Style
<<
Muoviti, Potter, non ho
tutto il giorno da perdere per i tuoi capricci, quindi poche storie! >>
<<
Sono io che non ho tutto il giorno! Non ho nessun bisogno di andarci! Hay, mi ascolti Malfoy? >>
<<
In effetti no! Carl, non
venirci a prendere prima delle 17. Ah, e passa alla Boutique a ritirare i
nostri Smoking. >>
<<
Come ordinate, signore! >> si profuse l’autista in livrea prima di montare
sulla grossa berlina scura e sparire nel traffico.
Harry
fissò annoiato l’ingresso di cristallo che con lucide lettere d’argento annunciavano Jean Toad coiffer. Si sentiva
come un bambino costretto ad andare a fare una noiosa commissione con la madre.
Dannato Malfoy!
Era
tutto cominciato una settimana prima, quando gli era giunto in ufficio l’ennesimo
invito per una delle feste del ministero. Solitamente le disertava senza grossi
sensi di colpa, ma per quella volta aveva deciso di fare uno strappo alla
regola, visto che si trattava del nuovo reparto pediatrico del San Mungo.
Era
riuscito per sette magnifici giorni a nascondere quell’invito
al furetto vanesio che si era messo in casa, purtroppo però
aveva abbassato la guardia, e quella mattina, complice una molto appagante sezione di “ginnastica
mattutina” col suo amore, aveva commesso il gravissimo errore di lasciare che fosse Draco a rispondere alla comunicazione via metropolvere che si era aperta nella loro stanza. Aveva sentito
vagamente la voce di Ron discutere col suo compagno, ma non vi aveva dato peso,
almeno fin quando si era trovato bagnato fino al
midollo di acqua gelata e aveva sentito la bassa e iraconda voce di Draco dire << TU, COME HAI OSATO FARLO! >>
Aveva
avuto qualche momento di titubanza, cercando di non affogare tra le lenzuola ma non aveva avuto il tempo di parlare perché, ciò
che più aveva temuto era successo << HARRY JAMES POTTER, STASERA C’È UN
RICEVIMENTO AL MINISTERO E NON MI HAI DETTO NIENTE! ADESSO NON HO NIENTE DA
METTERMI! >>
Avrebbe
voluto obbiettare molte cose, tra le quali “sei perfetto così come sei” o “Non
ti preoccupare Draco, non sarà niente di formale”,
peccato che aveva scelto la cosa peggiore da dire in quei casi << Lasciami dormire Malfoy, infondo
hai abbastanza roba in quell’armadio da vestirci l’intera
popolazione cinese! >> e fu così, che il suo “amato consorte” aveva pensato
bene che l’eroe del mondo magico necessitasse
assolutamente una rivisitina al look, che tradotto dal linguaggio Malfoy a quello dei comuni mortali significa più o meno te la farò pagare.
E così
si era trovato sottoposto ad una estenuante maratona
per tutti i negozi della Londra sia magica che babbana
che avesse una minima attinenza con la moda: pantaloni, giacche, scarpe,
sciarpe, camicie, calze, cravatte e centinaia di altre cose di cui neanche si
ricordava.
E adesso
si trovava davanti al salone di bellezza più famoso, elegante e soprattutto
costoso di Diagon alley.
Draco
entrò spingendo le doppie porte trasparenti e con un movimento fluido fece
scivolare gli occhiali da sole dal naso dritto per riporle nel taschino della
giacca. Fu accolto dal lucido pavimento di marmo, il muro candido imbiancato di
fresco e il lampadario di cristallo. Adorava quel posto! Da quanto tempo non
vedeva Jean? Una settimana? Decisamente
troppo! << Jean? Jean
ci sei? Sono io, Draco! >>
Harry
fissava scocciato quell’inutile sfoggio di ricchezza,
ma si girò quando una voce con marcato accento
francese dire << Draco Malfoy
(=leggi Dràco Malfuà)! Sei un
gran villano! Una settima senza farti vivo tesoro! >> prima
di vedere un ragazzo poco più basso di lui abbracciare calorosamente il suo Draco. Aveva corti capelli scuri ravvivati da
riflessi rosso fuoco, e due occhi di ghiaccio. Era fasciato da una stretta
maglietta nera con la stessa scritta dell’insegna e dei
jeans talmente stretti da non lasciare nulla all’immaginazione riguardo al
resto. Curiosamente erano della stessa marca di quelli usati solitamente da Draco.
