Mi chiamo Perrie. Perrie Edwards. Sono al terzo anno di liceo e sono la più popolare della scuola Capo cheerleader , eccellente in tutte le materie e di una cattiveria immensa. Ma questa non è la vera me. Ho iniziato per caso, poi però, vedendo i risultati, ho continuato. E ora è diventato il mio incubo. Non faccio altro che maltrattare, umiliare, insultare e deridere i ragazzi meno popolari e questo mi fa star male. Ma non posso farci niente. Vita e destino hanno scelto così.

Un altro giorno di scuola e io vorrei soltanto tornare a letto a dormire. La sveglia mi ha fatto sobbalzare sul letto e questo è il presagio che non sarà una bella giornata. Grandioso

Faccio la mia entrata epica e mi dirigo da Zayn, quello che si può definire 'il mio migliore amico'. "Ehi ciuffo biondo!" lo saluto. "Perald! Buongiorno!" mi dice baciandomi una guancia. "Odio quando mi chiamano col mio nome completo smettila!" dico mettendo il broncio. "Va bene, va bene. Vado a lezione di spagnolo, a dopo Pezz!" mi dice e poi se ne va. Lui è sempre stato innamorato della me cattiva, anche se non so come fa. Se solo sapesse come sono veramente...

Vado a lezione di matematica e entrando sento delle altre cheerleader parlare di una ragazza nuova che sarebbe arrivata oggi. Infatti, subito dopo il professore, entra una bellissima ragazza con degli occh i a mandorla color cioccolato, i capelli ricci e castani con le punte bionde e un corpo snello e slanciato. "Ragazzi date il benvenuto a Jade Thrilwall che terminerà il quadrimestre con noi." la presenta il prof. "L'unico posto libero è vicino alla signorina Edwards, prego si accomodi pure." la invita. Si avvicina al mio banco e si siede. Io per non deludere le mie cosidette amiche sbuffo e mi giro scocciata, mentendo ovviamente, perchè quella ragazza mi incuriosisce molto. Lei mi guarda con uno sguardo che non ho mai visto. Un misto di comprensione e dolcezza. "Cheerleader vero?" mi chiede. "Come hai fatto a capirlo?" "Dal tuo comportamento." mi dice dolcemente. "Ah si? E com'è il mio comportamento?" le dico con fare di sfida. "Cerche di intimorirmi? Io riesco a leggerti. Vedo nei tuoi occhi che questa non sei tu. La tua è solo una maschera e ti sta distruggendo non poter essere come davvero sei." dopo quelle parole mi bruciavano gli occhi e una lacrima rigò il mio viso. Mi aveva capito. Lei che mi conosceva da cinque minuti. Mentre gli altri mi conoscono da tre anni e non hanno mai sospettato niente. Scoppio a piangere silenziosamente e lei mi abbraccia senza farsi vedere dalle arpie. "Grazie." le dico sincera. "Non c'è di che." mi dice sorridendo.

Ecco la sera. Sono in bagno per una rinfrescata e all'improvviso ho un forte impulso. Un impulso familiare. Ho avuto una giornata pesante, a parte Jade ho dovuto far picchiare due ragazzi e tirare tre granitate. Solo una cosa mi aiuta. Cerco la borsa dei trucchi e trovo il temperino della matita, non è difficile da smontare. Uno, due, tre,l quattro tagli. Ero da un po' che non lo facevo e ora come una stupida ci sono ricaduta. Il dolore è la mia unica medicina. Il mio unico vero amico.