The
Pimples!
This is my
family and my life.
Ero una ragazza.
Si
, ero.
Ora,
non riuscivo neanche a guardarmi allo specchio.
La
colpa di tutto ciò ricadeva su: i brufoli.
L’acne
sarà sempre un mio problema.
Da
quando avevo 15 anni, non facevo altro che vedere la mia faccia
riempirsi di inguardabili punti bianchi e gonfi.
Quando
ero nervosa, rischiavo perfino di staccarmi la pelle dal viso!
Ma
come un’ idiota, io continuavo a schiacciare, schiacciare e
schiacciare. Ero patetica.
Più
schiacciavo, più si moltiplicavano.
Non
solo sul viso, anche sulle braccia e la schiena...
Ed
ora, a 18 anni suonati, restavo comunque una povera sfigata brufolosa.
***
La sveglia suonò, puntuale come suo solito, alle 7 e mezza del mattino.
La
presi e la lanciai addosso al muro, facendola cadere a terra in mille
pezzi.
Mi
scostai le coperte dalla faccia e mi alzai.
Aprii,
frettolosamente, il mio block notes.
Una
paginetta piena di x rosse, piombò davanti al mio naso.
Il
titolo della pagina?
Quante
sveglie sono riuscita a rompere?
Ebbene
si, tutte le mattine rompevo una sveglia ma, me ne ritornava una nuova
la sera stessa.
Il
mio record contava all’incirca 110 sveglie rotte in due mesi.
Mi
divertivo con poco...
“
Cavolo, quella stronza brufolosa non si è ancora
svegliata!” sbraitò una voce e sentii dei passi
pesanti, salire le scale di casa.
≈ Piccola parentesi:
Il mio nome? Amie.
18
anni.
Brufolosa,
acida e stronza.
Capelli
castano scuro ed occhi azzurri con striature color caramello. Snella e
ricoperta di smagliature, soprattutto sul sedere.
Vivevo
negli USA, più precisamente, Los Angeles.
Abitavo
con i miei genitori e fratello più grande, di due anni.
Mio
padre: Peter.
Come
Peter Parker, il ragazzo che scopriva di essere Spiderman.
Peccato
che mio padre fosse solo un idiota, non degno di essere parte della
famiglia.
Era
alto, snello e con i capelli castani buttati all’indietro,
stile leccata di vacca.
Mio
fratello aveva preso da lui il taglio di capelli, che poi aveva
modificato leggermente.
Mia
madre: Deborah.
Il
suo nome mi faceva venir voglia di cagare in testa ad un piccione.
Aveva
i capelli che cambiano colore ogni settimana e veste con capi di
altissima qualità. Era una donna davvero stupenda, su questo
non ci pioveva.
Riuscivo
sempre a scroccarle soldi per comprare videogiochi e, il suo modo di
cucinare non era male.
Purtroppo,
era una donna tremendamente stupida e, non mi sorprendevo del fatto che
avesse sposato quello che dovrei chiamare
‘papà’.
Alcune
volte sembravano i genitori di Timmy Turner e non scherzavo, affatto.
Peccato
che io non abbia Vicky la babysitter, a casa.
Molto
peggio: mio fratello; il ragazzo che chiunque troverebbe figo, non
sapendo quanto in realtà un criceto sia più abile
di lui nel fare i calcoli.
Quindi…
come avrebbero potuto chiamare il primogenito di una famiglia composta
prevalentemente da coglioni, che non avevano mai niente da fare?
Zayn.
Proprio
un nome di merda, adatto ad una persona vanitosa come lui.
Ciuffo
corvino molto più alto di quello di mio padre, pelle
ambrata, occhi color miele e fisico da modello ricoperto da tatuaggi,
che solo Dio poteva comprendere.
Il
primo, di una lunga lista di dementi che mi prendevano per il culo.
Tutta
colpa dei brufoli...
Indovinate la voce di chi era?
