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Autore: Hazel92    30/12/2013    4 recensioni
Los Angeles è stata divisa in cinque fazioni,consacrate ognuna a un valore: la sapienza per gli Eruditi, il coraggio per gli Intrepidi, l'amicizia per i Pacifici, l'altruismo per gli Abneganti e l'onestà per i Candidi. Genim Stilinski a sedici anni, come tutti i suoi coetanei è chiamato a compiere una scelta. Rimanere nella sua fazione, accanto ai suoi cari, oppure lasciare tutto e iniziare una nuova vita in un'altra fazione? Tuttavia, il test che dovrebbe indicargli quale fazione scegliere si rivela inconcludente e ciò che ne risulta sembra essere veramente pericoloso.
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Questa è una mia rivisitazione del primo volume della trilogia di Veronica Roth, Divergent. Anche se non conoscete il libro potete comunque leggerla. Spero vi piaccia. :)
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Stiles Stilinski , Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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Angolo dell’autrice : Sono tornata! Lo so, sono passati mesi e mi dispiace tantissimo. Non ho avuto molto tempo per scrivere e prima ho voluto portare a termine l’altra fan fiction che stavo scrivendo. Però sono di nuovo qui e prometto che questa volta aggiornerò con più frequenza. Magari almeno ogni due settimane. Spero che abbiate ancora voglia di seguire la storia e se vi va lasciate una recensione.
(p.s. Mi scuso per la brutta formattazione che trasforma i trattini del discorso diretto in pallini :( )

 
Il risveglio non è dei migliori. Anzi è forse il peggior risveglio che abbia mai avuto in vita mia. Mi strascino fuori dal letto e anche se non posso vedere la luce del sole, so che fuori è ancora buio. Facciamo colazione tutti insieme anche se nessuno apre bocca. L’alzataccia ha tagliato la lingua a tutti. In un tavolo vicino al nostro scorgo gli altri iniziati, quelli degli intrepidi e il mio sguardo si incrocia con quello di Allison. Non so che fare. il contatto visivo mi imbarazza, quindi faccio per distoglierlo, ma lei mi sorprende. Alza una mano e mi saluta sorridendomi. Imbarazzato le sorrido anche io e ricambio il saluto.
  • Che c’è rigido, ti imbarazza che una bella ragazza ti saluti? Sei così tenero! – mi sbagliavo. Qualcuno ha ancora voglia di parlare. Si tratta di Jackson. Gli lancio un’occhiataccia ma evito di rispondergli.
  • Conosci Allison? – alzo lo sguardo spiazzato, incontrando quello di Lydia. È la prima volta che mi rivolge direttamente la parola.
  • Beh conoscere è una parola grossa. Ieri le sono finito addosso… - dico, cercando di scherzare.
  • Sei proprio un idiota! – si intromette di nuovo Jackson. Non so perché ma mia aspetto che Lydia dica qualcosa e invece non lo fa. Abbassa lo sguardo e torna a mangiare. E così faccio io.
All’improvviso Derek spunta nella mensa e la sua voce ci fa sussultare tutti, tanto che rischio di rovesciarmi addosso la colazione. Ci chiede, o forse dovrei dire ci ordina, di seguirlo e così facciamo.
Arriviamo in un nuovo posto che non ho mai visto fin ora. È una specie di palestra e da quello che vedo davanti a me non impiego molto a capire cosa andremo a fare.
  • Per prima cosa imparerete a usare la pistola. Poi passeremo ai combattimenti corpo a corpo. – esordisce. I miei occhi si spalancano per la sorpresa. Maneggerò una pistola. – L’iniziazione si compone di tre moduli, che non hanno tutti lo stesso peso. Perciò vi sarà possibile migliorare il vostro punteggio di volta in volta. Oppure peggiorarlo. – sul suo volto si forma un ghigno e non posso fare a meno di chiedermi che cosa ci trovi di tanto divertente. – Vi valuteremo in ogni modulo. Il primo stadio è prevalentemente fisico, il secondo emotivo, il terzo prevalentemente mentale. Dovete imparare a difendervi e questa… - dice mentre fa ruotare la pistola tre le mani – vi sarà molto utile. -  non so ancora se tutto questo mi piace. Negli abneganti imparare a sparare sarebbe assolutamente inconcepibile. Devo piantarla di pensare da abnegante! – Ora…guardate. –
Derek si volta verso i bersagli, carica la pistola e spara. Il proiettile lo colpisce in pieno, perforando il centro preciso del bersaglio. A quel punto ognuno di noi  prende una pistola e si posiziona davanti al proprio bersaglio. Divarico le gambe, ponendole all’altezza delle spalle e cerco di impugnare bene la pistola. Ma mentre io sto ancora capendo come usarla correttamente, uno sparo squarcia il silenzio che si era creato. Mi volto a cercare chi sia stato a sparare così velocemente, e quando lo capisco rimango con la bocca spalancata. Lydia è in piedi e tiene le braccia ferme, la presa salda sulla pistola. Poi sposto lo sguardo sul bersaglio e vedo che è stato colpito. Non al centro…ma quasi.
