Sophia fece scorrere il dito
sulla
mensola, stava cercando un libro in
particolare quella sera, ma sembrava proprio che quel piccolo volume
rilegato in rosso fosse sparito dalla faccia della terra... Scorse i
titoli uno alla volta finché non arrivò alla
fine... C'era qualcosa di strano quella sera a casa sua, a dir la
verità era qualche giorno che tutto sembrava diverso...
Sophia riusciva ancora a sentire quelle cose... Vibrazioni, come le
chiamerebbe qualcuno, e quelle che sentiva in quei giorni non
promettevano niente di buono... Non riusciva nemmeno più a
godersi il silenzio di quella casa... Toc toc.. Il rumore improvviso
alla porta la fece trasalire, era quasi mezzanotte e di certo quella
sera non aspettava nessuno, chi poteva essere? Si avvicinò
guardinga alla porta, poi ripensò che la sua amica e collega
Joan quella sera aveva un appuntamento... Un po' come tutti i
venerdì sera, e tutte le volte finiva per bussare a casa
sua, delusa dall'ennesimo arrogante senza cervello e con una bottiglia
di vodka alla pesca per esorcizzare la paura di restare sola...
Sospirò pensando che avrebbe finito per prendersi l'ennesima
sbornia e andò ad aprire la porta... Un gesto
tranquillo, deciso, ma la sua faccia ed il suo sorriso mutarono
inevitabilmente in un altro genere di espressione non appena si accorse
di non avere esattamente Joan davanti...
“Sam?!” Decisamente una visita inaspettata... Come
si dice in questi casi, l'ultima persona che pensi di trovare aprendo
la tua porta... Eppure Sam era lì, con una faccia che
nemmeno Sophia aveva mai visto in tanto tempo..
“Ce ci fai qui? Saranno quattro anni che...Ma stai
bene?” Sam scosse appena la testa attestando il suo chiaro No
come risposta, Sophia conosceva bene quegli occhi da cucciolo, infondo
era come se Sam fosse perennemente un po' spaventato, non si sa bene da
cosa, ma in quel momento non era nemmeno paura quella che leggeva...
Era qualcosa di peggiore... Improvvisamente capì cos'era
quella strana sensazione degli ultimi giorni... Brutte notizie in
arrivo... Fece cenno a Sam di entrare e si diresse dritta verso il
cassetto dove teneva nascosto il “Whisky
d'emergenza”, stavolta sapeva che ne avrebbe avuto bisogno...
Porse a Sam il bicchiere e si sedette sul divano, Sam girovagava per
quel piccolo soggiorno dalla pareti rosse pieno solo di
libri, l'odore della carta riempiva la stanza insieme ad una strana
essenza di arancia e cannella “Così stai ancora
qui, eh?” - “Che vuoi che ti dica, se non altro non
succede mai nulla di sovrannaturale a Lowell!” - “E
stai bene?” - “Direi di
sì...sì...Che mi dici di te? Ci sarà
un motivo se appari alla mia porta dopo quasi quattro
anni...” Sam la guardò negli occhi senza dire
nemmeno una parola... Sapeva che quella ragazza non aveva bisogno di
parole per capire, lo conosceva fin troppo bene... E difatti a Sophia
sembrò di capire... Qualcosa la colpì all'altezza
dello stomaco e non fu il whisky... “Dov'è tuo
fratello?” La bocca di Sam si torse un po', si morse il
labbro inferiore per cercare di non dire quello che doveva dire, Sophia
posò il bicchiere e si alzò lentamente andando
verso di lui... In realtà immaginava già il tipo
di risposta che avrebbe ricevuto, e benché si sentisse le
gambe tremare, voleva sapere... Lo guardò dritto negli
occhi... “Dov'è quell'idiota di tuo
fratello?” Sam si trattenne ancora un attimo, strinse i pugni
e poi rispose al suo sguardo... “All'inferno...”
