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Autore: kk549210    30/12/2013    6 recensioni
Un giardino di rose. Un incontro ben noto, con qualcosa di inaspettato...
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Amare è per sempre'
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LIVIA VANNUCCI RABB 1965-1998
 
Harm accarezzò la lapide in pietra grigia e staccò alcune foglie appassite dal piccolo roseto rosso. Davanti ai suoi occhi balenò il sorriso luminoso e a volte dolcemente beffardo di sua moglie. Sentì scendergli nel cuore nostalgia, ma anche dolcezza e gratitudine. Livia aveva preso per mano un ragazzo tormentato e superficiale e ne aveva fatto un uomo maturo e consapevole. Con il suo amore e anche con la sua morte. Gli aveva insegnato ad amare, nel senso pieno della parola.
-Ciao, Amore mio! – sussurrò con tenerezza.
Anche lui, come sua madre, poteva avere una seconda possibilità. Doveva solo evitare di essere così sciocco da farsela scappare. Mac stava per sposare l’ornitorinco. Quella sera Chegwidden avrebbe aperto la sua casa per una festa in onore dei due fidanzati. E lui sperava di trovare una occasione per parlarle. Un tentativo in extremis. Non era certo il tipo da struggersi dietro una donna sposata o, peggio ancora, da divenirne l’uomo di riserva.
 
