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Autore: _f r a n c y_    02/01/2014    2 recensioni
Al momento non ci sarà un "Oltre la neve-parte II". Vorrei provare a trasformare questa fanfic in un'originale e per farlo dovrò mettere tutto in discussione, dal primo capitolo. Grazie a chiunque mi abbia seguito fino a qui. Spero di ritrovarvi in un futuro non troppo lontano.
*Riassunti della storia all'inizio dei capp. 18 e 37*
Un'amazzone residente nelle Terre del Nord ed un ninja proveniente dalla Terra del Fuoco. Due mondi distanti e diversi che si scontrano inaspettatamente. Due persone che non si cercavano, ma che iniziano a rincorrersi, finendo per divenire indispensabili l'una per l'altra.
Il suo odore era diverso. Depurato dalle fragranze dell'incendio, della fuga, dei pasti divorati davanti ad un fuoco mai abbastanza caldo, delle notti mute trascorse al buio con nient'altro che il respiro dell'altra a colmare ogni timore.
Neji emanava un odore nuovo per Tenten, eppure quello, proprio quello, era il suo autentico. Aveva familiarizzato con Neji Hyuuga in circostanze straordinarie; soltanto adesso lo vedeva nel suo ambiente. Un ambiente a cui lei non era mai appartenuta.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanabi Hyuuga, Neji Hyuuga, Nuovo Personaggio, Tenten | Coppie: Neji/TenTen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Piccante curiosità




Le Amazzoni credevano genuinamente nel fatto che una società interamente femminile potesse esistere, ma i primi anni avevano insegnato alla Madre che nessun viandante si fidava appieno di una attività gestita unicamente da donne. Ai suoi albori, la locanda era stata sull'orlo di chiudere e con essa la sola fonte di reddito che la Famiglia potesse avere in un'area tanto desolata del mondo. Fu allora che la Madre ebbe un'intuizione: se gli uomini mancavano, li avrebbero creati loro stesse.
Ogni Amazzone aveva un alter ego, un alias maschile pianificato fin nei minimi dettagli: nome, abbigliamento, parrucca, naso posticcio, carattere e vizi.
Per non incorrere nel rischio che l'Essere aprisse gli occhi durante la fase del travestimento, Tenten aveva dovuto trasferire l'intero armamentario nella stanza di Sango.
- Ora non sono più libera di fare ciò che voglio neppure in camera mia. - aveva brontolato entrando.
Il suo alter ego si chiamava Takumi: capigliatura fulva raccolta in una coda, comportamento solare, doti di intrattenitore ed adulatore ed un debole per il gioco d'azzardo.
 - Takumi, prendi i bagagli degli ospiti e mostra loro la stanza. - disse Sonoko a Tenten, quando comparve nell'ingresso.
Sonoko era una delle Sorelle più anziane, prossima ai cinquant'anni. Insieme alla Madre e ad un'altra Sorella, Ayako, apparteneva al nucleo originario delle Amazzoni, coloro che per prime avevano rifiutato il dominio maschile ed un mondo che le voleva silenti e sottomesse. Avevano costruito quella baita loro stesse, asse dopo asse, pietra dopo pietra. Erano letteralmente le colonne portanti della Famiglia. Decenni di convivenza e costanza nel perseguimento dell'obiettivo le avevano, anzi, rese quasi un'unica entità. Un solo, saldo pilastro.
Per questo motivo le Sorelle chiamavano Sonoko e Ayako anche come "le fedelissime della Madre". Essere colte da una di loro ad infrangere le regole delle Amazzoni equivaleva ad essere scoperte dalla Madre in persona.
Fregiarsi un giorno di quel titolo, essere una fedelissima, era ciò cui Tenten tendeva.
Per il momento, però, le sue mansioni nella locanda erano di basso profilo. Ad esempio, guidare una piccola comitiva di pellegrini ai piani superiori. Erano la principale clientela della locanda, proveniente da ogni angolo del Nord per far visita ad un santuario distante poco più di un chilometro.
 - Giovanotto, ci stavamo domandando... - fece l'uomo che camminava accanto a lei. Dopo sette anni di servizio, Tenten sapeva già a cosa si riferisse. - Come mai avete scelto questo nome per la vostra locanda? E'... originale. -
 - Sarò ben lieto di spiegarvelo. - sorrise lei radiosa, mettendo subito gli ospiti a proprio agio, - Vedete, in queste Terre si tramanda da generazioni una leggenda. Narra di una bellissima fanciulla, dall'incarnato niveo e dai lucenti capelli neri, che in una gelida notte senza luna si smarrì nelle profondità del bosco. -
 - Un po' come noi. - bisbigliò qualcuno, suscitando un gemito generale.
 - I sentieri sono talmente tortuosi e nascosti qui! Se voi non ci aveste trovati e guidati fino al rifugio, non oso pensare a cosa ci sarebbe accaduto. - rabbrividì una donna.
 - Allora come adesso, queste Terre sono ostili agli esploratori. - confermò Tenten, mostrando loro un'ampia camera da letto, - Credetemi, però, se vi confido che siete i pellegrini più coraggiosi che abbia visto in tanti anni. Vi siete addentrati fin nel cuore della foresta! -
 - Siete troppo generoso! - esclamò la donna arrossendo, - Diteci, piuttosto, cosa capitò alla fanciulla? -
 - Stava fuggendo da un pericolo mortale, da individui meschini che intendevano prendersi la sua vita innocente. Si rifugiò in queste Terre, ignara tuttavia delle temperature inclementi e dei predatori che ululavano alla luna. Non sarebbe certamente sopravvissuta, se gli abitanti della foresta non fossero giunti in suo soccorso. Minuti, privi di grazia ed eleganza, ma dall'animo buono. La accolsero nella loro umile dimora, una casetta abbracciata dagli alberi, e le permisero di costruirsi una nuova vita. Ricominciare da capo in un luogo immacolato, dove il male e l'egoismo del mondo esterno non avrebbero più potuto nuocerle. -
In verità, la leggenda era stata ispirata alla Madre da un insignificante pettegolezzo, udito al mercato della valle pochi anni prima. Lo aveva arricchito di fronzoli e aveva deciso di offrirlo ai clienti della locanda: una romantica fantasia che addolcisse quelle terre dure e selvagge e, magari, prolungasse oltre lo stretto necessario il loro soggiorno.
La combriccola esplose infatti in un mormorio eccitato, chiedendo sempre maggiori dettagli.
In quel momento, una Sorella comparve all'estremità opposta del corridoio e si avvicinò a Tenten. Lei non ebbe bisogno di voltarsi per riconoscerla. Il passo leggero, il corpo longilineo che scivolava attraverso lo spazio, i capelli d'oro che risplendevano di ogni più piccolo lume collocato lungo le pareti: era la figlia di Sonoko, Shiharu, una delle Sorelle minori. Con voce fine e melodica le chiese di seguirla in cucina.
Internamente sollevata, Tenten si congedò dai pellegrini:
 - Sarei felice di potervi raccontare di più, mie signore e miei signori, ma mia sorella Sango saprebbe rendere ben più onore al mito. - confessò in un'umile alzata di spalle, - Serviremo la cena in sala comune tra due ore e vi garantisco che le sue parole e la sua musica vi allieteranno. -
Come aveva imparato dall'esperienza, il solo nominare il cibo spostò l'attenzione degli ospiti sui loro bisogni primari, placando temporaneamente la sete di conoscenza.



