Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
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Autore: Aki_chan_97    31/12/2013    8 recensioni
Millenni fa un'antica, mostruosa creatura venne imprigionata nelle profondità della terra dal Drago Rosso Cremisi. Egli chiuse la tomba dello sconfitto con cinque sigilli, che vennero in seguito affidati a cinque diversi esseri umani. Essi divennero i custodi dei cinque frammenti di potere del drago, e grazie alla loro presenza la pace poté regnare sovrana sul mondo. Ma mai nessuno, finora, aveva tentato di ricongiungere i segni insieme. Quale minaccia è appena comparsa all'orizzonte? Il Satellite, Neo Domino e il mondo intero rischiano davvero la loro pace? Riusciranno i possessori dei cinque sigilli a scoprire cosa sta accadendo per impedire in tempo il ritorno del demone vendicatore?
(YuseixAki) !!!! DISEGNI 12, 13, 14, E 15 AGGIORNATI !!!!
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aki/Akiza, Yusei Fudo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*nello studio buio e incasinato della scrittrice*
 
Puntata speciale: tagli bizzarri
 

Io:  potete spiegarmi una cosa?
 
Yusei: cosa?
 
Io: i vostri ...capelli. Come caspita... che cosa ci mettete per conciarveli così?!
 
Yusei: ...
 
Aki: secondo te?
 
Io: ho sempre pensato “gel” :|
 
Aki: secondo te metto il gel? -_-
 
Io: ma che ne so! >.< qualche trucco dovete pur averlo, sembrano anti-gravità! Specialmente tu Yusei...
 
Yusei: ...io? Perché?
 
Io: E ME LO CHIEDI?! Insomma, ti sei mai visto allo specchio?! C-cioè... oh... emm... *COFF COFF*
 
Yusei: no, nesun trucco, sono così e basta ._.
 
Io: (già, sei così e basta *fangirla* <3 <3) della serie, manco se metti e togli il casco ti succede niente! Che ca---
 
Yusei: non lo so, sono così di loro natura!
 
Io: e poi hanno una forma davvero strana ‘-‘ mi ricordano... uhm, un granchio? No aspetta, a giudicare dal colore direi più un pinguino...
 
Yusei: perché questi paragoni?! Si può sapere che vi hanno fatto i miei capelli? T_T
 
Io: nulla, ma... sono troppo strani >o< hai mai provato a conciarteli diversamente, o almeno, in modo che non attirassero tutta quest’attenzione?!
 
Yusei: a dire il vero no...
 
Io: MMMH, e se facessi io un tentativo? ewe *sguardo assassino con un paio di forbici in mano*
 
Yusei: o_O non pensarci nemmeno!
 
Io: *salta all’attacco come un felino munita di forbici*
 
Yusei: o_o nonono- *scappa*
 
Io: dove vaiii vieni quaaaaa *w*
 
Aki: ehi! Non osare torcergli nemmeno un capello, mocciosa! e____e *la insegue anche lei*
 
*un trenino di folli corre per tutta la casa*
 
Io: intanto che cerco di acciuffare la mia preda vi lascio il capitolo, miei cari <3 ah, visto che ci siamo, tanti auguri di Capodanno :D
 
POV: Aki
 
Ero ancora in una fase di leggero dormiveglia, quando udii il pavimento scricchiolare. Male, solo io potevo fare rumori qui. Aprii gli occhi cercando di fissare lo sguardo oltre i capelli che mi coprivano il viso, ed eccolo lì, in piedi –o quasi, si stava appoggiando alla cornice della porta, e sembrava un po’ stanco- che mi fissava, con due grandi... occhi... blu. Wow. Che meraviglia, erano splendidi. Erano più scuri all’esterno, blu come il mare, mentre all’interno si schiarivano con una sfumatura quasi di ghiaccio. Non ne avevo mai visti così. Ne avevo visti di azzurri forse, ma mai blu. La notte precedente avevo già osservato il suo viso, lui era davvero carino, ma non avrei mai pensato che potesse avere degli occhi del genere. Una piacevole –meravigliosa- scoperta. Era ancora più bello di quanto avesi creduto. Mettiamoci che stava ancora a spalle e petto nudo... ‘N-no, Aki, smettila basta, zitta, non ti azzardare, non arrossire, non osare...’. Fortunatamente, un pensiero più ovvio mi balenò in testa. Perché mai si era alzato?! Anzi, dove accidenti aveva trovato la forza di alzarsi?
 
