Serie TV > Doctor Who
Segui la storia  |       
Autore: artemix_    31/12/2013    2 recensioni
Clara Oswin Oswald era la ragazza impossibile, il corpo che non si incastrava completamente con quello del Dottore perché non vi era amore in quello che facevano, non vi era amore nei loro sguardi e non vi era confidenza. Non vi era niente. Solo il desiderio sconfinato ed estenuante di qualcosa che non riusciva ad essere portato a termine. Eppure trovavano sempre il modo di trovarsi, loro due.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clara Oswin Oswald, Doctor - 11, TARDIS
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
chapter 3
you made me high then you swooped so low

Si svegliò nel letto bianco e grazie ad una specifica ma quasi incomprensibile spiegazione del Dottore, che irruppe nella stanza saltando sul letto a petto nudo e col cravattino legato al collo senza camicia, capì che il Tardis era stato sfiorato da una qualche murena dello spazio. Le Memoriene.
Il Dottore spiegò quanto fossero rare e che sicuramente avessi avuto qualche sogno/incubo su cose passate.
Clara annuì leggermente sollevando la testa per guardarlo dal basso e poi abbassò la testa rendendosi conto che aveva sognato anche qualcos'altro, qualcosa che non era accaduto.
Lui si lasciò cadere sul letto facendola rimbalzare ed attirando di nuovo la sua attenzione.
- Ho sognato Gallifrey e i vecchi ragazzi che sono stati qui e me... e te - le disse guardandosi le dita. - Tu?
- Me... e te - gli disse e con una mano gli girò la faccia verso di lei per poi baciargli le labbra.
E la paura, Dottore. Ho sognato la paura.

***

Clara si rese conto che il Dottore adottava comportamenti completamente diversi da quelli con cui era solito approcciarsi a letto. Certo, se la baciava la mandava in iperventilazione sia dentro che fuori dal letto.
Il problema è il quando. E questo è un problema che i Signori del Tempo risolvevano, ma a loro piacimento.
Vivevano le avventure e lui e lei scherzavano, stavano assieme, se si stavano vicini si percepiva. E intendo vicini dentro.
Era inevitabile non mettere in dubbio che vi era qualcosa celato tra loro, ma anche malcelato.
Erano circostanze che tappezzavano con risatine nervose e mani sudate (del Dottore, che sembrava sempre sul punto di crollare anche se era un adolescente in piena crisi ormonale in astinenza da moglie). 
Clara passava le notti a parlare ad una silenziosa TARDIS, che mai come in quei giorni sembrava sempre pronta ad ascoltare senza dare riscontri. Così sembrava.
 
***
 
Le pareti rilucevano dei riflessi che emanava la console di comando. Clara fissava la colonna al centro e parlava, a volte invece sedeva a terra con la testa poggiatavi contro.
Non aveva più sognato diverse versioni di sé eppure non riusciva a smettere di pensare a quella sé futura che camminava davanti al Dottore. Era come se sentisse il bisogno di ricordare, come se vivere nella sua mente fosse giusto.
- Sai - disse Clara leccando dal cucchiaio una dose del gelato. Il pigiama con una macchia all'altezza del seno, le gambe una distesa e l'altra piegata. Guardò nel vuoto. - Ancora non capisco cosa voglia dire quella visione sbarra allucinazione o beh hai capito.
Immerse di nuovo il cucchiaio nel barattolo. Si congelò i denti quando mangiò l’ultima cucchiaiata di gelato.
Il TARDIS emise il primo suono dopo tutto quel tempo. Clara si fermò col cucchiaio a mezz'aria.
Pensò che non ci fosse risposta migliore di quella.

***

Clara si appoggiò allo stipite della porta della camera da letto.
Fissò il Dottore con gli occhiali mentre leggeva uno di quei manuali sulla manutenzione di una macchina del tempo. Gli occhiali li teneva poggiati sulla punta del naso tanto che Clara si chiese come facesse a leggere. Le gambe sotto le lenzuola e la schiena contro il cuscino mezzo alzato. Il ciuffo di capelli appena appoggiato sulla stecca degli occhiali.
Gli vide le labbra curvarsi in un sorriso e, senza spostare lo sguardo, lui disse: - Che c'è, Clara Oswald?
La ragazza arrossì. Abbassò lo sguardo e poi tornò a puntarlo su di lui.
- Perché hai bisogno di un manuale se non c'è nulla da aggiustare?
- Prevenzione, Oswin - annuì lui senza smettere di leggere. Lei sorrise.
Cosa c'era di così sbagliato nell'aiutarlo? Stava così bene quando lui tornava, lo vedeva e c'era ancora. Quando la paura si sostituiva col sollievo.
Il Dottore sorrise e posando il libro con la mano destra, alzò gli occhi al cielo. Con un cenno del capo le fece segno di raggiungerlo.
Le si illuminarono gli occhi perché erano tutte attese ripagate che pur non portando a nulla, portavano a loro.
Corse al bordo del letto e rimase a guardarlo dall’alto. Lui alzò la testa inclinandola leggermente di lato per guardarla da sotto i capelli che le scendevano ai lati del viso come tende che volevano nasconderla.
Allungò le mani e prese quelle di lei, che giacevano attaccate a braccia inerti lungo i fianchi, incapaci di muoversi.
La tenne così per un po', finché non la attirò a sé stringendo quei polsi e tirandoli verso di lui.
Lei piegò la gamba sinistra e si sedette al suo fianco, senza gesta avventate.  Lo guardò mentre lui le passava una mano tra i capelli e poi le sfiorava la guancia col pollice e poi si metteva a sedere e la baciava piano. Sfiorandole le labbra lentamente e sospirandole sul labbro inferiore.
Lei non si mosse nemmeno quando lui prese una delle mani che stringeva e se la posò dietro la schiena.
Lasciò cadere appena quella mano, lei. Fissava con occhi pazienti quell'alieno per cui avrebbe dato la vita. Guardò quell'alieno che a stento si accorgeva di lei.
I suoi occhi si riempirono di lacrime sotto quei baci.
- Clara – sussurrò il Dottore contro le sue labbra, le pupille puntate nei suoi occhi vitrei e bagnati. - Clara – sussurrò di nuovo mentre con le mani le prendeva la testa e attorcigliava le dita ai suoi capelli.
Cominciò a baciarle le guance bagnate e poi gli occhi e poi poggiò la fronte contro la sua e lì restò per un minuto intero.
Nell'aria neanche il suono dei singhiozzi di lei.
- Clara - sussurrò un'ultima volta il Dottore.
La guardò; per la prima volta la vide. La guardò e tutto ciò che vedeva era la donna che lo aveva sempre salvato, la donna con cui amava andare a letto e la donna che comunque avrebbe voluto per sé e per nessun altro con una vena egoistica che rasentava il ridicolo, che metteva a repentaglio l'intera vita che oramai aveva costruito. La guardò e desiderò di salvarla. Mentre piangeva in questo momento di debolezza che la rendeva così vuota.
Desiderò di salvarla ogni secondo e in ogni vita che lui avesse affrontato. E non voleva perderla. Non così.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: artemix_