Libri > Le Cronache di Narnia
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Autore: Dhialya    30/12/2013    3 recensioni
Le scoppiò il cuore di felicità, sollievo, di una rinnovata emozione che le invase l'intero corpo, facendole tremare la voce e divenire gli occhi lucidi. Corse loro incontro, gli saltò addosso, assaporò i loro profumi da troppo tempo dimenticati.
Le sembrò di tornare a respirare dopo millenni.

Una creatura che ha atteso nell'ombra di una Narnia dimenticata per milletrecento anni il ritorno della speranza, di coloro che la strapparono alla Strega di Ghiaccio dandole una casa e l'affetto di una famiglia.
Il ritorno dei Pevensie, la guerra contro Miraz, la voglia di riprendersi la propria terra e la propria casa.
Un patto legato dal sangue ed inciso su pelle. Che supera il tempo, che si imprime nei cuori, che domina i ricordi.
-Dove ti sei fatta quella cicatrice?-
-Non è una cicatrice... -
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Caspian, Famiglia Pevensie, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Memorie d'incontri.


La giornata iniziò presto, più presto di quanto avesse pensato.
Quando fu svegliata dal richiamo di Caspian la prima cosa che notò fu che, alzando lo sguardo al cielo, l'alba era appena sorta, e i deboli raggi ancora faticavano per farsi spazio tra la vegetazione.
Avrebbe preferito recuperare qualche ora di sonno in più, dato che, grazie all'accampamento e le sentinelle, la casa di Aslan era un luogo sicuro in cui riposare. Forse il più sicuro da dopo secoli di vagabondaggio che le capitava tra le mani.
Ma sapeva che seguire i suoi desideri in quel momento non era possibile: avevano del lavoro da fare e, date le condizioni in cui si trovavano, perdere tempo dormendo non rientrava tra le possibilità a cui attingere.
Se le sarebbe andata bene e fossero tornati in fretta dal giro di ronda poteva sperare di concedersi un sonnellino pomeridiano.
Sospirò, raccattando le proprie cose e sistemandosi in modo sbrigativo: una lavata al viso con l'acqua ancora ghiacciata, infilare i calzari, sistemarsi la spada in vita, lisciare velocemente i capelli... Le mancavano così tanto le comodità del castello! Una stanza personale al riparo dal sole cocente dell'estate e dalle fredde ventate invernali, in cui potersi cambiare tranquillamente e senza preoccuparsi di agguati nemici.
Erano milletrecento anni che vagava come un'ombra notturna, una ladra nella foresta; le poche volte che si era avvicinata alla cittadina di Telmar, era durato giusto il tempo per comprarsi qualche vivero con i soldi rubati ai soldati e concedersi una tazza delle loro strane bevande nel caldo di una taverna.
Poi aveva preferito scappare, rifugiandosi nuovamente nei boschi che le avevano fatto da madre e da casa, prima di attirare attenzioni particolari su di se.
Cambiare vita, trovarsene una completamente nuova perché quella prima era stata totalmente stravolta, non era stato per nulla facile.
Alla fine si era arresta, prendendo le cose come venivano ed imparando a non badare più al resto.
Forse era per quello che, nonostante i sentimenti di rivalsa e vendetta che percepiva scorrere dentro di se, si sentiva come distaccata.
Distaccata da se stessa, da ciò che stava accadendo.

-Noi siamo pronti- comunicò Glenstorm, il centauro che per primo aveva donato la propria spada al Principe.
Grazie al suo gesto e a lui, creatura saggia che leggeva le stelle, era come se si fosse rotto un argine: vedere il resto dei Narniani che seguiva il suo esempio dando la propria fiducia ad un Caspian in tensione per la situazione in cui si trovava era stato alquanto emozionante e commuovente.
-E' un onore riaverti tra noi- le mormorò, quando Senelia lo raggiunse per unirsi con lui agli altri che aspettavano in uno spiazzo erboso poco lontano dall'ingresso.
Avevano riunito un piccolo gruppo di Narniani, tra cui fauni, centauri, nani e qualche felino parlante. Era una ronda che facevano non aveva ascoltato bene Caspian per quale motivo, ma sapeva che ogni passo fatto necessitava di concentrazione.
Gli occhi della ragazza soppesarono la figura del Narniano velocemente, scorgendo il viso del centauro che continuava a guardare avanti; non si era voltato verso di lei seppur le avesse parlato.
Sorrise tra se, sfiorando l'elsa della spada e ingoiando un groppo che le era salito in gola.
-Ti ringrazio-.







