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Autore: Rie_James    31/12/2013    1 recensioni
Beh, niente, è una storia per lo più inventata, ma con l'aggiunta di qualche evento reale. Nemmeno io so la trama precisa. Vi posso dire semplicemente che è la storia d'amore tra Duncan James ed una sua fan. Spero vi piaccia ^^
Leggete e recensite, mi raccomando!
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Duncan James, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Salve BlueFam! Come state? :D
Visto? Sto migliorando? Scrivo sempre più velocemente! *^* Beh, innanzi tutto vi dico che questo capitolo è  un po’ più lunghetto del solito, ma tranquille, vi piacerà :3 Non voglio rompervi troppo, per cui, buona lettura!!
Grazie a chi legge, a chi segue, a chi aggiunge a preferiti ma soprattutto a chi recensiceeeeeeeee!! :3 ♥
Spero vi piaccia :D Mi raccomando continuate a recensire pls *^*
Buon 2014!! ♥
xoxo
Rie ♥ ☺
 

7. ‘Cause It’s Nothing Without You

 
Girarono ancora un po’ per i negozi alla ricerca di qualcosa di carino da far indossare a Gab quella sera per far colpo su Duncan. Cercavano qualcosa che non fosse troppo sportivo, né troppo casual, né troppo romantico, né troppo sexy … Qualcosa che fosse il giusto mezzo ma che le permettesse comunque di essere notata. Alla fine comprarono un jeans chiaro molto aderente ed un top rosa pesca molto largo con le maniche corte che cadevano sotto le spalle. Aveva messo nella sua valigia una giacca di pelle color cuoio e delle francesine col tacco dello stesso colore, così decise che avrebbe messo quelli e si sarebbe fatta prestare un cinturone (sempre cuoio) da Julie così da poterlo mettere in vita:
- Bene, i vestiti sono pronti … - disse Julie – Adesso ti manca solo il make-up!
- … Il make-up che tu mi darai una mano a realizzare insieme ai capelli, giusto? – la guardò supplicante Gab.
- Sì, sì, va bene, va bene … Ma solo perché stai per avere un appuntamento con Duncan e perché è il tuo compleanno!!
- Non sto avendo un appuntamento con Duncan!
- Ah no? E come lo chiami tu quando un ragazzo invita una ragazza ad uscire?
- Non ha invitato solo me, ha invitato anche te e gli altri Blue! Quindi non è un appuntamento!
- Noi serviamo solo da contorno per mascherare un po’ la cosa in caso di fan, giornalisti e quant’altro! Ma lui ha invitato te!
- Sì, sì, certo, come no, ma ci credo! – disse sarcastica – Piuttosto … Non credi che Lee si stia interessando a te? Nonostante tu non sia una loro fan, si è interessato di cercarti su twitter e di salutarti …
- Mmh … Riflettendoci … Ma no, non credo. E poi comunque lo rifiuterei. Io amo Leonard, e per quanto Lee sia carino, simpatico, gentile e tutto quello che vuoi tu, non sono innamorata di lui e non tradirei il mio ragazzo per nulla al mondo.
- Sono così fiera di te! – disse Gab asciugandosi una finta lacrima per prenderla in giro.
- Hey!! – disse Julie dandole uno schiaffetto sulla spalla – Guarda che dico sul serio!
- Lo so che dici sul serio, e dico sul serio anch’io. – sorrise – Se Lee mi dovesse confessare qualcosa, gli chiarirò io la situazione. Tu comunque cerca di parlare spesso di Leo, così ci evitiamo intoppi, non ti pare?
- Mi sembra una buona idea. Cosa ti succede oggi, sei diventata improvvisamente un essere pensante?
- Scema! – rise Gab – Stai zitta e truccami, che è meglio!
- Parolina magica?
- Per piacere … Potresti continuare a truccarmi?
- Brava bambina! – rispose Julie ridendo.