La
porta si spalancò, mostrando il perfetto volto di mio
fratello che, tra l’altro, era in boxer.
“
Brufolosa! Che schifo!!! Ma guardati allo specchio, ogni
tanto.” Fece una smorfia disgustata ed io, mi avvicinai allo
specchio presente nella mia camera.
I
brufoli erano sempre lì, ad infettare la mia pelle.
Ma
la cosa che spaventò mio fratello fu del muco, appiccicoso e
giallo, che pendeva dal mio naso brufoloso e pieno di peluria.
Con,
ovviamente, le caccole che circondavano i miei occhi e le mie
sopracciglia folte, quasi divenute un monociglio spaventoso.
Forse,
avrei dovuto farmi la ceretta...
“
Che orrida visione...” disse Zayn, abbassando lo
sguardo verso la sveglia rotta. Sorrise “ Mi dicono che non
ti piace proprio essere svegliata da
quell’aggeggio...”
Lo
fulminai con lo sguardo.
“
Sta zitto e passami un pezzo di carta, idiota.”
“
Non cambierai mai! E ora sbrigati! Traslochiamo.” Disse,
passandomi un fazzoletto.
Mi
soffiai rumorosamente il naso, e dopo averlo fatto, tirai il fazzoletto
sui capelli di mio fratello che urlò, come una femminuccia.
“Ahhhhhh!
Che schifo!!!”
Mentre
si guardava i capelli, ormai appiccicosi, andò a sbattere
addosso all’armadio e poi addosso al letto.
Urlò
saltellando sul posto e, guardando il suo alluce mi accorsi che era
diventato rosso per la botta. Si era gonfiato come un gommone.
Scoppiai
a ridere ed a causa del mio alito, non perfettamente profumato di
menta, la piantina poggiata sul mio comodino si afflosciò
inaridendosi.
Oh,
avanti! Ora anche le piante ce l’avevano con me...
Entrò
nella camera mio padre, con il suo solito sorrisetto da ebete.
“Tesoro,
ti sei svegliata! Guarda come sei carina stamattina, molto
più di ieri!” esclamò felice.
Zayn
sgranò leggermente gli occhi per il complimento merdoso del
mio paparino.
Come
regalo di compleanno, a mio padre avrei regalato un paio di occhiali.
Sicuramente avrebbe smesso di fare complimenti che, riuscivano ad
azzerarti l’autostima in un nanosecondo.
Come
quando Zayn da piccolo non riusciva a cagare. Lo trovava tremendamente
carino, infatti gli scattò una foto.
Come
titolo, nel nostro album di foto, scrisse: Zayn e le sue prime
emorroidi, che carino!
Storsi
il naso e sbuffai.
Entrò
nella stanza, mia madre.
Possibile
che non si poteva mai stare tranquilli dentro quella casa?!
“
Tesoro, sei davvero stupenda!! Devo riempire il nuovo album, quindi
sorridi...”
Zayn
sgranò ancora di più gli occhi. Non mi sarei
affatto sorpresa se gli fossero caduti, da un momento
all’altro.
Avrei
comprato un cervello a mia madre, credevo ne avesse bisogno, molto
più di mio fratello.
“
No, aspetta. Spalmati un po’ del muco giallo, sul viso e
sarai perfetta!” disse mia madre, con in mano la macchina
fotografica.
Avevano
sempre avuto quella mania idiota di collezionare album di foto...
Chiusi
gli occhi. Ma quanto, cazzo, può essere rincoglionita?
Mi
alzai dal letto, ignorando completamente i miei genitori, e mi diressi
in bagno.
Mi
spogliai e mi osservai per l’ennesima volta. Ero ricoperta da
peli, appartenenti solo ed esclusivamente alle scimmie ma, io, ero un
caso a parte.
Mi
feci una doccia e usando Colgate, mi spazzolai i denti.
Quando
uscii, mio fratello era finalmente vestito ed aveva ancora una smorfia
di disgusto, stampata sul volto.
