30/12/2013
2 recensioni1. Holding hands
“Si può sapere dove diamine mi stai portando?”.
“Gray? Gray, rispondimi! Non muovo un altro passo, altrimenti!”.
“E mollami la mano, ghiacciolino!”.
La voce squillante di Lucy – o meglio, le urla di Lucy – erano l’unica cosa udibile nel raggio di almeno venti metri. Ma quanto si agitava, la biondina? Gray sospirò, continuando a tirarle la mano sempre di più, cosicché non potesse decidere sul serio di fermarsi.
Dove diamine la stava portando? Nel suo posto preferito, ovvio. E perché? Be’, se l’era chiesto a lungo, ma non era stato capace di trovare una risposta. Semplicemente aveva iniziato ad avvertire, da un po’ di giorni a quella parte, la necessità di far entrare ancora un po’ di più Lucy “nel suo mondo”.
Certo, avrebbe potuto scegliere un momento più adatto per mostrarle il posto al quale teneva moltissimo, questo – forse – era vero. Ma aveva preferito aspettare che calasse la notte e che Natsu fosse profondamente addormentato nel letto della maga stellare per svegliare proprio lei e prenderla per mano, implorandole di seguirlo.
Non ne aveva potuto fare a meno, Gray. Aveva messo per la prima volta i suoi istinti al primo posto, proprio come aveva sempre fatto – a ragione – Salamander. Fullbuster invece i suoi istinti era sempre stato incline a reprimerli… ma perché mai continuare così? Le cose stavano cambiando, e lui poteva sentirlo benissimo.
“Gray, per favore! È notte fonda, Fiore è deserta!”.
“Dormono tutti! Ho sonnoooo!”.
“Oh mio Dio, ma non mi starai mica portando in qualche posto strano? Pervertito!”.
Gray evitò di riprenderla, continuando a mantenere il silenzio che sapeva bene avrebbe fatto di lei la sua preda quando avrebbe visto ciò che lui voleva vedesse. In fondo, erano quasi arrivati. Una volta lì nel suo posto, Gray si sarebbe goduto la pace e la tranquillità. Insieme a Lucy, che era praticamente tutto ciò che chiedeva.
Continuò a stringerle la mano, guidandola per le vie deserte di Fiore. Era tutto buio, fatta eccezione per le insegne ancora illuminate dei pub, sicuramente pieni di ubriaconi bravi solo a perder tempo. Gray decise di sorvolare, continuando a camminare spedito verso la sua meta. Lucy continuava a cercare in tutti i modi di scappare alla sua salda presa sulla mano, ma non ne era in grado, soprattutto perché non voleva sul serio lasciarlo andare.
Quella consapevolezza lo fece sorridere debolmente mentre si ritrovava ad osservare attentamente la grotta nascosta nel bel mezzo di Fiore dove si andava a rifugiare spesso. Quello era il suo posto preferito in assoluto. Lucy, come quasi per magia, si zittì non appena capì le vere intenzioni del mago del ghiaccio. Lui la guidò verso un’entrata – nascosta anch’essa ad occhi poco attenti – sempre tenendola per mano.
“Il mio posto preferito. Ecco dove diamine ti ho portata”, spiegò a bassa voce, non appena furono dentro quella magnifica grotta completamente rivestita di ghiaccio.
“Restare imbambolata a fissare i cristalli sul soffitto non ti dà un’aria molto intelligente, Lucy”.
La ragazza, proprio come da sua previsione, si era chiusa in un silenzio di tomba. Non riusciva a far altro che non fosse fissare tutto ciò che la circondava in quel posto magnifico, con gli occhi nocciola sgranati e le labbra dischiuse. Era bellissima, e Gray si prese dell’altro tempo per ammirarla prima di riprendere a parlare.
“E comunque sei libera di mollarmi la mano, adesso”.
Sì, ma non lo fare. Non lo fare, non lo fare, non lo fare.
Quasi come se fosse in grado di sentire i suoi pensieri, Lucy non lasciò andare la mano di Fullbuster, ma al contrario strinse le dita attorno alle sue ancora più forte. Si prese ancora un po’ di tempo per osservare rapita i cristalli lucenti di ghiaccio tutt’intorno, poi sorrise, voltandosi a cercare i suoi occhi.
“Lo sai che non lo farei mai, ghiacciolino”.
“E comunque grazie per avermi portata qui”.
“Ma… raccontami la storia di questo posto, subito!”.
