Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Chitoge    02/01/2014    1 recensioni
Il mio nome, un vero disastro. Le mie amiche poco presenti. Il ragazzo che voglio non sa chi sono, o almeno non se lo ricorda. La mia vita catastrofica, vivo alla giornata, voglio preparare dei dolci squisiti.
E per ogni stella cadente esprimo un desiderio: vederti almeno un'altra volta.
Oh si, sono brava nel gioco d'azzardo!
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ricordi. Cara nonna,

Oggi non sai cosa ho fatto. Dopo averlo visto due giorni fa sono entrata nel piccolo stanzino dei ricordi che ho a casa, ho trovato davvero di tutto, cose che avevo dimenticato. La mia vecchia bicicletta con un pò di rugine, vecchi quaderni delle elementari, quadri di puzzle della Disney. Ci sono entrata per un motivo ben preciso, cercavo il libro dell'orso, il mio preferito, sicuramente lo ricorderai. Dopo svariate ore di ricerca e tra un ricordo e l'altro, l'ho trovato. Ricordavo di averci messo una cosa dentro, un vecchia foto di me ed Edoardo da bambini, quel giorno che lo incontrai per la prima volta.

Stavo piangendo, mi ero seduta sotto un grande albero con le ginocchia al petto. In quel momento stavo veramente odiando la mia migliore amichetta, o almeno pensavo di odiala davvero, era andata a raccontare ai bambini del quartiere la mia disavventura notturna. Proprio a tutti, anche al nuovo vicino, ero davvero in imbarazzo.

"Ciao! Perché piangi?" sentì una vocina maschile al mio fianco, risposi senza alzare il viso "La mia amica è andata a raccontare a tutti che mi sono fatta la pipì nei pantaloni.." mi bloccai di colpo, ero davvero sciocca!
"Ah! Sei tu la bambina?" e iniziò a ridere, a ridere davvero di gusto, allora mi alzai di scatto "Vado a dirlo a mio papà! Così vedrai!"
"Mi chiamo Edoardo e sono il tuo nuovo vicino di casa. Ti ho fatta arrabbiare?"
"Io sono Cassandra, non giocherò mai con te e si, sono davvero arrabbiata!" Lo vidi abbassare lo sguardo e mi chiesi come mai quella reazione, troppo piccola per capirlo.
"Davvero non giocherai con me? La mamma si arrabbierà se non faccio amicizia con qualcuno.."
"Io non voglio essere tua amica, tu mi prendi in giro!" e corsi a casa dal mio papà, ma non gli dissi nulla.

Avevo solo cinque anni e non mi resi conto delle cattiverie che gli dissi quel giorno, lui c'era rimasto male e io non lo avevo capito, perché ancora non capivo come funzionavano i sentimenti.

A cena però quel giorno lo trovai seduto al mio tavolo con la sua mamma, papà e il fratellino più grande di un anno. Mi ero arrabbiata con la mia mamma chiedendole perché erano qui, lei ovviamente mi rispose dicendo che erano i nostri nuovi vicini. Già.
Lui forse voleva essere davvero mio amico, perché fece di tutto quella sera, anche se era solo un bimbo veniva e mi chiedeva se volevo acqua pronto con la bottiglia in mano, se usava il sale chiedeva anche a me se lo volevo. Dopo cena la mamma gli diede una caramellina gommosa, la mia non le comprava mai e a me piacevano, così lo fissai mentre la sbucciava, se ne accorse, venne da me con un grande sorriso e me ne porse la metà. Ed è li che papà ci scattò una foto, questa foto che tengo tra le mani a cui ero e sono davvero legata.
Non passavano giorni in cui non stavamo insieme, come cane e gatto oggi, come foglio e penna domani. Era diventato il mio migliore amico.

