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Autore: onlyformyangel    31/12/2013    1 recensioni
[...] Il riccio dovette sopportare le varie effusioni tra Louis ed El per circa 20 volte nel arco di 2 ore, proprio davanti a lui, il suo fidanzato. Ed ogni loro tocco, loro sguardo o loro carezza, Harry non poteva fare altro che morire dentro e trattenersi.
Così, quando la ragazza se ne andò, Harry scattò d' immediato in bagno per poi ripiegarsi sulla tazza e rigettare tutta la cena con la testa piena di mille pensieri. Come aveva potuto? Come aveva fatto Lou a guardarlo in faccia mentre descriveva la loro prima cena insieme? Non sapeva davvero spiegarselo, sapeva solo che il suo cuore si sarebbe rotto da un momento all'altro.
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prima one shot Larry
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Harry aveva 16 anni quando per la prima volta incontrò Louis. Erano in un bagno, i loro occhi s' incontrarono così per caso, per sbaglio forse. E fu allora che con un semplice "Ops" bisbigliato con un tono imbarazzato dal più grande, Harry ne era rimasto catturato subito: quei due grandi occhi azzurri, intensi, bellissimi. Tinti di un colore che Harry aveva visto solo nelle acque cristalline del oceano.
"Ciao" rispose allora il riccio, abbozzando un sorriso che Louis trovò, in quel suo tentativo, così adorabile. Ancora di più lo erano le due fossette che apparvero ai lati della sua bocca quando quel piccolo sorrisino si trasformava in un sorriso stupendo a 32 denti. E a quel punto Louis non potè fare a meno di ricambiare, per poi dopo alcuni secondi di interminabile silenzio scoppiare a ridere, senza un motivo, senza una spiegazione vera.

Hazza ormai aveva 17 anni, anche se a lui piaceva sottolineare che ne avrebbe compiuti 18 da lì a poco, e ripensando a quello strano incontro non potè più soffocare un piccolo sorriso. Uno uguale a quello di 2 anni prima, in quel bagno. Dopo quel incontro i due si erano ritrovati nella stessa band, per vivere lo stesso sogno con altri tre ragazzi stupendi: Liam, Zayn e Niall.
E mentre Harry pensava a quanto fosse fortunato ad avere quei ragazzi sempre accanto, lo vide. Avvolto in un' asciugamano, con i capelli bagnati e il petto muscoloso in bella vista; Louis Tomlinson in tutta la sua bellezza.
"Oggi Simon, Paul e quelli della Modest voglio vedermi" Se ne uscì di colpo, sorridendo. E il più piccolo non potè fare a meno di rimanere incantato a guardare quello spettacolo mentre farfugliava una risposta
"Vuoi... che ti accompagni?" chiese, riprendendosi dal suo stato di trance.
Il più grande sapeva benissimo che effetto faceva al più piccolo vederlo così, e proprio per questo in quei pochi istanti in cui potevano tornare a casa e stare da soli lui trovava una scusa per togliersi la maglia o per farsi una doccia, per poi gironzolare per casa solo con uno asciugamano avvolto intorno alla vita.
"No, lascia stare" disse tranquillamente, per poi lasciare cadere a terra quello straccetto che lo copriva, proprio come una vecchia diva degli anni '60.
Harry rimase a bocca aperta, poiché anche se stavano insieme da un anno ancora non era abituato a quella pelle ricoperta da tatuaggi. Quella pelle che dopo averla sentita, così calda e vicina quando stavano insieme, l' aveva ritenuta molto più bella e morbida della propria.
"Piccolo, chiudi quella bocca che ci entrano le mosche" ci scherzò Louis, trattenendo delle risate.
Styles vedendo il suo fidanzato nudo e con un sorriso sulle labbra non potè più resistere, e alzandosi dalla sedia e circondando il maggiore da dietro premette la sua erezione evidente sui suoi glutei sodi.
"Vedo che ti fa molto piacere vedermi in questo momento" rise allora, mordendosi il labbro inferiore.
"Molto.." iniziò, baciandogli leggermente il collo dalla sua postazione prima di continuare, soffiando sulla pelle del maggiore come dei sospiri "Molto piacere" concluse allora, mordendogli il lobo dell'orecchio. Louis, sentendo quella voce roca che ai suoi timpani suonava così piena di promesse e parole proibite, si girò a guardarlo, e in quei languidi e giovani occhi verdi ci lesse una sola parola: sesso.

