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Autore: ashiaJonson    21/05/2008    2 recensioni
una storia di ginnastica artistica e di amore....rebecca e francesca...due amiche....molti sogni....recensite!!!
Genere: Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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presentazione  PrEsEnTaZiOne  
Sono le 7.00 di mattina e sto entrando nella palestra, ancora assonnata, ma ormai è routine, non ci faccio più tanto caso. 
Però mi ricordo che quando sono entrata nella squadra agonistica di ginnastica, la cosa a cui ho rinunciato più a malincuore erano le lunghe mattinate passate in uno stato di dormiveglia sotto le coperte calde.
Entro nello spogliatoio, sono la prima e, quindi non posso chiacchierare con  nessuno.
Appoggio lo zaino sulla panca, mi tolgo le scarpe e la tuta, infilo i pantacollant e sistemo la coda: sono pronta. Vado in pedana e inizio il riscaldamento.
Sono già alle spaccate quando entrano Cecilia e Francesca, dietro c’è Andrea che parla con Yolanda, la nostra allenatrice. - su muovetevi a cambiarvi! Dobbiamo allenarci - si avvicina a me, io ho già intuito ciò che sta per fare, così mi preparo al dolore.
Sono in spaccata laterale, lei mi prende il piede e mi alza la gamba fino a circa trenta centimetri da terra, sento tutti i nervi tirare, mi sembra quasi che si siano per rompere.
Molla la presa di colpo e il piede sbatte sulla pedana, mi faccio male al tallone.
Chiudo le gambe e il dolore si fa più forte, ora non mi sento più i muscoli, è una sensazione stranissima, ma questo è solo l’inizio dell’allenamento.
Scegliendo questo sport ho scelto una vita di sacrifici, dolore, competizione e isolamento da chiunque non sia una ginnasta e da qualunque luogo che non sia la palestra.
Però non pensate che la ginnastica artistica sia uno sport terribile, anzi, in alcuni momenti, è persino rilassante. Quando ho dei problemi vengo in palestra e mi sento meglio, qui tutto ciò che succede fuori svanisce e poi quando dopo ore e ore di allenamento si vince una gara, allora lì, ti sembra che il mondo giri solo per te, non pensi più alla squadra o alla nazione che hai rappresentato, la vincita è solo tua.
Può sembrare egoista, ma non lo è.
Noi passiamo tutta la vita cercando di raggiungere una perfezione impossibile, spaccandoci ossa e slogandoci caviglie, senza una vita sociale, tutto per la ginnastica e per quel momento di gloria passeggero, credo, quindi, che non siamo egoiste se per un secondo dimentichiamo tutto e tutti, no?
In quel momento dimostriamo a noi stesse che non siamo pazze a fare ciò che facciamo, perché la nostra è passione, pura e sincera per la ginnastica.
No, a essere sinceri non sono sicura che sia una passione, ma più che altro è la ginnastica che vuole farcelo credere. La ginnastica entra nel nostro cervello e non si toglie mai più.
Anche alla fine della nostra carriera da atlete, quando crediamo di essere finalmente libere e di poter avere una vita che non ha nulla a che fare con la ginnastica, diventiamo allenatrici e continuiamo una vita di palestra, vediamo soffrire altre ragazze giovani, giovanissime.
Forse è questo il vero problema della ginnastica: le atlete vengono reclutate a soli 6 anni, se superi gli 8 non hai più speranza.
A quell’età non si è molto consapevoli delle proprie azioni e, purtroppo, sono i genitori a prendere la decisione per noi, accecati dall’orgoglio accettano di distruggere la vita dei figli solo per un minuto di gloria.
Ma questo è solo una parte della ginnastica, si presenta sotto vari aspetti: questa storia ne illustra due, la vera passione e la pura follia.
  
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