 
***
Erano quasi le otto e Gab cominciava a farsi prendere dall’ansia:
- E se facessi la solita figura dell’imbranata?!
- Non la farai … - rispose Julie urlando dal bagno.
- E se pensasse che sono strana?!
- Gab, quello che tu reputi il massimo della perfezione ti aveva lasciato il suo numero e tu non volevi nemmeno chiamarlo. Che sei strana l’avrà già capito.
- Ma è normale che io non l’abbia chiamato!! Mi vergognavo!!
- E di cosa? Di poter arrossire, cadere o fare facce stupide senza che ti potesse vedere? – disse ridacchiando mentre usciva dal bagno ormai pronta anche lei.
- Stupida! – rispose sbuffando – Ti odio quando fai così, lo sai?
- Invece di insultarmi, visto che manca poco tempo, perché non mi dici come sto vestita così? – ridacchiò Julie.
Julie indossava una camicetta bianca abbastanza aderente e non troppo scollata, con le maniche leggermente a sbuffo, i jeans abbastanza scuri anche questi aderenti. Come scarpe aveva scelto dei decolletè neri e sopra alla camicetta indossava un giubbino jeans della stessa tonalità del pantalone.
- Sei bella quasi quanto me, pensa un po’! – disse Gab ridendo.
- Nel senso che non arrivo alla tua bellezza?
- Già
- Allora è il caso che mi cambi perché sono orribile!
Gab le lanciò un cuscino addosso ridendo.
- Hey! Attenta, ci ho messo un anno a far venire i capelli così!! – protestò Julie ridendo.
- Sei bellissima sorellona.
- Graz-… - la suoneria del cellulare di Gab interruppe Julie. Gab deglutì a vuoto e sentì il suo stomaco come invaso da miliardi di farfalline svolazzanti.
- Gab, calmati e rispondi al cellulare! – la incoraggiò la maggiore.
Gab prese il cellulare e osservò il display.
- E’ Duncan … E io dovrei cambiargli il  nome sulla rubrica – disse guardando rabbiosa la sorella, poi rispose al telefono – Pronto?
- Gab, sono Duncan. Tu e tua sorella siete pronte?
- S- Sì … Dobbiamo scendere?
- Perché indossi la giacca se sei in stanza? Per di più è in pelle quindi starai morendo di caldo! – chiese lui prendendola in giro
- Perché erano quasi le otto e quindi ho comincia- … Aspetta! Che ne sai che ho la giacca? – chiese Gab meravigliata sotto lo sguardo curioso e al contempo stupito di Julie. Duncan rise.
- Perché ti vedo dalla finestra, sciocchina! Affacciati!
Gab sgranò gli occhi e si diresse verso il balcone, aprì la finestra e si affacciò cercando la macchina di Duncan con lo sguardo. Improvvisamente sentì un clacson e si girò nella direzione da cui proveniva il rumore. Duncan la salutò dal posto del guidatore, Lee era al posto del passeggero mentre Simon ed Antony erano seduti dietro.
- Come siamo carine stasera! – disse Duncan
- G- Grazie … Ma non mi hai ancora vista da vicino! Potrei aver messo il peggior pantalone o la peggior gonna che mettano in risalto tutti i difetti delle mie gambe! – scherzò Gab
- Giusto! Ma non credo che possa essere possib-…
Una voce (che dal telefono sembrava essere quella di Antony) intervenne:
- Ma perché invece di parlare per telefono con lei affacciata al balcone in stile “Romeo e Giulietta”, non la fai scendere così andiamo a mangiare? Io ho fame!
- Diamine Ant, ma tu hai sempre fame? – lo prese in giro Simon
- Perché tu no?
- Sì, vabbè, ma lascia stare questi due poveri piccionci- … AHIA!!! Dunk! Mi hai fatto male!! – si lamentò Simon
- Ti stai zitto, sì o no? – protestò Dunk
- Sì, infatti Simon! Stai zitto! Non vogliamo mica far capire a Gab che piac-…. DUNCAN! La pianti di dare gomitate?! – intervenne Lee
- E tu la pianti di dire cavolate mentre sto a telefono? – rispose Duncan guardandolo in cagnesco.