Il primo giorno di scuola... il primo giorno di liceo
è
sempre un incubo e per Sophia quella mattina sembrava proprio che uno
dei suoi brutti sogni stesse diventando reale... Appena arrivata in
quella stupida anonima cittadina del North Carolina e primo giorno di
scuola... I suoi avevano voluto portarla fuori da New York, credevano
che diventare adolescente in una metropoli come quella la stesse
facendo impazzire... Avevano sempre capito ben poco della loro
bambina... Non è che avesse paura di qualcosa in
particolare, né che si sentisse in imbarazzo, tutto quello
che voleva era passare inosservata, restare invisibile come aveva fatto
finora nella grande mela... Ma immagino che farlo in un liceo come
quello, con al massimo trecento studenti, fosse un po' più
difficile... Ecco che cosa la disturbava... Da sempre aveva avuto
solamente un'amica, Jessica, l'unica a cui avesse mai aperto il suo
cuore anche se non le aveva proprio raccontato ogni segreto e adesso
voleva che le cose restassero tali... Se Jessica non era con lei,
allora lei sarebbe stata sola, sola e basta... Del resto Sophia era
troppo diversa per mischiarsi con le persone comuni...
Lunghi capelli castano chiaro, grandi occhi azzurri, una pelle
bianchissima e una certa spiccata tendenza all'asocialità,
di certo, fin troppo bella per i suoi quattordici anni, non le era
semplice essere invisibile... Per questo preferiva passare per strade
secondarie e starsene con lo sguardo basso ignorando tutto
ciò che le succedeva intorno... Mancava qualche metro alla
scuola quando sentì delle risate... “Oh
no...” Pensò sperando di essere obbligata ad
affrontare il primo gruppo di “potenziali nuovi
amici”, ma quando alzò gli occhi, vide che quei
ragazzi non si stavano esattamente divertendo, non tutti loro almeno...
Le fu subito chiaro che anche a Lowell, come in ogni altra
città al mondo, c'è il solito gruppo di bulli
vestiti bene ed il solito secchione sfigato che ogni mattina le prende
per farsi rubare il pranzo e magari anche i compiti... E certe cose lei
non le sopportava, né qui né in ogni altra
città del mondo...
“Lasciatelo stare idioti!” Quelli alzarono lo
sguardo e quasi immediatamente scoppiarono a ridere...solita reazione
da stupidi davanti ad una ragazza... Sophia scosse la testa quasi
rassegnata e si avvicinò ancora andando dritta verso il
“bullo capo”, quello più alto e col
sorriso più ebete stampato in faccia... “Andate da
qualche altra parte ok?” - “Altrimenti?”
- “Credo che tu preferisca non saperlo...Potrebbe
scompigliare i tuoi bei capelli...” - “Io credo
invece che tu dovresti andare da qualche altra parte se non vuoi che ti
stropicci i vestiti bellezza!” Lei rimase a fissarlo alzando
un sopracciglio, lui sorrise ancora guardando i suoi amici, poi
allungò la mano verso Sophia e le accarezzò il
viso “Nemmeno lo conosci quello sfigato! Credimi, sarebbe
molto meglio se ci conoscessimo io e te, invece...” Sophia
non sopportava proprio quel tipo di persone, e non sopportava di essere
tanto migliore di loro da non poterlo far vedere... Imbastì
un bel sorriso finto e poi BAM, un solo rapido gesto della mano ed il
bullo capo si ritrovò faccia a terra due metri
più in là... Tutti, compreso il povero secchione
appena salvato, spalancarono la bocca e fecero un passo indietro...
Sophia si guardò intorno e fortunatamente non c'era nessun
altro “Da oggi in poi lo lascerete stare, ok?...In cambio io
non dirò a nessuno di questo umiliante
incidente...” Disse sottolineando
“umiliante”, quelli si dileguarono in un attimo e
così lei poté finalmente porgere la mano al
malcapitato “Non dire a nessuno quello che è
successo qui ok?” Lui si ricompose un attimo, aveva
più o meno la sua stessa età, era già
parecchio alto e aveva un bel viso...Qualche chilo di troppo forse, ma
senza dubbio gli occhi più profondi che Sophia avesse mai
visto... Gli occhi di un cuccioli impaurito pensò...
