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Autore: MayaSorako    29/12/2013    4 recensioni
Titolo precedente: "Un sole tutto mio"
In una mattina come un'altra, la città attende il sorgere del Sole per cominciare una nuova giornata; nessuno può sapere che stavolta non succederà.
L'Apocalisse si avvicina, e non è la prima volta.
In quella che in un tempo lontanissimo fu la leggendaria terra di Luminaes, c'è chi da una vita lotta disperatamente per salvare questo mondo maledetto da una fine predestinata. Ma c'è anche chi, questa stessa fine, la attende con trepidazione e impazienza, e spera in una rinascita che possa portare nuova luce alla sua buia esistenza.
E poi, esattamente nel mezzo, c'è Dia.
Dia è una ragazzina solitaria, a cui basta poco per essere felice: la sua amata terrazza ed il Sole. Non sa niente di questa Apocalisse, né di chi sia lei in realtà o di quale imponente fardello le sue esili spalle dovranno portare da quel terribile giorno. Suo malgrado, rimarrà coinvolta in una Profezia e in un conflitto molto più grandi di lei ma, in questo intenso viaggio, non sarà sola.
Questo mondo condannato a perire dalla sua stessa nascita, può davvero essere salvato?
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"Perché niente è più spaventoso che l'essere in due, soli."
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Salve! Qui è l'autrice che vi parla: forse dovrei avvisarvi che in questa storia troverete diverse morti "pseudo-violente".
Personalmente non penso di usare immagini troppo crude, e se il bollino arancione non vi ha fermati probabilmente non vi turberanno più di tanto, ma è sempre meglio mettere le mani avanti... credo io. Detto questo: buona lettura!

 

Dia si affacciò dalla sua terrazza, come ogni giorno. Era quasi scivolata sulle scale di casa per essere sicura di fare in tempo; non poteva perderselo per nessuna ragione al mondo. Il tramonto si stagliava all'orizzonte come un fascio di luce scarlatta che inghiottiva tutto intorno a sé, così bello da diventare doloroso. Era il suo panorama preferito. Da quella terrazza poteva vedere tutto ciò che voleva, ma niente la affascinava come quest'ultimo. Era l'unico momento della giornata in cui poteva guardare in faccia il sole senza rimanere abbagliata, e ammirarlo in tutta la sua incorruttibile bellezza. Avrebbe voluto possederlo, il sole, controllarlo, per poter farlo sorgere e tramontare ogni qualvolta lo avesse desiderato.

Ne hai ancora per molto, Dia?  Una voce ruppe l'idillico silenzio, risvegliandola troppo presto dal suo sogno ad occhi aperti quotidiano. Per favore madre, solo altri cinque minuti! pregò, senza staccare gli occhi dal suo tesoro, terrorizzata dal pensiero che potesse sfuggirle da un momento all'altro se si fosse distratta nell'attimo sbagliato. ... Come devo fare con te? - disse, sospirando pomposamente - Perché non scattare una foto, se ti piace così tanto?  domandò, senza ricevere risposta. Rassegnata, la accontentò, seppur facendosi accompagnare dall'ennesimo sospiro. D'accordo, d'accordo. Ma abbiamo ospiti, e sarebbe gradita la tua presenza in soggiorno: per una volta che i tuoi nonni si ricordano che esistiamo, non è carino ignorarli in questo modo. Il sole tramonterà anche domani, sai?Dia sentì il tacchettìo rumoroso delle sue scarpe allontanarsi a poco a poco mentre la donna portava a termine la sua uscita di scena. Non capisci niente, pensò, guardando il sole inevitabilmente scomparire all'orizzonte. Era iniziato e finito anche oggi, lasciandola con il solito senso di vuoto, simile a quello che si prova dopo aver terminato un bel libro.  Non vedo l'ora che sia domani.
 
Chiuse gli occhi, in attesa della scenetta che le si presentava ogni giorno a quell'ora oltre quella terrazza; li riaprì, prese fiato, e si sporse un po' di più per avere una visuale migliore. Questa volta era una bambina bionda, con le trecce e le lentiggini, e due grandi grandi occhioni verdi. Portava un grembiulino blu molto carino, di quelli che si usano nelle scuole primarie più costose, e stava giocando con una palla nel cortile di quella che si presumeva essere casa sua. E' quasi pronta la cena  disse una voce calda e dolce. Arrivo subito!  Rispose la piccola, ma per la sorpresa la palla le scivolò di mano e iniziò a rotolare, veloce, e lei si mise a rincorrerla per paura che finisse in piscina. Riuscì a recuperarla appena in tempo, sul bordo della vasca. Menomale, pensò Dia sollevata. Ma proprio allora accadde qualcosa: la bimba sembrò come svenire, improvvisamente. Così cadde lei, inerte, nella piscina vuota, e il suo fragile collo si spezzò nell'impatto col duro basamento, che si macchiò del rosso di quel sangue innocente e puro.

NO. Un urlo agghiacciante invase la testa di Dia che, tremante, si portò le mani al viso e cominciò a piangere, in silenzio. 
Non di nuovo.
 


Angolo di Maya:
Benvenuti cari lettori! Questa è la prima storia che ho mai pubblicato su EFP, ed all'inizio non si trattava di nulla più che un prologo sperimentale. Ma il tempo è passato, l'ispirazione mi ha graziata e le idee sono aumentate, e adesso ha molte, molte più cose da raccontare, anche se è ancora incompleta.
Ne sono consapevole: come capitolo è piuttosto corto, forse un po' troppo per poter attirare a dovere la vostra attenzione, ma come aspirante scrittrice desiderosa di crescere spero lo stesso che vogliate darmi una possibilità. So che c'è un bel po' da sistemare - non di ortografia e grammatica almeno, mi auguro xD -, soprattutto nei primi capitoli, ma vi assicuro che, se deciderete di intraprendere questo viaggio, non sarà affatto monotono.

P.S.: Col progredire della storia la lunghezza dei capitoli aumenta! ( giusto per dire, lol )

 
Alla prossima!
See you next time!
Mata ne!

(?)

 
  
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