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Autore: josephine seele black    31/12/2013    0 recensioni
"I got nothing for you gain" è una strofa di eyes on fire che racchiude il nesso della mia storia. L'amore/odio tre Bellatrix e Sirius che combattano con i loro pensieri più oscuri e con il loro rimorso di un amore fugace morto nei ricordi segreti della loro mente. Si mancano e pensano l'uno all'altro nella desolazione delle loro vite spezzate da Azkaban.“ Spero di non rivederti mai” e “ Spero di non incontrarti mai” le ultime parole fugaci che chiudono i loro pensieri. Tutti hanno vissuto una storia da dimenticare. Ma dimenticare una storia importante a volte è impossibile. E tra rimorsi e commiserazioni a distanza di anni i due amanti pensano l'uno all'altro senza riuscire ad ammettere a loro stessi l'amore sviscerato che li ha indotti a scelte sbagliate senz'altro. Certi amori tornano indietro ma il loro non è uno di questi.Muore tra l'alcol e l'auto-convincersi che doveva andare cosi. Buona lettura e commentate! ;)
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Sirius Black | Coppie: Sirius Black/Bellatrix Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Beveva whisky, in un calice, di quelli di cristallo della collezione che sua madre tanto adorava, e che luccicava alla luce del crepuscolo che sopraggiungeva dall'ampia finestra di fronte alla drappeggiata poltrona dove sedeva, al momento.

I suoi lunghi capelli neri e ricci erano sgraziati e cadevano sulle sue spalle esili. Sfibrati quasi morti come era morta lei li, ad Azkaban. Tutti quegli anni di Dissennatori e catene, senza vedere la luce del sole, eppure cosi vicino quanto distante...da lui.

Getto' un occhiata malinconica al divano che stava di fronte alla sua figura e una forte morsa le strette lo stomaco. Esattamente 15 anni prima, in una tiepida sera di settembre loro erano li. Insieme. A stuzzicarsi in una sala piena di invitati. Tutti morti, la maggior parte per lo meno.

Chiuse gli occhi. Sentiva quasi la musica di sottofondo e le parve di scorgere Andromeda dietro la tenda che sbirciava fuori della finestra, quasi si aspettasse di scorgere qualcuno, quel babbano di Thonks come avrebbero tutti scoperto dopo. E poi sentiva l'odore di cannella di Narcissa con i suoi lunghi capelli lisci e biondi mentre fluttuava danzando con Lucius al centro della sala. Loro, ah. La coppia perfetta. Che si erano innamorati e sposati. Che probabilmente non avevano mai litigato in tutti quegli anni di matrimonio. Loro che avevano passato la loro esistenza in mostra. Perfetti. Biondi. Fieri. Nobili e innegabilmente purosangue. Felici e indivisibili. Si erano sposati subito dopo i M.A.G.O. di Cissy. Non come lei. No la sua vita aveva proprio fatto schifo pensava tra se. Matrimonio di convenienza con uno dei pochi eredi nobili e purosangue che non erano gia stati promessi, Rodolphus Lestrange. Si era bello. Ma cosi insignificante. Senza palle. Ricco certo. Nobile pure. L'apparenza era tutto. Sua sorella Cissy ne era la vivente analisi.

Inutile piangersi addosso. Tutti, a parte Cissy probabilmente, avevano avuto un matrimonio di convenienza. Forse era per questo che dopo qualche anno di convivenza con Rodolphus era diventata l'amante del Signore Oscuro. Almeno lui sapeva domarla a letto. Era Forte. Non un debole come Rodolphus. Credeva che di matrimoni di convenienza ce ne siano tanti ma mai nessuno avrebbe potuto scegliere sposo inadatto a lei.

Aprì gli occhi e butto' un'occhiata febbricitante verso il giardino che si intravedeva dalle tende. Chiuse di nuovo gli occhi e si rivide li. Dietro quel Salice con le spalle sul tronco mentre lui la baciava. O era lei a baciarlo? Che importanza ha. Troppi anni...troppo rancore erano trascorsi da allora.

Eppure la morsa allo stomaco divenne più' fitta quasi volesse crearsi una breccia per salirle su nel cuore che ormai, non provava più' nulla..o forse si?

Richiuse gli occhi.

I suoi capelli che cadevano sotto l'orecchio, mossi, neri come i suoi. Quegli occhi grigi che si perdevano nei suoi neri e lucenti. Quella bocca sottile sulla sua..sembrava sentirla ancora li. Il suo respiro forte contro il suo. Quell'odore di mosto che si mischiava al sapore dei loro baci.

