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Autore: Aven90    31/12/2013    1 recensioni
A come Aven, naturalmente! Questo conclude la super long che avevo in cantiere, ma niente sarà più imprevedibile di così: tutta da leggere e da commentare, conclude in bellezza questo viaggi che mi ha colpito molto anche come autore!
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball A'
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Nel frattempo che i due Kaioshin decidevano le sorti dell’Universo con le loro trame sotto banco, Vegeta era impegnato nello scontro contro Majin Freecell, il quale non voleva sapere di fare una pausa. Forse teneva in considerazione il fatto che ce n’era stata una lunga nel momento in cui si pensava che Goku fosse stato coinvolto nell’esplosione delle sue Kamehameha e verificare se fosse davvero deceduto.

Invece, era ancora lì, pronto a muovere i fili dei suoi compagni contro i suoi interessi.

Aveva sentito parlare di Genkidama: due terzi del suo essere avevano visto di che cosa parlava e il restante terzo sapeva anche produrne una, oltre chiaramente a Kid Bu che aveva assimilato come sempre anche il colpo che lo aveva ucciso.

Non poteva permettere né la Fusion, né la Genkidama.

“Bastardo… perché non reagisci ai miei colpi, eh?” chiese Vegeta, facendosi avanti con una domanda retorica. Aveva la sensazione che non poteva subire grossi danni, perché in quel modo si sarebbe allontanato da lui cadendo a terra, e quell’attimo lo avrebbe sfruttato per fabbricare l’Onda Bluetz.

Ma così, vedere costantemente i suoi occhi impassibili e pieni di rancore, e sentire allo stesso tempo il suo alito pesante, era ugualmente una sofferenza non raccomandabile nemmeno a Kakaroth, che pure l’aveva vissuta.

“Non posso farlo” rispose Majin Freecell, che da un po’ si limitava a parare ogni tipo di colpo, fisico o energetico, che gli perveniva. “Se ti colpisco, poi cadi a terra, e tu ne approfitteresti, da sconsiderato quale sei, per creare un’Onda Bluetz. Io invece non voglio, guarda caso!”

“Pensavo che lo avresti detto! Io invece voglio davvero che mio figlio ti batta!”

“Allora perché non ti sei unito tu con Son Goku?”

“Perché lo hai ridotto ad uno straccio prima che potessimo applicare l’ultima carta, costringendoci a ricorrere alla Genkidama!”

“Ora capisco… beh, provaci pure!”

Inaspettatamente passò al contrattacco e colpì ripetutamente il padre di Trunks all’addome, per finire con un colpo a due mani.

Incoscienza: una carta che non avrebbe mai dovuto apparire fra tutti quei guerrieri professionisti e abbastanza esperti.

Eppure, Vegeta sorrise, pur non essendo in grado di evitare lo scontro con quella terra così dura.

“È finita per te… non credevo fosse così facile punzecchiarti e farti male allo stesso tempo!”, cade a terra in un boato fragoroso , ma non gli importava.

Molto presto quell’incubo sarebbe finito, poiché Gotenks Super Saiyan IV sarebbe stato superiore a loro due (lui e Goku) presi singolarmente.

Ricordava perfettamente quando imparò l’Onda Bluetz.

“Ricorda, Vegeta: non esiste, per un Saiyan, fabbricare un’Onda Bluetz per altri Saiyan: i pivellini che non vi riescono saranno costretti ad annegare nella loro infimità, e dunque solo allora si vedranno i veri Saiyan ergersi fra le fila della cernita naturale!”

Così il re Vegeta, suo padre, che era orgoglioso di ogni progresso fatto dal figlio.

Ma adesso erano passati decenni da quel giorno, e le cose erano cambiate. In meglio, forse, perché l’Onda Bluetz che avrebbe aiutato il nuovo principe dei Saiyan a crescere come guerriero esplodeva ora a contatto con l’ossigeno.

Goten e Trunks erano pronti, ormai era passata un’ora, anche se loro avevano perso il conto.

Tutto era pronto, ma poiché Goten non aveva ancora raggiunto il Super Saiyan di terzo Livello, i due si unirono in Fusion allo stato normale e con l’aura azzerata.

Una volta tornati ad essere Gotenks, poté cominciare la metamorfosi che lo avrebbe fatto accrescere alle dimensioni di un gorilla pazzo e sanguinario, ma dorato, poiché entrambi avevano raggiunto il Super Saiyan.

Un’altra forte esplosione di luce e Gotenks raggiunse il Super Saiyan di Quarto Livello, cambiando anche casacca, che in quel caso era nero con le spalline rosse, o forse era solo l’aura che forniva loro quel curioso effetto ottico.

“Per te è finita!” annunciò la Fusion, trionfante.

“Cosa, è finita? La lotta?” chiese sardonico Majin Freecell.

“Hai capito benissimo! Sto per ucciderti senza che di te rimanga alcunché!” riprese la Fusion, che, aiutato da un paio di Super Ghost Kamikaze Attack, si scagliò contro di lui.

