua.- disse Nao.
Corsero dall'altra parte, lungo un corridoio stretto e pieno di curve. Dagli oblò di vedevano i pesci, dovevano essere circa nella stiva. Yukino ne vide uno strano: sembrava più una gigantesca ombra nera. Col buio non riuscì a distinguerla. In ogni caso, sfrecciò lontano. Si trovarono presto in una sorta di enorme spiazzo. Da un lato continuava la fila di oblò, dall'altra si intravedevano due porte. In mezzo, ammassi di casse. Quella doveva essere la vera stiva. Nao si diresse subito verso una delle porte.
-Guardami le spalle, Akira.-
La ragazzina con i capelli neri saltò su una cassa e si nascose. Era praticamente invisibile, chiunque fosse entrato poteva essere tranquillamente preso alla sprovvista da lei. Yukino sapeva che almeno doveva nascondersi. Vide di nuovo quell'ombra dagli oblò. Senza sapere perché, si sentiva puntata. Scappò verso le casse. L'ombra nera andò verso di loro a velocità, ruppe il vetro dell'oblò. Un becco abnorme, nero iniziò a muoversi a destra e a sinistra, a spalancarsi, ad emettere versi come di un albatros in gabbia. Doveva essere lungo almeno un metro. Yukino indietreggiò terrorizzata. Vide tre degli shuriken di Akira colpire quella cosa senza scalfirla minimamente. Che animale era? Qualcuno la afferrò. Senza dire una parola, Akira la trascinò in qualche modo dietro cassa dov'era lei, tappandole la bocca con una mano. Le fece cenno di stare zitta, poi saltò sulla cassa più vicina e lanciò altre shuriken. Quante ne aveva? Ad ogni modo non fecero alcun effetto, di nuovo. Yukino si accasciò lì dov'era, guardando in direzione di Nao. La ragazza cercava di aprire la porta e lanciava qualche occhiata dietro. 
-Maledetta porta...- la sentì dire.
Al buio non riusciva a vedere bene cosa stava facendo. Chiuse gli occhi e respirò profondamente. In fondo, quella era la sua dote. Riaprì gli occhi: Nao aveva creato una sorta di cuscinetto con la corda e cercava di aprire la serratura con una forcina. Yukino non capiva bene come funzionassero certe cose. Con la coda dell'occhio vide Akira che cercava di affrontare il mostro. A quanto vedeva, voleva mettergli un kunai nel becco. Senza sapere bene perché, la spinse via. Appena in tempo: il mostro aveva già fatto scivolare via il kunai e stava per chiudere il braccio di Akira come una tenaglia. Entrambe le ragazze finirono a terra, un dolore lancinante prese Yukino alla gamba. Perdeva molto sangue.
-Tieni.- disse, porgendo ad Akira gli shuriken che le aveva dato. Lei avrebbe saputo usarle. La gamba le faceva un male allucinante. Provò ad alzarsi, ma non ci riuscì. Si trascinò verso una cassa, mentre Akira già ci era saltata sopra e le tendeva una mano.
-SALI!- le gridò.
Fece forza su se stessa, riuscì a prendere la mano di Akira. Nonostante avesse portato il peso sulla gamba buona, il dolore aumentò comunque. L'ultima cosa che capì fu una voce femminile che urlava:
-GAKUTENOU!-
Poi il nulla. 
Quando si svegliò era in un lettino. Non si trovava nella sua cabina. Non riusciva a vedere tutta la stanza, perché a separarla dal resto c'era un grosso paravento bianco di ferro e stoffa. Doveva essere l'infermeria. C'era una finestra particolarmente grande, da cui riusciva a vedere il mare ed i gabbiani. Era giorno inoltrato. Quante ore erano passate da...? Si mise seduta. La gamba le diede una fitta e si accorse di non poterla muovere. Gliel'avevano ingessata. Sospirò: avrebbe fatto il primo giorno di scuola con il gesso, senza potersi muovere. Ed era una scuola per super-eroine. Accanto a sé notò un comodino con il suo libro appoggiato sopra. Chissà chi lo aveva portato. Cominciò a leggere.
«La HiME Mashiro-neesama, compreso l'inganno, si ribellò al malefico Principe delle Tenebre, ma lui...»
In quel momento la tenda si scostò. 
-Ara, ara, guarda chi si è svegliata!- esordì Nao.
-Come stai?- le chiese Akira senza nemmeno salutarla. Certo che doveva avere un carattere proprio particolare!
-Bene, credo...tu? Voi?-
-Sarei stata meglio se fossi riuscita ad aprire quella porta.-
-Bene, io ho riportato solo qualche livido. Tu, invece...- Akira buttò un'occhiata alla gamba.
-Sto bene, non ti preoccupare!- cercò di tranquillizzarla.
-Sei stata completamente folle! Senza un minimo di addestramento, fare quello che hai fatto!- Akira si mise a braccia conserte, con un deciso tono di rimprovero.