“Ok, ma...” - “Niente ma, non devi
nemmeno ringraziarmi, tranquillo!” Detto ciò
riprese la sua borsa e iniziò a camminare verso la scuola...
Molto probabilmente si era già giocata il suo tanto amato
anonimato... Il ragazzino la seguì “Ma come
hai..?” - “Non credo sia importante..” -
“Aspetta!” Lei si fermò e si
votò verso di lui “Dimenticalo e basta!Tanto non
ti toccheranno più...” Il ragazzino
allungò la mano “Sam... Io sono Sam
Winchester...” Sophia fissò la sua mano un po'
incerta... Già non voleva amici, adesso sarebbe diventata
amica dello sfigato della scuola? Alzò lo sguardo verso gli
occhi di Sam e stavolta lo guardò meglio... Sentì
di nuovo una vibrazione, di quelle che sentiva solo lei, una specie di
connessione tra lei e quel ragazzino ancora impolverato...
Allungò allora la mano... “Sophia, il mio nome
è Sophia.”
“Che cosa è successo?” Chiese Sophia con
la voce tremante, forse non voleva saperlo davvero... Di certo non
avrebbe voluto sentire le fatidiche due parole che si usano di solito
per dire che la vita di qualcuno è finita, ma fortunatamente
non le sentì... Sam gli spiegò quello che era
successo, gli disse del patto e di come avevano cercato di salvare
Dean, gli raccontò ogni singolo tentativo fin quando non era
stato costretto a vedere suo fratello morire sotto i suoi occhi...
“Lui... è...?” Sophia si chiese se la
parola “morto” fosse semplicemente stata messa da
parte per il gran finale, ma Sam aveva sicuramente ancor meno voglia di
lei di pronunciare quelle due sillabe “E' un'idiota! Se solo
mi avesse lasciato morire quand'era il momento adesso...” -
“Adesso probabilmente ci sarebbe lui qui al tuo
posto.” Concluse lei, Sam sospirò e Sophia
finì tra sé e sé “O forse
no...”
“Ho bisogno del tuo aiuto Sophia..” Lei non
capì bene cosa intendesse con quelle parole ma di certo era
lì per lui, si alzò e gli si avvicinò
“Tutto quello che ti serve Sam...” -
“Aiutami a portarlo indietro.” Quelle parole le
arrivarono come una ventata di aria gelida, già non riusciva
a metabolizzare il concetto “Dean-Inferno”, adesso
doveva anche affrontare una spiacevole conversazione sull'evocazione
dei morti o qualcosa del genere? “Sono convinto di poterlo
salvare, di poterlo riportare indietro, ma ho bisogno di te Sophia, ho
bisogno che tu...” Lei lo interruppe con un cenno della
mano “Io ne sono fuori lo sai..” Poi si
voltò dall'altra parte “Che vuol dire essere
fuori!Non puoi smettere di essere quello che sei Sophia.” -
“Io l'ho fatto invece!” - “Come puoi
averlo fatto?!” Sophia si voltò di nuovo verso di
lui “Me ne sono andata... Sono tornata a casa, ho affittato
un appartamento e mi sono trovata un lavoro normale... Ecco come ho
fatto!” Sam gli si avvicinò visibilmente
più nervoso “Ma questo non vuol dire niente... Io
ho bisogno che tu mi aiuti, che torni ad essere quella di una
volta!” - “Non sono più quella
persona...” Sam la afferrò per le spalle e la
costrinse a guardarlo “E' di Dean che stiamo
parlando...Dean...Tu lo amavi...” Il viso di Sophia si
contrasse impercettibilmente, senza che Sam potesse notare il pugno
nello stomaco che le aveva appena dato “Già, lo
amavo.” Poi spostò lentamente le mani di Sam e si
diresse di nuovo verso il divano, si sedette e si strinse la faccia tra
le mani cercando di metabolizzare tutti quei concetti insieme...
