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Autore: Peppe_97_Rinaldi    30/12/2013    3 recensioni
L’organizzazione paramilitare del Red Ribbon… e la sua distruzione ad opera di un misero ragazzino.
Quello fu l’inizio di tutto… Quello portò alla nascita di due efferati cyborg…
"Idiota": questo è quello che C-18 pensa di Crilin, inizialmente. Eppure arriveranno a sposarsi, e ad avere anche una famiglia. Come? Perchè? E C-17... cos'è lui per la bella C-18?
Il dottor Gelo li trasformò in cyborg, privandoli della loro umanità: perchè? Su 19 androidi, gli unici due ad avere base umana: qual è la ragione di ciò? In questo stato di robot, ha ancora senso la vita?
E cos'è la vita, l'amore? Dove sono nati? Avevano una famiglia come tutti?
“Dunque quella missiva è stata inviata dal Red Ribbon, o meglio… da uno dei sopravvissuti…”
Il ki… E’ un bene saper controllare questo potere?
Ma il dottor Gelo… fece tutto ciò solo per pura vendetta? Qual era il suo scopo?
“Se lo conoscevo, dici? Ovvio. Era il mio androide numero 13!”
“Mamma… papà… Mi mancate…”
Segreti da svelare, occultate verità, riscoperta dei valori, nuovi personaggi... e soprattutto uno strano ragazzo porteranno questi giovani a scoprire il loro presente, passato e futuro... quali misteri si celano nelle loro figure?
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 17, 18, Dr. Gelo, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: 18/Crilin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’aria invernale faceva sentire la sua presenza, con vaghi quanto penetranti ululati di vento. Ma per C – 16 non vi era differenza alcuna. Lui era un androide, e non poteva provare emozioni, né dolore né sensazioni tattili.
Tuttavia nel vedere il suo caro compagno risultò rallegrato… ma anche disorientato.
<< Che ci fai qui?? Cell ti aveva assorbito! >> disse, ma poi con terrore si rese conto di una cosa.
L’esplosione, il suo congegno di autodistruzione, quel ragazzo a cui aveva raccomandato di difendere la natura, Gohan… “Io ero morto!!!”
C – 17 scosse la testa. << Non so cosa sia successo >> rispose, e tentò di raccontare tutto ciò che si ricordava, ma fu cosa difficile, in quanto… non aveva senso. Praticamente, si era come “risvegliato” poco distante da lì, e l’ultima cosa che ricordava era l’interno di quella viscida e orrida coda, che spietatamente lo tirava su, su, su… e poi buio.
“E’ bello avere di nuovo qualcuno con cui parlare” si disse, ma presto i suoi pensieri caddero, inevitabilmente, su di lei.
<< C – 18!! Dov’è adesso mia sorella? >> domandò allarmato.
C – 16 rimase per alcuni secondi con lo sguardo fisso nel vuoto, pensieroso. Poteva essere veramente così? No, era impossibile, eppure… << C – 17 >> cominciò, levando un sospiro. << Io mi sono costruito un’idea di come sono andati i fatti, anche se… è strano. Ora ascoltami, e poi tu dimmi cosa ne pensi. Ho motivo di credere che noi… ecco, in qualche noi siamo stati resuscitati >> dichiarò.
Il corvino sgranò gli occhi. << Che… cosa??? E poi, hai detto “noi”?? >>
C – 16 annuì. << Quel mostro di Cell mi aveva eliminato, ne sono certo. L’ultima immagine che ricordo era quel caro ragazzo – sorrise – Gohan… e a questo punto posso solo pensare che egli sia riuscito a salvare il pianeta. Questo che vedi intorno a te è stato il campo di battaglia nello scontro finale contro Cell, e ha visto vari guerrieri lottare per la vita. E io… davanti agli occhi di quel giovane sono stato ucciso. Ma ora sono qui >> Prese un respiro. << Quel perfido mostro ti aveva assorbito, ricordi? Vuol dire che in quel momento sei morto, oppure sei stato ucciso insieme a lui, se è vero quel penso >>
C – 17 lo fissava attonito, sgomento. Come poteva essere vera una storia del genere? Non aveva senso, lui era un cyborg, un misero robot, la sua non era vita vera e propria… Ma… perché solo un robot? E inoltre, se tutto quello era vero…

… << Che cos’è la vita? >> si chiese C – 18. Insomma, lei, una tale assassina, spietata, anzi, efferata omicida ora stava vivendo, volando libera nel cielo. No, non era libera. La sua anima era legata in maniera indissolubile con quei due ragazzi, C – 17 e Crilin.
Anche quel nanerottolo? Forse sì. Avrebbe tanto voluto non pensarci, eppure doveva riconoscere che Crilin c’era sempre stato.
Quel giovane l’aveva difesa da Cell, l’aveva posta sotto la sua protezione una volta salva, addirittura era stata al Palazzo del Supremo e lì curata, e infine… quei desideri.
“Fai tornare i cyborg 17 e 18 nuovamente umani!”
“Asporta i dispositivi esplosivi che quei due hanno nei loro corpi!”

