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Autore: _haribooinlove    30/12/2013    15 recensioni
La strada oltre la staccionata era buia e il bosco che si estendeva dall’altra parte della via era avvolto in un silenzio minaccioso, che mi metteva i brividi.
Scorsi la figura di un gatto che camminava nell’oscurità. Lo seguii con lo sguardo e m’imbattei nella sagoma di una persona.
Dev’essere un ragazzo, e mi sta guardando. Il mio cuore iniziò a palpitare. Scuotendo la testa, mi voltai e rientrai in casa.
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Sbuffai e sentii uno strano odore alle mie spalle. Era un'essenza, una meravigliosa essenza.
(...)
Mi girai e… e lo vidi.
Era lui, era proprio il misterioso ragazzo.
-c-chi sei?- domandai con voce rotta.
Il ragazzo non rispose, continuava a scrutarmi con aria interrogativa, sembrava sorpreso che lo stessi guardano.
-cosa vuoi da me?- ripresi, acquistando decisione.
Il tempo di battere le ciglia e non lo vidi più, nel punto esatto in cui era sparito si addensò una leggera nebbiolina che, nel tempo di pochi secondi, sparì.
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-Evie, tu non sei umana!-
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-ho paura Harry…- sussurrai.
(…)
-non preoccuparti, troveremo un modo attraverso il buio-
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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1. BLACK AND WHITE

 
-si mamma, torno dopo cena- camminavo, mantenendo il cellulare tra l’orecchio e la clavicola.
Adele, mia madre, come ogni volta che uscivo, mi faceva la ramanzina al telefono. Ripeteva sempre le stesse raccomandazioni, soprattutto in quest’ultimo periodo che facevo, ordinariamente, incubi.
Vi starete chiedendo perché una madre si deve preoccupare così tanto, ebbene io non ho la risposta.
-mamma, vado a cenare da Dilan! Non sto andando a Parigi- protestai, iniziando a perdere la pazienza.
Dietro la cornetta, potevo udire la voce corrucciata di mia madre, accompagnata dal sottofondo della tv accesa.
-non ti preoccupare, starò attenta- la rassicurai, prima di chiudere la chiamata e suonare a casa Wright.
Mi aprì Susanne, la madre del mio migliore amico Dilan, con un sorriso stampato in viso e il grembiule sporco di farina.
-ciao Evie, stavo preparando la crostata. Entra pure- si scostò dalla soglia e, con fare gentile, mi fece entrare.
-come sta, signora Wright?- le chiesi, cortesemente.
-bene, grazie mille cara, adesso vado, altrimenti non finisco di preparare il dolce- si spostò nel cucinino, dietro la sala da pranzo e, subito dopo, Dilan scese dalle scale.
-sali Evie- mi disse, facendo un cenno con la mano. Levai il cappotto e posai la borsa sul divano in camoscio.
Salii di fretta le scale ed entrai in camera di Dil.
Casa sua era molto confortevole, piccola e calda. Era di legno, col tetto spiovente, di colore giallo canarino.
Nel salotto c’era un divano rosso ad angolo e una poltrona metamorfica, entrambi i sofà erano rivolti verso la grande tv a schermo piatto, posata su un mobile di ebano.
-senti questo…- Dilan, si posizionò davanti alle sua console da DJ e mi fece sentire un pezzo, remixato al momento.
Mi sedetti sulla cassapanca affiancata al letto, e, appena finì la sua performance, gli applaudì.
Proprio così, il mio amico era un DJ e, devo dire, molto bravo.
Dilan, è un ragazzo molto alto. La sua carnagione è chiara e i capelli, in completo contrasto con la sua pelle, corvini.
‘il ragazzo perfetto’ mi ripeteva mia madre dal giorno esatto in cui l’ho incontrato (avevamo dodici anni) e, contando che ora ne avevamo entrambi diciotto, continua a dirmi questa frase da ben sei anni. Immaginate un po’ che tortura per me, che lo considero come un fratello, ma ora sto divagando.
Sentii il cellulare vibrarmi in tasca e, sbuffando, lo controllai.
Era una notifica di twitter e sorrisi subito leggendo quello che, la mia amica Isabel, mi aveva appena annunciato.
-che succede?- domandò Dil, corrugando la fronte.
-Isa mi ha detto che domani ci sono i ‘five crazy kids’ in città, Ha preso due biglietti per il concerto- trillai, esaltata dall’idea d’incontrare la mia band preferita.
I ‘five crazy kids’ sono un gruppo della mia città, Bayfield.
Forse è inappropriato chiamarla ‘città’, naturalmente voi vi starate chiedendo dove si trovi e, fate bene, perché fino a cinque anni fa, quando i miei divorziarono e io venni qui con mia madre, nemmeno io sapevo cosa fosse.
Bayfied è un paesotto situato nella contea di ‘La Plata’, nello stato del Colorado.
E’ un piccolissimo centro abitato di millecinquecento abitanti, scarsi.
I ‘five crazy kids’ sono stati scoperti da un produttore di Denver, circa due anni fa e così sono diventati ‘famosi’, naturalmente solo in Colorado.
Notai i libri scaraventati sulla scrivania di Dilan e, così, mi scappò un sorriso.
-hai finito matematica?- chiesi furba.
-ti sembra?- domandò, volgendo un’occhiata al suo libro di algebra aperto.
Scossi la testa e ridacchiai.
Io e Dil, frequentavamo la “Jefferson-Adams High School”, entrambi all’ultimo anno, finalmente!
Sentimmo dei passi al piano di sotto e la voce stridula di sua sorella Bessy, gridarci ‘a cena!’ con fare scocciato.
Bessy è una ragazzina di tredici anni, parecchio interessata agli amici di suo fratello, ma le amiche non le erano particolarmente a genio, specialmente io ed Isabel, che eravamo sempre insieme a lui.
Noi tre siamo migliori amici da sempre, come le Gorgoni: sempre uniti.
Certo, abbiamo litigato-tante volte- ma, risolviamo sempre con un abbraccio.
Scendemmo la rampa di scale e percorremmo il salotto, per arrivare al grande tavolo bandito.
Mi è sempre piaciuta la cucina di Susanne, è un’ottima cuoca.
Occupammo posto e iniziammo ad abbuffarci.
 