“Jessica..” Senza alzare il viso
pronunciò il nome della sua amica e Sam incassò
il colpo come se fosse stato il gancio destro di un campione di pesi
massimi “Perché hai..” Sophia
alzò il viso “Una casa, una laurea, magari un
marito... Questo è quello che io e Jessica volevamo...
Passavamo così tanto tempo a fare progetti... ”
Fece una pausa e si guardò intorno, Sam la fissava
sconcertato per aver tirato fuori quel discorso “Lei non
avrà mai niente di tutto questo Sam...Ma io...Io ce l'ho...
Io ho una casa, un lavoro e forse avrò anche un marito...
Perché dovrei rinunciare a tutto questo adesso?”
Sam sospirò un attimo “Perché tu non
sei questo! Jessica era questo...Ma tu sai bene di non essere quel tipo
di persona, tu non sei “normale”!” Sophia
accennò un sorriso “Già, lo so fin
troppo bene...E nemmeno tu lo sei Sam, questo è sicuro...Ma
lascia che ti faccia una domanda...” Sam annuì con
la testa senza interromperla “Se tuo padre non
fosse sparito, se tuo fratello non fosse mai venuto a prenderti a
Stanford e se.. Se Jess non fosse morta quella sera... Dove saresti
adesso Sam?”
“Sam!!” Sophia gli arrivò alle
spalle
come una furia e gli saltò addosso facendogli quasi perdere
l'equilibrio, lui si riprese e poi la abbracciò forte
“Ciao!” - “Credevo che non saresti mai
più arrivato...Non è bello iniziare il college
con quasi un mese di ritardo!” - “Lo so,
credimi...Per di più mi sono già perso due volte
in questo stupido campus!” Sophia gli regalò un
sorriso enorme “Non posso credere che siamo davvero
qui!!” - “Come se fosse stato
semplice...” Il viso di Sophia tornò serio di
colpo “Non gli è ancora passata, vero?”
Sam fece cenno di no abbassando lo sguardo “Io non l'ho
più sentito da quando sono partita...” Sam si
guardò intorno mentre centinaia di ragazzi sfrecciavano di
fretta in ogni direzione poi chiese “Credi davvero che stiamo
facendo la cosa giusta?” Qualche secondo di silenzio
accompagnò i loro sguardi poi Sophia sorrise di nuovo ma
più pacatamente e sollevò una spalla
“Noi siamo speciali...Sopravviveremo anche a
questo.” Le sue parole volevano essere più
convincenti, ma il tono della sua voce non la aiutò
benché davvero credesse di essere nel posto migliore per
lei...
“Hey S!” Una voce dolcemente inaspettata li
interruppe, Sophia si voltò e sorrise di nuovo alla bella
ragazza bionda che si stava avvicinando, Sam alzò lo sguardo
e si bloccò... “Jess! Vieni, corri, voglio
presentarti una persona!” Jessica arrivò raggiante
nel rosa della sua maglietta dei puffi, piuttosto bizzarra per una
ragazza ma lei adorava i puffi, e bisogna dire che non era di certo una
ragazza ordinaria... “Jess, lui è Sam....Sam, lei
è Jessica”... Entrambi allungarono la mano senza
staccare gli occhi gli uni dagli altri “Ho sentito tanto
parlare di te..” - “Credo proprio di poter dire lo
stesso...” Jessica sorrise ancora una volta e così
Sam fu finalmente convinto... Lasciare la famiglia ed i suoi affari per
entrare a Stanford? Era stata decisamente la scelta giusta.
Sam gesticolò nervosamente “Tu non capisci...
Questo non c'entra con Jessica, con l'università, con tutti
i nostri stupidi progetti!Questo è... Dean è
morto, capisci?!Morto! E io devo fare qualcosa Sophia, io devo fare
qualcosa!” Ecco che l'aveva detto, le due fatidiche
parole erano state pronunciate e da quel momento in poi nulla
sarebbe stato più uguale, meno che mai quella
conversazione... “E'...è stato...Voglio
dire...Come...” Le parole sembravano non riuscire a venir
fuori dalle belle labbra carnose di Sophia, non riusciva ad articolare
quella frase... parlando di chiunque altro sarebbe stato semplicissimo
chiedere se fosse morto soffrendo, ma parlando di Dean... Sam
risentì nelle sue orecchie le urla del fratello, rivide i
graffi dei cerberi che gli squarciavano la pelle, il sangue che
scivolava giù dall'angolo della sua bocca, il sorriso di
Lilith e la più orribile sensazione di tutta la sua vita...