 
Nella residenza dell’ammiraglio, l’atmosfera era molto animata. Bud era tirato a lucido, perché sapeva che in quella stessa serata avrebbe dovuto conferire a sua moglie i nuovi gradi. “Non esagerare con i vol au vent!” gli accennò Harm con un paterno sorriso di rimprovero. Tra Tiner e Galindez c’era la solita rivalità da galletti del pollaio JAG, soprattutto perché il tenebroso marine si era presentato in compagnia di una rossa dalle forme molto procaci. “Jason, sta’ in guardia! Se Victor è soprannominato Gunny, ci sarà un motivo!” pensò scherzando. L’augusto AJ era un perfetto anfitrione, cordiale e temperatamente solenne nel suo ruolo. Ma gli occhi di Harm non volevano più distrazioni e si misero a seguire senza pace la bellissima Mac, conturbante e irraggiungibile, come quella Marilyn dal vestitino svolazzante che teneva alla parete in Accademia. Ad un certo punto la vide uscire sul portico. Era quella l’occasione che tanto aspettava. Si congedò con una scusa da Mattoni, che cercava di impastoiarlo con i soliti discorsi di lavoro, e la raggiunse.
Mac era di spalle e stava armeggiando nella borsetta.
-Non avrai mica iniziato a fumare… – esordì lui con tono scherzoso.
Lei si girò di soprassalto, sentendo la sua voce così calda e allo stesso tempo serena.
-Il solito salutista. – rispose, cercando di mantenersi calma, anche se sentiva la pelle d'oca. Non certo per l’aria fredda di quella serata – No, non ti preoccupare. Ma perché ti è venuta un’idea così balzana?
-Il matrimonio è un passo importante. Può creare ansia e panico. Fossi in te non mi stupirei. Sai, io non immaginavo di trovarmi a festeggiare il tuo fidanzamento…  
-Cosa ti aspettavi, che rimanessi single a vita?
-Certo che no. Sono solo sorpreso per l’uomo che hai scelto.
Harm si sedette sulla panchina con un’aria rassegnata. Mac gli si mise accanto.
-Che cos’ha che non va Mic?
-Ha la sensibilità di un gorilla, ad esempio… – disse Harm con un sorriso.
-Ehi, un po’ di rispetto! Stai parlando dell’uomo con cui ho deciso di trascorrere il resto della vita.
-Se va bene a te, va bene anche a me.
-Mi sembra che tu non la pensi proprio così…
-Va bè, Brumby non è il massimo… ma il problema non è lui, è che hai fatto troppo in fretta.
-In fretta? Tu non ne hai mai voluto sapere di me… come quella sera sul traghetto a Sydney.
-Non era mica la crociera sul Titanic. Non finiva il mondo! – rispose lui alzandosi in piedi e allontanandosi di qualche passo.
-Perché ti sei tirato indietro? – chiese Mac avvicinandosi. Aveva avanzato una domanda così diretta perché lui le stava voltando le spalle.
- Lo sai che era complicato… un sacco di cose – fece Harm girandosi a guardarla dritta negli occhi.
-Avevi paura di una relazione tra colleghi? Il problema è che tu sei molto bravo a scappare… -
-Parla la buona… -  osservò lui con un dolce tono di rimprovero.
Il viso di Sarah si rabbuiò, al ricordo del male che gli aveva fatto. Harm le accarezzò con delicatezza la guancia con il dorso delle dita.
-Non ti preoccupare, Mac. Il passato è passato. Io mi sono perdonato e tu devi fare lo stesso.
Rimasero per alcuni istanti a guardarsi negli occhi, senza dire una parola. Lui si sentiva il cuore battere all’impazzata e sperava che anche quello di lei corresse alla stessa velocità. Per un secondo Mac ebbe la fugace impressione che lui volesse baciarla.
-Non stavo scappando, te lo assicuro. Dovevo ancora trovare un vero equilibrio nella mia vita. E anche la nostra amicizia doveva rinascere su basi solide. Ma tu ami davvero Mic?
Le rivolse questa domanda con un tono di supplica, accompagnando le parole con uno sguardo altrettanto eloquente. Lei si sentì spiazzata.
-E tu, amavi Livia quando l’hai sposata?
-Certo, da morire. Ma questo ora non c’entra.
-È meglio che torni dentro – disse per sottrarsi all’impasse. Lui la trattenne per un braccio.
-Lo ami?
-Non sono domande da fare.
-Mac…
-Cosa?
-Stai dimenticando la tua borsetta.
-Grazie… - disse lei. Le loro mani si sfiorarono per un attimo infinito – Devo tornare dentro, non vorrei che Mic si preoccupasse…
-Sì – osservò lui con rammarico – Ehi, ma è freddo – Si sfilò la giacca e gliela mise sulle spalle nude – Scusa.
-Non ti devi scusare.
-Ti ho fatto una domanda inopportuna.
-Che cosa vuoi che ci sia tra me e lui? Lo sto per sposare…
Harm sospirò profondamente, portandosi le mani al volto. Solo in quel momento lei notò che non portava più la fede.
   Perché non riesci a essere felice per me?
-Ma io lo sono. Non capisco solo perché ti sei buttata a pesce tra le sue braccia.
-Tu mi hai respinto…
-Ti avevo detto solo che non ero pronto.
-Fino a quando? – chiese lei con uno sguardo ansioso.
-Allora non lo sapevo. – rispose Harm con la voce un po’ tremante. Poi riprese più sicurezza – Sai, una volta Mic disse che al JAG eravamo tutti un po’ innamorati di te… se lo dicesse ora, non avrebbe del tutto torto.
-Sul fatto che anche l’ammiraglio è un po’ innamorato di me? Uhm… interessante– Mac la mise sullo scherzo per non tradire l’emozione profonda che la scuoteva tutta.
-No, sul fatto che c’è qualcuno che è innamorato di te – disse lui deglutendo.
-Chi? – lo interrogò lei, impaziente.
Harm non rispose, continuando a guardarla dritta negli occhi, con il pomo d’Adamo che gli andava su e giù per il tremore estatico.
-Chi? – insistette Mac, accostando il viso a quello di lui.
“Vuoi una dichiarazione in piena regola?” pensò Harm. Sfiorò dolcemente le labbra della donna di cui, a dispetto di tutto, si era profondamente innamorato. Lei non si sottrasse. Allora lui chiuse i suoi grandi occhi cerulei e la baciò con grande trasporto. Con quell’eloquenza che valeva più di mille parole.     
  
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