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Autore: CriSnix    29/12/2013    3 recensioni
"Sei come uno di quegli uragani che passano e distruggono qualsiasi cosa... ecco sei come un uragano che ha distrutto ogni singolo pezzo del mio cuore, BonHan." Yesung prese un sospiro cercando le parole giuste, ma sopratutto il coraggio. "Io ti amo BonHan e ho bisogno di sentirmelo dire da te almeno una volta." Ecco, l'aveva confessato. Infondo non desiderava altro da un mese. Di certo non se lo era immaginato così, voleva dirglielo all'orecchio sussurrandole che l'amava e che l'avrebbe protetta da tutto e da tutti, ma era davvero stanco di tutta quella situazione. Lei lo guardò negli occhi, reprimendo le lacrime pronte a sgorgare.
"Grazie" disse dopo un tempo che parve interminabile per Yesung "Ma non merito il tuo amore." continuò.

DISCLAIMER.
Con questo mio scritto, non intendo urtare la sensibilità dei cantanti che ho scelto per dar vita al mio scritto e non intendo affermare che gli avvenimenti narrati siano realmente accaduti. I personaggi non mi appartengono in quanto reali.
Enjoy!
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kyuhyun, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Yesung
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo 23
Ritornare come prima

BonHan uscì da quell’appartamento non delusa, ma nemmeno entusiasta. L’appartamento era gradevole, aveva un bel soggiorno confortevole, due stanze da letto, una piccola cucina e un bagno. Non era luminoso come quello di Yesung a causa di un altro palazzo che si ergeva di fronte che non permetteva ai raggi del sole di illuminare le stanze. Non era nemmeno tanto spazioso, tuttavia, pensò BonHan, era piuttosto funzionale.

Si sarebbe accontentata, infondo non era male. Eppure, improvvisamente si ritrovò a pensare all’appartamento di Yesung, a quel giardino così bello, al sole che illuminava tutte le stanze, ai profumi che provenivano dalle bancarelle e al vociare allegro dei passanti. Quella casa, adesso, appariva più desiderabile che mai in confronto a quella appena visitata che appariva spoglia e vuota.

Non le piaceva, proprio per niente e Kyuhyun parve capirlo, ma lui non glielo chiese subito, aspettò che l’agente immobiliare si allontanasse da loro due. Sapeva cosa la ragazza stesse pensando, anzi, era più che convinto del fatto che BonHan si fosse innamorata perdutamente della casa di Yesung.

Se non di lui stesso.

Kyuhyun chiuse gli occhi nel tentativo di rimuovere quel pensiero che, da un po’ di tempo, gli si era infiltrato nella mente non facendolo dormire di notte, e istintivamente prese la mano della manager tra le sue, facendola trasalire.

“Non ti piace, vero?” chiese il maknae incurvando la bocca in un sorriso sornione

“No, per niente.”

Fredda e glaciale come sempre, pensò il cantante con amarezza. Non sapeva se apprezzare la sincerità fredda e senza scrupoli di lei o averne paura. Nel secondo caso, si sarebbe avvalsa  la tesi di Kyuhyun: in recondito angolo del cuore di BonHan, il quale Kyuhyun non aveva ancora raggiunto, si trovava ancora l’amore che lei provava per Yesung. In tal caso, Kyuhyun non avrebbe avuto un barlume di vittoria, non poteva competere con Yesung perché BonHan lo avrebbe scelto senza ombra di dubbio. Kyuhyun era consapevole di essere stato il “secondo” per la manager e non poteva di certo sopraffare i sentimenti che le aveva suscitato Yesung. Non era altro che un cerotto che, compiuto il suo dovere di proteggere la ferita da infezioni, sarebbe stato gettato via.

Disfatta, perdita, senza rivincita. Così sarebbe andata e ancora una volta, Kyuhyun sorrise amaro di fronte a quel suo ragionamento, il quale non faceva una piega.

Era inoltre convinto che gli stessi identici pensieri e ragionamenti li avesse fatti anche BonHan, forse anche prima di lui. Infatti, sapeva bene di quanto lei potesse essere calcolatrice e razionale. Proprio questo era l’unica grande cosa che li accomunava di più: potevano risolvere il più impegnativo problema ma non sapevano relazionarsi con i loro sentimenti.

 “Cosa non ti è piaciuto?” continuò il cantante nascondendo i suoi pensieri dietro i suoi occhi scuri attraversati sempre da un lampo di sarcasmo.

La manager sbuffò spazientita a causa della brezza primaverile che le portava i ciuffi  che le ricadevano dalla coda di cavallo, davanti agli occhi, impedendole di vedere.

