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Autore: Pervinca95    30/12/2013    19 recensioni
Avete presente "La guerra dei mondi" di Steven Spielberg? Ecco, immaginate qualcosa di vagamente simile in cui i protagonisti, però, sono due ragazzi del liceo e il cui unico sentimento capace di accomunarli è l'odio reciproco: David Trent e Sarah Anderson.
Il primo è il tipico bello e dannato, arrogante fino al punto giusto e indisponente oltre i limiti dell'immaginazione.
La seconda è una ragazza come tante, determinata e testarda, che non ha intenzione di farsi mettere i piedi in testa da nessuno; al contempo, però, è anche sensibile e dolce, un'inguaribile romantica.
*REVISIONE E CORREZIONE IN CORSO- POSSIBILI AGGIUNTE*
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Dal capitolo tredici:
Con la mano libera mi afferra il polso e lo stringe.- Sarei comunque in grado di fermarti in tempo, quindi la tua minaccia non mi sfiora nemmeno di striscio-
Sollevo un sopracciglio scettica.- Non è vero, non ce la faresti- replico convinta.
- Vuoi scommettere?-
- Ci sto-
- Ok, allora, se io vinco...- Fa una pausa e guarda il soffitto in fase meditativa, dopo poco riporta lo sguardo su di me, ma una strana luce illumina i suoi occhi.- Se io vinco tu dovrai spogliarti-
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
Capitoli:
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Dalle stelle alle stalle


 
DEDICATO A TUTTE LE MIE STUPENDE LETTRICI





Ho trascorso tutta la notte con gli occhi aperti. Per un solo motivo fondamentale: controllare Trent. 
Ho preferito che dormisse sul divano da solo, almeno non avrebbe dovuto stare su un fianco e magari complicare la sua condizione. Perciò ho passato la notte sul freddo pavimento ed ho fatto finta di dormire fino a che non l'ho sentito assopirsi. A quel punto mi sono messa a sedere ed ho cominciato ad osservarlo, in attesa che si voltasse o facesse qualche movimento brusco. In quel caso lo avrei dovuto sistemare in modo tale da evitare ulteriori complicazioni. 
Fortunatamente si è mosso solo tre volte, e lo ha fatto lentamente, anche se ho notato delle smorfie di dolore sul suo viso.
Inutile dire che adesso sono a pezzi, dolorante in ogni punto del corpo ed infreddolita.

- Come ti senti?- domando a David non appena si sveglia e si volta a guardarmi.

Sbatte gli occhi e li stropiccia con le mani, molto similmente ad un gattino.- Bene. Sei già sveglia?- 

- Oh, sì, da poco comunque- mento con un'alzata di spalle.

- Come hai dormito per terra?- chiede con la voce impastata e mettendosi a sedere. Si passa una mano tra i capelli e punta gli occhi nei miei.

- Bene- Batto una mano sul pavimento e sorrido.- È molto morbido, mi ricorda il mio letto- 

- Immagino- commenta restituendomi il sorriso.- Dai vieni un po' qua che ti riscaldo, sarai tutta infreddolita- propone facendomi segno di avvicinarmi.

Apre le gambe e le braccia, portando con sé la coperta, adagiata sulle sue spalle. Mi alzo da terra e, dopo essermi scotolata i pantaloni per allontanare lo sporco raccattato, vado a sedermi in mezzo alle sue lunghe gambe; chiude le braccia intorno al mio corpo e vengo avvolta nella coperta.
Rabbrividisco istintivamente e mi rannicchio ancora di più contro il suo petto scultoreo.

- Sei tutta fredda, accidenti- nota sorpreso.- Ma l'altra coperta non l'hai usata?- 

- L'ho lasciata a Bim, ne aveva più bisogno. Lui è da quando sta con noi che dorme per terra- rispondo chiudendo gli occhi a causa del sonno accumulato.

Sospira e mi stringe a sé, appoggiando il mento su una mia spalla.- Potevi dirmelo- dice soltanto, a bassa voce.

- Perché, mi avresti dato la tua?-

- No, assolutamente no- ribatte scandalizzato.- Ma ti avrei fatta dormire con me- 

- Ah ecco, mi sembrava strano che fossi diventato all'improvviso un cavaliere pronto a sacrificarsi per una povera fanciulla indifesa e infreddolita- commento ridacchiando.

- Questo mai, neanche nei tuoi sogni- afferma divertito.- E poi tu non sei una fanciulla indifesa, mi sembrava si fosse già appurato che in realtà sei una belva- 

- Anche tu si era già appurato cosa fossi- replico sorridendo e riaprendo gli occhi. 

- Sì, un genio affascinante e dotato di straordinaria bellezza. Me lo ricordo- 

Rido divertita ed abbandono la testa sulla sua spalla.- Veramente non era proprio questo, ma bisogna assecondare i pazzi, quindi... sì caro, hai ragione- 

Mi guarda dall'alto, sorridendo, e poi si avvicina per lasciarmi un casto bacio sul collo; si ritrae e passa una mano sulla mia pancia, dove si trovano le mie chiuse in grembo.
Afferro prontamente la sua mano e comincio a giocarci, rigirandola e sfiorando le sue lunghe dita, poi la intreccio con la mia e sospiro rilassata. 
Me la stringe e rimaniamo in silenzio per qualche minuto, poi sono io la prima a rompere il silenzio.

