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Autore: _Fux_    30/12/2013    2 recensioni
Basata -più o meno- sull'omonima canzone "You & I" degli One Direction:
Louis ha diciotto anni e una mente scientifica; Harry ha sedici anni e una grande immaginazione, per questo quando dice di avere visto sè stesso e il suo ragazzo nel futuro, Louis non ci crede.
Il riccio si offende e l'altro ragazzo prova a mettere da parte la sua ragione, a credere, ma...
-“Come ho fatto, Lou? E' questo che mi vuoi chiedere? Io l'ho visto!” era esploso l'altro, facendo annuire il diciottenne, che aveva strizzato gli occhi e, semplicemente, lasciato da parte ogni sua idea, ogni sua convinzione, la sua personale filosofia di vita e deciso di fidarsi.
“Ok, mettiamo che ti credo. Anzi, ti credo proprio. Perchè dovrebbe essere un problema questo? Potremmo, tipo... Guardare in anteprima le estrazioni del lotto e vincere, no?” aveva domandato poi innocentemente divertito, ma il sedicenne rimaneva invece tremendamente serio e: “Perchè io credo che sarebbe meglio se ci lasciassimo, Lou” la risposta peggiore di tutte, era arrivata in un battibaleno.-
ATTENZIONE: Larry Stylinson, se non ti piace il genere, non ti obbligo a leggere :)
Genere: Fantasy, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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You & I

 

Louis Tomlinson era sempre stato un ragazzo tranquillo, posato, assennato.

Quasi troppo, per la sua giovane età: appena diciotto anni.

Non era per niente un ragazzo triste, affatto!
Era invece uno con la battuta sempre pronta sulla punta della lingua, e un sorriso perennemente in procinto di nascere sulle labbra sottili per andare poi a influenzare anche i suoi occhi azzurri.

Se aveva un difetto era che, ecco, forse era leggermente un po' troppo ragionevole, schematico.

Credo solo se vedo” sembrava essere uno stile di vita, nello specifico, il suo.

Per questo motivo quando Harry Styles, di anni sedici, il suo ragazzo, il suo piccolino, gli aveva detto che li aveva visti, che aveva visto loro stessi nel futuro, beh...

Aveva faticato, e non poco, a crederci.

A dirla tutta, non ci aveva creduto e basta, pensando forse che il suo -e ci teneva a sottolineare il suo- riccio avesse ancora una volta esagerato con la sua fantasia, notoriamente molto grande e beh, fantasiosa, appunto.

Ed Harry si era un tantino offeso, perchè sognatore sì, fantasioso pure, ma stupido, visionario e infantile proprio no!

Perciò se ne era andato a grandi passi dalla camera del maggiore, con dei grossi lacrimoni in procinto di uscire, perchè per quanto Tomlinson fosse cauto e tendesse a non esternare i suoi sentimenti, Styles era invece proprio il suo opposto, e non riusciva a mantenere dentro nulla, nulla di quello che provava.

Che forse era anche il motivo per il quale stavano così bene insieme, Harry e Louis: perchè dove l'uno mancava, l'altro riempiva, combaciando come le due esatte metà di uno stesso ciondolo, di quelli che andavano di moda, a forma di cuore, magari pure con l'incisione sopra, uno di quelli che si scambiavano i fidanzati, insomma.

Tutto questo per spiegare la presenza, in piena notte, di un Louis che -per una volta- era visibilmente agitato e si muoveva nervosamente sotto la finestra dell'altro ragazzo.

Un po' come Romeo sotto il balcone di Giulietta; e Louis odiava, detestava con tutto sé stesso quella storia, ritenendo i due protagonisti dei veri e propri cretini, che piuttosto che combattere per il loro amore avevano preferito agire da codardi, arrendendosi ai loro genitori, trovando sotterfugi che -ovviamente- ad altro non avevano portato se non a morte, distruzione e tragedie varie.

Patetici.

Beh, Romeo e Giulietta erano proprio il motivo della presenza del giovane diciottenne sotto quella finestra, perchè non aveva la minima, minima intenzione di lasciare andare l'amore della sua vita -e se è per questo nemmeno di suicidarsi, ovvio-; insomma, si trovava lì per combattere: per Harry, certo, ma anche per lui.

Perchè senza quel sedicenne vicino, si sentiva vuoto, inutile, incompleto.

Per Harry si era giurato che avrebbe fatto di tutto: accettarlo in tutte le sue stranezze, in primo luogo, ma anche rinunciare a una parte di sé...

Proprio quello che si era convinto a fare andando contro a tutti i suoi principi per credere alla storia del più piccolo.

Era per quello che era andato a casa sua.

Oltre che per le scuse, ovvio.

