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Autore: Sacrebleu    30/12/2013    0 recensioni
Sentii un pianto lacerarmi la testa.
"Bandit! Bandit!" Urlai.
Aprii gli occhi. Era notte. Lyn mi aveva lasciato ormai da un anno. Avevo bisogno di riflettere, avevamo bisogno separarci. E alla fine avevo preferito così.
Ero dannatamente solo in quella casa fredda.
Non era Bandit a piangere. Quello... Quello ero io.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una nuvola di fumo venne fuori dalla mia bocca.
Mi mancava quel sapore di nicotina che mi riempiva la gola.
Non fumavo decentemente da non so quanto tempo..
Avevo mediato usando quelle sottospecie di sigarette elettroniche.
Che schifezza.
Così avevo smesso completamente...
Ero seduto comodamente al mio tavolo, quello che mi aveva visto crescere, disegnare...
Eppure non ricordavo nulla..
Incrociai i piedi sul tavolo.
Avevo indosso ancora le converse bianche.
Spostai lo sguardo oltre i miei piedi giganti.
Frank giochicchiava con la sigaretta.
Lo guardai incuriosito per un po' di tempo, poi scoppiai a ridere al suo "Merda" quando si bruciò il dito medio.
"Cosa ridi?" Rideva anche lui, ma penso volesse semplicemente dar fastidio.
"Sei un idiota."
"Oh, detto da te è un complimento."
Mi mancava il Frank permaloso pronto ad attaccare.
"Come siamo teneri.."
"Fanculo."
"Heeey. Calmati."
"..."
"Frank?.."
Non rispose.
"Fraaaank?"
Non rispose nuovamente.
"Piccolo, mi stai facendo preoccupare..."
"Sembri mia madre." Aggiunse quasi offeso.
"Ehm, sono troppo figo per aver fatto nascere qualcuno come te.." Gli feci l'occhiolino.
Una risata fragorosa riempì il vuoto del bar.
"Gerard sono la modestia fatta persona Way"
"Frank permaloso del cazzo Anthony Thomas Iero" 
"Non mi piace essere chiamato così."
"Davvero?"
"Si Gerard, dovresti saperlo."
"Non ricordo tu me l'abbia mai detto."
"È possibile che tu non ricordi mai nulla di importante?"
"Frank, non ricordo davvero nulla!" mi stavo alterando...
"Pazienza dai" disse sorridendo.
"Scusami.. Non so perché, ma te lo giuro, non ricordo nulla.."
"Giusto, merda."
"Cosa?"
"Nulla di importante Gerard.." Prese le mie mani e le strinse..
Non aveva più la fede notai..
"Speravo non lo vedessi.." aveva spostato lo sguardo sui miei occhi..
"Scusami, sono un idiota." 
Lo guardai.
I suoi occhi non trasmettevano più  felicità ed entusiasmo. Non erano più gli occhi di cui ero innamorato, quelli che a guardarli mi tremava lo stomaco.
Erano  spiritati. Aveva perso qualsiasi cosa. Sembrava freddo, privo di emozioni. Erano vuoti come quella stanza. Cupi...
Aveva pianto, l'avevo dimenticato.
E suppongo fosse sul punto di liberarsi da tutto.
"Gerard?" sussurrò tra i singhiozzi trattenuti..
Stavo guardando i suoi occhi. 
Se n'era accorto.
"Puoi farlo." aggiunsi.
Guardò la mia figura sollevarsi di peso dalla sedia, sapeva che io aveva capito cosa voleva fare.
Si alzò, abbassò lo sguardo e corse verso di me. Mi abbracciò ed iniziò a piangere sul mio petto.
Lo strinsi a me più forte che mai.
Avevo sbagliato tutto.
Frank aveva sempre avuto bisogno d'aiuto. Era ancora il "povero piccolo, spero ti riprenda presto."
È una persona troppo emotiva.
La sua felicità, la sua voglia di fare si trasmettono a chiunque gli stia intorno.
Ti fanno innamorare. Ti inebriano. Puoi essere anche il più cazzone incazzato. Ti bastano due secondi con lui e baam sei strafelice.
Invece ora era deluso, triste, solo. E aveva bisogno di qualcuno con cui stare, con cui sfogarsi.
Quel qualcuno non dovevo essere io, non sono la persona adatta con cui parlare, ma a lui andavo più bene. 
"Vuoi parlare?"
Mi morsi il labbro. Avevo il tatto sotto il culo.
"Scusami."
Si allontanò da me.
Stavo premendo i denti sempre più sul labbro.
Stavo iniziando a perdere sangue.
Mi ero tagliato.
"Fr.."
