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Autore: _Rainbowie    01/01/2014    2 recensioni
Vedo tante di quelle Os dove la Larry viene intesa come amore impossibile, in un modo o nell'altro, in un mondo che conosciamo o in un Alternative Universe, finiscono sempre con suicidi o compromessi che lasciano l'amaro in bocca. E io sono la prima a scriverle o/e leggerle, visto la mia grave malattia chiamata "Angst". Qui forse è diverso, qui vediamo un Harry che apre gli occhi che capisce, che vive, che dilata i suoi polmoni come se fosse la prima volta. Cammina per Londra guidato dalla gioia, dall'arcobaleno nato negli occhi del suo ragazzo, dopo una lunga tempesta. La pace è giunta, la conclusione, rimangono solo pozzanghere di quel brutto periodo. Ora la gioia insana gli ha rinforzato le ossa, ora è pronto a scrivere l'ultima canzone per Midnight Memories.
"So come on baby be with me so happily"
Breve e -spero coinvolgente-
/Ispirazione ovvia da Happily, al primo ascolto. Enjoy C:
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gioia insana.

"Happily"

Sto sorgendo insieme al Sole.
L’alba non ha mai avuto un sapore così dolce.
Dopo tempeste, fulmini e crepe nella terra ecco la rinascita.
Questo forse sarà solo uno squarcio di ciel sereno, ma non importa.
Sento sbocciare fiori in pieno inverno. E le capane suonare in un banale lunedì.
Il sorriso non mi abbandonerà oggi.
Mancava solo quel dannato testo, quello che dovevo scrivere io.
Molti artisti trovano l’ispirazione nel dolore e lo trasformano in qualcosa di magnifico.
Io dal dolore riesco a ricavare solo una malinconica pagina bianca, con qualche chiazza umida segno delle lacrime bastarde.
Ho singhiozzato per troppe notti, ma lo farei per altre mille. Solo per rivivere questo momento.
Lui è qui che dorme sul mio petto. Sento il suo respiro leggero solleticarmi la pelle macchiata d’inchiostro.
Il muro che ci siamo costruiti per non essere scoperti, è stato demolito con due parole che non ci siamo mai detti, per paura di sentirci troppo tristi.
Quel “Ti amo”.
Uno di quelli talmente sentiti da farti tremare.
Uno di quelli che puoi solo urlare con tutta l’aria concessa dai polmoni, oppure sussurrarlo, come se fosse il tuo ultimo respiro.
Uno di quelli che ti fa piangere. Uno di quelli che fa sbocciare fiori nei ventricoli del cuore.
Il nostro era diventato un rapporto morboso, disperato e privo di empatia.
Io non comprendevo lui. Lui non comprendeva me.
Era carnale. Ogni volta il distacco era tremendo, io piangevo e lui urlava. Lui piangeva e io urlavo.
Silenzio e rumore. Voglia di mandare tutti a quel paese e di scappare. Animali, tenuti in uno zoo.
Liberi apparentemente. Schiavi dentro.
Finalmente è venuta la pace, dopo una guerra contro noi stessi.
Scosto le coperte, non prima di lasciargli un bacio sulle labbra disegnate.
Ho bisogno di elaborare, con l’aria fredda ad accarezzarmi  il viso.
Forse ora ho capito, che mi appartiene.
Forse il mondo non lo sa, o fa finta di non saperlo. Ma l’importante è che ne sia consapevole io, ogni giorno un po’ di più. Aggiungendo a piccoli pezzi quello che sarà il mio coraggio, alimentato dal blu dei suoi occhi.
Mi rivesto con  i primi stracci che raccatto da per terra, indosso la sua giacca leggera che mi arriva a malapena ai polsi ed esco con l’entusiasmo di un bimbo l’ultimo giorno di scuola.
Ho sempre amato la prima mattina, contemplare il mondo risvegliarsi è un modo per risvegliare se stessi.
E io esco come un grande orso rimasto in letargo per troppo in tempo, voglioso di miele dolce e raggi del sole.
Da burbero e sconsolato ritrovo la felicità nelle piccole cose. Ho dormito troppo, ho chiuso gli occhi per non guardare in faccia la realtà, per non osservare il riflesso nello specchio, per non notare tra le pagine delle riviste la menzogna.