Mi rimisi in piedi, cercando di dosare il tono di voce nel modo più naturale possibile. “T-ti sei svegliato! Ma perché sei qui? Conciato come sei dovresti stare a riposo!” Non posso nemmeno guardarlo a dovere in faccia, stupidi capelli. Nah, lasciamo stare, me li sarei rimessa a posto dopo: quel coso di ferro era troppo grosso e scomodo da tenere anche di notte.
 
“Tu chi sei?” mi chiese. Aveva la voce un po’ cupa, ma era prevedibile, col freddo che si era preso la sera prima... Già, domanda logica. Però, che avrei dovuto rispondergli? “La gente mi teme e mi chiama ‘Strega della Rosa Nera”? Con tutta probabilità, mi avrebbe riso in faccia. Anche se non dava l’impressione di essere un tipo stupido, non potevo uscirmene così, tanto meno col mio vero nome. ‘Quello non se lo ricordava più nessuno ormai’. Meglio lasciar stare.
 
“I-il mio nome non importa. Piuttosto, non mi sembra tu stia bene ora. Devi riposare ancora, la febbre non ti è passata”. Cercai di spostare l’oggetto del discorso su qualcosa di più credibile, speravo lasciasse passare così.
 
“Dove sono?” mi chiese, ancora. Sembra non abbia badato alla mia strana uscita, meglio così. Uhm, dov’era? “A casa mia” suonava abbastanza bene anzi di “rifugio” o cose simili –non mi piaceva molto identificare quella come “casa”, non lo era sul serio, e non mi piaceva. Tuttavia, non avrei voluto farlo sentire a disagio. Ah, inoltre era giusto che sapesse cosa gli era successo, no?
 
“Diciamo a casa mia. Ti ho trovato svenuto in un vicolo ieri notte, sotto la pioggia. Non potevo lasciarti lì a congelare...” suonava compassionevole. Ma quando mai io avrei mostrato compassione? No, forse no. Magari era semplicemente buon senso. Sì, certo che era buon senso.
 
“...perché non mi vuoi dire come ti chiami?” ...E ti pareva. Farsi i cavoli suoi no, eh? Pff...
 
“Lascia stare, è una lunga storia. Tanto prima o poi sentiresti come mi chiamano gli altri”.
 
Ma che..?! Che accidenti avevo detto?! E da quando riuscivo a mostrare tanta confidenza con gli estranei?
Però poi qualcosa mi distrasse. La febbre del giorno prima era leggibile a caratteri cubitali sulla sua fronte dato il sudore, non teneva nemmeno gli occhi completamente aperti. Dovevano mancargli davvero tutte le forze, visto che mi stava letteralmente cadendo addosso. Con uno scatto lo trattenni per le spalle, nella speranza che non mi svenisse lì sul momento –non mi andava di riportarlo di peso sulla schiena. Un brivido percorse le mie dita al suo tocco, forse a causa della sua fin troppo elevata temperatura corporea. La sua testa era finita praticamente sulla mia spalla, e lui era molto, moooolto vicino a me... e sveglio.
 
“Torna subito di là” gli sibilai accanto l’orecchio. Non avevo voglia di stare a discutere. Lui annuì, e lasciò che lo aiutassi senza protestare; buon per lui, e per me. Lo adagiai sul divano, gli rimisi addosso la coperta e mi sedetti su una sedia vicina: adesso era il mio turno di fare domande.
 
“Cosa ti è successo?” gli chiesi. Volevo soddisfare la mia curiosità, però lui sembrava non aver intenzione di assecondarmi. Che c’è, era forse un dispetto perché non gli avevo detto il mio nome? A proposito, non sapevo nemmeno qual era il suo di nome; magari quello me l’avrebbe detto.
 
“Puoi dirmi come ti chiami?” gli chiesi di nuovo pazientemente. Almeno stavolta si era girato... no, come non detto, aveva distolto per l’ennesima volta lo sguardo, ma parlò lo stesso. “Meglio per te non saperlo”. Grr... Lo stava facendo apposta o cosa?? Bene, lo avrei convinto lo stesso a parlare.
 
“Ehi, ti ho salvato la pelle e così mi ringrazi? Non mi dici nemmeno come ti chiami?” Tentai l’approccio dei sensi di colpa, di solito funzionava. Anche se dovevo aver dato l’impressione di essermi irritata abbastanza. Silenzio, di nuovo: per quanto aveva intenzione di continuare in questo modo? A questo punto mi costringeva ad insistere.
 