Non finì in tempo di pronunciare il suo nome. Mi corse incontro con foga. Piangeva ancora, più forte di prima. Il suo petto impattò contro il mio. Non lo ressi e caddi indietro trasportandolo con me sul divanetto.
Eravamo così vicini, troppo vicini.
Sentivo il suo cuore battere. 
Una sensazione bellissima, che non avrei scambiato con nessuna nicotina gratis.
Sentivo i battiti perfettamente, come se il suo cuore fosse collegato al mio.
Avevano un ritmo accelerato.
Eravamo abbracciati.
Ogni volta che lo sentivo singhiozzare più forte lo stringevo a me, lo soffocavo quasi.
E lui si calmava.
Aveva il fiatone, come se avesse corso. 
In realtà non l'aveva fatto, ma è un po' come se avesse corso per acchiapparmi e bloccarmi, per trovarmi, per parlare.
Non pensavo fosse così debole, o meglio, lo sapevo inconsciamente, ma non volevo ammetterlo.
Aveva la testa sulla mia spalla destra, le braccia dietro la nuca. 
Lo sentivo respirare.
Staccai le mie mani incrociate dalla sua schiena e lo allontanai da me.
Mi guardò spaventato.
Gli occhi erano gonfi, ma al contempo meravigliosi.
Aveva ragione il signore del bar.
Io e lui siamo due calamite.
Un leggero sorriso spuntò dal suo volto.
Lo faceva spesso quando mi fermavo ad osservare.
Avvicinai il suo volto al mio.
Gli schioccai un bacio sulla guancia.
Poi, prese le mie mani. Le incrociò alle sue.
Erano fredde. Fredde e ruvide.
Era lui ora ad osservarmi.
Le lacrime gli segnavano il viso.
Accarezzai il suo volto. La barriera di mani tra di noi era stata "espugnata" ed in quel secondo staccò l'altra mano dalla mia e mi baciò.
Come potevo esser stato così stupido? 
Come potevo aver distrutto tutto? Abbandonato loro così?
"Hey, sono qui! Ti sei perso di nuovo nei tuoi pensieri come vedo."
"Scusa Frank.."
Si era calmato.
"No, hey sono io che mi devo scusare.."
"Andiamo...."
"Mi mancava il sapore delle tue labbra."
"A me mancava sentire il tuo cuore."
"Come sei romantica. Sono, umide. Come quel giorno.."
"Tu sei la checca qui, non io." Gli feci la linguaccia e sorrise.
"Fuochi d'artificio? Ricordi Frank?"
"Oh si. E ricordi cosa ti feci dopo? Eh?" La sua risata riempì la stanza e soprattutto il mio cuore.
"Ora, da persona civile, potresti scendere dalle mie gambe? La posizione non mi dispiace per nulla, però non mi sento più i piedi.."
"Gerard!" Lo stavo facendo ridere. 
Tutto sommato era una cosa buona.
"Frank! Mi riferivo al fatto che riesco a sentire il tuo cuore."
"Oh, si, certo. Conosco bene i miei polli.."
Risi anche io.
Si sedette accanto a me.
Il suo volto era sconvolto, pallido.
"Possiamo parlare?"
"Frank, se non ti va.."
"Ne ho bisogno."
"Come vuoi..."
"Jamia mi ha lasciato."
"Cosa è successo?"
"Abbiamo litigato di brutto. Non mi va di spiegarti i motivi.. Però alla fine mi ha sbattuto fuori di casa."
"C'entriamo io o la band vero?"
"..la colpa è mia. Cioè, non è stato per te o per la band, ma solo e soltanto per colpa mia."
"Ed ora?"
"Mi ha lasciato dormire, nella stanza degli ospiti. Solo per stare con i bambini."
"Merda. Ma tu sei scappato, vero?"
"Si. Era diventato tutto insopportabile... Posso?"
"Oh, ehm, si, tranquillo."
Si stese su di me.
Gli iniziai ad accarezzare i capelli.
"Se vuoi puoi stare da me.."
"Oh, no. Assolutamente no."
"Perché?"
"È questo il problema."
"Spiegati."
"Sono innamorato ancora di te, dopo tutto ciò che è accaduto. Jamia non ne poteva più. Lei l'ha sempre saputo. Ma ha lasciato correre. Ultimamente ero molto isterico e vulnerabile. Mi ha cacciato per.."
Si interruppe, partì The Sharpest lives a tutto volume.
"Pronto?"
"Frank."
"Ja?"
"Torna a casa. Ho bisogno di te."
Chiuse la chiamata.  
"Fanculo."
"Fraank! Torna da lei."
"Non posso."
"Perché? Perché mi ami? Oh be' io no."
Che grande cazzata. Non sapevo cosa dirgli. Doveva tornare a casa e basta.
"Cosa?"
"Hai capito."