L'impotenza... La rabbia lo avvolse nuovamente come ogni giorno della
sua vita da quell'istante... Le lacrime si affacciarono ad i suoi
occhi... Sophia non ebbe più bisogno di alcuna risposta...
Si alzò e lo raggiunse, senza dire nient'altro lo
abbracciò più forte che poteva, come non aveva
mai fatto in tutti quegli anni, forse nemmeno al funerale di Jessica...
Le gambe di Sam tremarono... Era la prima volta che piangeva per suo
fratello, la prima volta che piangesse davvero... Per quei quattro mesi
che avevano seguito la morte di Dean era rimasto chiuso in una stanza
di motel a cercare una soluzione, aveva ucciso quanti più
demoni poteva nei peggiori modi possibili e aveva ignorato di essere la
creatura più sola al mondo... Mesi di rabbia e disperazione,
finché non aveva realizzato di non essere così
solo come credeva, aveva ancora una persona al mondo, qualcuno che lo
conosceva fin troppo bene e che gli voleva bene per quello che era,
qualcuno che avrebbe potuto anche aiutarlo... Aveva ancora Sophia...
Le gambe cedettero e Sam si inginocchiò davanti a lei,
Sophia lo teneva stretto al petto e si chiedeva se avrebbe dovuto
piangere con lui, ma le sue emozioni sembravano essere sospese
adesso... Adesso contava solo Sam... “Qui puoi piangere
quanto vuoi...” Gli accarezzò i capelli e si
ricordò di quanto profondamente lo amasse... Molto
più di un amico... Più di un fratello...
Più di un fidanzato... Più di chiunque altro...
Sam era stato la sua salvezza quando credeva di essere la creatura
più sbagliata del mondo, quando non sapeva come affrontare
il mondo, quando nessun altro sarebbe stato in grado di capire le cose
che riusciva a fare e quello che era in realtà... Dopo un
tempo sembrato infinito Sam si staccò da lei e
tirò su lo sguardo... Aveva gli occhi gonfi e rossi...
Sembrava davvero che avesse pianto le lacrime di anni... Sophia lo
accarezzò desiderando come mai aveva fatto prima di poter
alleviare il suo dolore, purtroppo non poteva... Continuando a
guardarlo nella sua fragilità, si chiese se davvero non
fosse il caso di rinunciare alla sua
“normalità” per Sam, per Sam e Dean...
Rinunciare alla sua esistenza per salvare quella dei “due
uomini della sua vita”...
“Ti prego...” Disse lui piano e lei
sospirò... Aveva abbandonato il mondo dei demoni, della
caccia e della magia da anni, dallo stesso giorno in cui aveva detto
addio per sempre alla sua migliore amica, a Sam e all'unico ragazzo che
avesse mai amato... Insieme con loro erano sparite anche la paura e
l'angoscia... Tornare indietro adesso avrebbe significato riportare a
galla tutto... E anche qualcosa di peggiore se avesse avuto il tempo di
rendersi conto che davvero Dean non c'era più, e che se lei
non avesse potuto fare niente per salvarlo, non l'avrebbe mai
più incontrato... Mai più...