- Ok, forse è meglio se scendiamo eh? – ridacchiò Gab all’altro capo del telefono.
- Eh? Oh, sì, scendete! – rispose Duncan quasi dimenticandosi che Gab era ancora in  linea.
- A tra poco –rise e riagganciò.
Gabriella fece un respiro profondo, poi un altro ancora e nell’espirare sentì la mano di sua sorella stringere la sua.
- Andrà tutto bene, Gab! Non c’è da agitarsi: ormai si è capito che gli piaci – sorrise
- Speriamo che tu abbia ragione.
 
Ancora per mano presero le rispettive borse, uscirono dalla stanza e scesero giù. Uscendo dall’hotel trovarono Duncan poggiato allo sportello della macchina con le braccia conserte e Lee accanto a lui. Duncan indossava una camicia nera ed un giubbino in pelle dello stesso colore; aveva dei jeans blu chiaro e le sue solite scarpe nere; al collo portava un foulard grigio messo molto largo. Lee invece indossava una t-shirt verde sotto ad una camicia jeans a maniche lunghe, jeans nero e delle blazer verdi con il logo bianco.
- Oh, eccole! – disse Lee sorridendo – Mi metto io dietro con Ant e Sy? – continuò aprendo lo sportello posteriore
- Beh sì, così loro si mettono vicine, no? – rispose Duncan
- ‘Sera … - mormorò Gab un po’ imbarazzata rivolgendo lo sguardo prima a Duncan per poi distoglierlo
- Ciao ragazzi! – disse Julie tutta sorridente
- Hey! – disse Lee dalla macchina sfoderando uno dei suoi simpatici sorrisoni mentre Antony  e Simon fecero un cenno con la mano.
Duncan sorrise ad entrambe, poi puntò lo sguardo su Gab squadrandola da capo a piedi.
- Salve ragazze – disse poi con una voce che andava dal sensuale al dolce.
- Beh, allora … Come ci disponiamo in macchina? – chiese Julie
- Guarda, la macchina è a sei posti: tre avanti e tre dietro. – rispose Duncan indicandole l’auto – Io e Lee abbiamo pensato che fosse stato meglio farvi mettere vicine, quindi lui si è spostato dietro con i ragazzi.
Gab fece per dire qualcosa, ma subito la sorella la interruppe alzando la mano di scatto:
- IO MI METTO VICINO AL FINESTRINO!! – disse quasi urlando mentre Gab si tappava l’orecchio.
- Julie, diamine, non urlare! E poi da quando tu hai preferenze nei pos-… NO, ASPETTA. BASTARDA!!!
Duncan le guardava incuriosito e allo stesso tempo affascinato: non capiva a cosa si stessero riferendo, ma gli piaceva vedere l’intesa che c’era tra le due che, nonostante non si fossero praticamente dette nulla, si erano capite a vicenda.
Le accompagnò al posto del passeggero e aprì loro lo sportello della macchina, lasciando entrare prima Gab e poi Julie ed entrambe si presentarono subito ad Antony e Simon. Dopo aver chiuso loro la portiera, da bravo cavaliere, si diresse al posto del guidatore e, una volta entrato in macchina e ritrovatosi con Gab a pochi centimetri da lui che squadrava malissimo la sorella, capì perché la più piccola se l’era presa tanto con la maggiore per la scelta dei posti e gli scappò una risatina che (ovviamente) Gab notò:
- Perché ridi? – chiese Gab preoccupata
- Eh? Chi io? Nulla nulla – ridacchiò Duncan in risposta.
Per tutto il tempo, Julie cercò di parlare da sola con Lee, Simon ad Antony per far sì che Gab e Duncan avessero l’occasione di conoscersi un po’ meglio.