Il problema era che nessuno sembrava essere intenzionato ad aprirgli la dannata porta di casa, perciò aveva deciso di passare alle maniere forti, e poco importava che l'unica cosa a cui fosse riuscito a pensare era il caro vecchio sistema dei sassolini -che secondo lui era pure pericoloso... E se avesse tirato proprio mentre la finestra si apriva e lo avesse colpito in un occhio?!-.

Davvero diabolico!

Per sua fortuna Harry sembrava tenere ancora alla sua finestra, perciò il riccio aveva guardato scocciato da dietro il vetro per poi rilasciare un sospiro: il più piccolo infatti sapeva che una volta incontrati gli occhi dell'altro ragazzo non sarebbe riuscito a resistergli, lo sapeva.

Perchè in fondo era intrinseco del suo animo, non sapere resistere a Louis, ma soprattutto perchè lo aveva visto.

 

Capelli lisci strapazzati, una corsa sulle scale e Louis era finito nella stanza di Harry, pronto a gettarsi ai suoi piedi se necessario, ma il riccio non pareva essere molto disposto a lasciarlo parlare, anticipando ogni sua parola; dalle sue labbra carnose stavano uscendo le esatte frasi che Tomlinson aveva pensato per farsi perdonare e a dire il vero suonavano anche piuttosto bene... “Ottimo lavoro, amico!”.

Louis si sarebbe dato da solo una pacca sulla spalla, se non fosse stato imbarazzante e beh, a dire il vero era anche piuttosto sconcertato: “Ma come?

Come ho fatto, Lou? E' questo che mi vuoi chiedere? Io l'ho visto!” era esploso l'altro, facendo annuire il diciottenne, che aveva strizzato gli occhi e, semplicemente, lasciato da parte ogni sua idea, ogni sua convinzione, la sua personale filosofia di vita e deciso di fidarsi.

Ok, mettiamo che ti credo. Anzi, ti credo proprio. Perchè dovrebbe essere un problema questo? Potremmo, tipo... Guardare in anteprima le estrazioni del lotto e vincere, no?” aveva domandato poi innocentemente divertito, ma il sedicenne rimaneva invece tremendamente serio e: “Perchè io credo che sarebbe meglio se ci lasciassimo, Lou” la risposta peggiore di tutte, era arrivata in un battibaleno.

Cosa?! No! Perchè?” gli occhi già lucidi e le proteste pronte a fuggire dalle sue labbra, per non lasciarsi sfuggire quel ragazzino così unico.

Perchè in futuro noi... Non saremmo più... Noi... Staremmo male. E io non voglio. Non ce lo meritiamo. Non te lo meriti” aveva soffiato debolmente il riccio.

Il cervello scientifico aveva allora incominciato a ragionare, facendo il suo lavoro, e tornando al caro vecchio “Credo solo se vedo”, perchè lo sanno tutti che per risolvere un problema bisogna ritrovarselo davanti per potere formulare ipotesi e soluzioni.

Così ragionevole, così Louis, che forse poteva anche funzionare.

Fammi vedere -aveva interrotto il silenzio- Voglio vederci, Harry. Vederci nel futuro” e allora il ragazzo si era alzato dal letto per andare a togliere l'asciugamano che copriva lo specchio sulla parete di fronte, tornando poi ad accucciarsi vicino al suo compagno: “Ecco, ora dovrebbe diventare da opaco sempre più lucido e chiaro... Poi si vedranno le immagini” e...

Detto fatto.

Quelli sulla superficie liscia sembravano davvero Styles e Tomlinson 'senior', ma in quell'immagine c'era qualcosa di tremendamente sbagliato, come ad esempio la freddezza dello sguardo di Louis, o la tristezza in quello di Harry.

Il maggiore si era avvicinato incredulo, provando a toccare l'altro sé stesso, ma aveva sentito solo un leggero formicolio, come quando si sfiora accidentalmente una televisione accesa.

LouisDue aveva appena fatto piangere HarryDue e questo per il giovane del presente era semplicemente inconcepibile, non lo avrebbe mai fatto, lui!

Harry, quello non sono io! Sai che non ti farei mai del male, vero?? E poi, che diavolo è quella roba sul braccio?? Tatuaggi?! Li detesto, mi conosci! E dubito seriamente che mi farei mai incidere quella sottospecie di piccione! E' orrendo, seriamente!come sempre cercava il lato comico delle cose, e almeno una risatina da parte dell'altro era riuscito ad ottenerla: “Se è per questo io lì ho una mega farfallona sullo stomaco!

Trash!” aveva scherzato tirandogli una leggera gomitata, ma Harry aveva solo sospirato un “Già!” poco felice.

Harry, come fai ad essere sicuro che siamo proprio noi? Sai, no? La storia dei sette sosia? Per quello che sappiamo, quelli si potrebbero anche chiamare Gino e Paolo!” aveva obbiettato dubbioso, cercando qualche appiglio.