Era una giornata primaverile piuttosto calda, i fiori sugli alberi erano sbocciati e BonHan si ritrovò a pensare che erano passati diversi mesi da quando si era ritrovata a lavorare come assistente per JungHoon, e tante cose erano mutate in quel tempo, così come era cambiata lei. Non si sentiva più la stessa, il suo carattere da schivo e freddo, era stato sostituito con uno fragile da ragazzina che giocava ad essere una donna matura. Provava ribrezzo per se stessa, cosa le era capitato?

Yesung. Pensò quasi con rabbia la corvina.

Era sua la colpa di tutto? Solo in quel momento si rese conto che Yesung l’aveva resa fragile e indifesa. Le aveva distrutto il suo muro che la proteggeva da ogni delusioni e ferite inferte al suo cuore, poi a sua volta l’aveva ferita, distrutta, ancora e ancora. Nonostante questo BonHan sapeva che il suo cuore gli era ormai soggiogato: era suo, che le piacesse o meno, che ci fosse Kyuhyun o meno.

Perché Kyuhyun non avrebbe mai potuto sostituirlo in niente. BonHan lo sapeva fin dall’inizio, da quando volontariamente –allora non era ancora del tutto consapevole- lasciò che la rosa che il maknae le aveva regalato il giorno dopo il loro bacio, appassisse, abbandonata in un vaso e lasciata a marcire solitaria, senza cura. Sarebbe stato quello l’amore che avrebbe offerto a Kyuhyun, secco e arido.

BonHan ancora una volta pensò di essere cattiva.

“Non è abbastanza illuminata.” Rispose secca cercando di sorridere per nascondere la sua freddezza. Stava prendendo le distanze dalla persona che l’amava nonostante Kyuhyun sapesse bene che BonHan non l’amava, nemmeno un po’. Si era illuso di poter fare breccia nel suo cuore, che sarebbe stata sua per sempre.

Si sbagliava.

“Quella di Yesung lo è di più?” chiese ancora Kyuhyun guardandola con la coda dell’occhio con la voce amara, in cui traspariva un senso di rassegnazione.

Ti piace più lui Pensò il maknae stringendo la mano che aveva libera in pugno con rabbia, la stessa rabbia di chi non può fare altro che osservare la sua inesorabile sconfitta.

Quando Kyuhyun pronunciò il nome del main vocalist, BonHan sentì una fitta al cuore non notando l’amarezza con cui lo pronunciava.

“Vai al diavolo BonHan!”

Quella fu l’unica volta che BonHan si sentì dalla parte del torto, comportandosi come una bambina viziata ferendo, forse ancora una volta, Yesung. Forse era il suo modo di fargliela pagare: lui l’aveva ferita e adesso ne ripagava le conseguenze: a sua volta, lei lo feriva e forse nel peggiore dei modi.

“Vai al diavolo Yesung!”

Pronunciare quelle parole le era costato caro, soprattutto se ripensava  a tutto quello che lui aveva fatto per lei. Dal primo momento che l’aveva visto, BonHan sentì la sua pelle andare a fuoco e il cuore battere forte. Lui era sempre gentile e socievole con lei e con il suo sorriso le illuminava la giornata. Il suo sorriso era come il sole per lei e anche questo gli aveva portato via.

“Dici di non essere una principessa ma vedi, sta sera, adesso, per me... lo sei.”

“Ehi? C’è qualcuno o sto parlando da solo come un menomato mentale?” domandò il maknae incurvando un angolo della bocca in sorriso ironico. BonHan si voltò verso il cantante inespressiva, sorridendo appena. Iniziò a domandarsi il motivo della presenza di Kyuhyun nella sua vita: lo stava usando ed era più che consapevole.

“Scusa ero sovrappensiero.” Rispose lei distaccata salendo sul taxi, seguita da Kyuhyun.

Il maknae guardò crucciato la manager per tutto il viaggio di andata verso la SM Town pensando ad un’unica cosa, che prima a poi l’avrebbe sicuramente persa.

Perdere qualcosa che non si è mai avuto è solo da idioti. Pensò con rammarico Kyuhyun stringendo ancora per una volta la mano della ragazza, forse per l’ultima volta. Stava prendendo nuovamente le distanze, non c’era più niente ormai che li legava, niente che potesse coinvolgerla, niente più oramai. L’avrebbe persa, avrebbe perso il viso di lei, il suo sorriso rivolto a lui, il calore che gli trasmetteva, il sapore delle sue labbra...

Sospirò stancamente mentre osservava la ragazza che picchiettava i tasti del suo cellulare, impassibile e spenta.

Voleva di nuovo quel sorriso che gli aveva conquistato il cuore, voleva che fosse di nuovo sua.

“Quando sorridi, vedo il tuo meglio.” Esordì il cantante guardandola serio mentre lei si voltava piano sorpresa “Quindi, sorridi di più.”  Concluse poi Kyuhyun sorridendole dolce riuscendo a strappare anche un sorriso alla manager, il sorriso che aveva illuminato il cuore al maknae.