<<
Cherie, perdonami per il poco preavviso, ma ho
assoluto bisogno del tuo aiuto! Stasera c’è un ricevimento al ministero e quel
buzzurro del mio compagno non mi ha avvertito >> disse teatrale in risposta, provocando la falsa tosse di Harry che richiamo la loro attenzione dicendo << Ehm,
amore? Io sarei qui! >> per ricevere un cenno distratto per dirgli
di stare zitto. Il ragazzo con i capelli rossi che Harry
aveva capito essere il proprietario di quel posto lo
squadrò con sufficienza dalla testa ai piedi prima di sbottare in un flebile
<< Oh, è lui? Santo scielo Malfoy,
io sono un mago, mica Dio! >> << Hay! >>
fu la risposta indignata di Harry, e stava per aggiungere
qualcos’altro ma Draco si
parò davanti l’altro e passando un braccio sulla spalla disse << Lo so
che ti chiedo molto Jean, ma infondo tu sei il
miglior coiffer di Londra! >> mangiandoselo con
gli occhi, per sentirsi dire << Lo pensi veramente Dràco?
>> << Ma certo! Sei o no un artista?
>>
Fu
così che si trovò su una comoda e ampia poltrona di pelle nera, con quei due
matti che gli giravano intorno come squali e tutta la clientela sia maschile che femminile del centro che li fissava incuriositi, neanche
fossero una convention. << Allora, Proporrei di dare una scalata
generale, di riassestare i volumi davanti per valorizzare il viso e poi una
sfrangiata per alleggerire il tutto! >> disse Jean
passando pigramente le dita tra i capelli di Harry
<< buona qualità, ma cielo come sono sciupati! Dovresti
usare una lozione disciplinate ai semi di lino!
>> << E credi che non ci abbia provato!
>> intervenne Draco abbandonandosi melodrammaticamente su di una poltrona attigua << Non
faccio altro che ripeterglielo, ma lui è più ottuso di
un trol! >> per poi continuare rivolto alle
estetiste del centro << Marie si buona, potresti rifinirci le sopracciglia che sono un
disastro? E tu Sandra, avremmo proprio bisogno di una aggiustatina alle unghie >> << Ma se sono
perfette! >> borbotto Harry, fissandosi allo
specchio. Non poteva negare di aver bisogno di una rinfrescata al taglio quindi,
anche se ancora seccato, aveva deciso di dare una possibilità al ragazzo, non
sembrava troppo pazzo, dopotutto << E poi direi
di fare qualche colpo di luce color nocciola, giusto per illuminare il viso e
dare maggior risalto agli occhi! >> chiosò il giovane ed Harry, fissando sconsolato attraverso lo specchio
l’entusiasmo di Draco, decise che non sempre
la prima impressione inganna!
Un’ora
e sette numeri di Magic gossip 2000 dopo se ne stava spalla a
spalla con Draco, entrambi con i capelli bagnati,
in attesa della decisione del maestro << Allora Draco,
preferisci quella al lino o al melograno? >> disse il giovane
proprietario agitando due boccettine, l’una piena di un liquido giallo
paglierino, l’altra rosso fuoco. << Non c’è
quella melone di Provenza? Li lascia così morbidi! >> per sentirsi
rispondere << Spiacente amore, ma il fornitore non me le ha ancora spedite! Che scempio non
trovi? Prometto che saranno qui la prossima volta! >> << Oh, vada
per quella al melograno, però non esagerare, ravviva
troppo i riflessi! >> << Sai che tragedia! >> ringhiò in risposta Harry orami al colmo
della sopportazione, venendo ignorato completamente.
<<
Draco… >>
<<
Si amore? >>
<<
…Sono rimasto sotto quel maledetto pazzo per quasi due ore… >>
<<
Si… >>
<<
…Non so quanta roba mi ha messo in testa… >>
<<
…Si >>
<<
…Ho sopportato quel cazzo di casco per mezz’ora >>
<<
…e allora >>
<<
…Cazzo Malfoy, sono come li
avevo questa mattina! >>
Avevano
appena finito, e si stavano dirigendo verso l’uscita. Draco,
bello come il sole, rilassato e con un gran ghigno di chi avuto in pieno la sua vendetta, Harry con l’aria
scocciata e smanioso di lasciare quel luogo di torture dove lo avevano
tagliuzzato, strappato, pizzicato e chi sa quante altre diavolerie!
<<
Non osare dirlo Potter! >> lo richiamò invece Jean << adesso hai capelli
finti spettinati stile crespo più IN di Londra! Devi esserne assolutamente
fiero! >> << Senza contare che con il gatto morto che ti ritrovi in
testa, Jean ha fatto assolutamente un miracolo nel
renderti presentabile! >> continuò però Draco
uscendo dal salone accennando un saluto al suo amico. << Draco, ricordami un po’, perché stiamo insieme? >>
disse sulla porta Harry più a se stesso in realtà per
sentirsi rispondere dalla macchina << Perché sei
innamorato di me! >>. Stava per fare il primo passo oltre la porta ma fu fermato dalla voce di Jean
<< Ehm, signor Potter? Il conto! >>
Questa
fic mi è venuta mentre
aspettavo dal parrucchiere ascoltando “Stupid Girl”
di Pink (combinazione folle sul mio cervello).
Ogni
riferimento a persone/ cose/ fatti reali è puramente casuale; i personaggi non
mi appartengono
Spero
che vi sia piaciuto, e se no pazienza!