Al solito, la cucina era avvolta in una calda nuvola di aromi e spezie, tuttavia quella volta Tenten la trovò più affollata del necessario. Si rivolse interrogativa alle Sorelle, che si erano voltate simultaneamente verso di lei non appena vi aveva messo piede.
 - Tenten, la questione è seria. - riprese Shiharu, scandendo le parole.
 - Non possiamo continuare ad ignorare il problema. Lo capisci, vero? - fece Sorella Hirono, incrociando le braccia morbide sul torace robusto.
Tenten perse un battito: forse la Madre aveva chiesto loro di metterla sotto pressione, sospettando che non fosse realmente pronta per occuparsi del Nemico con distacco e disinvoltura.
 - Insomma... - Sorella Girin inforcò gli occhiali ed amplificò il magnetismo delle iridi grigie, - Com'è? -
Tenten sbatté le palpebre:
 - Scusa? -
L'intera cucina esplose in un boato di domande impazienti. Solo allora Tenten si accorse che la maggioranza delle Sorelle presenti erano tra le più giovani della Famiglia.
 - Andiamo, non tenerti tutto per te! Non abbiamo mai visto un uomo sotto i trent'anni in vita nostra! -
 - Sango ci ha detto che ha un fascino proibito. E' vero che i suoi capelli brillano come il cielo notturno? -
 - E' alto? E' magro? Oh, certo che deve esserlo: è un ninja! -
 - Vogliamo vederlo. No, anzi, vogliamo toccarlo. Dobbiamo toccarlo! -
Quasi tutte le Amazzoni al di sotto dei quindici anni erano letteralmente cresciute nella locanda. Alcune erano figlie delle Amazzoni più anziane. Altre erano orfane di guerra, figlie indesiderate o bambine abbandonate perché colpevoli di non essere maschi. La Madre le aveva prese con sé quando erano poco più che neonate.
Non avevano alcuna esperienza del mondo esterno, erano state esclusivamente allevate nel credo delle Amazzoni. Ciò che le altre Sorelle avevano consapevolmente rifiutato, a loro era stato precluso dall'alto e nutrivano una insaziabile curiosità.
Se non tenuta a freno, la loro impulsività avrebbe potuto compromettere la prova di Tenten.
 - Siete indisciplinate. - replicò, - Gli Uomini sono il Nemico, dovete esser loro indifferenti o vi piegheranno. Non abbiamo bisogno di loro. -
 - Andiamo, Sorella. - obiettò Girin, - Un'occhiata veloce che male potrà farci? "Conosci il tuo nemico" recita la massima, no? -
 - Scordatevelo. E' mia responsabilità, non vi lascerò neanche avvicinare a lui. -
Il vociare chiassoso si ridusse ad un mormorio malizioso che tormentò ulteriormente i nervi di Tenten.
 - Che avete adesso? -
 - Deve essere davvero affascinante, - spiegò Shiharu nascondendo un sorriso dietro la chioma di un broccolo, - se ha conquistato anche te. -
Fortunatamente, in quell'istante Sango fece capolino nella stanza e richiamò tutte all'ordine. Prima che potesse aggiungere altro, Tenten le passò accanto ed uscì, i pugni stretti lungo i fianchi.
 - Stavamo solo scherzando, non volevamo offenderla. - disse Hirono, scambiando un'occhiata apprensiva con le altre Sorelle.
 - Non dubito delle vostre buone intenzioni. - rispose Sango, - Tuttavia, non dovete mai peccare d'ingenuità. Per noi Sorelle maggiori non è altrettanto semplice affrontare questi argomenti con leggerezza. Alla parola Uomo attribuiamo un diverso significato. -
Leggendo chiaramente il senso di colpa sui loro volti ancora acerbi, Sango proseguì:
 - Tenten non è arrabbiata con voi. Sapete quanto vi ami: darebbe la propria vita per proteggervi. -
 - E' arrabbiata con gli Uomini? - domandò Girin.
Sango annuì.
Le ragazzine si ammutolirono, gli occhi fissi sul pavimento, le menti impegnate su terreni di riflessione per loro completamente nuovi e inesplorati.
 - Gli Uomini - esordì dopo un po' una delle più giovani, la mora Makino, dando voce ai pensieri di tutte, - sono crudeli nei confronti delle Donne? -
Sango si smarrì nei surreali riflessi dei suoi occhi di ametista, ereditati dalla Madre in persona. Makino era una creatura di una dolcezza spontanea e disinteressata. Sembrava incapace di scorgere il male nel cuore delle persone, contrariamente all'atteggiamento sempre allerta di sua madre. Dopotutto, però, i legami di sangue non avevano troppa rilevanza nella cultura delle Amazzoni.
 - Alcuni Uomini sono crudeli, sì. Molto crudeli. - rispose infine Sango. Udì avvicinarsi i passi pesanti di Sonoko e si affrettò ad aggiungere: - Adesso tornate al lavoro. Non è questa la sede adatta per affrontare simili discorsi. -
Interpretando il segnale, ognuna scattò alla prima postazione disponibile.
Sango, invece, sapeva perfettamente quale mansione assumersi: aiutare Girin nella preparazione del ripieno per i ravioli.
 - Sorella Girin, - sussurrò, accostando la chioma vermiglia a quella rosso mattone, - potrei avere della carta, più tardi? -
 - Sorella Sango, - sorrise l'altra, continuando ad impastare, - sai bene che la mia porta è sempre aperta per te. -
______________________________________________