La coppia dell’anno.
A volte, in passato, mi sono ritrovato ad invidiare quella ragazza, quella menzogna tanto preservata dai manager.  Mi ero ritrovato a desiderare un paio di fianchi morbidi, una vita stretta e delicata, un corpo femminile..? Sì, possiamo definirlo così. Avrei fatto di tutto pur di stare con il mio ragazzo in quel momento, volevo essere io l’Eleonor Calder della situazione.
E ora non posso altro che ridere, ridere come un idiota.
L’amore ti manda fuori strada a volte, ti offusca la vista e  manda in uno stato di confusione il povero cervello che odia collaborare con il cuore.
Saltello senza meta per Londra. Con un sorriso che va da un orecchio all’altro.
Mi sento un bimbo, gioco nelle pozzanghere. Rimanenza della tempesta, che mi ricordano le sofferenze, ma che ora affronto con forza.
Basta essere deboli e sottomessi alla fama. Ora voglio la felicità.

Sento aria pulita, come se i miei polmoni si dilatassero per la prima volta.
Come quando si apre una finestra, in un luogo dopo per troppo tempo tutto è stato chiuso e buio.
Oggi la mia anima respira.
Non me ne rendo subito conto, ma sto canticchiando una melodia diversa.
E’ bello comporre senza neanche accorgersene, cammino con il naso all’insù, osservo il cielo stranamente limpido per essere pieno inverno pensando ormai a quanto sia fortunato.
Io ho il mio cielo personale, privato, mio ed esclusivo. Nessuno può vedere quella scintilla nei suoi occhi, dopo aver fatto l’amore. E posso giurarlo, questa notte i suoi occhi erano elettrici.
Più irreali di un cielo ai confini del mondo.
Mi sento idiota ad aver realizzato solo ora che quel ragazzo mi ama.
Ama me. E tutti potranno  anche nasconderlo e dichiarare il contrario. Ma questo non cambierà nulla.
L’amore è qualcosa che va oltre. In tutte le favole spezza il malvagio incantesimo.
E gli scettici diranno che la vita non è una favola, ma loro non hanno un principe azzurro come il mio.
Loro non capiscono. Neanche lui a dir la verità. Pensa di essere un ranocchio, un banale ranocchio. Beh è più idiota di me.

Penso tutto questo e continuo a camminare, passo dopo passo.
Saluto la gente con una pacca sulla spalla, canticchio qualche strofa inventata sul momento. Mi toccherà imprimere tutto quello che sto provando adesso sulla carta. Ma non basterebbe un libro.
Londra non è mai stata più suggestiva. Il prato del parco non è stato mai così verde. La gente non è mai stata più cordiale. La vita non è stata mai così bella. Sta sorridendo, o forse sto sorridendo io a lei.
Sono per caso finito in un musical?
Probabilmente sì.  Anche un simpatico senzatetto mi ha fatto la linguaccia!

Sto ridendo senza un motivo apparente accasciato contro una delle tipiche cabine telefoniche rosse. Sto cercando di riprendere fiato, ma posso lasciar uscire solo risate dalla mia bocca.
Come se fossero farfalle colorate. 
Sono pateticamente felice. Sono pateticamente innamorato di quel ragazzo.
Già sento la sua mancanza, la mente va lì.
Ogni cosa mi  riporta a lui.
Voglio portargli il suo Cupcake preferito, quello con il ripieno di marmellata ai frutti di bosco.
Voglio portargli la mia gioia insana.
Voglio trasmettergliela con baci al retrogusto di more.
 Aprire gli occhi e battersi a testa alta per ciò che si vuole.
La forza la sento nelle viscere e la musica nelle orecchie.
Ho la canzone.


 

PICCOLENOTEFELICI. 
Salve genteh, avevo scritto questa breve cosetta, tanto tempo fa. Non l'ho pubblicata perchè volevo aggiungere qualocosa, ma poi non mi ispirava nulla, non riesco mai ad allungare una storia scritta di getto, scusatemi.
Spero vi abbia trasmesso la "Gioia insana" e che abbiate immaginato Harreh, come ho fatto io. -Che cucciolo T^T-
Tanto non mi caga mai nessuno, ma ehi almeno questa volta non ho parlato di suicidi e lacrime.
E' molto "Be positive" e boh se avete la voglia, un commentino mi piacerebbe riceverlo e perché no, fare amicizia con qualche autrice più brava di me ewe
Scusate per eventuali errori, vedrò di ricontrollare per la 4094t8958 prossimamente.
Un bacio, 
Iris C:

 
  
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