Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |       
Autore: imago    02/01/2014    1 recensioni
Stefano è morto migliaia di volte da quando ha smesso di vivere. Ma la prima volta – congetturata, pensata, ideata, smontata, rimodellata migliaia di volte – è un segreto fra lui e il solo testimone presente quel pomeriggio inoltrato di gennaio. Un segreto fra lui e il mare.
Prima classificata al "Character death contest! (Slash)" di Dollarbaby | Vincitrice del "Premio linguaggio"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dedicata a chi se ne va,
irrimediabilmente

 

 

 

Una strada da qui al mare

 

 

 

 

1

 

 

 

Stefano è morto migliaia di volte da quando ha smesso di vivere.

È morto nella mia mente attonita che si sforza ancora con sgomento di crederlo morto. È morto nei verbi declinati al passato ogni volta che qualcuno parla di lui, del tempo inesorabilmente andato della sua esistenza, di quando era vivo. È morto nei giorni che si susseguono, ognuno più lontano dall’ultimo in cui la sua presenza era ancora tangibile. È morto in ogni fotografia, ingannevoli riproduzioni di un sorriso che non esiste più al di fuori del rettangolo inquadrato nell’attimo dello scatto, quando chi era dietro il binocolo dell’obiettivo poteva ancora alzare lo sguardo e vedere quello stesso sorriso mutevole sulle sue labbra.

Stefano è morto quando ho realizzato cosa volesse dire la scritta in testa all’articolo di giornale, e muore tutte le volte che visualizzo la pagina web sul pc, sul telefonino, sul tablet, morbosamente, come se il tempo potesse cambiare le parole e con esse la realtà di ciò che descrivono. “Stefano non c’è più”.

C’era. Ora non più.

Mi concentro su quel “più”, che fissa in una particella di tre lettere il confine esatto oltre il quale la sua vita svanisce irrimediabilmente e mi sforzo di cogliere nello spazio angusto di quel monosillabo il mistero sfuggente dell’attimo in cui una persona smette di essere.

Stefano è morto tutte le volte in cui ho cercato di ricostruire minuziosamente ogni singolo, fatale istante della sua morte, di visualizzarli sottoforma di ricordi immaginari eppure dolorosamente nitidi proiettati nella mia mente come in una moviola, più e più volte.

Ecco Stefano coi vestiti zuppi di pioggia, la solita tuta un po’ sdrucita, il viso bagnato di acqua piovana e salmastra, quella portata dal vento che sferza la superficie del mare sollevando creste di onde impetuose. Ecco Stefano che cammina a tastoni sugli scogli, che si aggrappa alle sporgenze di roccia della parete scoscesa, ogni passo più vicino all’orlo della bocca del mare. Ecco che immerge i piedi nell’acqua fino alle caviglie (quelle caviglie più volte intrecciate alle mie nell’abbandono del sonno), lascia scivolare le gambe (tra le quali ho desiderato di essere avvinto nella perdizione incantevole del piacere più osceno) e con una spinta si getta in mare, consegnandosi alla bramosia delle correnti, che si avviluppano come spire ai suoi fianchi (tanto spesso afferrati, trattenuti, cinti, accarezzati), lo agguantano per le spalle e lo trascinano con la testa sott’acqua lottando per strappargli di bocca il respiro (come facevano le mie labbra, giocando a una lotta diversa contro le sue).

E poi da capo.

Ecco Stefano coi vestiti zuppi di pioggia. Ecco che immerge i piedi nell’acqua e con una spinta si getta in mare.

Ancora.

Chiudo e apro gli occhi. A ogni battito di ciglia quella scena mi passa davanti, arricchendosi di particolari diversi, mille versioni di una storia che procede sempre verso lo stesso finale immutabile. A ogni battito di ciglia, lui muore e resuscita per morire di nuovo.

Stefano è morto migliaia di volte da quando ha smesso di vivere. Ma la prima volta – congetturata, pensata, ideata, smontata, rimodellata migliaia di volte – è un segreto fra lui e il solo testimone presente quel pomeriggio inoltrato di gennaio, quando Stefano è morto inascoltato, perché un cuore in meno che batte non fa rumore. Il testimone che ora mi sta davanti, solenne, imperscrutabile, austero, scrigno inaccessibile di una storia che nessuno potrà mai raccontare.

Il mare.






  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: imago