- Dobbiamo pensare all'incisione sul corpo di TJ- ricordo.- Secondo me non è il suo nome-

- E cosa se no?- domanda incuriosito.

- Non so, però ha un suono... familiare... Srats- ripeto cominciando a far muovere gli ingranaggi del mio cervello.

- A me non dice nulla- taglia corto scrollando le spalle.

- Il suo corpo, cioè, TJ è cambiato, non l'hai notato?- domando corrugando la fronte e guardando il soffitto, come se lì ci fosse scritta la riposta.

- In che senso cambiato? Se intendi la forma no, è sempre quella- 

- No, non la forma. La sua temperatura corporea è diversa... ricordi che le prime volte era caldo? Molto caldo?- 

- Sì, perché adesso com'è?- domanda, stavolta con sincera curiosità. 

- Adesso è freddo, sembra di toccare un pezzo di ghiaccio. E non credo sia dovuto ai cambiamenti climatici, ma ha a che fare con quelle lacrime che produce- affermo convinta della mia ipotesi.

- Probabilmente gli fanno perdere forze, o almeno così aveva detto lui- dice indicando con un cenno del capo Bim, che sta ancora dormendo.- Ma in fin dei conti se è una cosa che fa parte del corpo di quei mostri perché dovrebbero indebolirsi? Forse non sono in grado di produrne altre?- 

- Probabilmente per crearne di nuove devono avere a disposizione una grande quantità di energia, e, avendole usate spesso, TJ non è riuscito a procurarsene di nuova- butto là.

- È per questo che ieri non ti sei fatta curare la ferita sulla testa?- domanda improvvisamente. Allora se n'era accorto.

- Non solo per questo, c'è un'altra cosa... il suo occhio- 

- Cos'ha il suo occhio?- domanda girando leggermente la testa per guardarmi.

- Ha cambiato colore- Corrugo la fronte pensierosa e continuo.- Prima era blu scuro, adesso è... nero come la pece- 

- Il che deve essere collegato anche al cambiamento della sua temperatura corporea- ipotizza sempre più preso dal discorso.

- Esatto, è quello che penso anche io, ma... manca ancora un tassello, il perché di questi cambiamenti- 

- Le lacrime: gli rubano energia e quindi perde sempre più forze... in un certo senso si sta uccidendo- conclude David, lasciandomi a bocca aperta.

- T... tu dici che... sta morendo?- domando con la gola secca e deglutendo subito dopo. 

- Non lo so, è solo una supposizione- Scrolla le spalle e fa una smorfia con la bocca.- Ma da come si comporta sembrerebbe-

- Non è possibile che delle goccioline lo uccidano, non è normale!- sbotto incredula, scuotendo la testa.

- O forse non ci vuoi credere?- insinua guardandomi.

Incontro i suoi occhi e mi perdo ad osservarli, cogliendo tutte le sfumature di colore e di luminosità, in base a dove sta battendo la luce. 
E sono così... profondi. Sembra mi stiano sbattendo in faccia la realtà ed impedendo di credere in altro.

Scuoto la testa in senso di diniego e dalla mia bocca esce poco più di un sussurro.- Non ci voglio credere- ammetto senza allontanare lo sguardo.- Ti sembrerò pazza, ma io voglio bene a TJ- 

- Lo so- fiata sul mio viso.- Lo so- 

Rimango a guardarlo per qualche istante in quei suoi occhi magnetici, poi distolgo lo sguardo e lo punto davanti a me.- C'è comunque qualcosa che ancora non mi torna- dico assorta.

- E cioè? Siamo arrivati alla conclusione che tutti i cambiamenti di colore e temperatura sono legati alla produzione di quelle lacrime, che altro c'è che non ti torna?- domanda stranito.

- Da dove prendono energia loro?- sparo corrugando la fronte.- È come se ci fosse qualcosa di... esterno che gli dona forza- 

- Cosa intendi per qualcosa di esterno?- 

- Non so, ma... non credo che ricavino energia in base a ciò di cui si nutrono. La loro energia sembra qualcosa d'inesauribile: ad esempio non dormono- gli faccio notare, ripensando a quando credevo che TJ si fosse assopito ed invece era più sveglio di me.- Non ne hanno bisogno. Quindi ho come l'impressione che sia qualcos'altro a dargli forza- 

- Qualcosa che non si trova sulla Terra però- continua lui, con uno sguardo serio.- Be', credo che le tue ipotesi non siano campate in aria, potrebbero essere anche vere- 

- Grazie per la fiducia- ribatto stizzita, ma divertita allo stesso tempo.

