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Autore: maty345    31/12/2013    2 recensioni
Siamo tutti nati dalla stessa materia,
tuttavia non siamo tutti uguali.
Chi sarai?
Cosa diventerai?
Alcune persone sono nate per essere leader,
provocando grandi cambiamenti alla gente.
Altri son nati nella mediocrità, vivendo vite insignificanti.
Ma per alcuni la vita sarà una battaglia costante, che offrirà a Zero opportunità.
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Storia dedicata a chiunque si credi insignificante. Leggendo la storia, potrebbe ricredersi.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Zero



"Siamo tutti nati dalla stessa materia, tuttavia non siamo tutti uguali.
Chi sarai?
Cosa diventerai?
Alcune persone sono nate per essere leader, provocando grandi cambiamenti alla gente.
Altri son nati nella mediocrità, vivendo vite insignificanti.
Ma per alcuni la vita sarà una battaglia costante, che offrirà a Zero opportunità "



La stanza era appena illuminata da una luce aranciata di una candela. L'infermiera  Sei, cercava di tirare fuori dall'utero materno della sua paziente il bambino.
La donna in questione sudava senza sosta, trattenendo gl'urli di dolore. Voleva dimostrarsi forte. Si sentirono i primi pianti del bambino, e la testa del neonato uscì dalla sua nuova madre. Sei lo prese con le sue mani d'infermiera e trattenne un urletto. Sul bambino era stampato un numero orribile, che la comunità riteneva inutile. Era stampato un numero considerato nullo. Sulla pancia del neonato era stampato il numero Zero. Si ricompose, e portò il bambino fuori da quella stanza, con la consapevolezza che il pargolo avrebbe vissuto una vita infelice.

"Quindi come può un niente, essere qualcosa?"

Passarono gl'anni. E Zero crebbe, diventando un adorabile fanciullo. Non agl'occhi della gente, però. Potevi  anche essere la persona migliore al mondo, ma comunque la popolazione di quello strano mondo veniva giudicata in base al numero cucito sul petto. Una dimostrazione di ciò la stava insegnando la professoressa di Zero, utilizzando la lavagna. I numeri uno e due dovevano accoppiarsi di dritto, così come il tre e il quattro, il cinque e il sei,  il sette, l'otto e il nove. Per Zero il destino era diverso: non poteva stare nè con la sua spece, nè con nessun altro. In quella situazione i compagni di Zero risero, facendo piangere il povero ragazzino. Nove, il leader della classe-o per Zero il bulletto- colpì la lavagna con un aereoplanino di carta. Quando la maestra si girò per vedere chi fosse stato, tutti incolparono Zero. Lui non disse niente, rimase interdetto sul suo posto, finchè a muoverlo fu la bacchetta di legno che la maestra usò per colpirlo. Non si scompose dalla situazione, e rimase il pacifico ragazzo di sempre.

"A volte Zero, cercava di aggiustarsi, per sentirsi un numero molto più grande"

Di solito, Zero passava gl'intervalli fermo, seduto sull'erba a guardare i suoi compagni giocare. E quel giorno per lui fu davvero speciale: Tre e Quattro lo stavano invitando a giocare alla corda. Lui, ovviamente, accettò, noncurante dei sorrisi malefici che si proiettavano sulle labrra.

"Ma i bambini gli ricordavano che uno Zero, è uno Zero, a prescindere dal suo aspetto."

I bambini, tutti in massa, presero per i piedi Zero, e lo legarono a testa in giù su un albero. Per tenerlo fermo lo legarono con la fune dell'altalena, senza badare di farli male.
Sghignazzarono per un po', oh almeno, fino a quando le campanella suonò e loro dovettero tornare a casa. Zero rimase lì, incapace di muoversi. Neppure Uno, il bidello della scuola, lo aiutò in quella situazione. Se nascevi in questo mondo con il numero zero stampato sul petto, in poche parole, eri spacciato. Ma Zero non si lasciava disperare dalla situazione. Per lui lo zero non era un numero negativo, era semplicemente un numero c0me tanti altri. Senza alcuna differenza.