Infatti, il piano era quello: nel caso in cui sarebbe riuscito a scansare qualche colpo, c’era un Ghost che lo raggiungeva ed esplodeva e impedirgli di scappare.

Ma ben presto si rese conto che nemmeno quella tattica funzionava, il che era molto strano, poiché Majin Freecell era sembrato agli occhi di tutti subito in difficoltà, con i suoi attacchi fisici, e lui non riusciva nemmeno una volta a sorprenderlo con la guardia abbassata.

“Che sta succedendo? Perché non riesco a colpirlo come si deve?” si chiese la Fusion di Metamor.

“Grrr… forse non è passata un’ora. Forse avevano bisogno di un altro po’ di tempo per riposarsi… fatto sta che non riescono a concludere, eppure guarda come stanno lottando bene!”.

In effetti, Gotenks aveva le redini dell’incontro: per quanto la tripla Fusion cercasse di colpirlo, il suo avversario, usciva sempre dalla manica un Ghost Kamikaze che gli impediva di andare a segno, e quindi col passare del tempo stava chiaramente indebolendosi, ma allo stesso tempo non capiva come contrattaccare come si doveva.

La soluzione migliore per la creatura del Dottor Gelo era quella di allontanarsi e cercare lo scontro a distanza, e così fu: utilizzò la supervelocità, dopo aver applicato il Taiyoken, e si allontanò dalla Fusion, che cieca poteva confidare solo nei suoi fantasmini, di guardia attorno a  lui, essendo immuni al sole.

“Ah, è così, eh? Vi faccio vedere io!” . Gli venne un’idea diabolica.

Si frappose fra il recinto di guardia e Gotenks, per tirargli un quasi innocente gancio destro, ma i Ghost, vedendo di essere stati giocati, si precipitarono su Majin Freecell per fargli confondere le idee, ma quest’ultimo sparì alla vista essendo solo un ologramma dettato dallo Zanzoken e Gotenks fu infine costretto a sorbirsi tutte le esplosioni dei suoi dieci soldatini eterei, che sommato al dolore agli occhi per il Taiyoken ne derivava un dolore immenso, sia fisico che morale.

E pensare che persino Piccolo aveva donato a Goten un po’ della sua energia, per velocizzare il processo di ripresa, e invece si era fatto giocare in maniera talmente stupida da mettere in dubbio le origini Saiyan dei due ragazzi.

“Aahahaha! Cos’è che dicevi, prima? Che mi avresti eliminato? Ma guardati! Non faresti del male ad una mosca!”

“Ad una mosca forse, no, ma a te di sicuro! Morirai!”, Gotenks si era ripreso, perlomeno riusciva ancora a reggersi in piedi dopo i violenti scoppi che aveva subito.

Non avrebbe più usato quel trucchetto da bambini e avrebbe utilizzato una nuova tecnica.

Ma non sapeva nemmeno crearne una… era finita l’epoca sognatrice dell’infanzia in cui sapeva fabbricare come se niente fosse tecniche su tecniche.

Poteva solo contare su se stesso e le sue forze, ma purtroppo quelle gli stavano venendo a mancare, troppi danni aveva subito e ormai non c’era molta strada da fare.

“Ok, allora interverrò anch’io”, Piccolo si fece avanti, proprio come una volta.

“Piccolo! Anche tu per darmi una mano!” esclamò Gotenks, contento di vederlo al suo fianco come sempre.

“Non posso lasciarti solo… sei praticamente la nostra ultima speranza”

Vegeta scossa la testa incredulo: era ancora sdraiato sul prato dove si era schiantato ad altissima velocità: “Non farmi ridere, Piccolo… che mi fanno male le costole”

In realtà, era ancora un Super Saiyan IV, ma ormai le sue energie stavano finendo esattamente come quelle del guerriero della nuova generazione.

“Non puoi permetterti di mollare, Gotenks! Su chi faremo affidamento, in caso contrario?” incitò Piccolo.

“Ormai puoi fare solo questo” lo punse Majin Freecell. “Incitare a parole un vecchio relitto qual è questa Fusion… nemmeno l’aver raggiunto il Quarto Livello del Super Saiyan è servito, poiché si è fregato con le sue stesse mani… adesso avrà la forza necessaria per eseguire il colpo finale?”

“Certamente!” rispose Gotenks , sicuro, e ponendo le mani davanti al suo volto. “Finish Buster Kamehameha!”

Un potente raggio partì quindi da lì diretto al mostro che però lo scansò senza troppi problemi.

“Posso scagliarlo ancora! E ancora! E ancora!”

Ma ogni volta che lo scagliava, il demone lo evitava con estrema naturalezza avvicinandosi pericolosamente alla Fusion.

“Muori” bisbigliò dolcemente infine, all’orecchio. Un colpo violentissimo sul cranio, e la Fusion perse i sensi.

   
 
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