Sorride e sento i suoi occhi sul mio viso. Muovo di poco la testa e il mio sguardo incontra il suo, nuovamente. Resto a guardarlo per qualche secondo e poi, a causa di un moto di pazzia incontrollabile, mi sollevo leggermente ed appoggio le labbra sulle sue, lambendole delicatamente.
Risponde con lentezza al bacio, quasi come se se lo volesse gustare, quasi con dolcezza, e nel frattempo stringo la sua mano, ancora intrecciata alla mia. 
È così caldo il suo corpo, il suo viso, la sua bocca, così... familiare. Ed è come se mi sentissi a casa, al sicuro, quando sono stretta tra le sue braccia. È tutto così pacifico...
Mi allontano leggermente dal suo viso e rimango ad occhi chiusi, poi appoggio la testa nell'incavo del suo collo e sospiro tranquilla.

- Per cos'era questo?- domanda abbassando la testa per cercare di guardarmi.

- Per nulla- rispondo alzando una spalla.

- E perché lo hai fatto?- insiste.

- Non c'è un perché- 

- C'è sempre- 

Alzo la testa e punto gli occhi nei suoi.- Quindi tu quando mi baci hai un perché? C'è un motivo preciso per cui lo fai?- domando quasi con ansia, sentendo il mio cuore battere furiosamente.

- No- risponde soltanto, senza un briciolo d'espressione.

La sua risposta mi arriva come uno schiaffo in pieno viso, uno schiaffo molto doloroso, capace di farmi storcere la testa e sentire le lacrime. Ma del resto cosa mi aspettavo? Che mi dicesse qualcosa di... romantico? Ha chiaramente fatto capire che non c'è sentimento quando mi bacia. Nulla, non c'è nulla.

- Hai appena detto che esiste sempre un perché- gli faccio notare, cercando di celare la mia delusione.

Fa spallucce e sghignazza.- Io posso permettermi di non averlo- 

- E pure io allora- ribatto stizzita.

- No, tu non sei David Trent, quindi tu non te lo puoi permettere- 

- Ragioni come un bambino di appena due anni- affermo accigliata e guardandolo male.- Mi correggo: un bambino citrullo e antipatico di appena due anni- 

- Tu non ragioni proprio, quindi mi sento superiore comunque- asserisce mostrando un'espressione altezzosa.

Avverto la rabbia salire rapidamente. Tra pochi secondi sarò capace di sollevarlo con un braccio e spezzarlo in due parti uguali. Un altro passo falso e la sua fine sarà segnata.

Riduco gli occhi a due fessure e sorrido vittoriosa.- È inutile discutere con gli idioti: ti trascinano al loro livello e ti battono con l'esperienza- affermo soddisfatta.

Sorride divertito e si pone un dito sotto il mento, in una fase meditativa.- Quindi dici che non dovrei discutere con te? Ok, lo terrò a mente, grazie del consiglio- 

La mia rabbia sta per traboccare. Ancora qualche secondo e di lui non rimarrà che un pallido ricordo. Ho come l'impressione di avere delle fiamme crepitanti al posto degli occhi in questo momento. 

- Non ti picchio perché potrei aggravare la tua situazione, ma puoi giurarci che quando starai bene non mi farò scrupoli a fartela pagare- dico con uno sguardo eccezionalmente diabolico.

Spalanca gli occhi sorpreso.- Ah, me la vuoi anche far pagare?- 

- Certo, te l'ho appena detto- noto confusa. È scemo o cosa?

- Nessuno sconto?- domanda visibilmente divertito da qualcosa che io non riesco ad afferrare.

- No, niente sconti per te- affermo accigliata.

- Allora mi aspetto un lavorino coi fiocchi- dice ghignando e sollevando un sopracciglio.- E deve essere solo per me- 

Corrugo la fronte e ruoto la testa di lato.- Ma tu... di cosa stai parlando per la precisione? Perché ho l'impressione che non sia la stessa cosa a cui mi riferisco io- 

Si apre in un sorriso a trentadue denti ed abbassa la testa per avvicinarla al mio collo.- Be' hai detto che me la farai pagare... pensavo me l'avresti data gratis, eppure mi sbagliavo- soffia sulla mia pelle, procurandomi dei brividi.

Sgrano gli occhi non appena assemblo le sue parole e mi scosto bruscamente.- Ma sei proprio un... Ma che schifo!- sbotto scandalizzata.

Ride e mi riavvicina a sé.- Come si vede che non sei esperta... se no non lo troveresti tanto schifoso- 

- E chi ti dice che in realtà io non lo sia?- domando sollevando un sopracciglio e guardandolo scettica.- Fa schifo il modo in cui alludi a quello, non l'atto in sé per sé- 

- In che senso saresti esperta?- domanda guardingo.- Per caso l'hai fatto?- 

- Sono cose private, non vedo perché dovrei...-

- E lo faresti con me?- spara all'improvviso, facendomi arrestare il cuore e fischiare le orecchie. 

Resto in silenzio per qualche secondo, leggermente scossa e presa alla sprovvista dalla sua domanda, poi punto gli occhi nei suoi e lo guardo seria.- Non ci sarebbe sentimento, quindi no, non potrei farlo- 

- Vuoi per forza trovare del sentimento in tutto?- domanda alzando gli occhi al cielo.- Non funziona sempre così- 

- Dovrebbe essere un atto d'amore, quindi, almeno in quello, il sentimento dovrebbe essere alla base di tutto. Non vedo come tu possa farlo sapendo che della persona a cui stai donando te stesso non te ne frega nulla, ma è solo un passatempo- Rabbrividisco e faccio una smorfia.- È una cosa orribile- 

- Orribile o meno è una cosa istintiva e naturale. Quando ho bisogno di farlo lo faccio, punto- risponde scrollando le spalle.