Sophia si staccò da Sam e si allontanò presa da
un'improvvisa angoscia “Non posso farlo..” Sam
sgranò gli occhi non riuscendo a credere alle sue parole
“Sophia...tu non puoi non...” Lei non si mosse
“Non puoi abbandonarmi anche tu... Sei l'unica persona che mi
è rimasta al mondo...” - “Se Dean
è morto, credo che non ci resti altro da fare se non
accettarlo..” Sam spalancò anche la bocca a quelle
parole “Cosa?” Sophia si rivoltò verso
di lui e alzò le spalle “Dobbiamo smettere di
pensare che possiamo cambiare la realtà... Tutto quello che
abbiamo fatto non ha mai portato niente di buono, anzi... Abbiamo perso
praticamente tutti quelli a cui volevamo bene! Non rifare lo stesso
errore di sempre Sam... Va semplicemente avanti con la tua
vita!” Le parole di Sophia avevano una rabbia ed una
freddezza che anche lei stessa se ne stupì... Sam era
impietrito davanti a lei... L'amica che conosceva non avrebbe mai
parlato in quel modo... La ragazza che l'aveva salvata dai bulli della
scuola tanti anni prima, quella stessa ragazza avrebbe spaccato le
montagne per lui... E avrebbe dato più della sua stessa vita
per Dean... Dov'era finita la sua migliore
amica? Di certo non
ere la donna che adesso aveva davanti, fredda, cinica e pronta a
rinunciare a tutto il loro passato in un secondo... “Non
credevo di aver perso anche te...” Disse Sam in quello che fu
più un sussurro che un'affermazione... Si ricompose
passandosi la mano sugli occhi, tra i capelli e poi ad aggiustare il
giubbetto... La guardò ancora una volta per cercare una
traccia della vecchia Sophia nella persona che aveva davanti adesso, ma
lei era già di spalle, di nuovo, e allora non gli
restò altro da fare che andarsene anche da lì.
Allo sbattere della porta Sophia sussultò e si
sentì come sprofondata in un incubo... Improvvisamente la
sua casa, tutti i libri intorno a lei, i quadri alle pareti e le tende
rosa che tanto aveva ricercato... Improvvisamente niente di tutto
quello che aveva intorno sembrava avere più senso... Si
sentiva fuori dal suo stesso mondo... Scosse la testa e si
guardò allo specchio appeso alla parete... Si rese conto di
avere praticamente lo stesso viso di di dieci anni prima, come se non
fosse mai cresciuta... Dietro un corpo più maturo
all'età di venticinque anni, c'erano ancora quei grandi
occhi azzurri ed insicuri... Dietro l'apparenza di
normalità, non era mai andata avanti... Presa da un'energia
improvvisa si diresse verso la libreria di destra, si
inginocchiò e fece scorrere nervosamente il dito sulla
mensola dei cd... Sapeva esattamente cosa stava cercando... Facendone
cadere anche alcuni tirò fuori il cd che cercava e si
diresse dritta allo stereo poco più in là...
Mentre le mani le tremavano infilò il cd nell'apposita
fessura e scivolando a terra attese di sentire le note che si
aspettava...
“I never meant to be so bad to you... One thing I
said that I
would never do... A look from you and I would fall from grace... And
that would wipe this smile right from my
face...”
Quella era alle sue orecchie la canzone più triste del
mondo...
Sophia salì le scale a due a due nonostante i
tacchi alti le
facessero davvero male dopo tante ore che ci stava sopra...
“Stavolta lo ammazzo!” Pensava dentro di
sé, mentre si avvicinava alla porta della sua stanza, dalla
fessura si vedeva benissimo la luce accesa... Nonostante fossero le due
di notte e, nonostante quelle bellissime ma scomodissime scarpe, diede
un calcio alla porta che si spalancò “Dove diavolo
sei stato?!” Dean sussultò per il rumore della
porta, poi si voltò verso di lei e rimase a bocca aperta
scorrendo la sua figura dal basso verso l'alto... Tacchi alti e
plateau... Un bellissimo vestito viola che la avvolgeva al punto
giusto... I capelli mossi lasciati cadere sulle spalle... E la
più sexy espressione arrabbiata che avesse mai visto... Fece
un passo avanti verso di lei “Non pensarci
nemmeno!” Fu la risposta di Sophia che gli puntò
il dito contro come faceva sempre quando era infuriata “Mio
padre mi ha chiamato, era in difficoltà con un demone delle
paludi, gli servivano delle informazioni quindi io...” Sophia
alzò le sopracciglia “E' questa la tua
scusa?!” - “Ho bisogno di una scusa?”