 
 
La serata durò a lungo, dopo mangiato io e Dilan guardammo un film in salotto e poi lo aiutai a finire algebra, spiego meglio: gli feci gli esercizi. Ma, ehi, io e lui abbiamo un patto dal primo superiore: io gli faccio matematica, lui latino.
Già, non era il mio punto forte. Ma dai! Il latino è una lingua morta e sepolta ormai! Non è che quando vai in un ristorante cinese, italiano, spagnolo o di qualsiasi altro stato del globo, i camerieri chiedono l’ordinazione in Latino, giusto?
Siccome mia madre, come previsto, mi ha intasato il cellulare con le sue continue chiamate e messaggi, decisi di tornare a casa.
Rifiutai il passaggio del padre di Dilan, Mortimer, e iniziai a percorrere la strada di casa.
Erano circa le undici e quarantacinque e, naturalmente, Bayfield era vuota. Tutte le macchine erano parcheggiate nei vialetti di casa e, per strada non camminava nessuno.
Mi strinsi nel mio cappotto, per cercare di respingere il freddo che intendeva congelarmi le vene, ma non servii a molto.
I miei capelli color cenere, erano diventati elettrici, cosa che odiavo! Le guance erano rosse e il mio corpo stava raggelando.
Cercai di aumentare il passo quando sentii un rumore sordo dietro di me.
Con un sobbalzo mi girai. Focalizzai su un bidone della spazzatura che era caduto a terra ma, nei paraggi non c’era nessuno.
Sarà stato un topo! Ma…come fa un topo a buttare giù un cassonetto?
Magari mi sto immaginando tutto, sarà la stanchezza.
Ma come fa ad essere la stanchezza?! Lo vedo il cassonetto rovesciato a terra.
Feci un lungo respiro e decisi di non pensarci più, così, con le gambe che tremavano, decisi di affrettarmi a tornare a casa, anche perché la zona industriale di Bayfield mi ha sempre impaurita un po’.
La nebbia si era fatta più fitta e il freddo era diventato gelo.
Pensa positivo Evie, pensa positivo. Decisi di tirar fuori il cellulare dalla tasca e tenermi un po’ impegnata ma, non servì a molto, perché appena sentii dei sussurrii provenienti dalla scala anti-incendio di una fabbrica, mi pietrificai.
-c-c’è nessuno?- bisbigliai. I sussurri non diminuivano, anzi, si facevano sempre più netti. Il mio respiro diventò più affannoso e le mie gambe iniziarono a tremare. M’imposi di calmarmi ma, in meno di cinque minuti, iniziai a correre.
Tutte le persone che conosco, mi hanno sempre detto che sono una ragazza senza paura, ma, non è per niente vero.
In questo momento, vorrei sparire.
Corsi, corsi, corsi senza mai fermarmi. Giunsi alla via dove si trova la mia casa e aprii il cancelletto di legno. Quando, finalmente, mi trovai in giardino, sospirai e mi guardai dietro.
La strada oltre la staccionata era buia e il bosco che si estendeva dall’altra parte della via, era avvolto in un silenzio minaccioso, che mi metteva i brividi.
Scorsi la figura di un gatto che camminava nell’oscurità. Lo seguii con lo sguardo e m’imbattei nella sagoma di una persona.
Dev’essere un ragazzo, e mi sta guardando. Il mio cuore iniziò a palpitare. Scuotendo la testa, mi voltai e rientrai in casa.
Mi poggiai alla cassetta delle lettere, e afferrai le chiavi dalla borsa. Non feci in tempo a farle girare che la porta si aprì da sola.
-ma ti rendi conto di che ora è?! Ti sembra “dopo cena”?!- sbraitò mia madre, tirandomi per un braccio e facendomi sedere sul divano.
I suoi bei capelli ramati erano scompigliati, indossava il pigiama.
-abbiamo visto un film e ho aiutato Dil nei compiti, potevi benissimo andare letto…non c’era bisogno che mi aspettassi sveglia!- sbottai, andando in cucina e riempiendomi un bicchiere d’acqua.
-perché non ti sei fatta accompagnare da Susanne?- chiese lei, ormai sfinita dal sonno.
-mamma, ho diciotto anni! Posso benissimo fare qualche isolato a piedi!- protestai.
Avete sentito? Capite cosa devo passare ogni giorno?!
Okay, capisco che direte che la mia, è una madre “apprensiva”, ma è totalmente diverso, la mia è “oppressiva” e c’è molta differenza!
Stanca della conversazione, posai il bicchiere nel lavello, e a passi svelti raggiunsi il piano di sopra.
Tolsi il cappotto e lo appesi all'attaccapanni dietro alla porta, e poggiai la borsa sulla sedia girevole vicino alla scrivania.
Circa dieci minuti ero rannicchiata sotto il mio piumone. Mia madre finalmente è andata a dormire.
Afferrai il cellulare, scaraventato sul comodino, e lessi l’ora: era mezzanotte.
Mi arrivò un messaggio da Dilan, che aprii subito.
 