- E così … Tua sorella non è nostra fan, ma ti ha accompagnato lo stesso al nostro concerto, giusto? – cominciò Duncan che iniziava a sentirsi un po’ escluso e abbastanza imbarazzato dal silenzio.
- Non proprio. In realtà lei non è fan di nulla: odia i fanatismi in generale, per dirla tutta – ridacchiò – Però voi le piacete. È grazie a lei se io vi conosco. Però, come ti ho detto non è la vostra fan più accanita, però mi ha accompagnato comunque – sorrise pensandoci mentre guardava la strada.
- Beh, almeno non le facciamo schifo! – scherzò Duncan facendola ridere
- No, questo no di certo. Al massimo odia me che praticamente non ascolto altro da cinque anni a questa parte
- Grazie – disse Duncan sorridendole per un secondo per poi tornare a far attenzione alla strada
- Di nulla, è la verità. –sorrise Gab di rimando, sempre cercando di non guardarlo – E’ che mi avete involontariamente aiutato a superare un periodo molto brutto della mia vita … Soprattutto tu.
- Io? – chiese Duncan curioso
- Sì – ridacchiò – Io e te abbiamo una storia abbastanza simile … Per questo mi hai … “ispirata” – disse facendo il segno delle virgolette con le dita – Però questa è una storia che ti racconterò un’altra volta magari … - sorrise malinconica mentre Duncan fermò la macchina a causa di un semaforo rosso e la guardò un attimo.
- Sono felice di averti aiutato in qualche modo, anche se senza saperlo – sorrise Duncan
- Ed io sono felice di averti conosciuto, così finalmente sono riuscita a dirtelo di persona e a ringraziarti. – sorrise lei di rimando.
- Comunque avevo ragione – ridacchiò Duncan e ripartì con l’auto.
- Ragione? Su cosa?
- Stasera sei bellissima. Non che tu non lo sia di solito, non fraintendere, ma stasera lo sei particolarmente. – disse sfoderando uno di quei classici sorrisetti “da figo” che sapeva fare solo lui.
- Oh …  G- Grazie … - rispose lei ormai color peperone mentre ripensava a quando, al liceo, diceva alle sue amiche che avrebbe creduto di essere bella solo se fosse stato Duncan James a dirglielo ed un sorriso le si allargò sulle labbra. – Merito di mia sorella … Mi ha dato lei una mano con il trucco. – continuò poi.
- Deve volerti proprio bene: siete molto unite
- Già. Ed io ne voglio a lei. Come avrai notato, litighiamo spesso e ci uccideremmo volentieri a vicenda … Ma penso che l’una ucciderebbe chiunque faccia del male all’altra. O forse anche peggio – ridacchiò
- Come saprai, io non ho fratelli. Non di sangue almeno …  Però, hai presente questi tre cretini che sono seduti qua dietro? Sono la mia seconda famiglia. Per me sono come fratelli.
- Lo so – sorrise Gab.
- Lo sai?
- Sì. Io non ascolto solo le vostre canzoni, ma ascolto anche voi: vi ho sempre osservato in ogni minimo atteggiamento. E credo di avervi capito bene ormai.
- Sai, è davvero bello sapere che ci sono persone come te, che non ascoltano solo ciò che cantiamo, ma anche ciò che diciamo. Che danno peso anche ad un minimo gesto … Capita spesso che ce ne siano alcune ci seguono solo per il nostro aspetto fisico … Neanche per la musica che facciamo.
- Cogli il lato positivo di questa cosa, allora: vuol dire che sei bello e soprattutto che lo sei oggettivamente e non solo per le persone che ti vogliono bene, no? – ridacchiò insieme a Duncan
- Già … Eccoci qua! - fermò la macchina e alzò un po’ la voce per farsi sentire dagli altri – Siamo arrivati, ragazzi.