Derek che cammina alle nostre spalle osservandoci, le braccia incrociate davanti al petto, si lascia sfuggire una risata.
  • La ragazza ci sa fare. – commenta, e non posso che dargli ragione.
 
Nel pomeriggio i nostri allenamenti proseguono. Ma questa volta niente pistole. Ci alleneremo a combattere, usando dei sacchi da boxe. La mia performance con la pistola non è stata eccellente come quella di Lydia, ma dopo qualche tentativo riesco anche io a centrare il bersaglio. Spero che con il combattimento vada meglio. Non posso permettermi di avere un punteggio basso.
Derek ci mostra come colpire il sacco e noi lo imitiamo. Inizio a colpirlo, prima con i pugni, poi con dei calci, e mi accorgo che mi viene abbastanza facile. Sicuramente più che maneggiare una pistola. Derek gira tra di noi, osservandoci e dandoci qualche consiglio di tanto in tanto. Quando arriva vicino a me, mi irrigidisco. Il suo sguardo riesce a rendermi nervoso.
  • Ricordati di tenere sempre le mani davanti alla faccia, quando non stai colpendo. – annuisco e lui se ne va.
Dopo un po’, sento che i muscoli iniziano a farmi male e le nocche delle mani sono completamente scorticate. Mi fermo qualche secondo per riprendere fiato e osservare gli altri. Jackson è una macchina da guerra, non si ferma un secondo. Continua a colpire quel sacco con forza, senza battere ciglio. Gli altri invece sono più o meno tutti nelle mie condizioni. Cerco Lydia e quando la trovo, mi rendo conto che non ce la fa più. Stringo i denti perché non riesco a vederla in quel modo, ma non c’è niente che io possa fare per aiutarla. Per fortuna che è brava con la pistola. Penso.
Gli allenamenti per quel giorno arrivano finalmente al termine. Torniamo nella nostra camerata ed io mi butto sul letto distrutto. Tutto quello che voglio fare per il resto del giorno è dormire. Mi alzerò per mangiare e poi tornerò a dormire. So che probabilmente dovrei sfruttare il tempo libero che abbiamo per fare altro, ma non è quello il giorno.
Il mattino seguente torniamo nella palestra, ma questa volta non ci sono sacchi. Al loro posto però appoggiata a una parete, c’è un’enorme lavagna con riportati i nostri nomi.
  • Oggi combatterete. – inizia Derek. Che cosa?!? Abbiamo imparato a combattere ieri e oggi ci vogliono già far scontrare? Mi guardo intorno e questa volta siamo io ed Isaac, il ragazzo dei Pacifici a scambiarci un occhiata eloquente. Non sono l’unico ad essere preoccupato. Torno a guardare la lavagna e scopro chi sarà il mio avversario. Danny. Mi giro verso di lui ed entrambi ci sforziamo di fare un sorriso tirato. Saremo gli ultimi a combattere. – Visto che siete dispari oggi uno di voi non combatterà. – sta parlando di uno dei due eruditi. – Secondo le mie regole, potete anche arrendervi. – che vuol dire secondo le sue regole? Derek ha un regolamento a parte?
Il primo round spetta a un ragazzo degli eruditi contro uno dei candidi. Non c’è un vero scontro, perché il primo è nettamente superiore e non ci vuole molto perché il candido finisca a terra. Derek dichiara finito l’incontro e si avvicina al tabellone. Cerchia il nome dell’erudito. Vincitore.
I prossimi sono Isaac e Jackson. Prima che entrino entrambi sul tappeto, mi faccio coraggio e poso una mano sulla spalla di Isaac.
  • Buona fortuna. – gli dico. Lui annuisce e poi entra in campo.