Quando Louis uscì di casa credette davvero aver visto male in quegli occhi,  perché Harry con lui non aveva fatto solo sesso: aveva fatto l'amore, dolcemente, soffocando i gemiti con dei candidi baci, con la saliva mischiata in un vortice di piacere. Così si ritrovò con un sorriso stampato in faccia a mettere in moto la macchina per dirigersi al colloquio, giurandosi che  nulla al mondo avrebbe rovinato quella giornata.
Eppure si sbagliava, perché quando uscì da quel enorme palazzo fatto di vetro e cemento, quel sorriso era scomparso.
A rimpiazzarlo c'erano invece due occhi lucidi e un groppo alla gola.
Non poteva ancora credere a quello che erano arrivati a chiedergli la Modest, e ancora di più non riusciva dimenticare gli sguardi pieni di scuse di Simon e Paul. Ma lui che cosa avrebbe dovuto farci con quelle scuse?
Tutto ciò che gli rimaneva adesso era rabbia e tristezza e domande su domande. Una, la più forte e importanre tra tutto quel fruscio di voci nella sua mente, ribolliva come fuoco sulla carne.
Come avrebbe potuto dirlo al suo piccolo?

Harry e Louis avevano stretto un patto all'inizio della loro relazione, secondo il quale sarebbero potuti uscire con altre ragazze in pubblico, alla condizione di non farci niente e di non portarle a casa.
E in quel momento il più piccolo si chiese perché lo mantenessero ancora: Harry era sempre stato pronto a fare coming out poichè non aveva problemi con la sua sessualità e Louis neanche; ma quest'ultimo ancora non era pronto ad urlarlo al mondo per paura che la loro storia d'amore avrebbe influito in modo negativo sulla band o con la loro vita da star. Perchè, anche se non lo ammetteva, a Lou piaceva la fama, e non era pronto a perderla.
Nonostante a volte sul palco non riusciva a trattenersi dal guardare il suo piccolo, dal sorridergli o semplicemente dal toccarlo, per sentirlo anche in quei momenti vicino. Il problema fù che proprio a causa di tutti i bisogni del  erano saltate fuori le cosiddette Larry Shipper, proprio per questo la modest, sapendo della loro omosessualità, aveva accettato di buon grado il loro patto. Così uscivano con altre ragazze, una diversa per ogni sera, e si facevano fotografare nei locali a ballare insieme e poi le scaricavano.
Ma allora perché Louis era da due mesi che usciva con una sola ragazza? Una certa Eleanor.
Perché erano sempre suoi giornali a baciarsi o a scambiarsi carezze? E perché Louis quella sera l'aveva portata a casa loro, non rispettando i compromessi?  

"Harry ti ho parlato di Eleanor, vero?" chiese, tenendole la mano e sorridendo al suo amico.
"Certo, mi ha parlato molto di te, cara" affermò, facendo il sorriso più falso che poteva.
Louis aveva descritto El come una bella ragazza dai lunghi capelli scuri e gli occhi marroni, ma aveva tralasciato il fatto che avesse un fisico da modella, con due gambe lunghe e snelle. L'aveva descritta anche come una semplice amica, ma da come le teneva la mano chiunque avrebbe stentato a crederci. E così un senso di nausea lo invase, facendo si che per qualche istante tutte le sue energie si dissolvessero, stando quasi sul punto di cadere a terra. "Harry stai bene?" chiese la ragazza, seriamente preoccupata per il cambiamento di lui.
Hazza non potè fare altro che trattenere il vomito e annuire, attendendo la fine di quella tortura. 

Al contrario delle sue speranze di "serata perfetta", il riccio dovette sopportare le varie effusioni tra Louis ed El per circa 20 volte nel arco di 2 ore, proprio davanti a lui, il suo fidanzato. Ed ogni loro tocco, loro sguardo o loro carezza, Harry non poteva fare altro che morire dentro e trattenersi.
Così, quando la ragazza se ne andò, Harry scattò d' immediato in bagno per poi ripiegarsi sulla tazza e rigettare tutta la cena con la testa piena di mille pensieri. Come aveva potuto? Come aveva fatto Lou a guardarlo in faccia mentre descriveva la loro prima cena insieme? Non sapeva davvero spiegarselo, sapeva solo che il suo cuore si sarebbe rotto da un momento all'altro. "Ehi piccolo, tutto okey lì dentro?" e quando sentì la voce di Lou fuori dalla porta credette di star veramente per svenire e rimettere fino all' ultimo angolo della sua anima. "Posso entrare?" domandò allora il più grande, sperando in una risposta positiva. Tutto quel che ottenne fù però uno strano rumore: come un rantolo, un grugnito, un conato di vomito roco e soffocato, seguito poi dal rumore dello scorrere dell' acqua.
"Se non apri sfondo la porta" urlò poco dopo, seriamente preoccupato.
E allora, finalmente la porta si aprì. "Che stavi facendo?" domandò provando ad avvicinarglisi.
Il riccio indietreggiò senza nemmeno guardarlo e "Nulla", rispose freddamente, sorpassandolo.
Louis lo rincorse, volendo delle risposte reali e non quelle cavolate che si stava inventando. "Nulla? Ti sembra nulla chiudersi in un bagno e vomitare?" chiese, fermandosi di colpo nel mezzo dello stretto corridoio, così da bloccargli il cammino.
Il riccio, ritrovandoselo deciso di fronte, sbuffò sonoramente prima di posare lo sguardo altrove e fare retro fronte all' indietro.    
"Harry." lo richiamò allora il maggiore, afferrandogli un avambraccio. "Dimmi che va tutto bene". E allora Hazza si voltò, incenerendolo con lo sguardo peggiore che poteva fare, pronto ad urlargli in faccia tutto ciò che gli era passato per la mente quella sera. Quella sera in cui un' ondata di schifosa realtà gli si era schiantata addosso, inghiottendolo completamente nel peggiore dei suoi incubi. Con un gesto secco serrò le palpebre e prese un respiro profondo. "Sì LouLou, tutto a posto" disse riaprendo gli occhi, con una dolcezza stucchevole "Sono solo stanco"