"Ma Gerard. Le carezze? I baci? Perché continui a prendermi per il culo?"
Volevo dirgli la verità. Volevo farlo. Ma non riuscivo. 
"Frank.."
"Non voglio sentire più un cazzo."
"Oh, allora fanculo."
Lo spostai e mi alzai. 
Scappai via, come al mio solito.

"Ragazzo.."
"Lei è ancora qui? Possibile?"
"Sono il proprietario di questo bar forse? Gerard ti ama. Ti ama più di se stesso. Sarebbe capace di morire per te."
"Ma non me lo dimostra! Fa di tutto per scappare via!"
"Torna da Jamia. Torna a casa, nella tua casa."
"Si.."
"Non sembri molto convinto."
"Infatti."
"Ascoltami. Tu hai una casa, una famiglia.. La tua casa, la tua famiglia.
Gerard è un girovago. Non ha niente di suo. Esiste solo lui... Mi spiego, non ha una sua famiglia. Certo, ha i genitori ed una moglie, ormai ex, ed una figlia, ma lui non si riconosce appieno nella sua famiglia. Anzi, non si riconosce proprio in essa."
"Non capisco."
"Non importa... Vai a casa, da Jamia. Il tuo cuore sa già quando sarà il momento giusto."
"Per cosa? Lei mi sembra un indovino."
L'anziano rise. 
"Che stupidaggine è mai questa!.."
"Ma allora, quel bacio, le carezze?"
"Te lo ripeto. Se vuoi anche in un'altra lingua. Gerard ti ama. Lo deve ammettere completamente a se stesso. Si sente stupido."
"Perché mai?"
"Oh, è difficile da spiegare questo.."
"Ci provi.."
"Lotta. Lotta dentro di sé. Da un lato vorrebbe scappare, quasi uccidere te e gli altri. Dall'altro vorrebbe.. Ehm.. Stare con te in tutti i sensi, rimettere insieme la band. La parte "cattiva" per ora ha il meglio. Come Jekyll e Hyde. Hai presente?"
Frank si limitò ad annuire. Non rispose. 
"Ho una domanda per te."
"Mi dica."
"Dammi del tu."
"Okay.."
"Perché sei venuto qui? Tra i tanti posti in cui potevi andare?.. Intendo qui a Los Angeles. So che abiti nel Jersey. Perché proprio qui?"
"Perché speravo, o meglio sapevo che un giorno l'avrei incontrato di nuovo."
"Siete due calamite."
"Ma ora siamo di nuovo lontani." 
"Dai tempo al tempo ragazzo..."
"Ma quale tempo e tempo!.."
"Va a casa, ascoltami."



Ero scappato via da tutto prima, poi l'amore mi aveva di nuovo accecato ed ora stavo scappando ancora.
Nulla aveva più un senso.
Perché non gli avevo semplicemente detto la verità prima? 
La sua vita è con Jamia.
Non merita di stare con me.
Non posso ricadere nella stessa trappola.
Non voglio averlo accanto.
Lo deluderei.
L'ho già fatto.
Ma lo farei ancora, senza volerlo.
Ho bisogno delle mie libertà. 
Non mi merita. 
Eppure continua a cercarmi.
È pazzo.
Lo sono anche io.
Sapevo che prima o poi sarebbe accaduto.
Speravo in un poi. Cercavo di convincere me stesso che quello era solamente un momento di debolezza.
Ma è proprio in quei momenti  di debolezza che i veri sentimenti escono fuori. 
Avevo ricominciato a pensare alla band...
Provavo tutto ciò che ho scritto nei testi delle canzoni. 
Prendete the light behind your eyes per esempio.
Tutto è cambiato.
Noi siamo cambiati. 
O forse solo io.
"Mentirei se non ho detto che mi mancano tutti sta sera. 
E se solo sapessero quello che vorrei dire, se potessi essere con voi sta sera..."
Vedete? 
È tutto fottutamente chiaro.
"Se potessi essere con voi sta sera.."
Tutto si è deteriorato.
Se potessi essere, ma non sono. Il cuore o dio sa cosa non me lo permette. 
Ho bisogno di stare con loro ma qualcosa mi blocca. 
Ho solo bisogno di allontanarmi...

Smisi di correre. Stavo di nuovo parlando da solo. Convinto che qualcuno mi stesse ascoltando. Avevo l'affanno.
"Andiamo Gerard.. Sei così ridotto male?!
Il lavoro ti aspetta. Devi scacciare via dalla mente tutto."
Continuavo a ripetermi come un idiota.
Sarei crollato per strada, grazie a dio passò un taxi.
Erano le 8:30. Mezz'ora e la mia vita avrebbe preso una svolta completamente diversa da ciò che avevo programmato...
  
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