Dean rispose con una domanda alla sua domanda... La solita risposta
strafottente che lei odiava... se avesse avuto addosso altri vestiti
l'avrebbe già preso a pugni... “Non ti chiedo mai
niente Dean, niente! Ti avevo chiesto solo questo, il ballo dell'ultimo
anno...” - “E' solo uno stupido ballo
Sophia!” - “No Dean, era il mio stupido ballo!
Almeno per una volta potevi stare con me... Ma quanto pare
c'è sempre qualcosa di più importante!”
Quella sera era davvero arrabbiata da morire, Dean non era certo il
fidanzato perfetto anzi, probabilmente non aveva nessuna delle
qualità che un fidanzato dovrebbe avere... Ammesso che lo si
potesse considerare un fidanzato... Sophia si stava chiedendo se quella
strana relazione non stesse “finalmente” arrivando
al punto di non ritorno... “Dai Sophia!” Lui
cercò di nuovo di avvicinarsi, ma lei si tirò
indietro “Stavolta non la passerai liscia Dean..”
Lui sospirò, litigare in fin dei conti gli piaceva,
specialmente con Sophia, ma odiava quando lei si aspettava da lui
qualcosa che Dean proprio non riusciva a capire cosa fosse... Lei lo
guardava con lo sguardo infuocato... Era strano come quegli occhi
così azzurri e angelici potessero diventare tanto
spaventosi... “E' per il ballo giusto?” Lei non
fece una mossa e per un secondo Dean si sentì nel panico,
come se per la prima volta non sapesse davvero come tirarsi fuori da
quella situazione... Si guardò intorno “Se quello
che vuoi fare è ballare ok, quello possiamo farlo anche
qui!” Sophia alzò il sopracciglio destro
perplessa, sapeva come sempre di potersi aspettare di tutto da Dean, ma
sapeva anche che stavolta avrebbe dovuto resistere... Dean si
avvicinò al suo stereo e lo accese alzando il volume...
“Se vuoi ballare, balliamo!”... Dalle casse venne
fuori proprio quella stessa melodia degli Asia... Dean
iniziò a ballare nel modo più stupido che
poteva... scuoteva la testa e i fianchi a ritmo della musica e con
un'espressione da idiota la guardava tenendole un dito puntato
contro... Era davvero una visione orribile... Ma allo stesso tempo
meravigliosa... Il sopracciglio di Sophia si rilassò e pian
piano si rilassò anche il resto del suo viso... Quando Dean
la colpì con una delle sue mosse di danza in corrispondenza
del ritornello, Sophia non poté non scoppiare a
ridere... Anche stavolta non era riuscita a resistere... Anche stavolta
aveva dovuto ammettere a sé stessa che qualsiasi cosa Dean
avesse potuto fare, lei non lo avrebbe mai amato di meno...
Dean la raggiunse e la prese per la mano costringendola ad unirsi a
quella stupida danza anni 80, Sophia non riusciva improvvisamente a non
ridere e lui rispose al suo sorriso stringendola forte...A quel punto
non serviva nemmeno più che chiedesse scusa... Lei lo
guardò negli occhi scuotendo la testa con rassegnazione e
lui la baciò immediatamente... Un bacio dolce, un bacio
lento... Un bacio da mille parole e più... Ogni volta finiva
allo stesso modo... In quel momento Sam si affacciò alla
porta della stanza, anche lui appena rientrato dal ballo
“Cos'è questo casino? Che cavolo state
combinando?!” Senza nemmeno bisogno di consultarsi su cosa
fare Dean e Sophia ricominciarono a ballare come idioti rivolgendosi
verso Sam... Lui iniziò a scuotere la testa e
alzò le mani “No ragazzi, tenetemi fuori dalle
vostre bizzarrie, ok?” Sophia si tolse finalmente le scarpe e
lo raggiunse, gli prese la mano trascinandolo al centro della stanza...