affermò per poi raggiungere la sua camera e rinchiudervisi dentro, lasciando Louis fuori, non affatto convinto.

Il mattino dopo, Harry decise di non alzarsi. In realtà non lo aveva deciso, ma non ne aveva proprio avuto la forza per poterlo fare dopo la nottata che aveva passato facendo avanti e indietro tra il letto e il bagno. Infatti la sua idea perfetta di quella giornata sarebbe stata starsene tutto il giorno a letto, abbandonato a sè stesso.
Lo sarebbe stato se Liam non gli avevesse inviato un messaggio dicendogli che avrebbero avuto un'intervista quello stesso pomeriggio alla quale fù costretto a giurare che sarebbe arrivato in tempo, anche se non ne aveva per niente voglia: non aveva voglia di starsene lì seduto a subirsi le solite domande, dalle solite intervistatrici eccitate e in meno pausa. Ma ancora più di tutto, non aveva alcuna voglia di vedere Louis.
La sola idea di ritrovarselo di nuovo davanti dopo la sera precedente lo raccapricciava, facendolo innervosire e preoccupare.
Chiuse gli occhi, e senza che lo volesse le immagini scorsero veloci nella sua mente, talmente veloci che non aveva potuto bloccare il senso di vomito che lo aveva colpito. Corse al bagno, come aveva fatto centinaia di volte in quella stessa notte, e cominciò a vomitare al ricordo il modo in cui le mani di Tommo si incastravano in quelle di Eleanor. Cominciò a vomitare al pensiero di come quei due si baciavano, e vomitò ancora al ricordo di quel senso di vuoto, di sconforto e di nausea che l'aveva assalito subito dopo. Si ricordò la voce preoccupata di Louis fuori dalla porta del bagno e si ricordò i suoi occhi supplicanti quando gli aveva chiesto se stesse bene. Come aveva fatto a non capire che tutto stesse andando male? Che tutto in quel momento fosse maledettamente storto.
Louis era un bastardo, un codardo e la sera prima aveva spudoratamente spiattelato ai quattro venti la sua storia con El, senza soffermarsi minimamente ai sentimenti del più piccolo. Avrebbe dovuto capire dai suoi occhi che stava male. Doveva capire dalla sua risposta fredda che qualcosa in lui si era rotta e soprattutto quella mattina quando quest'ultimo l'aveva evitato.
Harry tornò in stanza, e si buttò sul letto sospirando.    
Aveva vomitato l'anima, come se farlo avesse potuto cancellare i fatti, facendoglieli espellere completamente. Come se potesse fingere di non aver alcun bisogno di quel ragazzo bellissimo dagli occhi azzurro cielo. Quel ragazzo che non si azzardava nemmeno ad andare a spiegargli la situazione.  Semplicemente gli andò a  bussare "Ti aspetto sotto per la colazione" esclamò poi, finendo ed andando al piano di sotto, mentre il più piccolo aveva infilato la testa nel cuscino per poter non sentire quella voce, che sapeva gli avrebbe fatto sempre più male ascoltare.    
Aveva così ignorato il suo richiamo, uscendo dalla stanza solo quando fù ora di andare all' incontro.
E ora in macchina con lui, Harry non smetteva di guardare fuori dal finestrino, mentre questo loro silenzio stava diventando così insopportabile che Louis pensò di impazzire. 