"Quando Zero crebbe e divenne adulto, percorse un sentiero solitario. Nonostante le sue mancanze numeriche, Zero sentiva che aveva qualcosa da offrire."

Ogni volta che poteva, Zero cercava un lavora per guadagnarsi da vivere. Doveva pur prendere qualche soldo per rimediare al suo continuo brontolio, o sarebbe morto di fame.
Trovò uno spott in cui spiegava che in panetteria cercavano un dipendente. Lui, come sempre, tentò di qualificarsi, senza ottimi risultati. Nessuno voleva lavorare affianco a quel numero considerato nullo, sarebbe stato una vergogna! Così quando fece il colloquio ed il capo, Cinque, notò che l'esemplare era uno zero, lo sbattè a pedate fuori dalla sua panetteria. Zero non ci rimase male. Era troppo abituato ad una situazione del genere.

"Zero non permise mai alle brutte esperienze di abbaterlo, non voleva essere un numero negativo"

Notò appoggiato ad un muro un'altro esemplare di zero. Teneva in mano un bicchiere di plastica, e dentro c'erano appena due scellini. Senza pensarci troppo, porse la sua unica moneta al quel poveraccio, sorridendoli. Era ancora più povero di prima, ma almeno si poteva guardare ancora allo specchio.
***
La notte arrivvò presto, e Zero si rifugiò in un vicolo abbandonato. La pioggia cadeva costante su di lui, e per riparsi, aveva usato qualche foglio di giornale.
Non riscaldò molto il suo povero corpo, ma era già qualcosa. Sentii degl'urli femminili. Si alzò per vedere cosa stesse succedendo, e vide un'esemplerare femmina di zero, torturata da un gruppetto di Tre e Quattro. Innorridito, aveva buttato giù delle casse di legno lì vicino, attirando l'attenzione su di lui. I Tre e i Quattro lasciarano la ragazza, e vennero da Zero, per picchiarlo. Non si pentii dell'azione, aveva fatto quel che era giusto secondo lui. Quando il gruppetto si stancò di prenderlo a pugni, se ne andarono, lasciandolo sanguinante. La ragazza lo prese tra le sue mani, e lo portò in un posto più sicuro.
***
Quando Zero si svegliò aveva affianco a lei la sua nuova amica.

"Non era la prima volta che Zero si svegliava con il corpo malridotto, ma questa volta era diverso"

Si strinsero la mano, entrambi felici. Si erano salvati a vicenda, e avevano ottenuto un/a nuovo/a amico/a. Due poliziotti-due numeri Sette- camminarono da quelle parti, per fare un  giro di pattuglia. Subito si lasciarono la mano. Sapevano bene che due numeri Zero non potessero avere dei rapporti "intimi", sarebbe stato violare la legge.
I due poliziotti li squadrono per un secondo, e non notando niente di stranlo, se ne andarono.
Zero prese coraggio, e strinse forte la mano di lei, strappandole un sorriso. Tutto sarebbe stato diverso, da lì in poi.

"Per la prima volta, Zero non si sentiva un numero inferiore, in compagnia della sua nuova amica. Si sentiva importante come un Tre. O anche un Quattro!"

Dopo quel giorno, passarono tempi indimenticabili. Facevano tutto insieme, non si lasciavano mai,  e si sentivano entrambi importanti. Facevano quelle cose che solo i numeri superiori a loro compivano, e si sentivano finalmente soddisfatti. Non notarono più i vari Quattro e i vari Cinque che li prendevano in giro. C'erano soltanto loro, entrambi inferiori per quel mondo, ma superiori a chiunque.

"Ma la sensazione più bella, era il sentimento d'appartenenza."

Andarono a passeggiare in un giardino di rose rosa. Zero voleva diglierlo, e l'avrebbe fatto, a qualunque costo. Ormai lei era più che una amica, molto, molto di più.
Staccò uno di quei bellissimi fiori e glielo porse, chiedendole se l'amava e se sarebbe disposta a passare la sua vita con lui. Lei ovviamente accettò, e lo baciò.
Entrambi erano felici, orgogliosi che il loro amore era sbocciato. Ma qualcosa di brutto stava per accadere, si poteva percepire. I due poliziotti avevano seguito inorriditi la scena.