Lo scontro si rivela abbastanza equo. Dubito che Isaac abbia mai avuto modo di combattere fino al giorno prima, ma se la cava abbastanza bene. Entrambi sono forti, ma Jackson ha dalla sua parte il fisico praticamente perfetto. Isaac è troppo alto e ciò lo rende scoordinato nei movimenti, nonché piuttosto lento. Nonostante ciò, riesce ad assestargli qualche colpo, con mia grande soddisfazione. Mi sento subito in colpa però. Non dovrei provare soddisfazione per il dolore di un altro. Neanche se si tratta di Jackson. Lo scontro dura a lungo, ma alla fine ottiene la vittoria Jackson. I volti di entrambi sono coperti di lividi, così come il resto del corpo e non mancano neanche le ferite che perdono sangue.
Le prossime sono Erica e Lydia. Sono contento che Derek abbia scelto di far combattere le uniche due ragazze insieme, ma sono comunque preoccupato. In quei giorni ho notato che ad Erica è bastato poco tempo per perdere l’apparente insicurezza dei Pacifici, ed adeguarsi alla sfrontatezza degli Intrepidi. Le due ragazze sono al centro del tappeto ed entrambe tendono le mani davanti al volto. La determinazione  nei loro occhi è sorprendente. Rimangono a guardarsi qualche secondo, poi il primo colpo parte ed è Lydia a scagliarlo. Il suo pungo vola verso il volto della bionda, ma questa lo evita e non solo…riesce ad afferrarle il braccio, torcendoglielo dietro la schiena. Sul volto di Lydia compare un espressione di dolore e mi chiedo se riuscirò a guardare. Tuttavia non si lascia scoraggiare e con il braccio libero riesce ad assestare una gomitata ad Erica, colpendola nello stomaco. Questo le permette di liberarsi e tornare a guardarla in faccia. Lydia fa per scagliare un pugno in pieno viso all’altra ragazza, ma qualcosa la fa esitare. Quell’esitazione permette ad Erica di ribaltare la situazione. Riesce a colpirla in volto con un pugno, e quello è solo il primo di tanti colpi assestati. Di li a poco Lydia finisce a terra, finchè non sembra più in grado di continuare a combattere. Con mio grande sollievo Derek dichiara finito l’incontro e un cerchio compare sul nome di Erica. Abbiamo già tre vincitori e tre sconfitti. Adesso manchiamo solo io e Danny. Osservo Lydia tornare a posto quasi zoppicante, e vedo Erica tenderle un braccio per aiutarla, ma lei la scansa malamente. Riesco a leggere il labiale di Erica che le dice “Mi dispiace.” , ma a Lydia non sembra importare gran che.
Nel frattempo io e Danny raggiungiamo il tappeto. Non so se essere contento o meno di essere capitato con il mio amico. Anche lui poi mi scanserà come Lydia se io dovessi vincere? E se invece fosse lui a battermi? Come reagirò?
Ma non faccio in tempo a pormi altre domande, perché un pugno arriva dritto sulla mia faccia, facendomi indietreggiare. Non me lo aspettavo. Danny non ha esitato a colpirmi, mentre io mi facevo tremila problemi. Questa cosa mi fa arrabbiare e mi da la forza necessaria a ribattere. Riesco a colpirlo diverse volte, ma lui è più bravo. Devo riconoscerlo. Il suo modo di combattere mi ricorda quello di Jackson e ciò mi fa pensare che probabilmente si siano già allenati, quando erano ancora fra i candidi. Riesco a mandarlo a terra, ma non ho il coraggio di inveire su di lui. Ho esitato, come Lydia, e questo mi porta a perdere. Danny prende il sopravvento iniziando a colpirmi ripetutamente. All’inizio rispondo e provo a difendermi, ma poi capisco che vincerà lui.
Derek interrompe anche il nostro scontro. Danny è il vincitore.
Mentre Derek è ancora voltato verso la lavagna, qualcuno entra nella nostra palestra schiarendosi la voce. Mi giro e non appena mi accorgo di chi si tratta, aggrotto le sopracciglia. È Matt Daehler e il suo volto è coperto di lividi. Proprio come i nostri.
  • Che vuoi? – gli chiede Derek brusco.
  • Kate vuole che ci raggiungiate al Pozzo. – sul volto di Derek compare un espressione preoccupata e subito si precipita fuori dalla palestra, scansando Matt in malo modo per farsi strada. Noi, dopo esserci lanciati qualche occhiata confusa, decidiamo di seguirlo.
Più ci avviciniamo e più lo scrosciare dell’acqua è forte. Più ci avviciniamo e più sento la voce di Allison forte e chiara.
  • Stai esagerando! – urla. Ancora non siamo arrivati, ma già immagino con chi stia parlando.