Per il primo desiderio neppure il drago aveva potuto fare alcunché, ormai il suo posto nel mondo era quello, non poteva variare, ma grazie al quel secondo desiderio non doveva più avere paura di esplodere da un momento all’altro.
“Perché lo sto pensando? Io sono abituata ad annientare gli esseri umani, perché per la prima volta… ho a cuore qualcuno?”
Scosse la testa. “No, non è vero! Non mi importa niente di quel… quel…”
“Pechè a me piace C – 18, ma per lei è più adatto C – 17, no?”
Ebbe un tuffo al cuore. << Crilin… >> sillabò.
“Chi è quel ragazzo, perché lo sto pensando? Cosa penserà mai di una come me?”
E per la prima volta, si rese conto di interessarsi a quel che qualcuno potesse pensare di lei.
“Gli umani parlano di amore… che cos’è? Che questo sia…” ma si interruppe bruscamente. “No, no, basta!”
Calando disperatamente lo sguardo in basso, notò un solitario isolotto nel bel bezzo del mare. Una piccola porzione di terra, dove sorgeva solamente una casetta rosa. “Ma io… quel posto l’ho già visto! Sì certo… quando cercavamo Goku!” pensò, e ricordò anche che tra i presenti allora vi era anche Crilin.
Fu il suo istinto a comandarla. Non sapeva neanche perché, ma stava discendendo in direzione dell’isola, con i gelidi occhi spalancati…

Lo fissava con occhi attenti, azzurri come il ghiaccio. << Quindi noi siamo stati uccisi >> disse C – 17.
Prese un respiro: aveva paura di pronunciare tali parole. << Senti… Cell cercava anche il suo potere. Quindi… dov’è adesso mia sorella, dov’è C – 18? >>
L’androide scosse la testa. << Mi dispiace. Non sono riuscito a proteggerla >> .
Seguì un lungo silenzio che parve interminabile; il vento soffiò in snodate spirali, accarezzando il volto di quel giovane così ferito. << Ma se è vero che è morta… ecco, è possibile che sia tornata in vita anche lei >> osservò speranzoso C – 16.
Il ragazzo sussultò. << Hai ragione!!! Lei… lei può essere viva! >>
<< Spero di sì, anche se… ormai io non sto capendo più niente >> mormorò, giocherellando con un piccolo scoiattolo. Alzò serio lo sguardo verso il suo interlocutore. << Abbiamo ipotizzato che in qualche modo le vittime di Cell sia tornate in vita. Bè, per te e tua sorella è assolutamente normale; è vero, siete cyborg, ma ciò vuol dire che presentate anche fattezze umane.
Io invece… perché sono qui? Che cosa è successo? Sono tornato in vita, ma si può veramente chiamare vita quella di un miserabile androide, frutto di ammassi di latta, che per giunta ha il solo scopo di uccidere, di levare la vita a chi davvero la possiede??!!? >>

C – 18 poggiò la schiena sulla parete esterna della Kame House. “Forse, questa è la sua casa…” Furtivamente, allungò lo sguardo, spiando l’interno dalla finestra. “E ora vediamo. Chi…” Un vecchio, un maiale, e una tartaruga. Che cosa?? Lei si aspettava di trovare grandi combattenti, invece… ma chi erano quelli? Quando un rumore improvviso ruppe tale concentrazione.
Spaurita, alzò gli occhi al cielo, e scrutò una figura che si avvicinava nella sua direzione.
“Oh, no, e ora che faccio?” Si guardò nervosamente intorno, e decise di nascondersi nel retro dell’abitacolo.
“Spero solo che non sia…”
<< Crilin! >> esclamò Muten. Nella sua voce era tuttavia percettibile una certa tensione.
“E’ lui!” Con sorpresa, scoprì che per quanto ci provasse non riusciva a mantenersi calma.
“Che cos’è questa… emozione? No, non è paura, perché dovrebbe?” Eppure, le tremavano le gambe. Com’era possibile? Un miscuglio di passioni, voglia di vivere, desiderio di celarsi nell’oscurità come potente cyborg, paura, e probabilmente affetto nascevano nell’impenetrabile sorgente del suo inconscio. Bisognosa forse di aiuto… no, semplicemente paradossale. Insomma, quel giovane era poco più che uno sconosciuto, ma del resto era la medesima cosa per lei. Nonostante fossa un’estranea, però, era stata salvata…
<< Che cosa è successo a Goku? Non avverto più la sua aura… >> disse lentamente Muten. Conosceva già la risposta.
Crilin deglutì. << Goku… insomma, Goku… >>