-C-chi ti dice che non ne abbia?-
Calò il silenzio. Nao la guardò eloquente e scoppiò a ridere.
-Ma chi? Tu?- disse, continuando a ridere.
Yukino sospirò. Cosa ci faceva lei lì?
-Cos'è successo là sotto?- domandò.
Calò il silenzio di nuovo.
-La direttrice ti vuole parlare.- rispose Akira.
-Perché?-
-Ha voluto parlare con tutte noi, dice che...- iniziò Nao, ma sua cugina la zittì subito:
-Fai silenzio! Glielo dirà la direttrice stessa!- poi si rivolse a Yukino. -Ora noi andiamo a chiamarla. Tu resta a letto. E ringraziala per il libro: senza di lei non lo avremmo potuto prendere.-
-Sì, il personale è convinto che volevamo rubare...-
-Forse perché hai cercato di scassinare la porta della cabina, Nao.-
-Ma solo dopo il primo no!-
-...e di sedurre l'addetto alla sicurezza...-
- Sempre e comunque dopo il primo no!-
Yukino sorrise. Come potevano due persone così essere parenti?
-Andiamo.- Akira prese Nao per un braccio e la trascinò via.
Guardò fuori dalla finestra. La prima pessima figura era stata fornita da quel gesso. Le sue prime compagne di classe erano di molto superiori a lei, ed in più avevano perfettamente capito che non sapeva nulla di nulla di armi, addestramenti e cose di questo genere. D'altronde, se non ci fosse stato quel segno sul suo braccio, avrebbero dovuto darla in sposa a qualche tizio sconosciuto, probabilmente, ed avrebbe iniziato a diventare una fattrice di figli. Questo le avevano sempre detto. E le avevano detto anche che quel segno era una fortuna,  una cosa di cui avrebbe dovuto essere grata. Riprese in mano il libro.
«...lui la colpì, e la colpì di nuovo. Mashiro-neesama cadde a terra...»
Leggere le veniva un po' difficile, dato che non era nella sua lingua. Era scritto in arcaico, la lingua che parlavano i primi uomini giunti su Earl.
«...e non si riprese più...»
La tenda si scostò di nuovo. La direttrice era vestita esattamente come quando l'aveva vista a cena.
-Buonasera, Yukino.-
-B-buonasera, direttrice.-
La direttrice accennò un sorriso.
-Mi chiamo Sugiura Midori, non direttrice.-
-Sì, Sugiura-sama!-
-Già va meglio.- la direttrice si sedette ai piedi del letto, accanto a lei. -Col tempo imparerai a chiamarmi Midori, o anche solo Sugiura. D'altronde, a te piacerebbe se ti chiamassi «principessa»?- 
Yukino sgranò gli occhi.
-Certo che so chi sei! So chi sono tutte le mie studentesse!- Sugiura-sama rise.
-Dire...ehm..Sugiura-sama, di cosa mi volevate parlare?-
-Aaaah, anche il «voi»! Va bene, ti abituerai, ti abituerai!- Poi si fece di colpo seria. - Ti sarai chiesta cosa sia successo nella stiva, no?-
-Bè, sì...-
-Bene. Tu sei una Coral, ed un giorno diventerai una HiME o una Otome. Se così non fosse stato, avrei detto a te, ad Okuzaki Akira ed a Yuuki Nao che avevate avuto un'allucinazione. Quello che avete visto lì sotto è un Child.-
Yukino era incredula.
-Un Child?-
-Esatto. Sai cos'è?-
-L'arma delle HiME! Ma...di chi?-
La direttrice accennò di nuovo un sorriso.
-Domanda intelligente, più di quanto penseresti. Chi...non lo sappiamo.-
Una parte di Yukino pensò che la direttrice stesse, almeno in parte, mentendo. Doveva pur avere qualche sospetto! Non disse nulla.
- Ti chiedo una sola cosa, Yukino: non farne parola con nessuno. Non sono stupida, puoi parlare con Okuzaki Akira e Yuuki Nao, naturalmente, ma per favore non dire nulla a nessun altro, chiaro?- Il modo in cui aveva calcato quel «per favore» indicava che era un'ordine perentorio.
-Come desidera, direttrice.-
Sugiura-sama rise fragorosamente.
-Ancora «direttrice»? Ti abituerai, ti abituerai!- si alzò. -Io ora devo andare, non è bene che mi intrattenga troppo con una ragazza che ancora non è una mia studentessa. Vuoi che chiami le tue amiche?-
-Non si preoccupi!-
La direttrice si voltò, scostò la tenda.
- Ti piacciono le fiabe?- chiese.
Yukino arrossì.
-Eh?! Ehm..io, veramente...-
Sugiura la guardò.
-Nelle fiabe c'è molto di più di quanto si pensi. Specie in quelle in lingua originale. Buona lettura.-
Se ne andò. Yukino fissò per un attimo il libro e riprese a leggere.
  
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