Sbarro' lo sguardo quasi volesse rimuovere quel pensiero dalla mente. Eppure in tutti quegli anni ad Azkaban non aveva fatto altro che pensare a lui. Aveva ucciso e torturato tante persone ma la fredda presenza dei Dissennatori l'avevano torturata col suo più orribile pensiero: Sirius.

Mandò giù di colpo il suo whisky e si alzo' per chiudere le tende. Basta pensare. In fondo erano diversi. Lui era scappato di casa a 16 anni e lei invece era rimasta li a tenere alto il nome della famiglia come avevano fatto tutti tranne lui. In realtà era un codardo. E' più' facile scappare che prendersi le proprie responsabilità. E poi...non si sarebbero mai potuti sposare. Avevano passato la vita a litigare e urlarsi contro durante le cene di famiglia, chi avrebbe mai approvato un matrimonio tra loro? Si sarebbero uccisi a vicenda nel vero senso della parola. Troppo fieri forti e orgogliosi entrambi. Troppo sicuri di se'. Si. Forse Rodolphus sarebbe stato più' adatto a lei se solo lo avesse mai pensato come un marito invece che come un inutile pupazzo animato.

Che senso aveva rimuginare nel passato. Alla fine non aveva avuto ne uno ne l'altro. Non aveva avuto niente. Aveva passato la sua vita a studiare ad Hogwarts, a tenere gli standard alti della nobile casata dei Black e poi il matrimonio, tre anni passati ad esaudire i desideri del Signore Oscuro e poi il resto della vita ad Azkaban. E ora era li. Ricercata. Scappata da quell' orribile prigione lei, che aveva sempre vissuto nel lusso.

Ed era fuggita grazie a Voldemort perciò' era inutile pensare a Sirius. Lui non l'aveva mica salvata. Era andato via a 16 anni abbracciando uno stile di vita indegno. L'aveva abbandonata. E anche se i loro incontri a Hogwart non avevano mai cessato di esistere; era stato diseredato; non era più un Black e lei si.

“ Spero di non incontrarti mai” sussurro' tra se' sottovoce.

 

************************************************

 

 

La luna schiariva tutta la stanza da quella piccola finestra sopra la sua scrivania.

Una copia della gazzetta del profeta era aperta davanti i suoi occhi.

Bellatrix Black – evasa da Azkaban.

Grimmauld Place era sempre desolante la notte. E lui non riusciva proprio a dormire. La foto di Bella in carcere che incorniciava il titolo di pagina non poteva non fargli ribrezzo perché lei era diventata tutto quello che lui aveva sempre detestato eppure, dentro i suoi occhi che non riuscivano a non fissarla, un barlume di paura era visibile poiché non smetteva di pensare che , nonostante gli anni trascorsi imprigionata e, senza ombra di dubbio trascurata e quasi pazza, era sempre bellissima.

E il pensiero che lei fosse bellissima ai suoi occhi, nonostante tutto, gli metteva timore.

Scolo' l'ultima goccia di Rum dalla bottiglia con la grazia di un cane pulcioso, ciò' che in realtà pensava fosse davvero diventato, e agitando la bacchetta la riempì di nuovo.

Era un vizio di famiglia quello di affogare i rimorsi nell'alcol. O forse era solo il suo? Aveva già bevuto troppo ma non poteva smettere di farlo. Doveva in qualche modo sopprimere quella parte di lui che pensava a Bella e dopo tutto quel tempo trascorso ad Azkaban non l'aveva mai vista...e come se ci aveva pensato! Il ricordo di lei e dei loro attimi di sesso negli angoli più nascosti di quella stessa casa erano ancora impressi li. Aveva passato tutti gli anni della sua prigionia a pensare a ciò'. Perché era sbagliato. Lei era una mangiamorte e non si può' fornicare col nemico. Andava bene a 16, 17 anni certo. Perché era un ragazzo arrogante e svampito. Ma ora era un uomo, forse venuto male, nonostante non poteva pensarla.

Buttò giù di colpo quasi mezza bottiglia di Rum e ritorno' a fissare la foto della cugina sulla gazzetta del profeta.

Chiuse gli occhi, un po' perché cominciava a girargli la testa.

