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Autore: Sunflowersland    30/12/2013    2 recensioni
“E tu?-” Domandò la donna. “-Rimarrai per sempre qui dentro a crogiolarti o farai l'uomo e combatterai per il tuo amore?”
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Lui la amava e lei lo amava, ma non potevano stare insieme.
Credevate davvero che tutte le persone che si amano stessero insieme?
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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εïз I'm asking you to stay εïз


I'm never had the words to say
but now I'm asking you to stay
for a little while inside my arms.


Li avete mai visti due occhi prima di piangere? Iniziano a farsi sempre più lucidi finché non lasciano che delle lacrime copiose caddano sulle guance di persone distutte. E ti fissano quasi come per dire “ti prego, no.”
Ed è esattamente cosa stava succedendo a Liam. I suoi occhi urlavano ‘guarda cosa mi stai facendo’, mentre il cuore si chiedeva silenziosamente ‘perché?’.

“Anche se mi stai lasciando, noi due ci apparteniamo Annabeth, e due persone che si appartengono non possono esser separate.”
La ragazza teneva lo sguardo fisso a terra. Per quanto fosse affranta nel dover rompere con Liam e per quanto le riducesse il cuore in pezzi essere la causa del suo male, quella era la cosa giusta da fare.
Annabeth di lì a poco sarebbe dovuta partire per gli States, ma questo Liam non lo sapeva e Ann non intendeva assolutamente dirglielo.
Pensò sarebbe stato meglio farla finita subito invece che versare fiumi di lacrime in aereo porto, oppure cercando invano una soluzione al problema, come ad esempio portare avanti la loro relazione pur essendo centinaia di chilometri lontani fra loro.
No, sarebbe stato decisamente peggio.

Liam nei giorni successivi assunse le sembianze di uno zombie;
Non vedeva nessuno, non dormiva, solo in caso strettamente necessario usciva dalla sua stanza dove le tapparelle perennemente abbassate oscuravano la stanza e il letto era occupato dalla figura distrutta del ragazzo, che sempre più spesso pensava di avere un letto troppo grande per una persona sola.
“Le parole possono ferire o spezzare il cuore, e anche l’anima. Non lasciano lividi, non rompono le ossa; perciò, per chi fa male con le parole non c’è la prigione.”
Marlene Dietrich aveva proprio ragione.
Con due parole Annabeth aveva frantumato il cuore, l'anima, le ossa e tutti gli organi nel corpo del povero e irrimediabilmente innamorato Liam.
Disperatamente, passava le sue giornate rivivendo la relazione con la sua altra metà, cercando di capire dov'è che avesse sbagliato, ma più ci pensava e meno capiva.

Un bagliore di luce entrò dalla porta, che per gli occhi di Liam fu come la Kryptonite per Superman.
Qualche sbattuta di ciglia e riuscì a riconoscere la figura bassa e tozza della madre che lo scrutava con sguardo di compassione da dietro i suoi occhiali.
Si avvicinò lentamente sedendosi al bordo del letto.
“Non puoi continuare così piccolo mio.” Disse lei lasciando una carezza sulla guancia del figlio.
Quest'ultimo si sollevò appena appoggiandosi alla spalliera del letto.
“Tu non capisci mamma.” Sussurrò affranto.
“Liam, per quanto strano possa sembrarti, anche io sono stata adolescente, e un tempo i sentimenti che stai provando tu li provai anche io.”
Il sorriso rassicurante e familiare della madre, calmò Liam che ora accennò un sorriso.
“Anche tu sei stata vittima dell'amore, mamma?”
“Penso come tutti, no?”
Il ragazzo si fece sfuggire una mezza risata.
“E cosa hai fatto?” Chiese.
“Beh avevo due possibilità;
Piangermi addosso sperando che quel dolore finisse presto o combattere per il mio amore.” Raccontò la madre con gli occhi persi nei meandri nella memoria.
“E cosa scegliesti?” Domandò ancora una volta Liam con la curiosità udibile nel tono.
“Lottai. E non feci cosa migliore, perché quella che pensavo fosse una piccola cotta, si trasformò in amore e quell'amore... Beh si trasformò in te.” Sorrise soddisfatta la donna.
Liam ne rimase stupefatto. Non aveva mai chiesto ai suoi genitori come si fossero conosciuti e quale fosse la loro storia, ma non si aspettava certo un amore intrigante e ostacolato.
“E tu?-” Domandò la donna. “-Rimarrai per sempre qui dentro a crogiolarti o farai l'uomo e combatterai per il tuo amore?”
Liam non dovette neanche pensarci, si alzò e stampò un veloce bacio sulla fronte della madre, ringranziandola in modo sbrigativo.
Dal bagno raccattò le scarpe infilandole a saltelli durante il tragitto bagno-porta di casa e uscì in canotta e pantaloncini da basket, deciso a riprendersi ciò che era suo.