Presi
gli ultimi scatoloni, evitandolo, e alla fine salimmo tutti in macchina.
Non
mi sarebbe mancata neanche un po’ LA.
Avevo
passato i momenti peggiori della mia vita, lì. Saremmo
andati in Inghilterra. Probabilmente Liverpool.
Mio
padre sfrecciò lungo l’autostrada che conduceva
all’aeroporto...
***
Dopo
non so quante ore di viaggio, passate rinchiusa in una gabbia per cani,
atterrammo.
Perché
una gabbia per cani?
Perché
le hostess, credevano che fossi un animale di razza aliena non
identificato e passai il mio volo in una gabbia, piena di escrementi
schifosi e puzzolenti.
“
Bel volo, brufolosa?” chiese mio fratello, trattenendosi dal
ridere.
“
Il più bel volo della mia vita, Zayn.” sbraitai.
“
Sai conosco un mio amico qua, che ti piacerà da
matti!” esclamò.
Alzai
un sopracciglio, anzi, l’unico sopracciglio “ E
perché?”
“
Perché è pieno di brufoli come te!!”
scoppiò a ridere.
Non
risposi e mi infilai in macchina.
***
Decisi
di fare un giro per le strade di Liverpool.
Erano
passati due giorni da quando eravamo lì, ed ancora non era
accaduto nulla.
Zayn
era al mio fianco e sorrideva come un emerito deficiente.
Avevamo
litigato già da subito. Per la scelta delle camere da letto,
per i turni del bagno, per lo spazzolino più bello, per chi
avesse otturato il water con una delle cagate più grandi mai
viste in vita nostra e per chi, invece, dovesse apparecchiare la tavola.
I
nostri genitori coglievano ogni occasione per fotografarci e Zayn, era
stato beccato mentre si faceva una sega…
Quando
avevo visto quella foto ero scoppiata a ridere cosi tanto che, per
sbaglio, avevo rotto un vaso da collezione cinese di mio padre.
Ovviamente, lui, non si era minimamente incazzato, anzi, mi aveva
sorriso e dopo poco aveva urlato, strappandosi i capelli: “
Amie, io ti spacco la faccia!!!!!! ”
Il
bello di tutto quel casino fu vedere mia madre che, con la colla
vinavil, attaccava i capelli sulla testa di mio padre.
Zayn
aveva detto che mi avrebbe fatto conoscere i suoi amici, oggi. Ma io
non sapevo neanche quando li aveva conosciuti!
Svoltammo
l’angolo ed entrammo in un bar.
La
prima impressione che feci alle persone lì dentro, fu
disgusto e poi compassione per il mio aspetto. Fantastico!
Sbuffai
e mi sedetti su uno sgabello vicino a Zayn.
“
Ciao, ragazzi!” esclamò, salutando un branco di
animali.
“
Bella Malik!” urlarono in coro.
Bel
cognome il nostro, si. Degno di una famiglia di merda.
Non è esattamente il massimo come primo capitolo ma capitemi, è il primo capitolo.
L’ho pubblicato e ho fatto già un grande passo avanti, sono contenta.
Comunque sia, penso mi ci vorrà un po’ per pubblicare gli altri capitoli per colpa della mia pigrizia soffocante ;)
Intanto, godetevi questo capitolo nato come sfogo su me stessa, per colpa dei brufoli annidati sulla mia pelle.
Alla prossima!
Virgy~
Non è esattamente il massimo come primo capitolo ma capitemi, è il primo capitolo.
L’ho pubblicato e ho fatto già un grande passo avanti, sono contenta.
Comunque sia, penso mi ci vorrà un po’ per pubblicare gli altri capitoli per colpa della mia pigrizia soffocante ;)
Intanto, godetevi questo capitolo nato come sfogo su me stessa, per colpa dei brufoli annidati sulla mia pelle.
Alla prossima!
Virgy~