“ancora sveglia?”
 
Vedete? Ecco perché è il mio migliore amico.
 
“non riesco a dormire…” 
 
Risposi subito dopo. Aspettai alcuni secondi, poi il cellulare mi vibrò in mano.
 
“dovresti, sai che domani abbiamo il test di matematica. Ci vediamo sul bus. Buonanotte x”
 
Con un sorriso, misi il cellulare sul comodino e mi girai da un lato. Solo che non riuscivo proprio a chiudere occhio! Pensavo a quello strano ragazzo che ho visto prima.
Magari sono impazzita, sono sicura di essermi inventata tutto! Anche se penso che ci sia un briciolo di realtà in quello che ho visto.
Mangiata dalla curiosità, mi accovacciai sulla panca sotto la grande vetrata della mia camera e, avvolta nel plaid, guardai il punto in cui avevo intravisto quella sagoma.
Naturalmente non c’era nulla. Cosa pensavo? Di ritrovare quello che, a me, era sembrato un ragazzo? Perlopiù nello stesso punto, che guardava la porta d’entrata?
Okay, è ovvio: sto impazzendo!
Sbuffai e sentii uno strano odore alle mie spalle, era più un’essenza, una meravigliosa essenza. Sapeva di primavera, margherite e lavanda, totalmente inappropriata al rigido inverno che incombeva su di noi.
Mi girai e… e lo vidi.
Era lui, era proprio il misterioso ragazzo! NO, è impossibile, non me lo sono inventato! Era lì, dritto proprio di fronte a me.
Riuscivo finalmente a vedergli lo splendido viso, lineamenti eleganti, occhi verdi e capelli ricci. Ma, c’è una cosa che mi ha particolarmente sorpresa e rapita: emetteva luce propria!
Il suo corpo era contornato da un’aura candida, ma molto flebile.
Trattenni il respiro, forse per paura, forse per stupore, o forse solo perché mi venne spontaneo farlo.
-c-chi sei?- domandai con voce rotta.
Il ragazzo non rispose, continuava a scrutarmi con aria interrogativa, sembrava sorpreso che lo stessi guardano.
-cosa vuoi da me?- ripresi, acquistando decisione.
Il tempo di battere le ciglia e non lo vidi più, nel punto esatto in cui era sparito si addensò una leggera nebbiolina che, nel tempo di pochi secondi, sparì.
Il cuore prese a martellarmi nel petto.
Calmati Evie, è solo un sogno, con un pizzicotto ti sveglierai.
Con la mano tremante e sudata, mi pizzicai il braccio destro, ma quello che sentii fu solo dolore. Niente risveglio, niente confusione, solo un leggero dolore.
Okay, i pizzicotti non funzionano…ma, ma è anormale quello che è successo, quindi c’è solo una spiegazione: non è successo.
 
 
 
 
 









 
SPAZIO DI AUTRICE
si, chiamatemi pazza, ma mi è venuta in mente questa folle idea e, ho deciso di cimentarmi in questa nuova fanfic 'through the dark'.
So che ho in corso già 'ancora tu!'.
So che è impegnativo scrivere due storie contemporaneamente, ma m'impegnerò al massimo per riuscici!

Già, FANTASYperchè?
Buh...oggi, mentre mangiavo un panino, mi sono detta 'ehi, perchè non scrivere una storia fantasy?', e quindi eccomi qui.
Spero veramente che piaccia a tutti, ho creato anche una sottospecie di banner...si, lo so,fa abbastanza cagare, ma è il meglio che ho sapuo farexD
Spero che leggiate in tante/i questa nuova storia, e se volete lasciarmi una recensione ne sarei veramente troppo contenta.
Ah...vorrei presentarvi i personaggi:

EVIE HUSSIAN:

 l'ho immaginata come la bella Zara Larsson.

DILAN WRIGHT:
 
ossia il bellissimo (*_*) Carter Jenkis.

MAMMA ADELE:
 
Julianne Moore è molto simile a come ho immaginato la madre di Evie.

ecco il trailer della storia: trailer
Un bacio a tutti xx
 
   
 
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