Non lo so, è come... Qualcosa che sento” e Louis si era sentito tremendamente male, perchè anche lui aveva la stessa sensazione.

Continuando a sbirciare da quella sottospecie di finestra sul loro futuro il riccio aveva provato nuovamente a convincere l'altro ragazzo che il meglio per entrambi fosse lasciarsi, ma Tomlinson era irremovibile: come diamine faceva Harry a non capire che senza di lui non valeva nemmeno la pena di vivere??

Occhi verdi che ardevano di dolore avevano accompagnato il discorso del loro proprietario: “Io ormai l'ho capito, Louis, e devi farlo anche tu. L'ho capito guardando quelle immagini, l'ho capito dai nostri volti che non sembravano più a colori, ma in bianco e nero. L'ho capito guardando quelle due persone e vedendo che per loro ogni secondo sembra scorrere maledettamente lungo come se fossero ore, mentre per me ogni momento passato con te è fin troppo breve. E osservando quel Louis e quell' Harry ho capito come si passa dal giusto al sbagliato. Facendo errori su errori e...

Quel silenzio che c'è fra quei due, che nemmeno si parlano è... Assordante. Non voglio vederlo capitare per davvero.

E te l'ho già detto, vederti soffrire mi ucciderebbe forse ancora più lentamente che starti lontano, perciò...”.

Altri occhi azzurri, invece, ardevano battaglieri: il suo riccio aveva davvero intenzione di arrendersi così facilmente?

Di dire solo “tanto non riusciremmo a farla funzionare” ?

Di comportarsi da codardo?

No, non glielo avrebbe mai potuto permettere.

D'accordo. Sai cosa ti dico? Che il destino non esiste, e se una cosa non è già successa, allora puoi impedirla. Hai ragione: noi non vogliamo essere come loro. Tu ed io, noi ce la possiamo fare, ce la possiamo fino alla fine, e niente si metterà fra di noi, nemmeno gli dei, o chi per loro. Perchè io per te ho intenzione di combattere, combattere fino alla fine, fino a non avere più le forze, fino a stare male, perchè -è un controsenso- starò comunque bene, sapendo di non averti lasciato andare così facilmente” e Louis era infervorato durante il suo discorso, agitava le mani per aria o se le passava sui capelli, gli occhi così vivi accompagnati da quel discorso, che non potevano sicuramente sembrare uno sbaglio ad Harry, che però continuava a rimuginare: “Gli errori si fanno in due, Lou, e io non so se potrò essere forte come te... Guardo l'altro me e penso: 'Lui lo avrà fatto? Ci avrà provato così duramente?'”.

Il diciottenne continuava a scuotere la testa, era proprio quello il punto, il centro del discorso, la sua ancora, la loro possibilità, ciò che veramente importava: “Ma noi non vogliamo essere come loro. Possiamo farcela, ce la stiamo già facendo, e sai perchè?” aveva domandato tenendo fra le mani il capo ricciuto del più piccolo, che aveva scosso la testa: “Perchè noi ci stiamo già provando, Harry. E ti amo, e non ti lascerò andare via solo perchè qualche stregoneria si è impossessata non so in che modo del tuo specchio cercando di abbatterci, forse invidiosa di quello che noi abbiamo.”.

E allora gli occhi verdi avevano ripreso quella particolare sfumatura che tanto piaceva a Louis di dolceranza -dolcezza e speranza- tipica dello sguardo del sedicenne che aveva annuito convinto, perchè anche lui sentiva di amare quel ragazzo bassino seduto di fianco a lui, sentiva che non si sarebbe arreso per nulla al mondo, che il loro futuro era nelle loro mani.

 

E se invece di baciarsi fossero stati attenti ad osservare la superficie riflettente, avrebbero visto cambiare qualcosa in quelle immagini, prima di scomparire per sempre: sguardi che tornavano a colori, ore che passavano veloci come se fossero secondi...

E due anime che insieme erano talmente giuste che era impossibile trovarle sbagliate.

Beh, anche se non avevano potuto vederlo, non aveva molta importanza, perchè loro se lo sentivano già dentro, che ci sarebbero riusciti a farla durare fino alla fine...

Perchè ci stavano provando, ed era già una vittoria.

 

 

Ciao (:

Sono piuttosto convinta di avere stravolto la canzone, so-or-ry!

Quindi, si basa su “You & I” (ma va??) e non ha molto senso e se non si è capito non so più cosa dire, lol .

Ok, io fuggo.

Ehm, ho provato a rileggere, ma ci vedo tipo triplo, perciò mi scuso per erroracci vari :/ ah, e non intendevo assolutamente offendere il caro William e la sua opera, sia chiaro!

Ciao ciao,

Fux

 

 

 

 

   
 
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