So a cosa state pensando: "La famiglia di Tenten comincia a farsi troppo affollata, finirò per confondermi!"
Cerco di caratterizzare molto le Amazzoni dal punto di vista fisico, perché ciò possa aiutarvi ad inquadrarle. Se però preferite che riporti in calce al capitolo (a questo o al successivo) un breve elenco con nome e aspetto fisico, lo farò volentieri. E se pensate che potrei aiutare il lettore con altri espedienti, non esitate a muovere critiche o a dare suggerimenti ;)

Quanto a Neji, non disperate nemmeno per lui. Entrerà presto in scena.

Ho scelto di scrivere le parole uomo/uomini con la lettera maiuscola per specificare che li sto usando con il significato di "esseri umani di sesso maschile". Spero che l'uso frequente di lettere maiuscole non disturbi la lettura.

Grazie a tutti coloro che hanno letto il primo capitolo e a chi ha inserito la fanfiction in una lista.
Naturalmente, grazie anche a Puffin e Dryas che hanno recensito: siete state gentili, generose (talvolta troppo!) e soprattutto oneste. Grazie davvero :)

Aggiunta del 21 gennaio:
Ecco gli schizzi delle Amazzoni. Premessa: non sono un'artista. Sono disegni molto semplici. E, sì, hanno tutte un occhio solo: non sono capace di disegnare due occhi uguali e simmetrici! XD
Spero possano aiutarvi.

Qui abbiamo Sango, una delle Sorelle maggiori, insieme alle principali Sorelle minori. Mi dispiace per la bassa qualità del disegno e del colore: ho lavorato su una carta molto vecchia.

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Qui invece ci sono le altre Sorelle maggiori più importanti: da sinistra a destra, Kaname, Rin e Hitomi (perdonatemi, lo scanner ha mangiato i nomi e non ho ancora capito il perché...).
Nella fila sotto, ecco la Madre con le Sorelle più anziane, ovvero le sue fedelissime.

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