- Infatti quelle che mi sorprendono di più sono le ragazze. Danno via loro stesse come niente. Sembra quasi che non si vogliano dare valore... non lo capisco- Scuoto leggermente la testa e m'incanto a guardare il pavimento.

- Se sono felici così che continuino a farlo- taglia corto il troglodita.

- Non sono felici- affermo seria.- La maggior parte lo fa per darsi un tono, per poter dire in giro che non sono vergini... e non comprendo l'utilità di spifferarlo ai quattro venti, in fin dei conti è una cosa privata. Quando sento arrivare alle mie orecchie voci simili sinceramente mi rattristo. Alcune hanno un così disperato bisogno di sentirsi apprezzate dal resto del mondo che non sanno più cosa fare... È quasi come... un urlo silenzioso di aiuto. Sembra quasi che dicano "ehi guardami, ci sono anche io, ti prego non mi evitare perché nulla di me avrebbe ragione di esistere se no"- Sospiro e rannicchio le gambe contro il petto.- Sto male per loro, non è giusto tutto questo- 

Sento le braccia di David circondarmi dolcemente la vita ed avvicinarmi a sé.- Spetta a loro capire che non hanno bisogno di tutto questo per farsi notare, no?- sussurra al mio orecchio.- Alcune non lo fanno, eppure spiccano tra le altre- conclude sfiorandomi con le labbra il lobo.

Il mio cuore perde un battito e apro poco di più gli occhi. A chi si sta riferendo con la parola "alcune"? Perché... cioè, io tutto quello non lo faccio, ma... Oddio mi sto facendo un milione di paranoie inutili! Sicuramente non si stava riferendo a me.

- David... tu... sei mai stato innamorato?- butto là, sperando in un solo tipo di riposta: negativa... E non capisco il perché.

- No, mai- alita sul mio collo.- Tu invece?- 

Annaspo, come alla ricerca di ossigeno, ed infine sospiro.- No, nemmeno io- 

- E dunque sei vergine- spara divertito.

- Cosa?- domando mezza stordita e voltandomi a guardarlo.

- Sei vergine. Se non sei mai stata innamorata e fai sesso solo in presenza di un sentimento... Be' allora non lo hai mai fatto- conclude sorridendo soddisfatto.

Astuto e perspicace il tipo. Credo di averlo sottovalutato fin troppo, è più pericoloso di quanto immaginassi. Va tenuto sotto controllo.

- Il tuo ragionamento non fa una piega- affermo stupita.- Noto che ti stai evolvendo in fatto d'intelligenza- 

Sghignazza e preme la mia schiena contro il suo petto.- Almeno io mi evolvo, a differenza di qualcuno- 

- Se ti riferisci a me hai ragione. Non posso progredire perché sono già arrivata al livello massimo d'intelligenza che si possa avere- commento con aria affranta.- Forse in un futuro molto lontano ci arriverai anche tu- 

- Grazie mille per avermi dato delle speranze- risponde divertito.

- Oh è mio dovere, quando vuoi caro- Gli dò qualche pacca sulla spalla per rincuorarlo e scoppio a ridere. È troppo divertente prenderlo in giro, direi addirittura che è molto gratificante. Devo farlo più spesso, anche perché la sua espressione stizzita e divertita allo stesso tempo non ha prezzo.

Con la coda dell'occhio lo vedo guardarmi e ridacchiare sommessamente. Non appena mi calmo rilascio un sospiro sfinito e felice. 
È a dir poco paradossale l'effetto che la vicinanza di Trent sta cominciando a farmi. Mi sento... felice, come se al mondo ci fosse un posto per me, un posto al sicuro e dal quale non vorrei mai allontanarmi e dal quale nessuno mi allontanerà mai. 
Tutto ciò in netto contrasto con la situazione che, invece, siamo costretti a vivere ogni giorno.

- A proposito, hai fame?- Non so come io abbia fatto a scordarmi una cosa simile. Per ora ho la testa da tutt'altra parte.

- Un po'- risponde facendo spallucce.

- Ok, aspetta, ti porto qualcosa- Scosto la coperta di dosso, rabbrividendo immediatamente per il freddo, e vado verso la piccola e ormai familiare cucina. Apro alcuni sportelli e frugo al loro interno; le uniche cose che trovo per fare colazione, dopo minuti di esplorazione, sono dei biscotti e alcune barrette di cioccolata al latte e fondente.
Torno al divano, facendo attenzione a non far cadere nulla, e gli porgo i residui di cibo, appoggiandoli ordinatamente accanto a lui.

- Ho trovato solo questo- dico leggermente delusa e appoggiandomi le mani sui fianchi.

- Va be', basteranno per tutti e tre- liquida la faccenda aprendo la busta di biscotti ed afferrandone uno tra pollice ed indice. L'osserva per qualche istante ed infine lo morde delicatamente.