Liam era un ottimo osservatore e quando vide arrivare Harry e Louis quel pomeriggio capì subito che qualcosa non andava. La cosa andò peggiorando quando Harry, che era solito sedersi vicino a Louis, spinse con fare prepotente Niall, che si stava sedendo tranquillo e si mise fra di lui e Zayn.
A quel punto Liam pensò che qualsiasi cosa era successa tra i due, era una cosa davvero grave.
"Tre, due, uno.. Siamo in onda" La voce di un addetto alle riprese lo fece riprendere dai suoi pensieri, e si stampò un sorriso in faccia. Una donna sulla quarantina circa dai capelli biondi e corti cominciò ad elencare i loro ultimi successi, fin quando iniziò subito con le domande più semplici.

"Che cazzo ti è saltato in mente?!" Aveva domandato il maggiore con i denti drignati, subito dopo aver trascinato per un braccio il riccio in una stanzina in cui avessero potuto avere un minimo di privacy nei loro 4 minuti di pausa per la pubblicità.
Harry non lo guardò nemmeno, ignorando nuovamente la sua domanda.
A quel punto il ragazzo quasi esplose, avvicinandosi ad esso e afferrando il viso del minore tra le mani.
Quel contatto, così semplice quanto intimo, fece sobbalzare entrambi con un piccolo brivido.
"Cos' hai Harry?". Gli occhi del riccio finalmente si aprirono, così da scontrarsi con quelli azzurri in una raffica di emozioni.
"Non penso ti interessi, quindi lasciami in pace". Gli distolse le mani dal proprio viso nello stesso momento in cui distolse lo sguardo dai suoi occhi, per poi dirigersi all' uscita.
Louis sospirò e corse per poi bloccarsi di fronte alla porta, fermando così ogni via di fuga al riccio.
"Non voglio farti del male, togliti e basta." Il tono freddo e autoritario con la quale lo ordinò fece spaventare il più grande, anche se sapeva che non gli avrebbe mai fatto niente.
"Harry ti prego... Dimmi cos' hai" disse quasi disperato.
Passarono diversi secondi prima che la voce del riccio tornasse a suonare tra quelle mura strette.
"Vuoi sapere cos'ho?" si avvicinò minaccioso al ragazzo con gli occhi di ghiaccio, che non potè fare a meno di rabbrividire "Ho il voltastomaco. Ho il voltastomaco ogni volta che ti guardo dopo averti visto con Eleonor!" terminò poi con gli occhi lucidi "E mi fai schifo! Hai infranto la nostra promessa e.. Ed io sono l' idiota che nonostante tutto ti ama da morirci!" disse sbottando e iniziando a singhiozzare.
Louis non disse niente, forse incapace o spaventato di ferire ancora di più quella creatura indifesa che ora era ceduta davanti a lui, o forse per la mancanza di forza in sè stesso. Riuscì solo a fare il passo necessario per avvicinarlo e stringerlo a sè, lasciandolo affondare nel suo petto caldo.
Ed Harry si lasciò andare, quasi come se niente fosse successo, ma che Louis fosse rimasto sempre quel ragazzo felice e divertente, quel ragazzo che in ogni momento aveva una battuta spigliata da dire che sciogliesse ogni tipo di ansia o paura, l' unico che aveva il permesso di scompigliargli i capelli senza ottenere lamentele: il suo ragazzo.
"Non volevo, e so di averti ferito così, ma ho dovuto. Credimi, era l' ultima cosa che volevo fare lasciarti, piccolo".
"E allora non farlo, Lou. Non lasciarmi" fu un sussurro, che aveva un aria di supplica detto in quel modo e in quell' istante.
Il maggiore sospirò, e lasciò le sue labbra a scontrarsi contro la tempia del riccio.
"Te lo prometto, Haz. Ti prometto che cambierà."

   ANGOLO SCRITTRICE

Ehi, buona sera a tutti voi ;)
Comincio col dire che sono 2 mesi che voglio pubblicarla e che la prometto a molte persone, ma ho avuto tanti di quei problemi e impegni anche con l' altra fanfiction che è una long che.. mi sono completamente dimenticata.
sorratemi.
AH, QUASI DIMENTICAVO: RINGRAZIO TANTISSIMO L' ALTRA SCRITTRICE CHE MI HA DATO LA POSSIBILITA' DI LAVORARE CON LEI. Credetemi, è una scrittrice meravigliosa ( e se la volete conoscere la trovate in questa paginaa --> www.facebook.com/FanFictionOneDirection1 ) <3

ora vado a nanna, sai com' è ... tra nemmeno 22 ore comincia il nuovo anno, e io devo farmi trovare pronta u.u
Ciao bellissime <3

  
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