  • Che sta succedendo? – questa volta è Derek a parlare. Il suo tono è duro, direi quasi arrabbiato, il che vuol dire che c’è qualcosa che non va. Affrettiamo il passo e finalmente arriviamo al pozzo. Sono tutti li. Derek, Kate, Allison e il resto degli iniziati degli intrepidi.  Sono accanto alla ringhiera e proprio li vicino c’è un ragazzo di colore, alto, forse anche più di Isaac. Qualcosa mi dice che è lui il motivo per cui siamo li.
Quando Kate ci vede il suo sguardo sembra illuminarsi. Ignora la domanda di Derek e le parole di Allison.
  • Oh bene, eccovi arrivati. Quello che state per vedere, è quello che succede ai vigliacchi. – qualcosa nelle sue parole non mi piace. – Sali sul parapetto. – ordina al ragazzo di colore. Lui si volta a guardarla spaventato.
  • Cosa? –
  • Ho detto sali sul parapetto. –
  • Zia… - inizia Allison ma Kate la interrompe.
  • Durante l’iniziazione non sono tua zia. – Ecco chi mi ricordava. – Coraggio, stiamo aspettando. Se riesci a rimanere appeso nel vuoto per cinque minuti, dimenticherò la tua viltà. Se non ci riesci, non ti permetterò di continuare l’iniziazione. –  Se non ci riesce è ovvio che non continuerà l’iniziazione. Penso. Morirà.
  • È proprio necessario? – finalmente Derek si è deciso ad intervenire. La sua mascella è contratta, segno che non è d’accordo con quello che sta facendo Kate.
  • Sali. – continua lei, ignorando la sua domanda. Il ragazzo a quel punto esegue gli ordini. Scavalca la ringhiera prima con una gamba, poi con l’altra. Alla fine si aggrappa con entrambe le mani e lascia cadere i piedi nel vuoto. – Allison, fai partire il cronometro. – la ragazza esegue il comando della zia e spinge il pulsante per far partire quell’aggeggio. Osservo il ragazzo con ansia. Non lo conosco, ma non voglio che cada. È grande e grosso. Può farcela. Penso. E per il primo minuto è stabile. Rimane appeso, non mostra segni di cedimento. Ma poi arriva l’onda e lo colpisce in pieno, facendolo sbattere contro le sbarre. Un espressione di dolore compare sul suo volto, mentre le sue mani scivolano. Sta perdendo la presa. Vorrei aiutarlo. Ma cosa accadrebbe se lo facessi? E poi riuscirei sul serio a tirarlo su da solo? Probabilmente no. È il doppio di me.
  • Oh, no! – esclama Lydia al mio fianco, portandosi le mani davanti alla faccia. Non vuole guardare e non la biasimo. Vorrei dirle qualcosa ma non saprei cosa. Al mio posto però interviene Jackson. Le cinge le spalle con una mano e la fa voltare verso di lui. Lydia rimane così, con il volto affondato nell’incavo del suo collo. E non posso fare a meno di provare un certo fastidio.
Il ragazzo nel frattempo è ancora li. Si sta reggendo solo con quattro dita, ma resiste. Deve resistere.
  • Coraggio Boyd! Resisti!  Manca solo un minuto! – lo incita Allison e non posso fare a meno di notare l’espressione scontenta di Kate. Sua nipote le sta andando contro e tra l’altro è l’unica a farlo. Osservo i volti degli altri iniziati intrepidi. Matt è impassibile, anzi…più che impassibile soddisfatto. Probabilmente vede Boyd solo come un ostacolo alla sua scalata verso gli intrepidi. Non gli importa che muoia. La stessa espressione la vedo dipinta sul volto di altri due ragazzi. Sono uguali. Gemelli?
Dentro di me mi ritrovo a fare il tifo anche io per quel ragazzo. Che cosa può aver mai fatto per essere costretto ad una tale prova? All’improvviso mi rendo conto che forse siamo fortunati ad avere Derek come addestratore. Sarà duro, scorbutico, ma non è cattivo. Almeno non credo.
Poi fortunatamente la voce di Allison risuona ancora e questa volta è una buona notizia.
  • Sono passati cinque minuti! – esclama e si precipita verso Boyd. Kate però la ferma afferrandola per un braccio.
  • Ferma! Deve tirarsi su da solo… - lo sguardo di Allison è duro.
  • No, non deve. – strattona via il braccio, liberandosi dalla presa di Kate e finalmente raggiunge Boyd.  – Qualcuno mi aiuta? – istintivamente mi muovo verso di lei e qualcuno segue il mio esempio. È Isaac.