- Per tutti e due- lo correggo tornando alla cucinetta.

- Prima mi dici di comportarmi bene con lui- Indica Bim a terra e sorride divertito.- E poi sei tu che non gli vuoi dare da mangiare?- 

- Infatti non mi riferivo a Bim- affermo riempiendo un bicchiere d'acqua.

- Perché non vuoi mangiare? Sei impazzita?- 

Sposto gli occhi su di lui e contemporaneamente porto il bicchiere alla bocca per bere qualche sorso.- Non ho fame- taglio corto.

- Menti. Non hai mangiato nulla ieri sera, non puoi non avere fame- mi riprende lanciando la coperta da una parte e venendomi davanti.- Quindi ti riporrò la domanda: perché non vuoi mangiare?- 

Sposto lo sguardo a terra e sbuffo.- Non lo vedi?- domando indicando Bim.- Lui è dimagrito parecchio e tu non stai nemmeno bene. Io sono quella messa meglio, quindi per adesso posso non mangiare e lasciarlo a voi che ne avete più bisogno- concludo alzando gli occhi sul suo viso. E sta sorridendo.

- Credi che te lo lascerò fare?- domanda con un tono divertito e di scherno.- Sai cosa me ne frega di lui- 

- A me sì però. E non lo lascerò morire di fame per sfamare me stessa. E poi parliamoci chiaro, dentro quella busta ci sono talmente pochi biscotti che non bastano nemmeno per te, figuriamoci per tutti e tre- asserisco annoiata ed indicando il pacco che tiene in mano.

Si mette un nuovo biscotto in bocca e mastica lentamente.- Questo non significa che tu te ne debba privare, possiamo spartirli- propone a bocca piena. Non riesco a capire perché ci stia tanto a mandare giù questo maledetto biscotto.

- Ti ho detto di no. Per stavolta io non mangerò, punto. La questione è chiusa, e non mi farai cambiare idea- taglio corto incrociando le braccia al petto.

Fa spallucce.- Ok, lo hai voluto tu- Mi strattona a sé e si china a baciarmi. Ma... c'è qualcosa che... la sua lingua sta accarezzando la mia delicatamente e... sta spingendo dentro la mia bocca... Avverto il sapore di qualcosa di dolce e sgrano gli occhi stupita. Mi sta passando il biscotto che stava mangiando. Ecco perché mangiava lentamente e non deglutiva. Lui sapeva che non avrei ceduto e quindi stava già macchinando tutto.
Incredibilmente mi ritrovo a masticare e si allontana da me con un sorriso beffardo dipinto in faccia. 

- È stato piuttosto eccitante, non mi era mai capitato di farlo- commenta divertito, poi guarda il sacchetto nelle sue mani e torna con lo sguardo su di me.- Dovremmo riprovare- 

Scuoto violentemente la testa in senso di diniego e deglutisco a fatica.

- Oh sì invece, del resto è l'unico modo per farti mangiare- afferma sorridendo e mettendosi in bocca un nuovo biscotto.

- No, stai fer...- La sua bocca torna sulla mia e lo vedo lanciare il pacco dentro il tinello; pone le mani sui miei fianchi e mi spinge con la schiena contro la parete, mentre la sua lingua è tornata prepotentemente nella mia bocca e sta accarezzando con più foga di prima la mia. Un altro biscotto, precedentemente sbriciolato dai suoi denti, passa sotto i miei e per la seconda volta mi trovo costretta a masticare. 
Non posso credere che stia compiendo un atto così... intimo con me. È fuori dal normale! Ed il più grande problema è che mi piace pure, quando invece dovrebbe schifarmi. Insomma, io non mangio nemmeno da dove ha mangiato mio fratello! 

Deglutisco quando ho ancora la sua bocca sulla mia e quello che prima era un bacio di "passaggio" si trasforma in un bacio vero. 
Le sue mani navigano fino al mio viso ed avvicina il corpo al mio, finché non aderiscono come pezzi di un puzzle.
Un qualcosa di simile ad una scossa o ad un brivido si diffonde in me, a partire da dove si trovano le sue mani sino alla punta dei piedi, e rabbrividisco, ma stavolta non per il freddo.
Mi allontano, pur se controvoglia, per riprendere fiato e lo guardo stupita. 

- P... perché lo hai fatto?- domando a corto di ossigeno e parole.

Anche lui ha il respiro irregolare, molto più accelerato del solito. Fa spallucce e sorride divertito.- Era l'unico modo per farti mangiare e con cui saresti stata zitta. Un'idea a dir poco geniale- si vanta da solo.

- Sì, ma... non ti ha fatto... schifo? Cioè, è una cosa molto...-

- A te ha fatto schifo?- domanda improvvisamente serio ed inchiodandomi con lo sguardo.

- No, è questo il punto!- esclamo allibita e confusa. 

Sorride quasi... felice e fa un ulteriore passo in avanti.- A me la cosa non ha schifato. Ma forse perché eri tu... Molto probabilmente farlo ad un'altra mi avrebbe fatto schifo, anzi, non lo avrei fatto- 

Stai fermo dannato cuore! Non è il momento di agitarsi, e soprattutto non in questo modo indecoroso.

