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Autore: weasleyxx    30/12/2013    1 recensioni
George si guardò intorno, sinceramente sconcertato dal deserto del corridoio, soprattutto in quell'ala del castello, soprattutto in quell'orario. Meglio così, si disse. Si girò verso il fratello, ansioso come non mai. George lo poteva capire dal suo continuo battere del piede per terra.
"Pronto, Fred?" "Pronto, George." lanciarono in aria i petardi e...BOOM. Il boato, George ne fu sicuro, lo sentì perfino Albus Silente dal suo ufficio. E di sicuro lo aveva sentito anche la ragazza svenuta a terra con i capelli bruciati. Fred corse ad accertarsi che non ci fossero altre vittime, mentre George si inginocchiò accanto alla ragazza, sollevandole la testa e scuotendola un po'. La 'vittima' emise un suono talmente strano da far ridacchiare George. Non che ci volesse molto, a farlo ridere. La ragazza afferrò il colletto della camicia dell'altro, e guardandolo intensamente negli occhi "Sei un i-idiota." sussurrò, prima di svenire di nuovo tra le braccia di un George abbastanza scosso.
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George, e, Fred, Weasley, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Più contesti
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Prologo.

 

Cristo, quanto lo odiava. Era peggio dell’odore di latte caldo di prima mattina, e per Hollie quello era davvero il peggio. Quella mattina si svegliò con un terribile senso di nausea, misto ad un sonno pazzesco. Non uscire più con quel cazzo di babbano, prese nota mentalmente guardando il suo riflesso allo specchio. Non aveva nulla contro i babbani, per carità!, odiava solo il loro continuo sfogo con l’alcool. Povero, piccolo, indifeso alcool. Quei pazzi dei figli dei vicini ne andavano matti, e i suoi genitori l’avevano costretta a uscire con loro la sera precedente. Bello schifo, davvero.
A Hogsmeade, una volta, aveva visto una vecchia battona mostrare le tette alla McGranitt, che aveva voltato lo sguardo indifferente. Era stato davvero uno spettacolo indecente, ma nulla a confronto di ieri sera.
Era indecisa se essere più scioccata per i pantaloncini inguinali (un duro colpo per la popolazione femminile), o per il continuo strusciamento dei membri maschili contro quel leggerissimo strato di stoffa che copriva gli enormi e rifatti sederi delle ‘ragazze’, chiamiamole così per mancanza di parole adeguate sul dizionario.
 Si legò i capelli castani in una coda alta, si sciacquò la faccia cercando di far sparire quelle due enormi fosse sotto gli occhi, con scarsi risultati. Una volta aveva letto su qualche libro che c’era un qualche incantesimo per far sembrare i suoi occhi ammarrati meno… ammarrati, ma aveva solo 16 anni. Non poteva di certo usare la magia fuori da Hogwarts, perbacco.
C’era stata una volta, in un tragico Natale, in cui era stata lì lì per lanciare una fattura alla sorellina che, ignara di tutto, aveva portato un pacchetto di sigarette alla mamma come souvenir dalla stanza della maggiore. Ovviamente non erano sue, odiava quelle stecche di nicotina allo stato puro che una volta il ragazzo della porta accanto (non fatevi ingannare dal soprannome, un pallone gonfiato con triplice mento non è un bello spettacolo di prima mattina) le aveva regalato.
“Sono una droga per me, non posso vivere senza di loro” aveva affermato sorridendo, mostrando tutta la sua galanteria. Hollie era sicura che il suo ‘amato’ e ‘stimato’ professor Piton sarebbe rimasto affascinato dalla droga del ciccione, ed è solo per quello che accettò il dono con un perseverante “grazie”, sputato con tutto l’affetto che provava verso quella massa di nicotina a due zampe.
 Scese le scale, le aspettava l’incontro con la mamma.
Oddio, non ci credeva.
Aveva preparato i cupcake, per lei. Si sentì emozionata. Poi si ricordò il motivo di tanto impegno  da parte della mamma e disse un secco “no” per poi sparire in salotto, non senza aver prima preso un dolcetto. Beh, li aveva fatti per lei, le sembrava ingiusto non assaggiarli.
“Tesoro, sai che io e tuo padre ci teniamo in modo particolare a questa giornata, e ci dispiace non poter accompagnare Maya a fare compere per il primo giorno di scuola” esclamò la madre, seguendola fino al divano, dove si sedette compostamente. Al contrario della figlia, è ovvio, che si sdraiò appoggiando la testa su un cuscino assaporando il duro ma dolcissimo lavoro della mamma. Pensò a quanto zucchero ci fosse dentro quell’innocente cupcake, e in un secondo lo appoggiò con mala grazia sul tavolino.
“Ti prego, non potete rimandare?” Hollie cercò inutilmente di far cambiare idea alla mamma, che a quanto pare non era decisa a cedere.
 La guardò seria, aggrottando le sopracciglia. “Davvero non ti va di andare a Diagon Alley? Sai, la mamma di Marta ha detto che loro ci andavano oggi….pensavo che potevate aggregarvi a loro.” Mormorò con nonchalance, attirando immediatamente l’attenzione della figlia, che scattò in piedi immediatamente.
“Maya! Muoviti, dobbiamo andare!” urlò correndo a vestirsi. Cavolo, non vedeva l’ora di vedere quella pazzoide cronica.

   
 
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