Gli parve di vederla li influente e col suo sguardo arrogante che lo fissava dall'alto in basso. Quelle labbra carnose che aveva morso così tante volte ora erano chiuse quasi serrate. Ma i suoi grandi occhi neri lo fissavano dritto in viso e si sentiva forare il petto da quello sguardo aguzzo, lo stesso di quando lo aveva rivisto ad Hogwart dopo che era fuggito via da casa dei suoi, in estate. La divisa rigorosamente verde, con quella gonna che a lui sembrava sempre più' corta rispetto a quelle delle altre studentesse. E sentiva che aveva voglia di strappargliela ancora, proprio come aveva fatto quando si erano rivisti ad Hogwart dopo la sua fuga.

Che brutti pensieri.

Aprì di scatto le palpebre e afferrò con violenza la bottiglia di rum trangugiando ancora nonostante la testa non aveva smesso di girargli.

Si alzò barcollando e si gettò sul letto a baldacchino.

Cerco' di ragionare. Perché lei gli mancava? In fondo non erano mai stati fidanzati. Non avevano mai avuto un rapporto di amicizia..forse erano solo stati un po' complici nell'atto stesso del sesso ma infondo, era solo una scopata no?.. No. Si.

La testa cominciava a fargli male adesso. Cercava di pensare a tutte le persone che aveva ucciso e ai Paciock e poi a tutte quelle volte che si erano detestati e punzecchiati, infastiditi entrambi della presenza dell'altro, nelle cene di famiglia.

E solo che..quella non era sua cugina. Lui conosceva un'altra Bellatrix. Quella che cercava sempre e solo posti bui per unirsi con lui. Quella che lo baciava come nessuna lo aveva mai baciato. Quella che corse da lui a piangere dopo che Andromeda era scappata. E dopo qualche minuto aveva rinnegato le sue stesse lacrime definendola una traditrice che aveva rovinato la sua vita per un insignificante babbano.

Lei non era malvagia era diventata una mangiamorte perché aveva scelto strade sbagliate e forse per colpa sua. Perché se lui non fosse scappato avrebbe potuto sposarla. No ma che stava pensando? Lui non era il tipo da sposarsi...con Bella poi! Il matrimonio più corto della storia della magia! Però avrebbe potuto portarla via con se quel giorno che decise di fuggire via.

Sorrise tra se e sé perché le sue inutili supposizioni non stavano tenendo conto che stavano citando in questione Bellatrix, mica Lily Evans!

Bella non aveva mai ubbidito ad un ordine in vita sua , era più' avvezza a darli. E non aveva mai ascoltato nulla e nessuno. E non sarebbe mai scappata con lui...piuttosto gli avrebbe dato un calcio nelle palle. Ecco perché all'epoca non aveva minimamente pensato di fuggire con lei. No . Bellatrix si meritava esattamente la vita che ha avuto. E pensando a Rodolphus, Sirius non poteva che affermare “poverino”. Si; era stata solo una storia di sesso e lui la stava pensando perché dopo tutti quegli anni ad Azkaban senza una donna il suo stato emotivo era stato danneggiato e credeva che l'ultima persona con cui aveva scopato, Bellatrix, poteva mancargli. Tutto qui.

Guardo' fuori dalla finestra.

La luna era alta e illuminava ancora tutti gli oggetti della sua stanza.

Sospiro' di ansia o di mancanza, non capiva bene quale sentimento provasse.

Era indignato aveva passato tutta la sera a pensare a Bella che era solo una mangiamorte e a bere. La sua attenzione cadde su una vecchia cornice che custodiva a vista una vecchia foto sua e di James.

“Vecchio amico mio. E' in momenti come questi che vorrei davvero un tuo consiglio” . Ma poi si fermò, questo pensiero lo aveva scheggiato dentro perché non aveva mai parlato a James di Bella.

E nemmeno a Remus. In effetti non lo sapeva nessuno tranne Andromeda che li aveva visti una volta baciarsi sotto il salice a casa loro e che, per fortuna, non era stata vista da Bella.

Il fatto che non lo aveva mai raccontato a nessuno dei suoi migliori amici era perché non era mai stata importante.

No. Era perché si vergognava.

Tornò alla scrivania per osservare l'ultima volta la foto della cugina e la strappò in mille pezzi. Si girò per tornare a letto e la rivide li, davanti a lui; con lo sguardo adirato e la pelle bianca incastonata tra i riccioli neri che spiccavano sul verde della divisa e che le scendevano sulla schiena arcata.

La fissò per un po ma poi scosse la testa tra le mani e l'immagine di Bella svani.

Si Schiantò sul letto esausto perché quella sera era stata più snervante di una notte ad Azkaban.

Poggiò la testa sul cuscino freddo e umido e sussurrò a denti stretti “ Spero di non rivederti mai”.

 

 

 

 

   
 
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