- Perché?- È tutto ciò che riesco a pronunciare, a causa della gola improvvisamente secca.

Scrolla le spalle indifferente.- Boh, non lo so- 

Come non lo sa?! Ci sarà pure un perché, una risposta valida, un maledetto qualcosa che mi faccia capire che cosa significano le sue parole sconnesse! 
Me lo deve dire accidenti, perché io sto impazzendo!

- Non puoi pretendere di sapere sempre le cose da me se poi sei tu il primo a buttare là frasi strane e non spiegarti- mi lamento allontanandolo con una piccola spinta. 

- Perché, a te interessa davvero sapere perché farlo con te non mi ha schifato mentre farlo con un'altra mi darebbe il voltastomaco?- mi provoca riavvicinandosi ed imprigionandomi le mani contro la parete.

- Sì che m'interessa. È un mio diritto saperlo- 

- Be' allora mi dispiace deluderti, ma non riesco a darti una riposta. L'ho fatto e basta, non ho neanche pensato che mi potesse infastidire. Forse perché ormai sei diventata in un certo senso familiare, non lo so. Ma alla fine non è questo che conta- 

- E cos'è che conta?- domando confusa.

- Che tu abbia mangiato- risponde ovvio e sorridendo beffardo.- Questo conta- 

Sorrido ed abbasso la testa. Alla fine non ho ancora capito perché abbia fatto tanto per farmi mangiare, ma in compenso mi sento felice. Ed una volta tanto questa felicità è dovuta alle sue parole. 

- Comunque grazie, nonostante i tuoi metodi discutibili- Alzo il viso e gli sorrido sinceramente.

Ridacchia e solleva gli occhi al cielo.- Non riesci a dire solo grazie?- 

- No, dovevo aggiungere anche il mio commento- affermo divertita e posando le mani sui suoi fianchi. 

Abbassa la testa per guardare dove si sono posate le mie mani e l'attimo dopo sorride sghembo.- Mi vuoi togliere la maglietta? Perché se vuoi ti dò una mano- dice ghignando.

- Figuriamoci se il pensiero non ti andava lì- commento trattenendo a stento un sorriso.- Comunque c'è un problema- concludo abbassando lo sguardo sulle mie scarpe.

- E cioè?- domanda avanzando di un passo.

Sospiro sconsolata.- Il cibo, sta finendo e bisogna andare a prenderlo- 

- Non vedo il problema- taglia corto con un'alzata di spalle.

Alzo la testa su di lui e lo fulmino.- Il problema non lo vedi perché sicuramente stai pensando di venire con noi a prenderlo. Ed è qui che ti sbagli, tu non verrai- affermo decisa.

- Cosa?- domanda corrugando la fronte.- Non mi faccio dare ordini da te- 

Scuoto la testa con disperazione.- Ma non lo capisci?! Non puoi venire nelle tue condizioni, tu... tu non immagini nemmeno cosa succederebbe se quella costola ti perforasse il polmone. Non è una scemenza come la mia, è molto più grave. Devi stare qua e non compiere sforzi... per favore- lo supplico stringendo la sua maglietta tra le mani.

I suoi occhi s'incatenano ai miei e mi diventa impossibile abbassare lo sguardo. I muscoli del suo viso sono contratti e la mascella ha assunto una forma quasi spigolosa, segni inequivocabili che la mia idea non gli piace affatto.

- No, non se ne parla- se ne esce fuori gelidamente.- Non ti lascerò andare con quel cretino- dichiara perentorio.

- Vedi forse qualche altra soluzione?- domando sollevando un sopracciglio.- O andiamo io e Bim o tutti e tre moriremo di fame e di freddo- 

- Se TU andrai con lui morirai!- sbotta fulminandomi ed indicandomi.- Ma non l'hai visto com'è fanatico di scontrarsi contro quei maledetti cosi?! Appena ne vedrà uno ci si catapulterà contro, e tu cosa farai eh?!- 

- Io...- 

- Farai la sua stessa fine, ecco come andrà a finire!- 

- Perché devi sempre pensare male?!- sbraito innervosita.- Bim non mi lascerà da sola, e non andrà a scontrarsi contro quei mostri! Non se glielo chiedo almeno!- 

- E cosa ti dà la certezza che al momento buono non commetterà lo stesso errore di ieri?!- grida, furioso come non lo avevo mai visto. Mi afferra un polso con uno scatto ed avvicina il suo viso al mio.- Tu con lui non ci andrai, il discorso è chiuso- sibila fissandomi negli occhi.

- Tu non prendi ordini da me, non vedo perché io dovrei obbedire ai tuoi- oso dire, contraccambiando l'occhiata gelida.

Aumenta la presa sul mio polso.- Perché non posso sopportare di rimanere segregato qua dentro col pensiero se tu tornerai o non tornerai. Non ce la faccio- E il mio cuore smette di battere. Poi riprende la sua folle corsa facendomi surriscaldare in tutto il corpo e probabilmente pompando più sangue del necessario.

