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Autore: virgysweetdirection    02/01/2014    3 recensioni
Amie...
Sarà la nostra protagonista in un racconto che parla principalmente di un problema affrontato dalla maggior parte degli adolescenti: i brufoli.
Ma se da una decina di bollicine rosse sul viso e un aspetto trasandato, nascesse l'amore?
Nel testo è presente un linguaggio per la maggior parte scurrile quindi, se non vi piace non entrate.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 The Pimples!

This is my family and my life.

Ero una ragazza.
Si , ero.
Ora, non riuscivo neanche a guardarmi allo specchio.
La colpa di tutto ciò ricadeva su: i brufoli.
L’acne sarà sempre un mio problema.
Da quando avevo 15 anni, non facevo altro che vedere la mia faccia riempirsi di inguardabili punti bianchi e gonfi.
Quando ero nervosa, rischiavo perfino di staccarmi la pelle dal viso!
Ma come un’ idiota, io continuavo a schiacciare, schiacciare e schiacciare. Ero patetica.
Più schiacciavo, più si moltiplicavano.
Non solo sul viso, anche sulle braccia e la schiena...
Ed ora, a 18 anni suonati, restavo comunque una povera sfigata brufolosa.

***

La sveglia suonò, puntuale come suo solito, alle 7 e mezza del mattino.
La presi e la lanciai addosso al muro, facendola cadere a terra in mille pezzi.
Mi scostai le coperte dalla faccia e mi alzai.
Aprii, frettolosamente, il mio block notes.
Una paginetta piena di x rosse, piombò davanti al mio naso.
Il titolo della pagina?
Quante sveglie sono riuscita a rompere?
Ebbene si, tutte le mattine rompevo una sveglia ma, me ne ritornava una nuova la sera stessa.
Il mio record contava all’incirca 110 sveglie rotte in due mesi.
Mi divertivo con poco...
“ Cavolo, quella stronza brufolosa non si è ancora svegliata!” sbraitò una voce e sentii dei passi pesanti, salire le scale di casa.

≈ Piccola parentesi:

Il mio nome? Amie.
18 anni.
Brufolosa, acida e stronza.
Capelli castano scuro ed occhi azzurri con striature color caramello. Snella e ricoperta di smagliature, soprattutto sul sedere.
Vivevo negli USA, più precisamente, Los Angeles.
Abitavo con i miei genitori e fratello più grande, di due anni.
Mio padre: Peter.
Come Peter Parker, il ragazzo che scopriva di essere Spiderman.
Peccato che mio padre fosse solo un idiota, non degno di essere parte della famiglia.
Era alto, snello e con i capelli castani buttati all’indietro, stile leccata di vacca.
Mio fratello aveva preso da lui il taglio di capelli, che poi aveva modificato leggermente.
Mia madre: Deborah.
Il suo nome mi faceva venir voglia di cagare in testa ad un piccione.
Aveva i capelli che cambiano colore ogni settimana e veste con capi di altissima qualità. Era una donna davvero stupenda, su questo non ci pioveva.
Riuscivo sempre a scroccarle soldi per comprare videogiochi e, il suo modo di cucinare non era male.
Purtroppo, era una donna tremendamente stupida e, non mi sorprendevo del fatto che avesse sposato quello che dovrei chiamare ‘papà’.
Alcune volte sembravano i genitori di Timmy Turner e non scherzavo, affatto.
Peccato che io non abbia Vicky la babysitter, a casa.
Molto peggio: mio fratello; il ragazzo che chiunque troverebbe figo, non sapendo quanto in realtà un criceto sia più abile di lui nel fare i calcoli.
Quindi… come avrebbero potuto chiamare il primogenito di una famiglia composta prevalentemente da coglioni, che non avevano mai niente da fare?
Zayn.
Proprio  un nome di merda, adatto ad una persona vanitosa come lui.
Ciuffo corvino molto più alto di quello di mio padre, pelle ambrata, occhi color miele e fisico da modello ricoperto da tatuaggi, che solo Dio poteva comprendere.
Il primo, di una lunga lista di dementi che mi prendevano per il culo.
Tutta colpa dei brufoli...