Sai quelle promesse che si fanno da bambini? Si, si che lo sai.
"Non ti lascerò mai sola Cassi, starò sempre qui!" mi disse un giorno, io avevo pianto e detto "Non ti lascerò neanche io Edi, sei il mio migliore migliore amico!"
Solo che eravamo dei bambini, se no potevano davvero dirci che eravamo uno innamorato dell'altra. Una promessa che poi venne persa nell'aria quando scoprimmo che lui, con la sua famiglia, dovevano trasferirsi per motivi di lavoro del papà.
Io non volevo, non volevo perdere il mio amichetto del cuore, così quel giorno ci siamo chiusi a chiave dentro la mia stanza e gridavamo "Usciremo solo se non ci trasferiamo". Ma alla fine ci avevano fregato ed erano riusciti a farci uscire.

Ma sai cosa non ho mai detto a nessuno? Prima di uscire da quella stanza lui mi diede un bacio sulle labbra.
Perché noi avevamo visto i miei genitori farlo e ci avevano detto che questo è un gesto che fanno le persone che si vogliono bene. Lui mi voleva bene.
"Non dimenticarmi Cassi, ok?" disse.
La cosa buffa e che io mi ricordo di lui, anche lui di me in qualche modo, ma non è in grado di riconoscermi.

Avevo pianto quel giorno, davvero tanto, mentre lui continuava a salutarmi con la mano dal finestrino.

Sai come mi sono accorta che mi piace? Ogni ragazzo che vedevo a scuola, nel parco, in piazza, in tv, non era in grado di cancellare il viso di Edoardo, anche se non sapevo come fosse il suo viso ora, lui per me continuava a essere il più bello, il migliore, il più dolce ed affettuoso. E poi mentre crescevo capivo che a lui avevo dato il mio primo bacio ed è con lui che avrei fatto tutte le mie prime esperienze, anche se ci sarebbero voluti anni. Inoltre io mi stavo già organizzando per trovarlo quando avevo undici anni, ma alla fine non feci nulla, perché non sapevo da dove iniziare.

Però adesso sapevo dov'era, era tornato.

Quando ha portato il carico di cibarie all'orfanotrofio ho preso la ricevuta. Scritto sopra c'era tutto quello mi serviva per andare nel posto dove lavorava. E ho fatto una cazzata, ci sono andata.

"Salve, mi chiamo Cassandra. Sto cercando un ragazzo di nome Edoardo, ha fatto una consegna all'orfanotrofio giù in periferia pochi giorni fa" dissi quasi d'un fiato alla simpatica donnina dai capelli biondi al bancone di ricevimento.
"Mi dispiace signorina, oggi è il suo giorno libero. Dovrebbe tornare domani."
"Non potrei avere il suo indirizzo?" che domanda stupida, ovvio che non me lo avrebbe dato. Privacy.
"Non posso Cassandra. Però posso fare una cosa per te, avvertirlo che sei passata." grazie a Dio, pensavo che mi urlasse, ma io non volevo che lui sapesse l'intero mio nome.
"La prego, le dica soltanto che lo ha cercato la ragazza dell'orfanotrofio." Mi rispose con un chino di testa, salutai e me ne andai.

Che disastro, avevo avuto il coraggio e nello stesso tempo paura di andare, ma lui non c'era. Avevo azzardato.

Vicino c'era un bel locale, di quelli che piacciono a me, e visto che ormai era tardi ma la notte ancora giovane, entrai e chiesi "Poker, per favore."
Tanto di quel fumo mi entrò nelle vie respiratorie mentre un ragazzo con una strana maschera distribuiva le carte, che carte del cazzo, pensai. Ma ero brava e con qualche bluff  mi ero davvero fatta valere. Nonostante la mia vita disastrosa questo sapevo farlo bene.

Sono tornata a casa ad un orario che si addice poco ad una signorina, ma a chi importa.

Spero che Edoardo mi venga cercare.


Cassandra.





Buona sera, anche questo capitolo è andato. Devo dire che mi sono sorpresa io
stessa nello scrivere una parte del loro passato. A me piace, e a voi?
Sinceramente mi sto legando a questi due personaggi,
spero diventi veramente una storia da ricordare.
Seguite e recensite!
Vi lascio alla dolce notte. E buon anno nuovo!
XOXO Chitoge!



  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Chitoge