Le loro mani erano ancora unite quando Gray riprese a parlare.
“Gray? Gray, rispondimi! Non muovo un altro passo, altrimenti!”.
“E mollami la mano, ghiacciolino!”.
La voce squillante di Lucy – o meglio, le urla di Lucy – erano l’unica cosa udibile nel raggio di almeno venti metri. Ma quanto si agitava, la biondina? Gray sospirò, continuando a tirarle la mano sempre di più, cosicché non potesse decidere sul serio di fermarsi.
Dove diamine la stava portando? Nel suo posto preferito, ovvio. E perché? Be’, se l’era chiesto a lungo, ma non era stato capace di trovare una risposta. Semplicemente aveva iniziato ad avvertire, da un po’ di giorni a quella parte, la necessità di far entrare ancora un po’ di più Lucy “nel suo mondo”.
Certo, avrebbe potuto scegliere un momento più adatto per mostrarle il posto al quale teneva moltissimo, questo – forse – era vero. Ma aveva preferito aspettare che calasse la notte e che Natsu fosse profondamente addormentato nel letto della maga stellare per svegliare proprio lei e prenderla per mano, implorandole di seguirlo.
Non ne aveva potuto fare a meno, Gray. Aveva messo per la prima volta i suoi istinti al primo posto, proprio come aveva sempre fatto – a ragione – Salamander. Fullbuster invece i suoi istinti era sempre stato incline a reprimerli… ma perché mai continuare così? Le cose stavano cambiando, e lui poteva sentirlo benissimo.
“Gray, per favore! È notte fonda, Fiore è deserta!”.
“Dormono tutti! Ho sonnoooo!”.
“Oh mio Dio, ma non mi starai mica portando in qualche posto strano? Pervertito!”.
Gray evitò di riprenderla, continuando a mantenere il silenzio che sapeva bene avrebbe fatto di lei la sua preda quando avrebbe visto ciò che lui voleva vedesse. In fondo, erano quasi arrivati. Una volta lì nel suo posto, Gray si sarebbe goduto la pace e la tranquillità. Insieme a Lucy, che era praticamente tutto ciò che chiedeva.
Continuò a stringerle la mano, guidandola per le vie deserte di Fiore. Era tutto buio, fatta eccezione per le insegne ancora illuminate dei pub, sicuramente pieni di ubriaconi bravi solo a perder tempo. Gray decise di sorvolare, continuando a camminare spedito verso la sua meta. Lucy continuava a cercare in tutti i modi di scappare alla sua salda presa sulla mano, ma non ne era in grado, soprattutto perché non voleva sul serio lasciarlo andare.
Quella consapevolezza lo fece sorridere debolmente mentre si ritrovava ad osservare attentamente la grotta nascosta nel bel mezzo di Fiore dove si andava a rifugiare spesso. Quello era il suo posto preferito in assoluto. Lucy, come quasi per magia, si zittì non appena capì le vere intenzioni del mago del ghiaccio. Lui la guidò verso un’entrata – nascosta anch’essa ad occhi poco attenti – sempre tenendola per mano.
“Il mio posto preferito. Ecco dove diamine ti ho portata”, spiegò a bassa voce, non appena furono dentro quella magnifica grotta completamente rivestita di ghiaccio.
“Restare imbambolata a fissare i cristalli sul soffitto non ti dà un’aria molto intelligente, Lucy”.
La ragazza, proprio come da sua previsione, si era chiusa in un silenzio di tomba. Non riusciva a far altro che non fosse fissare tutto ciò che la circondava in quel posto magnifico, con gli occhi nocciola sgranati e le labbra dischiuse. Era bellissima, e Gray si prese dell’altro tempo per ammirarla prima di riprendere a parlare.
“E comunque sei libera di mollarmi la mano, adesso”.
Sì, ma non lo fare. Non lo fare, non lo fare, non lo fare.
Quasi come se fosse in grado di sentire i suoi pensieri, Lucy non lasciò andare la mano di Fullbuster, ma al contrario strinse le dita attorno alle sue ancora più forte. Si prese ancora un po’ di tempo per osservare rapita i cristalli lucenti di ghiaccio tutt’intorno, poi sorrise, voltandosi a cercare i suoi occhi.
“Lo sai che non lo farei mai, ghiacciolino”.
“E comunque grazie per avermi portata qui”.
“Ma… raccontami la storia di questo posto, subito!”.
Le loro mani erano ancora unite quando Gray riprese a parlare.
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