Qualche secondo di resistenza e nemmeno Sam poté resistere
all' “heat of the moment”... Come tre ragazzini
ballavano ridendo e saltellando... Bel finale per la sera del ballo
dell'ultimo anno... Il momento più spensierato che vivevano
da tanto tempo... Tutti e tre insieme come sempre... Come se fosse
l'inizio di un nuovo futuro insieme dopo la fine del liceo... Senza
sapere che era l'ultima volta che sarebbero stati tanto felici e tanto
uniti...
Sam continuava a scorrere gli occhi sulle pagine nonostante fosse
esausto... Non avrebbe avuto pace finché non avrebbe trovato
un modo per riportare suo fratello indietro, a qualsiasi prezzo...
Sophia era stata la sua speranza più grande, aveva creduto
che lei lo avrebbe salvato di nuovo, come tante volte in passato...
Aveva pensato che al solo sentir parlare di Dean, lei avrebbe tirato
fuori le armi e si sarebbe buttata dritta nella bocca dell'inferno se
fosse servito... Invece Sophia non aveva fatto niente... Anzi si era
tirata indietro... Quella non era certo l'amica che conosceva... Si
chiese che cosa poteva essere successo e se davvero la morte di Jessica
aveva rimescolato tutte le carte... Anche lui sentiva la sua
mancanza... Anche lui pensava a lei ogni giorno nonostante fossero
passati quasi quattro anni, a quanto la amava, a quanti progetti
avevano fatto, a come per lei avrebbe rinunciato ad ogni affare di
famiglia... Ma questo non gli aveva certo impedito di andare avanti e
di prendersi le sue responsabilità... Lui era prima di tutto
un Winchester e quello che fanno i Winchester è combattere i
demoni... Quello che fanno i Winchester è sacrificarsi per
la famiglia... E Sophia ne era parte... Non per i geni e non per il
cognome, ma come diceva sempre Bobby “La famiglia non finisce
col sangue”... Se Sophia non voleva essere una Winchester,
comunque sarebbe dovuta essere sé stessa... Sophia era prima
di tutto una strega, una strega naturale molto potente... E anche una
bravissima combattente, una grande cacciatrice... Questo era e questo
sarebbe stata per sempre, anche se adesso voleva ignorarlo...
Ricordava ancora quando aveva scoperto dei poteri di Sophia e come lei
aveva cercato di nasconderli... Ricordava come davanti a quel vampiro,
mentre lui era immobilizzato, le era bastato un gesto della mano per
fargli fare un volo di sei metri... Quante volte si erano ritrovati
intorno ad un tavolo a tre piedi per entrare in contatto con qualche
anima di gente famosa morta... Quante volte erano stati fondamentali
l'uno per l'altra e quante volte, senza nemmeno bisogno di dirlo, si
erano promessi di salvarsi la vita a vicenda... Ma avevano solo
quindici anni... Dean aveva qualche anno in più di loro, ma
era quasi sempre lontano con suo padre per le “vere
missioni”... Si sa quanti progetti si fanno e quante
stupidaggini si dicono da adolescenti... Di certo dieci anni prima non
pensava che sarebbero finiti in quel modo... Ma è
questo che fa la vita giusto? Sorprende con le cose belle e ancor
più con quelle brutte, divide le persone, trasforma gli
amici in sconosciuti...
Toc toc... Qualcuno bussò lieve alla porta del motel... Sam
alzò gli occhi verso la porta pensando che davvero non aveva
voglia di vedere nessuno... Si tirò su dalla sedia con
fatica e si avvicinò alla porta avendo ben cura di lasciare
la mano destra vicino alla pistola che aveva sempre infilata nei
pantaloni... La porta cigolò nell'aprirsi... Dall'altra
parte c'era una persona che aveva pianto per ore... Una persona che Sam
non vedeva da quasi quattro anni... “Riportiamolo
indietro.” Disse Sophia con tono deciso... Sam non rispose
nulla, semplicemente si spostò per lasciarla entrare e poi
lasciò che la porta sbattesse alle loro spalle.