“Perché non me lo dici?”
 
“Vuoi davvero saperlo?”
 
“A-ha.”
 
“D’accordo, però voglio che tu mi dica il tuo prima” mi ribatté lui. Stava proprio cercando di farsi odiare, eh? Beh, ci stava riuscendo alla grande.
 
“E va bene. Mi chiamo Aki, contento?” Ero andata decisamente oltre. Ma forse non era stata una mossa troppo stupida: male che sarebbe andata, se lo sarebbe scordato, oppure lo avrebbe rimpiazzato. Sarei stata a vedere.
 
“Adesso si”.
 
“Ebbene?”
 
“Mi chiamo Yusei”. Questa mi era assolutamente nuova: non pensavo nemmeno esistesse un nome del genere. Però, suonava bene.
 
“Allora, Yusei, che ci facevi svenuto per le vie del Satellite?”
 
“Prima stavo correndo”.
 
“Eri inseguito?”
 
“Si, credo.”
 
“Credi?”
 
“A-ha.”
 
“Come credi? Da chi?”
 
“Non lo so”.
 
“EH? Come non lo sai?”
 
“No, non so chi fosse.”
 
“Scommetto che una spiegazione migliore ce l’hai”.
 
“...No, non avrebbe senso”.
 
“Dammela lo stesso”.
 
“Meglio di no, sarebbe inutile. Piuttosto, che ci facevi tu lì?” Ha-ha-ha. Eccola la domanda scomoda- dopo aver ignorato le mie ben più ovvie. Non perché dovessi nascondere qualcosa, ma... dire che ne avevo voglia e basta sarebbe suonata come una bella presa per i fondelli, o un chiaro segno di instabilità mentale. Non che io fossi esattamente “normale” –mi riferisco questi strani poteri- però.... vabbé, almeno ci potevo provare.
 
“Volevo uscire, punto. E poi per le strade sotto la pioggia non ci sarebbe stato nessuno ad importunarmi”. Ok, forse non si reggeva tanto come scusa, maaa....
 
“Davvero?”
 
“A-ha”. Lui chiuse gli occhi alzando le sobracciglia. Sembrava che dicesse “Bah, se lo dici tu...” non mi credeva insomma. Che simpatico. ‘È un peccato, con quel bell’aspett- Aki smettila...’
 
“Vivi da sola qui?” Cambio di argomento, eh? Ok, si poteva fare. Pareva che fosse lui quello più confuso dei due, tanto valeva assecondare le sue domande.
 
“Secondo te?”
 
“Secondo me no”.
 
“Invece si”.
 
“Davvero? Tutta sola?”
 
“Si, beh? Che c’è da stupirsi?”
 
“Nulla, ma, voglio dire, non è pericoloso?”
 
“Non ho nulla da temere io”.
 
“Come fai a esserne certa?”
 
“So come difendermi, fidati”. Mh, forse stavo esagerando.
 
“Ah si?” mi sembrava un po’ sorpreso. Davvero gli sembravo un’innocente fanciulla povera e indifesa?!
 
“SI!”. Ops, avevo alzato la voce. Colpa sua.
 
“Ah, ok”. Faceva la faccia innocente adesso.
 
“Tu da dove sei scappato?”
 
“Non sono scappato. Diciamo da casa...”
 
“Sei scappato di casa?”
 
“N-no! Cioè, non in quel senso... nah, lascia stare”.
 
Sospirai. Sembrava non stesse mentendo su quel poco che –non- mi aveva detto. Era strano, ma qualcosa di lui mi ispirava persino fiducia. Anche se non aveva intenzionalmente rivelato nulla di quanto gli era accaduto, sapevo che sarebbe stata solo una questione di tempo per scoprire il resto. Credetti che non sarebbe stato troppo male farlo restare finché non si sarebbe ripreso. Avrei potuto godermi un po’ di compagnia finalmente.
 
“Non ti senti sola qui?” Sembrava avesse talento nel leggermi i pensieri.
 
“Ad essere sincera, un po’ sì”.
 
“Ti capisco”.
 
‘No, non potresti mai...’ Gli risposi nel pensiero. Infine decisi di interrompere la conversazione. Per ora poteva bastare, e poi, io dovevo sistemarmi i capelli e preparare qualcosa da mangiare per entrambi. Mi alzai dalla sedia e mi diressi in camera a cercare il mio “fermaglio”. Propriamente era uno stabilizzatore, però non sapevo fino a che punto facesse effetto. Fortunatamente, non c’era più stata occasione per scoprirlo, dato che era molto tempo che non mi ero più arrabbiata con nessuno... Comunque, ormai era diventato un semplice ornamento di vecchia data per me.
 
