Sono le 7.00 di mattina e sto entrando
nella palestra, ancora assonnata, ma ormai è routine, non ci
faccio più tanto caso.
Però mi ricordo che quando sono
entrata nella squadra agonistica di ginnastica, la cosa a cui ho
rinunciato più a malincuore erano le lunghe mattinate passate in
uno stato di dormiveglia sotto le coperte calde.
Entro nello
spogliatoio, sono la prima e, quindi non posso chiacchierare con
nessuno.
Appoggio lo zaino sulla panca, mi tolgo le scarpe e la tuta, infilo i pantacollant e sistemo la coda: sono pronta. Vado in pedana e inizio il riscaldamento.
Appoggio lo zaino sulla panca, mi tolgo le scarpe e la tuta, infilo i pantacollant e sistemo la coda: sono pronta. Vado in pedana e inizio il riscaldamento.
Sono già alle spaccate quando entrano
Cecilia e Francesca, dietro c’è Andrea che parla con
Yolanda, la nostra allenatrice. - su muovetevi a cambiarvi! Dobbiamo
allenarci - si avvicina a me, io ho già intuito ciò che
sta per fare, così mi preparo al dolore.
Sono in spaccata
laterale, lei mi prende il piede e mi alza la gamba fino a circa trenta
centimetri da terra, sento tutti i nervi tirare, mi sembra quasi che si
siano per rompere.
Molla la presa di colpo e il piede sbatte sulla pedana, mi faccio male al tallone.
Chiudo le gambe e il dolore si fa più forte, ora non mi sento più i muscoli, è una sensazione stranissima, ma questo è solo l’inizio dell’allenamento.
Molla la presa di colpo e il piede sbatte sulla pedana, mi faccio male al tallone.
Chiudo le gambe e il dolore si fa più forte, ora non mi sento più i muscoli, è una sensazione stranissima, ma questo è solo l’inizio dell’allenamento.
Scegliendo questo sport ho scelto una vita di
sacrifici, dolore, competizione e isolamento da chiunque non sia una
ginnasta e da qualunque luogo che non sia la palestra.
Però non
pensate che la ginnastica artistica sia uno sport terribile, anzi, in
alcuni momenti, è persino rilassante. Quando ho dei problemi
vengo in palestra e mi sento meglio, qui tutto ciò che succede
fuori svanisce e poi quando dopo ore e ore di allenamento si vince una
gara, allora lì, ti sembra che il mondo giri solo per te, non
pensi più alla squadra o alla nazione che hai rappresentato, la
vincita è solo tua.
Può sembrare egoista, ma non lo è.
Noi passiamo tutta la vita cercando di raggiungere una perfezione impossibile, spaccandoci ossa e slogandoci caviglie, senza una vita sociale, tutto per la ginnastica e per quel momento di gloria passeggero, credo, quindi, che non siamo egoiste se per un secondo dimentichiamo tutto e tutti, no?
Può sembrare egoista, ma non lo è.
Noi passiamo tutta la vita cercando di raggiungere una perfezione impossibile, spaccandoci ossa e slogandoci caviglie, senza una vita sociale, tutto per la ginnastica e per quel momento di gloria passeggero, credo, quindi, che non siamo egoiste se per un secondo dimentichiamo tutto e tutti, no?
In quel momento dimostriamo a noi
stesse che non siamo pazze a fare ciò che facciamo,
perché la nostra è passione, pura e sincera per la
ginnastica.
No, a essere sinceri non sono sicura che sia una passione,
ma più che altro è la ginnastica che vuole farcelo
credere. La ginnastica entra nel nostro cervello e non si toglie mai
più.
Anche alla fine della nostra carriera da atlete, quando crediamo di essere finalmente libere e di poter avere una vita che non ha nulla a che fare con la ginnastica, diventiamo allenatrici e continuiamo una vita di palestra, vediamo soffrire altre ragazze giovani, giovanissime.
Anche alla fine della nostra carriera da atlete, quando crediamo di essere finalmente libere e di poter avere una vita che non ha nulla a che fare con la ginnastica, diventiamo allenatrici e continuiamo una vita di palestra, vediamo soffrire altre ragazze giovani, giovanissime.
Forse è questo il vero problema della
ginnastica: le atlete vengono reclutate a soli 6 anni, se superi gli 8
non hai più speranza.
A quell’età non si è molto consapevoli delle proprie azioni e, purtroppo, sono i genitori a prendere la decisione per noi, accecati dall’orgoglio accettano di distruggere la vita dei figli solo per un minuto di gloria.
A quell’età non si è molto consapevoli delle proprie azioni e, purtroppo, sono i genitori a prendere la decisione per noi, accecati dall’orgoglio accettano di distruggere la vita dei figli solo per un minuto di gloria.
Ma questo è solo
una parte della ginnastica, si presenta sotto vari aspetti: questa
storia ne illustra due, la vera passione e la pura follia.