<< Tu non sei solo un androide! >> esclamò C – 17. << E’ vero, io almeno ero un umano, tu invece sei un essere totalmente artificiale: questa è la differenza tra cyborg e androide. Tuttavia… >> alzò il tono di voce << questo è un motivo per ammirarti! Nonostante tutto, tu sei riuscito a fare del tuo corpo metallico l’involucro di una vera anima, e sei andato oltre l’originario obiettivo per cui eri nato. Non hai ucciso colui che dovevi eliminare, e hai amato la natura… e da quanto ho capito sei arrivato al punto di sacrificarti per proteggere questo pianeta! >>
Sorrise. << Sei un androide, eppure hai più vita di quanta ne abbia io >>
Fece un respiro tremolante. Il sole lo illuminò debolmente. Con lo sguardo si rivolse ad esso, spalancando le braccia. << Chi sono realmente io? Sono un cyborg, oppure un umano? Qual è il mio destino? Io… sono stato creato per uccidere, eppure mi è stata ridata la vita, la stessa che io disprezzavo. Perché? Realmente me lo merito?
E poi… se adesso continuassi a uccidere, che senso avrebbe la mia vita? Da adesso in poi, cosa farò?
C – 16, noi dobbiamo trovare C – 18; tuttavia, prima c’è qualcos’altro che dobbiamo fare. Il dottor Gelo ci ha trasformati in cyborg, privandoci della nostra umanità: cos’eravamo prima di questa trasformazione? Avevamo un’altra vita, qual è il nostro passato? La nostra… era magari una famiglia come tutte?
Inoltre… siamo gli unici due ad essere stati trasformati in robot: tutte le altre sue creature sono androidi, come te. Perché? Come ha fatto il dottor Gelo a trovarci, perché proprio noi, perché giusto me e mia sorella siamo stati destinati a questo schifo?!?
Mi sono stufato di sottostare a tutto questo… per la prima volta voglio decidere io cosa fare di me! Il nostro passato, presente, futuro… io scoprirò tutto! Saprò tutta la verità! C – 16, mi aiuterai? >>
L’androide annuì, entusiasta. << Certo! >>
C – 17 ne parve compiaciuto. “Grazie, amico!” << Bene! Allora… andiamo! >>
E così dicendo, i due sfrecciarono via, verso un nuovo futuro…

C – 18 respirava lentamente. Aveva già capito al Palazzo del Supremo che fine fosse spettata a Goku, ma sentire e vedere adesso il dolore dei suoi amici la faceva sentire “in colpa”. Non era stata lei a ucciderlo, eppure suo obiettivo era proprio quello.
No, era quello del dottor Gelo, lei non provava alcun compiacimento, anzi.
<< Povera Chichi… >> riuscì a sussurrare Muten.
“Chichi!” Doveva essere la moglie del defunto, ed ora la sua famiglia era stata distrutta. Improvvisamente, provò come a immedesimarsi in ella, provando quasi lo stesso dolore.
Crilin era lì dentro, ma non era ancora il momento giusto.
Chiuse per qualche secondo gli occhi. Morte, dolore, sofferenza, compagni, amici, famiglia, fratello, amore, vita… avrebbe scoperto il vero significato di tutto ciò che di umano esiste. E per farlo…
Spalancò gli occhi; le onde si infransero fragorosamente sulla soffice battigia. C – 18 riusciva finalmente ad essere determinata. Silenziosa ed agile, si librò in aria dolce come una farfalla, e con la velocità di un falco e con l’eleganza di un’aquila risoluta volò via...

Qualche ora più tardi la fanciulla atterrò, posando delicatamente i piedi nella terra bagnata. Oramai quei vestiti erano alquanto “consumati”, avrebbe tanto voluto cambiarli: del resto, non aveva ancora avuto il tempo di lavarsi da quando era uscita dal corpo di Cell.
“Spero che vada tutto bene” pensò. Si fermò un attimo per riflettere.
Si trovava sul Monte Paoz, e finalmente aveva appena compiuto un viaggio senza il fine di uccidere.
Avanzò lentamente verso la piccola casa. Bussò. Trascorsero interminabili secondi, ma alla fine la serratura scattò.
L’espressione di C – 18 si fece più buona, dolce, ma nel contempo preoccupata.
La porta si aprì, lasciando spazio ad una donna appena uscita da una crisi di pianto.
<< Tu devi essere Chichi >> disse la ragazza con tono solenne e chiaro. << Lieta di conoscerti, io sono C – 18 >> .



C - 18 raggiunge Chichi!! Cosa vorrà dalla donna? Appuntamento al prossimo capitolo: "Chichi e C - 18" !!!!

Eccoci finalmente al terzo capitolo :D Anzitutto, scusate per la mia assenza in questi giorni, è da più di una settimana che non pubblicavo il capitolo ^^" Il fatto è che ho avuto dei problemi... insomma praticamente l'ho dovuto riscrivere, altrimenti l'avrei pubblicato subito ^^" E poi... allora questo capitolo forse è venuto troppo lungo, infatti avevo pensato anche di dividerlo in due, ma considerando anche la mia assenza in questa settimana, e per rendere il tutto meno noioso possibile sono tornatato alla mia originaria idea di fare un unico capitolo ^^ Spero che vi sia piaciuto, e spero che il capitolo non vi abbia annoiato per la sua lunghezza ^^
Ps: Dovrebbe essere uno dei capitoli più lunghi, se non il più lungo, ecco, tanto per tranquillizzare xD

Grazie per la lettura, alla prossima!!!!!! :D :D
   
 
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