Lee uscì per primo e andò dal lato del passeggero per fare il cavaliere anche lui ed aprire la portiera a Julie. Uscirono anche Simon, Antony e poi anche Duncan. Lee porse la mano a Julie per aiutarla ad uscire dalla macchina, poi lei gli sorrise e lo ringraziò. Subito dopo, Duncan diede una piccola spinta a Lee (che ovviamente protestò) e porse la mano a Gab per aiutare anche lei ad uscire e chiudere lo sportello dell'auto.
- Ah! Finalmente si mangiaaaa!!! – disse Antony massaggiandosi la pancia
- Io mi chiedo come abbia fatto Rosanna a scegliere di stare con te! – gli rispose Simon
- Cuccia, cioccolatino! Parla per te e Maria! – lo provocò Antony
- Non sono io quello che pensa sempre a mangiare!! – protestò in risposta.
- Ragazzi, ma quello più piccolo del gruppo non ero io? – intervenne Lee ridendo.
- In realtà la più piccola adesso sono io, Lee – disse Gab
- Sei più piccola di me? Quanti anni fai oggi, scusa?
- Venti … Anche se molti mi dicono che sembro più grande.
- Venti?! Caspita, sei proprio piccina! E tu, Julie?
- Venticinque – rispose lei – E molti continuano a scambiare me per la più piccola delle due!
- Pensa che due ragazze che erano in fila con noi al concerto hanno creduto che fossimo gemelle! – continuò Gab provocando le risate dei quattro ragazzi ed il broncio della sorella.
 
***
 
Si divertirono molto a cena: i ragazzi le avevano portate in un ristorante sul mare che conoscevano loro; avevano parlato del più e del meno, scherzato come se si conoscessero da anni, raccontato un po’ dei propri interessi, delle proprie passioni … I Blue amavano quelle due sorelle ed il rapporto che avevano:così discordanti eppure così simili e così unite. Se avessero saputo la loro storia, probabilmente le avrebbero adorate ancora di più. Julie ogni tanto aveva nominato Leonard nella speranza di allontanare un po’ Lee che, come chi lo conosce sa bene, fu talmente cocciuto da disattivare l’udito alla parola ‘fidanzato’. Infatti continuava spesso ad avvicinarsi alla “sfortunata” Julie che cerava di allontanarsi il più possibile chiedendo anche l’aiuto della sorellina.
Finita la cena,  dopo aver mangiato una torta che Simon aveva fatto fare apposta dai camerieri per Gab, Lee si alzò da tavola:
- Vi va di fare un giretto qui sulla spiaggia? – propose.
- Non farà freddo? – chiese Julie – E’ il tredici di aprile e sulla spiaggia di sera fa freddo anche in piena estate!
- A me va! Non date conto a lei, è molto freddolosa! – rispose Gab per prenderla in giro – Dai Julie,  è il mio compleanno! – la supplicò poi mentre Julie sospirava.
- Eh va bene … - si arrese.
Gab si alzò di scatto e corse in direzione di Lee, lo prese a braccetto e lo trascinò in direzione della spiaggia mentre gli altri li seguivano più lentamente; si levarono le scarpe e lei lo portò con sé camminando a piedi nudi sulla sabbia:
- Senti Lee, ti devo parlare …
- E di cosa? – chiese Lee un po’ nel panico, temendo che lei si riferisse forse a Duncan
- Di mia sorella. A te piace, vero?
- Si vede molto? – chiese lui un po’ imbarazzato grattandosi la testa
- Abbastanza – ridacchiò – Volevo dirti solo che anche tu le piaci … Ma non potrà mai succedere nulla tra di voi.
- Perché?
- Beh, non so se hai fatto caso al fatto che lei per tutta la serata ha parlato di un certo Leonard. È il suo ragazzo!
- Io non sono geloso, tranquilla! – scherzò lui facendola ridere
- Dai, sto dicendo sul serio! È molto innamorata di lui, quindi lascia perdere. Te l’ho voluto dire perché voglio bene a te, a lei e a Leonard, quindi non vorrei che tu potessi starci male o che loro potessero litigare.