“Se vuoi affittare la casa di Yesung puoi farlo.”

“Non mi servirebbe il tuo permesso nella remota ipotesi che volessi affittarla.”  Rispose burbera lei posando il cellulare nella borsa e guardando fuori dal finestrino le macchine che sfrecciavano e i passanti che attraversavano la strada.

“Non volevo darti il mio permesso, volevo solo dirti che a me non importa.”  Controbatté Kyuhyun tagliente sorridendo tristemente.

BonHan sbuffò stizzita mentre si massaggiava le tempie stancamente. Perché Kyuhyun doveva sempre mettere il nome di Yesung in ogni loro conversazione? Innervosirla o  colpevolizzarla?

“Io ti amo BonHan e ho bisogno di sentirmelo dire da te almeno una volta.”

La corvina scosse la testa: ricordare non le aveva mai fatto così male sino a quell’istante. Ricordare per BonHan significare non smettere di amare le persone lontane o perse, ricordare per BonHan significava vivere. 

Perché non vai via dalla mia testa Yesung? Perché?!

Ricordare gli avvenimenti avuti con Yesung significava lasciare Kyuhyun ed era quello che BonHan cercava di impedire con tutte le sue forze: Kyuhyun era diventato una persona migliore. BonHan non si prendeva il merito della maturità del ragazzo, ma di certo credeva che lei ne era uno dei fattori scatenanti. Quindi lasciare lui significava fargli fare un passo indietro e BonHan non voleva che accadesse.

 

Yesung lasciò la sala prove solo dopo la mezzanotte ormai allo stremo delle forze. Gli faceva male la gola, a causa del troppo sforzo, e la testa gli girava vorticosamente. Lasciò che i piedi lo conducessero verso l’uscita per dirigersi al dormitorio e inevitabilmente passò di fronte all’ufficio che JungHoon e BonHan condividevano e non potette fare a meno di fermarsi di fronte alla porta vetrata.

Il main vocalist strinse i pugni e intravedendo la manager con la testa china sul suo computer, circondata da fascicoli, appoggiò la fronte sul vetro freddo della porta e chiuse gli occhi: desiderava parlare, forse per l’ultima volta ma quando e dove? Ora che non sapeva nemmeno dove abitasse, parlare nel dormitorio o negli uffici della sede discografica non era un posto tranquillo. Dovevano esserci solo lui e BonHan.

Decise di andare al dormitorio, a quell’ora non avrebbe ricavato nulla, l’indomani mattina a mente fresca sarebbe riuscito in qualche modo a sapere della nuova abitazione di lei per confessarle ancora una volta il suo amore. Non gli importava cosa gli avrebbe risposto quella volta, ma aveva la necessita di dirglielo ancora una volta soltanto.

Quando finalmente arrivò al dormitorio si accasciò stancamente sul divano appoggiando la testa sugli schienali del divano. A poco a poco sentì gli occhi farsi pesanti e lentamente si abbandonò al sonno, ma un rumore gli fece aprire gli occhi e voltarsi verso la fonte del rumore.

“Hyung, sei appena arrivato?” chiese Kyuhyun versandosi un bicchiere d’acqua. Yesung annuì stancamente e richiuse di nuovo gli occhi per poi sbarrarli nuovamente meravigliato.

“Kyuhyun!” esclamò il rosso sorpreso scattando all’ in piedi prontamente.

“Yesung!” rispose nello stesso tono inarcando il sopracciglio ironicamente mentre sorseggiava l’acqua.

“Kyuhyun! BonHan ha trovato casa?”

“Perchè? Ti interessa forse venderle un’altra casa?” scherzò il minore con un tono beffardo. Yesung si avvicinò al minore mettendosi di fronte e guardandolo supplichevole e serio: doveva saperlo e Kyuhyun non glielo avrebbe impedito. Il maknae sospirò e posò il bicchiere nel lavabo annuendo mestamente rendendosi conto che era giunto il momento di farsi da parte, purtroppo.

“Dove? Ti prego dimmelo, farò qualsiasi cosa!” continuò Yesung con un tono insistente mantenendo lo stesso sguardo: serio e supplichevole ma al tempo stesso fermo.

Kyuhyun inarcò il sopracciglio prima scettico, poi arricciò le labbra in un sorriso furbo.

“Qualsiasi cosa, eh?”




Note dell'autrice :3
Finalmente ci sono riuscita. Non vi confesso che scrivere questo capitolo è stato un parto e fa anche abbastanza schifo, sorratemi (?)
So solo che siamo quasi alla conclusione di questo parto secolare (ebbene si "Come un uragano" sta giungendo al termine.)
Se volete sapere come andrà finire, non smettete di seguirmi :3
Un bacio!
Cri_Snix


 
   
 
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