Indovinate la voce di chi era?
La porta si spalancò, mostrando il perfetto volto di mio fratello che, tra l’altro, era in boxer.
“ Brufolosa! Che schifo!!! Ma guardati allo specchio, ogni tanto.” Fece una smorfia disgustata ed io, mi avvicinai allo specchio presente nella mia camera.
I brufoli erano sempre lì, ad infettare la mia pelle.
Ma la cosa che spaventò mio fratello fu del muco, appiccicoso e giallo, che pendeva dal mio naso brufoloso e pieno di peluria.
Con, ovviamente, le caccole che circondavano i miei occhi e le mie sopracciglia folte, quasi divenute un monociglio spaventoso.
Forse, avrei dovuto farmi la ceretta...
“ Che orrida visione...”  disse Zayn, abbassando lo sguardo verso la sveglia rotta. Sorrise “ Mi dicono che non ti piace proprio essere svegliata da quell’aggeggio...”
Lo fulminai con lo sguardo.
“ Sta zitto e passami un pezzo di carta, idiota.”
“ Non cambierai mai! E ora sbrigati! Traslochiamo.” Disse, passandomi un fazzoletto.
Mi soffiai rumorosamente il naso, e dopo averlo fatto, tirai il fazzoletto sui capelli di mio fratello che urlò, come una femminuccia.
“Ahhhhhh! Che schifo!!!”
Mentre si guardava i capelli, ormai appiccicosi, andò a sbattere addosso all’armadio e poi addosso al letto.
Urlò saltellando sul posto e, guardando il suo alluce mi accorsi che era diventato rosso per la botta. Si era gonfiato come un gommone.
Scoppiai a ridere ed a causa del mio alito, non perfettamente profumato di menta, la piantina poggiata sul mio comodino si afflosciò inaridendosi.
Oh, avanti! Ora anche le piante ce l’avevano con me...
Entrò nella camera mio padre, con il suo solito sorrisetto da ebete.
“Tesoro, ti sei svegliata! Guarda come sei carina stamattina, molto più di ieri!” esclamò felice.
Zayn sgranò leggermente gli occhi per il complimento merdoso del mio paparino.
Come regalo di compleanno, a mio padre avrei regalato un paio di occhiali. Sicuramente avrebbe smesso di fare complimenti che, riuscivano ad azzerarti l’autostima in un nanosecondo.
Come quando Zayn da piccolo non riusciva a cagare. Lo trovava tremendamente carino, infatti gli scattò una foto.
Come titolo, nel nostro album di foto, scrisse: Zayn e le sue prime emorroidi, che carino!
Storsi il naso e sbuffai.
Entrò nella stanza, mia madre.
Possibile che non si poteva mai stare tranquilli dentro quella casa?!
“ Tesoro, sei davvero stupenda!! Devo riempire il nuovo album, quindi sorridi...”
Zayn sgranò ancora di più gli occhi. Non mi sarei affatto sorpresa se gli fossero caduti, da un momento all’altro.
Avrei comprato un cervello a mia madre, credevo ne avesse bisogno, molto più di mio fratello.
“ No, aspetta. Spalmati un po’ del muco giallo, sul viso e sarai perfetta!” disse mia madre, con in mano la macchina fotografica.
Avevano sempre avuto quella mania idiota di collezionare album di foto...
Chiusi gli occhi. Ma quanto, cazzo, può essere rincoglionita?
Mi alzai dal letto, ignorando completamente i miei genitori, e mi diressi in bagno.
Mi spogliai e mi osservai per l’ennesima volta. Ero ricoperta da peli, appartenenti solo ed esclusivamente alle scimmie ma, io, ero un caso a parte.
Mi feci una doccia e usando Colgate, mi spazzolai i denti.
Quando uscii, mio fratello era finalmente vestito ed aveva ancora una smorfia di disgusto, stampata sul volto.  
Presi gli ultimi scatoloni, evitandolo, e alla fine salimmo tutti in macchina.
Non mi sarebbe mancata neanche un po’ LA.
Avevo passato i momenti peggiori della mia vita, lì. Saremmo andati in Inghilterra. Probabilmente Liverpool.
Mio padre sfrecciò lungo l’autostrada che conduceva all’aeroporto...
***

Dopo non so quante ore di viaggio, passate rinchiusa in una gabbia per cani, atterrammo.
Perché una gabbia per cani?
Perché le hostess, credevano che fossi un animale di razza aliena non identificato e passai il mio volo in una gabbia, piena di escrementi schifosi e puzzolenti.
“ Bel volo, brufolosa?” chiese mio fratello, trattenendosi dal ridere.
“ Il più bel volo della mia vita, Zayn.” sbraitai.
“ Sai conosco un mio amico qua, che ti piacerà da matti!” esclamò.
Alzai un sopracciglio, anzi, l’unico sopracciglio “ E perché?”
“ Perché è pieno di brufoli come te!!” scoppiò a ridere.
Non risposi e mi infilai in macchina.
***

Decisi di fare un giro per le strade di Liverpool.
Erano passati due giorni da quando eravamo lì, ed ancora non era accaduto nulla.
Zayn era al mio fianco e sorrideva come un emerito deficiente.
Avevamo litigato già da subito. Per la scelta delle camere da letto, per i turni del bagno, per lo spazzolino più bello, per chi avesse otturato il water con una delle cagate più grandi mai viste in vita nostra e per chi, invece, dovesse apparecchiare la tavola.
I nostri genitori coglievano ogni occasione per fotografarci e Zayn, era stato beccato mentre si faceva una sega…
Quando avevo visto quella foto ero scoppiata a ridere cosi tanto che, per sbaglio, avevo rotto un vaso da collezione cinese di mio padre. Ovviamente, lui, non si era minimamente incazzato, anzi, mi aveva sorriso e dopo poco aveva urlato, strappandosi i capelli: “ Amie, io ti spacco la faccia!!!!!! ”
Il bello di tutto quel casino fu vedere mia madre che, con la colla vinavil, attaccava i capelli sulla testa di mio padre.
Zayn aveva detto che mi avrebbe fatto conoscere i suoi amici, oggi. Ma io non sapevo neanche quando li aveva conosciuti!
Svoltammo l’angolo ed entrammo in un bar.
La prima impressione che feci alle persone lì dentro, fu disgusto e poi compassione per il mio aspetto. Fantastico!
Sbuffai e mi sedetti su uno sgabello vicino a Zayn.
“ Ciao, ragazzi!” esclamò, salutando un branco di animali.
“ Bella Malik!” urlarono in coro.
Bel cognome il nostro, si. Degno di una famiglia di merda.


Non è esattamente il massimo come primo capitolo ma capitemi, è il primo capitolo.

L’ho pubblicato e ho fatto già un grande passo avanti, sono contenta.

Comunque sia, penso mi ci vorrà un po’ per pubblicare gli altri capitoli per colpa della mia pigrizia soffocante ;)

Intanto, godetevi questo capitolo nato come sfogo su me stessa, per colpa dei brufoli annidati sulla mia pelle.

Alla prossima!

Virgy~

  
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