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Autore: milano_me1997    29/12/2013    1 recensioni
Abbiamo sempre assistito ai crolli emotivi di Jane, e se per una volta fosse Lisbon a non farcela più?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Capitolo 8
 
POV Lisbon
 
Un gesto insistintivo, come quando abbracci la mamma quando sei triste. Solo questo. Eppure anche mentre saliamo le scale non voglio liberarmi dalla dolce stretta che unisce le nostre mani. 
Un gesto istintivo, non so perché l'ho fatto. Lui era lì e io avevo bisogno di lui. È sempre stato Jane ad aver bisogno di me, di una persona forte. E ora io, quella persona, non voglio mollare la presa e affrontare l'argomento. 
Ormai siamo davanti alla porta e lui si gira sorridendo. Il mio cuore si scalda.  
Solo ora mi rendo conto che è lui la mia roccia, non il contrario. Lui mi costringe a essere forte ogni giorno della mia vita da anni.
Sorrido di rimando e , accettando il suo gesto, entro nella stanza ( se così si può definire ).
Il letto è sfatto, ma mi ci siedo lo stesso.
Lui si appoggia al muro davanti a me, giocando con la fede.
Nessuno ha il coraggio di iniziare a parlare, o forse non sappiamo semplicemente cosa dirci. La cosa inizia a farsi un po' imbarazzante.
" Quindi..." cerco di rompere il silenzio.
Sorride.
" Racconta" mi dice finalmente sedendosi vicino a me.
" Che cosa?"
" Lo sai"
Sospiro e alzo gli occhi al cielo
Vorrei dire che non lo riguarda, ma non è il momento di fare l'orgogliosa.
" Lui aveva il vino" dico abbassando gli occhi.
" ma so gestire la situazione"
" Davvero?"
" Si, insomma, non è grave. Non ero certo astemia prima"
" E allora perché sei preoccupata?" 
Sta giocando con me.
" Non lo sono" dico alzandomi.
" No?" Sorride guardandomi.
" No" dico sicura e faccio per uscire. 
" Lisbon" dice prendendomi un braccio " puoi fidarti di me". 
Deglutisco, sorpresa da quelle parole.
" Teresa, mi hai sentito? Quando avrai bisogno, io ci sarò, a differenza sua."
" Okay" dico uscendo velocemente dalla stanza.
Chiudo la porta e mi ci siedo davanti. Respiro a fatica. Anche questa volta non sono riuscita a parlargli. Vergogna credo. Volevo correre ad abbracciarlo forte, invece sono scappata, perché è l'unica cosa che so fare davanti ai suoi splendidi occhi. Ormai non riesco a trattenere le lacrime.
Squilla il telefono.
" Pronto" dico sforzandomi di sembrare normale
" Ehi" è Dave. Sospiro. L'ultima cosa che voglio ora è parlare con lui.
" Ciao Dave" 
" Tutto ok? Mi sembri strana" 
"Sto bene. Hai bisogno qualcosa? "
" Volevo invitarti a cena. Veramente questa volta" lo sento ridere.
"Si ok passami a prendere più tardi" . 
Metto giù e mi alzo asciugandomi il viso.
Mi giro verso la porta e faccio per bussare,decisa a correre fra le braccia del mio consulente. Stringo il pugno e batto le nocche contro la sua porta, ma prima che lui possa apparire sulla soglia, io sono già corsa giù nel mio ufficio, lasciando il pavimento bagnato sotto ai suoi piedi.
 
Suonano alla porta. Accenno un " chi è? " anche se so già la risposta. 
Dave, nel suo completo più elegante, il suo sorriso più scintillante e un mazzo di rose, compare sulla porta. 
" Buonasera mia dolce principessa " dice inchinandosi lievemente.
" Mio bel principe" dico diveritita porgendogli la mano. 
Mentre mi preparavo ho pensato che non c'è nessun motivo di non continuare la nostra "relazione", perchè posso finalmente diveritirmi un po'.
Chiudo la porta e mi stringo dentro al mio cappotto.
" Si gela vero?" dice Dave
" Si abbastanza" balbetto lottando contro il freddo.
Saliamo sulla sua BMW.
"Dove mi porti? "
" In un bel ristorantino qui vicino, ti piace l'italiano vero?" 
" Oh si molto" .
Entriamo nel locale,parecchio chich e romantico. Era da tempo che non vedevo un posto così.
"Ti piace Tessie?"
" Molto" dico sorridendo e prendendolo per mano.
Ci sediamo al nostro tavolo e diamo un'occhiata al menù.
Sento la porta aprirsi. 
Mi scorgo lievemente per vedere la faccia di quell' uomo nascosto nel suo cappotto.  
Appena la vedo però impallidisco.
Dave nota il mio pallore cadaverico e si gira.
" Patrick Jane" dice sorridendo. 
Quello si gira e sorride in segno di stupore, mentre io nascondo la testa dietro al menù. 
  
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