Quando si svegliò Lucy si rese conto che stava semplicemente sognando.
Aveva toccato Aslan e lo aveva abbracciato, affondando il viso nella folta criniera dorata e baciata dai raggi del sole, assaporando l'odore selvatico e facendosi cullare.
Si era sentita al sicuro e con un senso di positività quasi immenso, perché finalmente il leone era li, per aiutarli e rassicurarli rispondendo ai loro dubbi.
E, invece, era stato solo un sogno.
Provò una fitta di delusione che le oscurò gli occhi, mentre si alzava guardandosi intorno cercando di capire. L'ambiente circostante era perfettamente uguale a quello che aveva percorso nel sogno, e Lucy si chiese tanto se fosse solo una coincidenza.
La sola cosa differente era che gli alberi e Narnia stessa, però, erano avvolti nel silenzio come i giorni precedenti.
Studiò gli altri, rendendosi conto che continuavano a dormire, poi rivolse nuovamente lo sguardo al sentiero: si vedeva percorrerlo, poteva udire nella testa il rumore dei tronchi che si spostavano per lasciarla passare, le driadi che leggiadre le mostravano la via.
Seguì l'istinto, accompagnata dal battito speranzoso del cuore.
Era un richiamo troppo forte per non essere ascoltato.







Avevano marciato per vario tempo, fermandosi di tanto in tanto per osservare se ci fossero cambiamenti o impronte esterne a quelle conosciute e che avrebbero segnalato la presenza di soggetti esterni ai Narniani.
Il tempo era trascorso in modo tranquillo, e le luci dell'alba avevano iniziato a prendere il sopravvento. Quando erano partiti era ancora abbastanza buio e spirava una brezza fresca che aveva costretto gli esploratori più freddolosi, come fauni o i due ragazzi, a coprirsi maggiormente.
Si erano fermati in uno spiazzo erboso per riposare qualche minuto, e Caspian aveva dato l'ordine a due minotauri di controllare il circondario. I Narniani erano così scomparsi in due direzioni opposte tra la vegetazione Narniana, armati e silenziosi.
-Glenstorm, tu controlla da quella parte con un tuo compagno- disse Caspian, alzandosi in piedi e indicando al centauro di seguire la direzione presa da uno dei due minotauri.
-Io andrò da questa. Tu, vieni con me- spiegò poi, scegliendo l'altro sentiero e facendo un cenno ad un fauno.
Pensandoci, credeva che nonostante la stazza e la tranquillità del luogo già controllato non era sicuro che stessero così, da soli, a vagare tra la boscaglia.
-Aspettate qui- ordinò poi a tutti, lanciando uno sguardo a Senelia e incamminandosi.
La ragazza, semplicemente, annuì.





-Intrusi, intrusi!- Fu il grido dall'allarme che precedette l'arrivo del fauno che era sparito con Caspian, comparso tra la vegetazione con il fiatone.
La truppa d'istinto si allertò ed i membri si misero sulla difensiva, estraendo le proprie armi.
-Il Principe Caspian necessita di supporto!- Continuò, sparendo nella direzione in cui era arrivato per farsi seguire.
Senelia non seppe, mentre impugnava la spada e precedeva gli altri aiutandosi a recuperare terreno usando i rami degli alberi, come non aveva fatto a collegare le possibili alternative a cui andavano incontro.
Eppure si sapeva che nelle foreste potevano aggirarsi nuovamente loro...
L'aiuto di cui avrebbe potuto necessitare Caspian fu un richiamo più forte del fermarsi a pensare e chiedere chi fosse il nemico da battere. E poi, il fauno sembrava in uno stato di ansia così forte, che pensare al peggio fu inevitabile per tutti.
Sentì il clangore delle spade ancor prima di avere la scena davanti agli occhi, e automaticamente si preparò per attaccare, mentre dietro di lei giungevano in aiuto anche gli altri Narniani.
-Cosa sta succ-... Oh- Si fermò con la mano a mezz'aria e la frase gridata a metà, completamente spiazzata dalla scena che si trovava davanti, totalmente bloccata, mentre una sensazione di gelo le correva lungo la schiena.
Non è... possibile?

Osservò tutto, osservò i loro volti, le loro espressioni e il modo in cui la guardavano. Li guardò e li riguardò, come se fossero un miraggio, per imprimersi nella mente quella scena che aveva così tanto desiderato da così tanto tempo.
-Non ci posso credere...- Sentì mormorare da se stessa, portandosi una mano alla bocca che trovò improvvisamente troppo secca.
Dov'era l'aria quando serviva?

-Senelia!-

















































Noticina: L'idea per questa storia è nata dal progetto di una shot con un personaggio che ripercorresse a tratti i momenti vissuti durante il Principe Caspian. Ma sarebbe stata una cosa troppo lunga nel complesso. Ecco perché l'idea della storia “corta”, e perché certi pezzi sono trattati come se fossero “ricordi”.

Ultimo aggiornamento dell'anno. E' strano, non so ancora come passerò capodanno. Che bello :'D:
Si incontrano i Pevensie e Senelia. Doveva pur accadere, no?
Ringrazio per le letture e l'attenzione. Vi auguro una buona serata e ne approfitto per farvi i miei migliori auguri per il 2014. :)
Love you all
Dhi.


   
 
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