- Sì, va bene, ho capito … Ma aspetta … Hai detto che mi vuoi bene? – chiese lui stupito e allo stesso tempo curioso. Gab ridacchiò.
-  Perché tu e Duncan vi stupite con così poco? Sì, ti voglio bene. Voglio bene a tutti e quattro, anche se vi ho conosciuto solo ieri. O meglio, VOI mi avete conosciuta solo ieri. Io vi conosco da cinque anni, e vi conosco bene. E tu non puoi immaginare quanto voi mi abbiate aiutato in un periodo per me un po’ buio …
- Ti va di parlarmene? Sai, fa piacere sentire che ho fatto del bene a qualcuno anche senza saperlo. Ovviamente solo se ti va eh …
Gab annuì e gli raccontò la sua storia: gli raccontò di suo padre, di ciò che aveva fatto, del rapporto che aveva con lui, di cosa gli era successo  e di come si era sentita quando aveva cominciato ad ascoltare le loro canzoni. Lee la ascoltava e lasciava trasparire tutte le sue emozioni: rabbia, tristezza, felicità … Fu travolto da mille emozioni in un solo istante.
- Che … Che cosa triste. Sembra la storia di Dunk … In effetti vi somigliate molto. Siete anche dello stesso segno! – risero.
- Lo so … E’ una delle tante che ho notato da quindicenne in piena crisi ormonale!
- Ahahah!! … Scommetto che il tuo preferito è lui eh?
- Cosa? – disse lei imbarazzata
-  Dillo, non mi offendo, giuro.
- Si vede molto? – chiese lei imitando gli stessi gesti ed espressioni di Lee poco prima
- A noi non l’hai fatto notare, ma io lo vedo. Si vede quando ne parli, quando pronunci il suo nome! Su, per sfizio, prova a dire “Lee”
- Che?! Sei pazzo per caso? – rise lei
- Su, dillo!
- Ok … Lee.
- Vedi? Non ti succede nulla. Lo dici con affetto, ma nulla di più. Adesso prova a dire “Duncan”.
- Duncan.
- Ti brillano gli occhi! Sembri quasi innamorata!
- Sembro? – rise lei. Lo guardò un attimo poi lo abbracciò forte – Lee … Grazie.
- “Grazie”? Per cosa? – le sorrise e la strinse forte anche lui
- Per tutto: per adesso, per poco fa,  per cinque anni fa e per tutti i giorni di questi cinque anni. Senza di te, senza di voi … Non so come avrei fatto.
Lee le scompigliò i capelli e continuò ad abbracciarla.
- HEY!!! – urlò Duncan poco dietro di loro mentre li rincorreva – Gab, posso parlarti un attimo?
- Eh? Con me?
- Sì. Devo dirti una cosa … E’ abbastanza importante …
Lee le fece l’occhiolino come a dire “va’ con lui, su!
- O- Ok …
Duncan le fece cenno di mettersi a braccetto con lui e lei così fece. Avanzarono di qualche metro mentre Lee raggiungeva gli altri e li portava dal lato opposto della spiaggia. Improvvisamente si sedette poco distante dalla riva e fece cenno a Gab di fare lo stesso accanto a lui.
-  E’ bello qui, no? – disse lui.
- Già … Un po’ freddino, ma è bellissimo – rispose sfregando le mani sulle proprie braccia per farsi caldo. Duncan la notò, si levò la giacca di pelle nera, gliela mise sulle spalle e la abbracciò facendola poggiare con la testa sulla propria spalla.
- No, no Duncan! Morirai di freddo così!!
- Chiamami Dunk. E poi non ho freddo, sto bene.
- Ma hai solo una camicia!!
- Non fa nulla, ti ho detto che sto bene! Vieni qui, dai … - disse stringendola a sé ancora di più mentre Gab sentiva le sue guance andare a fuoco.
- Ok … Beh, cosa dovevi dirmi?

 
  
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