Mentre attraversava a passo spedito quelle strade ormai familiari, pensò ad almeno tredici modi diversi per iniziare un discorso perfetto, ma tutti e tredici si rivelarono inutili quando davanti alla porta di casa Montgomery, Liam si ritrovò spaesato e con la gola secca.
Alzò il pugno pronto a bussare sul legno chiaro della porta, quando questa si aprì, facendo cadere il braccio di Liam lungo il fianco.
Era così bella e il fatto di non averla né vista né sentita per tutto quel tempo, gli procurò una scossa interiore con tanto di brividi.
“Liam!-” Esclamò sorpresa e stranita allo stesso tempo. “-Che ci fai qui?”
Il ragazzo non riuscì a formulare nessuna risposta sensata, tanto meno un discorso smielato che esprimesse ciò che lui effettivamente provava, così si buttò sull'improvvisazione.
“I-io…-” La voce gli risultò piuttosto roca, così cercò di schiarirla creando un rumore gutturale.
“-Ti amo Annabeh Rose Mangovery. Ti amo in un modo indescrivibilmente surreale, quasi morboso. In questo giorni ho realizzato che io senza te non vado neanche al supermercato e questa non so se definirla una bella o brutta cosa. L'unica cosa che so è che ti voglio. Voglio il tuo Buongiorno al mattino e la Buonanotte alle nove di sera, voglio i tuoi baci e le tue carezze sulla mia pelle, voglio le tue piccole mani tra i miei capelli e voglio poter dormire con te ogni qualvolta io ne abbia voglia. Voglio poter avere dei figli con te un giorno, che abbiano la tua grazia e il tuo sorriso che potrebbe alimentare una città intera.
Voglio poter ridere e scherzare in tua compagnia, voglio portarti fuori a cena e farti mangiare nei miglior ristoranti di Londra.” Fece una piccola pausa riprendendo fiato.
“Ti amo sopra ogni cosa Annabeth e neanche la più complessa ed espressiva parola mai inventata potrà farti capire quanto profondo sia questo sentimento.”
Gli occhi color nocciola della biondina erano appena spalancati e la bocca socchiusa dall'emozione.
Era già stato difficile lasciarlo una volta, come avrebbe fatto dopo aver assistito a quel discorso?
Lui la amava e lei lo amava, ma non potevano stare insieme.
Credevate davvero che tutte le persone che si amano stessero insieme?
Beh in caso contrario, vi presento la realtà.
E in questo gioco solo chi lotta riuscità a stare con il suo vero amore.
Ma pur amandosi molto, quello non era il caso dei nostri due ragazzi.
“Dì qualcosa.” Chiese impaziente, con un accenno di preoccupazione.
“Cosa dovrei dirti Liam? Sei stato gentilissimo a dire tutto ciò, ma io non ti amo.”
Abbassò lo sguardo verso le due infradito, non sapeva mentire.
“Guardami negli occhi e dimmi che non mi ami.” Disse duro il ragazzo.
Lei rialzò il viso, incatenando i loro sguardi, vedendo il mare nelle iridi di Liam.
Ed è esattamente in quel momento, che realizzò di essere follemente innamorata, perché solo un' innamorata è capace di vedere il mare in degli occhi marroni.
Ancora qualche attimo di silenzio e Liam si ritrovò ad accogliere Ann tra le sue braccia.
“Mi dispiace Liam-” iniziò piangendo fin da subito. “-Scusami ti prego, sono stata un'egoista. La verità è che tra meno di due settimane io e la mia famiglia ci trasferiremo in America e non volevo dirti addio, non l'avrei retto.”
Liam cercò di assimilare ogni parola, stringendo Annabeth fino all'anima e cullandola inconsapevolmente con il suo profumo in uno stato di tranquillità.
“Lo supereremo piccola, te lo prometto.”


E Liam mantenne quella promessa;
Parlò con i genitori della ragazza chiedendogli di far restare Annabeth a Londra, coinvolgendo anche la nonna di lei che intenerita dall'amore tra i due decise di aiutarli offrendo asilo alla nipote.
Litigate, urla, proteste e scioperi della fame si rivelarono piuttosto efficaci quando i signori Montgomery, stanchi di quella stuazione, diedero l'okay alla figlia per restare a Londra, a patto che li chiamasse almeno una volta al giorno.

Era passato ormai un mese e anche se i suoi genitori le mancavano, si trovava piuttosto bene in compagnia della nonna che le preparava sempre pasti deliziosi.
I genitori li sentiva come promesso ogni giorno e mensilmente riceveva una generosa quota di soldi da loro, sia per aiutare la nonna a sostenere le spese che per permettere alla figlia di levarsi qualche sfizio.

“Ti amo  Annabeth.” Le sussurrò in un orecchio.
“Ti amo anche io Liam. Grazie per aver combattuto per noi.”
E in quel momento non c'era null'altro, se non i loro corpi uniti per la prima volta in un fuoco d'amore.
*********

Buongiornoooo!
Sono le 6.30 del mattino e io non ho chiuso occhio! 
Presa dalla noia, siccome non avevo sonno nè tanto meno nulla da fare, ho pensato di scrivere una One shot, ma poichè non mi venivano nuove storie in mente, ho deciso di usare come base la Long, realizzando quindi la mia prima missing moments!!
Come avrete notato ci sono due nuovi personaggi Annabeth e Liam che troveremo nel capitolo successivo della Long.
(Motivo per cui come avvertenze ho messo 'Spoiler')
Questa è quindi la storia della loro relazione, mh..nella Long continuerà o saranno solo amici?
Lo scoprirete presto!
Lascio agli interessati il link della long: Philophobia-Fear of falling in love. A presto meraviglie, Ludo♥

  
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