- Invece tornerei- dico solo, abbassando lo sguardo.

- Non ne posso avere la certezza. Quindi il discorso si chiude qua- Si allontana da me con altrettanta velocità e si chiude in bagno, sbattendosi la porta alle spalle.







Per tutto il giorno David non mi ha più rivolto la parola, e adesso è calata la notte. 
Non l'ho mai visto reagire così per qualcosa, non l'ho mai visto tanto furioso. E per cosa? Ha davvero così tanta paura di perdermi? 
Ogni volta che ci penso mi ritrovo ad arrossire involontariamente o mi perdo a guardare un punto indefinito mentre la mia mente vola tra mille pensieri. 
Mi sono posta la stessa domanda: io avrei paura di perdere lui? La risposta è stata veloce quanto sicura: sì. Ne avrei, talmente tanta da non riuscire nemmeno a crederlo possibile.
Quando quella volta mi aveva lasciata per andare a prendere le mie pasticche ero sì preoccupata per lui, ma... in un modo diverso. Mancava qualcosa.
Pensavo solamente che non avrei potuto vivere senza di lui in questa situazione, ma adesso mi chiedo se potrei vivere senza di lui in tutte le situazioni.
Nel corso delle ore, dei giorni, delle settimane, Trent è diventato importante per me. E molto probabilmente non sarei più capace di farne a meno.
Ho sempre paura che gli possa succedere qualcosa, quasi come se... il mio obiettivo adesso non fosse più quello di fare in modo che io sopravviva, ma solo quello di far sopravvivere lui.
Per questo motivo temo più di ogni altra cosa, addirittura più di quei mostri, che quella sua maledetta costola possa perforargli il polmone, perché nel caso succedesse, senza le dovute cure, potrebbe addirittura morire.
Sto sopportando tanto, ma questo non riuscirei ad accettarlo. 
E per di più sembra non voler capire la gravità della sua situazione, ma anzi, si diverte a farmi disperare! 

Mi sollevo leggermente da terra e, cercando di abituare gli occhi al buio, guardo verso il divano per assicurarmi che non si sia mosso. Ma non c'è nessuno. 

Deglutisco a vuoto e dei brividi gelati mi scendono lungo la schiena. 
No... no... no. Lui non può essersene andato di nuovo. 
Mi alzo lentamente e tasto il divano alla ricerca disperata del suo corpo, ma le mie dita non sfiorano nulla se non la coperta che lo ricopre.
Corro verso il bagno e spalanco la porta con una crescente angoscia, guardo al suo interno, ma i miei occhi non s'imbattono in nessuna figura.

- Bim! Bim!- urlo sbattendo la porta.- Bim!- 

TJ fa scattare la testa in alto, Bim si sveglia di soprassalto e mi guarda con gli occhi ancora pieni di sonno. Calde lacrime cominciano a scorrere sul mio viso e mi getto a terra, distrutta.

- Che cosa è successo?- domanda delicatamente, strisciando verso di me.

Punto gli occhi su di lui e lo afferro per la maglietta, scuotendolo violentemente.- Dov'è?! David dov'è?! Dimmelo! Devo saperlo!- grido in pena.

Spalanca gli occhi e si guarda intorno.- Non lo so... Se n'è andato?- 

- No! No! Lui non mi ha abbandonata! Me lo aveva detto, lui non mi avrebbe più abbandonata!- Scuoto la testa e gli lascio la maglia.

- Forse è andato a fare una passeggiata- butta là posando una mano sul mio braccio, con l'intento di rassicurarmi.

- No!- singhiozzo prendendomi i capelli fra le mani.- Non può essere uscito nelle sue condizioni... No- concludo con un filo di voce e distendendomi a terra. Mi copro il viso con un braccio e continuo a piangere e singhiozzare, affranta e avvilita. 
Non doveva farlo, non doveva. Tutto, ma non questo. Se gli succedesse qualcosa io... preferirei la morte piuttosto che questa tortura.

- Tornerà, me lo sento- mi conforta Bim, accarezzandomi la testa.

- Deve tornare... deve- mi lamento con un filo di voce, a causa dei singhiozzi incontrollabili.- Non mi può lasciare- continuo artigliando con le unghie il pavimento e sfregandole con violenza, spezzandomene due.- No!- urlo afferrandomi la testa con maggiore disperazione.- David! Ti prego... non lasciarmi- mormoro senza fiato.

E se non tornasse mai più? E se non potessi rivederlo un'altra volta? Nelle sue condizioni gli è difficile persino muoversi, come può...

- So dov'è andato!- esclamo all'improvviso, rizzandomi a sedere.- È andato al supermercato!- Guardo la porta e mi alzo in piedi per raggiungerla.

- No, ferma- dice Bim, prendendomi per un braccio.- Non puoi andare- 

Corrugo la fronte e scaccio delle lacrime dal viso e dagli occhi che m'impediscono di vederlo bene.- Perché non posso?- 

Abbassa la testa in imbarazzo e sfrega le punte delle scarpe l'una contro l'altra.- Lui mi ha... ordinato di non...- 

- Di non?!- lo incalzo ansiosa.

