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Autore: Tom Riddle    02/01/2014    0 recensioni
Aaron, quindicenne, scrive una lettera a suo fratello, ormai maggiorenne, che è andato a vivere in America per motivi di lavoro e che non vede da tre anni.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caro Andrew,
ormai saranno tre anni che non ci vediamo, e questo non mi sta bene. I primi tre mesi che non ci sei stato sono stato uno shock per me, perché? Era orribile vedere quel tuo posto a tavola, vuoto, ma ancora di più lo era vedere il tuo letto nella nostra camera sempre ben fatto. Ricordo tutte le sere in cui ci divertivamo da matti, guardando i programmi in tv, oppure ricordando qualche figura di merda che abbiamo fatto da piccoli. La sera che mi è piaciuta di più è stata quando avevamo deciso di organizzare quello scherzo a mamma e papà. Mi piaceva pianificare le cose, e continua a piacermi. Anche se poi ci rimasi di merda poiché non facemmo più nulla. Comunque dopo i primi tre mesi ho cominciato ad abituarmi alla tua assenza. Ora no, si sente la tua assenza. E' perché, avendo ora 15 anni, ho bisogno dell'appoggio di un fratello? Chissà come sarebbe se tu fossi qui, e parlassimo tutta la sera di ragazze.
Sai una cosa? Di tanto in tanto, sento la mamma piangere in bagno, e non ho il coraggio di disturbarla perché non so per quale motivo. Ma proprio qualche giorno fa ho notato che quando si rinchiude in bagno, prende sempre una foto, in cui ci sei tu, qualche giorno dopo la tua nascita. Fa male sentire i suoi singhiozzi da dietro la porta, e mi chiedo come sarebbe vederla piangere, ma questo non lo voglio provare, perché sono sicuro che piangerei anche io, e papà dice che devo dimostrarmi forte, così lei capisce che non deve soffrire la tua assenza. Però non ce la faccio. Soprattutto ultimamente. Ricordi che da piccolo facevo brutti sogni e venivo nel tuo letto per sentirmi più al sicuro? Ecco, è quello che vorrei fare ora, anche se siamo cresciuti. E' una sensazione terribile fare incubi e svegliarsi in piena notte sapendo che tu non ci sei a confortarmi. Però ieri ho trovato una foto mia e tua. E' quella in cui io avevo all'incirca quattro anni e mi ero sbucciato il ginocchio, cadendo dalla bicicletta e tu mi portasti sulle spalle fino a casa. Stanotte, quando mi sono svegliato, ho preso quella foto e l'ho guardata finchè non mi sono addormentato. Mi ha fatto sentire al sicuro, anche se non è la stessa cosa.
Lo sai che mi manchi tanto?
Aaron.

  
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