"Una vita di solitudine, si dissolveva nel passato, insieme con l'idea, che il loro amore era proibito"

Erano entrambi sdraiati, su un letto di erba verde, a guardare meravigliati il firmamento. Poi, l'incubo. Un faro di una macchina l'illuminò, e da l'aggeggio uscirono i due Sette.
Zero si mise davanti alla sua amata, per impedire di farle del male. Non aveva capito però, che i poliziotti volevano proprio lui. Lo presero a botte, e quando fu distrutto, fu caricato in macchina. La fidanzata di Zero cercò di difendersi, e di salvare il suo amato, ma gli diedero un forte pugno in faccia, e la stesero. Fatto ciò, sbatterono Zero in prigione

" Mentre il mondo continuava con lui, si chiedeva come avrebbe continuato a vivere, senza il suo amore"

Passarono nove mesi.
Zero era disperato. Non sapeva che fare. Avrebbe passato la sua vita a marcire nella sua cella, come era giusto che fosse. Guardò un gessetto bianco sul pavimento.
Lo prese con le mani, e se lo girò tra le dita, per gustarne la consistenza. Un'idea lo fulminò. Cominciò a disegnare, sulle pareti di quella cella. Per aiutarsi ad arrivare più in alto, utilizzò addirittura uno sgabello. Era un modo per stendere i nervi, per rilassarsi da quella situazione. Continuò per varie ore, finchè il gesso non si consumò del tutto.
Zero era soddisfatto, ma tanto questo disegno  non avrebbe fatto altro che ricordare ancora di più la sua amata. si sdraiò per terra, e piansse silenziosamente.
Sentii un qualcosa sulla sua testa, si grattò e trovò una rosa. ma non una qualunque: era esattamente il fiore che aveva regalato a lei. Si sporse dalla finestra e la vide.
Era avvolta da un cappotto, ed era più sorridente che mai. Lo salutò, e si tolse la giacca.
Zero ne rimase colpito. La sua amata era... Incinta?
La popolazione notò la scena, e puntarono tutti le dita su di lei. L'avrebbero ferita, e il bambino sarebbe stato perso. Zero cominciò a preoccupasi, e a piangere.
Ironia della sorte, le acque si ruppero. Lei cadde a terra, piagnucolando, con le mani sulla pancia. Un infermiera, lì per caso, si offì volontaria per estrarre il bambino dalla madre.
Zero voleva vedere il suo pargolo, se la sua fudanzata sarebbe sopperavvissuta, ma aveva tutta la città a coprirli la visuale.
Si sentii il pianto. E il bambino fu fuori. Tutti fecero un'azione... insolita. Si inchinarono, almeno sei volte, e se ne andarono.
Quando furono sgomberati Zero potè vedere.... il nulla. Non c'era niente. Che fossero morti sia lei che il bambino? Gli scappò una lacrima solitaria.. o forse un po' di più.
Sentii poi la porta del carcere cigolare, e sbattere sonoramente. Si girò per vedere chi fosse, e ne rimase colpito. La sua fidanzata viva, vegeta e in salute, con in braccio il bamvbino. Ma non fu questo a farlo sobbalzare, ma bensì il numero di suo figlio.


"Portava il simbolo dell'infinito, il più grande e il più rispettato numero che la gente avesse mai visto. Così Zero capì che dal niente, aveva creato qualcosa di davvero grandioso"

Srinse la sua fidanzata a se, e ammirarono il lavoro che Zero aveva disegnato. Aveva disegnato un mondo migliore, un mondo in cui nessuno era escluso. Un mondo di pace.
Un mondo in cui tutti si sentivano a casa.

"Da lì, la vita cambiò"



Angolo dell'autrice:
Storia dedicata a chiunque si credi inutile, ed insignificante. Anche tu un giorno potrai fare qualcosa di veramente grandioso.
Perchè anche dal niente, si può creare qualcosa



 


 
   
 
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