- Di non farti fare pazzie mentre non c'era. Quindi non posso farti correre da lui- conclude tornando a guardarmi.

- Quindi tu...- Avanzo verso di lui con una rabbia crescente.- Tu lo sapevi! Tu sapevi che lui sarebbe andato da solo a prendere da mangiare!- 

- Mi aveva svegliato per dirmelo- confessa abbattuto.

Lo afferro nuovamente per la maglietta e lo scuoto con furia.- E perché non sei andato con lui?! Perché non lo hai fermato?! Perché gli hai permesso di compiere questa pazzia?!- 

- Non mi ha dato scelta. Ha detto che sarei dovuto rimanere a sorvegliarti. Io... ci ho provato- afferma in un sospiro, abbassando la testa.

- No... no- ripeto con un filo di voce e spalancando gli occhi.- No, no!- urlo infine, correndo alla porta.

Bim mi afferra in tempo per la vita e un attimo dopo mi solleva anche da terra. Scorgo TJ scattare in avanti e giungere vicino a noi, come ad assicurarsi che nessuno commetta sbagli. Comincio a scalciare e a dimenarmi come un serpente tra le braccia di Bim mentre gli urlo di lasciarmi andare e altre parole sconnesse. 
Piango. Piango disperatamente, tanto da sentire male alla testa e agli occhi, tanto da sentire che potrei cadere a pezzi da un momento all'altro.

- Lasciami- piagnucolo premendo le mani sulle sue braccia.- Ti prego, lasciami andare- 

- Non posso, l'ho promesso- risponde soltanto, stringendomi ancora più forte.

Libero un ringhio sconfitto e rabbioso e smetto di scalciare, mentre le lacrime continuano a scendere imperturbabili. 

- Ti prego, calmati- sussurra Bim, portandomi a sedere sul divano. Mi prendo la testa fra le mani e la scuoto violentemente, aumentando di gran lunga il mal di testa.

- No... no, se non torna?! Se gli succede qualcosa?! Non dovevo addormentarmi, non dovevo!- grido distendendomi e tirandomi i capelli. 
È tutta colpa mia, non avrei dovuto dirgli che sarei andata con Bim, non mi sarei dovuta addormentare, dovevo sorvegliare su di lui, dovevo... ma non l'ho fatto! Accidenti!

- Tornerà, lui tornerà- ripete Bim, per la millesima volta.

- Come fai saperlo? Perché sembri tanto sicuro di ciò che dici?- domando innervosita e guardandolo di sbieco.

Mi sorride e si siede vicino a me.- Perché ci sei tu qua, e non ti lascerà- dice soltanto, guardando la porta davanti a sé.

Tiro su col naso e punto anch'io lo sguardo sulla porta. Tornerà. Tornerà. Deve tornare. Lui... tornerà.















Angolo dell'autrice: 

Ciao a tutte le mie meravigliose lettrici, silenziose e non! <3
Eccoci alla fine di un nuovo capitolo non proprio felice :( eh già.
Qui la situazione è critica e non delle più rosee: David ha questa maledetta costola incrinata che potrebbe ucciderlo, e per di più il signorino si diverte a sparirci come se nulla fosse. 
Ci sta facendo decisamente impazzire >.< 
Sarah reagisce molto più violentemente stavolta, e tra poco capirà anche lei perché. E Bim cerca solo di aiutare il suo grande capo T.T 
Mi dispiace lasciarvi sempre sul più bello ahahahah, ma non lo faccio apposta */\* abbiate pietà! È che poi i capitoli mi vengono talmente lunghi che sembrerebbe di leggere la Divina Commedia, ahahah, che poi la mia storia divina non è, ma va be' serviva per rendere l'idea ;)
Coooooomunque, da questa premessa avrete capito o intuito che il nuovo capitolo è già pronto... Ihihih. 
Uuuuh, sono così contenta \(^.^)/ 
Ma andiamo avanti con la telecronaca del capitolo mie care spettatrici. 
Dunque, il mistero TJ s'infittisce... Mmm, chi sarà che dà energia a queste macchine/mostri? Ma la vera domanda è: perché TJ ha queste mutazioni? Che cosa gli sta succedendo? 
Questo caso si sta avvitando su se stesso mie care investigatrici! 
E poi arriviamo alla parte romantica del capitolo *-* 
David che passa i biscotti a Sarah *-* *-* *-* il problema è che poi non si sa spiegare come mai la cosa non lo abbia schifato... e nemmeno Sarah se lo spiega ;)
Solo che come al solito la nostra amata s'interroga su questo, David se lo lascia scivolare addosso come se nulla fosse. Tanto prima o poi arriverà anche lui alla resa dei conti! Muahahahahah. 
E poi, ancora una volta, si sono messi a parlare, ed in questo modo riescono a conoscersi meglio e a scoprire i segreti l'uno dell'altra. Che teneri *-*
Oddio ho scritto un sacco di roba, scusate vi starete annoiando! 
Vi lascio immediatamente >\\<
GRAZIE DI CUORE A TUUUUUUUUUUUUUUUUTTE! A prestooooo! E BUON CAPODANNO! 
Un bacioneeeeeee!

  
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