Insieme ad Allison afferriamo Boyd e lo tiriamo su. È pesante e adesso so che da solo non sarei mai riuscito a riportarlo su.
  • Grazie. – ci dice Allison, ma nella sua voce c’è qualcosa che non va.  Nel frattempo Kate chiama a raccolta tutti gli altri e se ne vanno. Rimaniamo solo noi quattro.
  • Come stai? – chiedo a Boyd. Lui annuisce lentamente prima di rispondermi.
  • B…bene… - si vede che è ancora scosso.
  • Sei stato bravo. – gli dice Allison sorridendo. Poi si alza in piedi. – Ragazzi, vi dispiace accompagnarlo in camera? Io…io devo fare una cosa. –  scuoto la testa. Aiutiamo Boyd a rialzarsi, nonostante riesca a stare in piedi da solo. Vorrei aiutare Isaac, ma vorrei anche seguire Allison.
  • Ti dispiace se…? – chiedo ad Isaac mentre con la testa indico la direzione in cui è sparita la ragazza.
  • No, vai pure. A lui ci penso io. – gli sorrido. Mi piace Isaac. È un bravo ragazzo.
Percorro i corridoi dell’edificio sperando di trovare Allison. Voglio solo assicurarmi che stia bene. Scott vorrebbe che mi preoccupassi per lei. Dopo aver girato un po’, finalmente la trovo. Dei rumori mi hanno portato a lei, in un piccolo corridoio nascosto. Mi affaccio lentamente e la vedo prendere a calci e pugni il muro con esasperazione. Non so se avvicinarmi, ma poi mi dico che altrimenti non avrebbe senso che io l’abbia seguita fino a li. Così mi schiarisco la voce ed esco fuori dal mio “nascondiglio”.
  • Ciao…scusa se ti ho seguita…volevo solo vedere come stavi… - lei mi guarda sorpresa, ma poi mi sorride.
  • Figurati. Avrei dovuto aspettarmelo da un abnegante. – si lascia cadere a terra, con le ginocchia davanti al petto e decido di imitarla.
  • Io sono Stiles comunque… - dico allungando una mano.
  • Allison. – dice afferrandola. – E comunque lo so chi sei… -  aggrotto le sopracciglia.
  • Sono diventato famoso senza saperlo? – scherzo.
  • Una specie. Non si dimentica facilmente il nome di chi è stato il primo a saltare. Soprattutto se si tratta di un abnegante. – sono sorpreso.
  • Non credevo fosse una cosa così importante. Insomma…ho pensato che non dovevate essere così pazzi da lanciarvi nel vuoto. – lei ride.
  • Già. Non siamo così pazzi. -  il suo umore però torna a farsi nero.
  • Che è successo prima? Con Kate? Perché ha costretto Boyd a fare quella…cosa? – Allison appoggia la testa alla parete e inizia a parlare senza guardarmi.
  • Boyd stava combattendo con Matt. Avrebbe vinto senza difficoltà, ma Matt era abbastanza a pezzi e lui non ha voluto continuare a inveire. Si è rifiutato di continuare a combattere e Kate…la mia adorabile zietta, non ama queste cose. Quello che molti avrebbero considerato un atto di bontà…lei lo considera un atto di viltà. –  Quella donna deve essere terribile.
  • E tu non sei d’accordo? –
  • Assolutamente no. Sai Stiles, mi piace essere un intrepida. Mi piace l’adrenalina che mi da saltare dai treni e si, anche combattere o maneggiare una pistola. Ma io voglio essere coraggiosa, non crudele. E credo che qui molte persone abbiano iniziato a confondere le due cose. – le sue parole mi colpiscono e vorrei avere la possibilità di parlare con Scott per dirgli che è una ragazza meravigliosa e che aveva decisamente buon gusto.
  • Mi sarebbe piaciuto saperlo prima. – cerco di scherzare per alleggerire l’atmosfera. Sul suo volto compare un sorriso amaro e torna a guardarmi.
  • Ormai sei qui Stiles. Fagli vedere che si può essere un intrepido anche avendo a cuore le altre persone. –
  • Lo stesso vale per te. – Allison annuisce, ma nonostante ciò capisco che non è del tutto convinta. C’è qualcos’altro sotto. Qualcosa che Allison sa e che io non so. Qualcosa che non le piace e che le sta facendo odiare la sua fazione.
Ma spero di sbagliarmi.
   
 
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