“Ehi Aki”. Sentii Yusei chiamarmi per nome dall’altra stanza. “Grazie”.
 
Dal tono sembrava che stesse sorridendo. C’era da ammetterlo, mi piaceva la sua voce. Era calda e sicura, e  contribuiva a far crescere ancor più la fiducia che avevo iniziato a sviluppare nei suoi confronti. E poi, era passato davvero tanto tempo dall’ultima volta che qualcuno mi avesse ringraziata, ammesso che fosse mai accaduto. Uffa, avrei voluto vederlo il suo sorriso...
 
“Di nulla” risposi, un po’ imbarazzata. Forse avevo agito per egoismo quando l’avevo soccorso: l’egoismo di riparare ad un mio peccato, l’egoismo di non accettare la condanna di restare da sola. Però l’avevo aiutato, alla fine; per un motivo o l’altro, l’azione buona l’avevo compiuta e questo era l’importante, anche se non sapevo se fosse corretto pensarla così. Dopo aver rimesso i capelli in ordine, tornai nel soggiorno a controllare come stesse il mio ospite.
 
Giaceva ad occhi chiusi con la testa piegata di lato, respirando lentamente. Si era addormentato di nuovo.
 
*Nello studio buio e incasinato della scrittrice*

 
Io: fooooorse questo era un capitolo così così, ma capitemi, serviva anche il punto di vista di Aki X3 tranquilli, voi aspettate il prossimo capitolo saprete cosa è accaduto realmente, parola di Aki-chan UwU ho notato che in molte fanfiction sembra che ci siano colpi di fulmine random assolutamente insensati o forzati, spero di aver reso una scena più credibile ^^”
 
Aki: avevo ragione, il tuo è un vizio... sai di che pezzi del capitolo parlo...
 
io: si, lo so, sono irrecuperabile ^_^
 
Aki: T_T
 
Yusei: ad ogni modo... sono l’unico a sospettare –già dal terzo capitolo a dire il vero- che Aki non è l’unica con qualche specie di potere e quant’altro?
 
Io: brillante come al solito il mi- nostro Yusei ^w^
 
Aki: ti ho sentita.
 
Io: chissene. Vabbé, un pochino ve l’ha spoilerato lui –e l’introduzione-, nella mia fiction la forza dei deck è sostituita da poteri soprannaturali come quelli di Aki, che sinceramente mi affascinano di più delle combo matematiche del gioco di carte <3
 
Yusei: Non sono completamente d’accordo sulla scelta.
 
Io: ovvio, tu sei il re dei duelli turbo, grazie che preferisci Duel Monsters -_-
 
Yusei: *sigh* non farti sentire da Jack, per favore... A proposito, come mai non è apparso nessun altro oltre a me e ad Aki qui?
 
Io: finché non avranno voce in capitolo nel senso più letterale possibile dell’espressione, possono aspettare ^_^ eddai, non sei contento di stare solo (quasi :P) con Aki? uwu
 
Yusei: o_o ehm... < //// < *domanda scomoda*
 
Aki: che razza di domanda era?! e.e
 
Io: una lecita :P pure tu, non sei curiosa di sapere cosa ne pensa? uwu
 
Aki: beh, io... < ///// <
 
Io: ci vuole una fotografia qui :’3
 
Aki & Yusei: NON TI AZZARDARE! * click - troppo tardi*
 
Io: e dopo questo scatto magnifico, vi lascio carissimi, vi prometto che presto vi renderò le idee più chiare su quanto avvenuto in precedenza e che l’azione arriverà a breve XD (il capitolo 5 è già pronto, prima recensite e prima arriva :] eddai, fatemi questo regalino almeno per l’anno nuovo <3) di nuovo auguroni per un anno (ancora) migliore di questo! :D bye a tutti ^_^







Finalmente postato anche il quarto disegno! :D Non c'era gran differenza col capitolo prima, ma vabbé, dettagli u_u   la scena è quella del dialogo, chiaro XD povero Yusei, quando mente/tace non sa nemmeno guardare in faccia la gente, dolce il ragazzo <3 .... vi chiedo umilmente perdono per questo disastro di prospettiva, non siamo mai andate d'accordo io e lei ç_ç  spero che almeno le persone siano venute bene


  
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