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Autore: milano_me1997    02/01/2014    1 recensioni
Abbiamo sempre assistito ai crolli emotivi di Jane, e se per una volta fosse Lisbon a non farcela più?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11
 
"Ouch" dico rialzandomi da terra.
" Ehi Jane" vedo Rigsby con un fascicolo in mano. Deve aver assistito alla scena, perché mi guarda stupito.
" Ciao Wein". 
" Tutto ok?".
" Sisi tutto ok" dico correndo verso il bagno. 
Non faccio caso all'immagine della donna sulla porta ed entro. 
Lì davanti trovo Teresa che sta rovesciando la bottiglia dentro al lavandino facendo andare l' acqua.
Mi avvicino lentamente. 
Lei alza lo sguardo verso lo specchio,si gira di colpo lasciando cadere la bottiglia e tirando fuori la pistola. La punta verso di me con uno sguardo stralunato.
Alzo le mani in segno di difesa.
Vedo che delle lacrime le stanno rigando il viso. 
" Jane esci, vattene! Non puoi stare qui" urla singhiozzando. È ubriaca. 
" Sai cosa renderebbe questa conversazione più piacevole? Se tu smettessi di minacciare la mia vita con la pistola" dico indicando con la mano l'arma da fuoco.
Lei segue il mio gesto e guarda la pistola. Sbatte le palpebre due o tre volte e la butta a terra.
" Vattene Jane" dice girandosi a guardare i frantumi della bottiglia. Si passa una mano sui capelli e si asciuga gli occhi con la manica.
Una fitta di dolore mi colpisce.
" Teresa.." dico avvicinandomi.
" Vattene" si lancia furiosa contro di me e sono costretto ad arretrare di qualche passo.
Ma non posso andarmene e abbandonare la mia piccola principessa arrabbiata da sola con i suoi demoni, proprio come lei non lo ha fatto quando lottavo fino quasi alla morte per combattere i miei.
Sospiro. Lei ha già combattuto tanto da sola. Mentre io l'ho avuta quasi da subito accanto. 
Impegnato come sono nei miei pensieri, non noto neanche che Teresa si è seduta in un angolo del bagno finché un suo singhiozzo non mi fa rinsanire.
Mi avvicino delicatamente e mi siedo accanto a lei. 
Deve aver bevuto mentre io ero a pensare davanti alla sua porta. Potevo entrare e fermarla. 
" Jane... ma che sto facendo? Sono riuscita ad evitarlo per tutto questo tempo e ora..."
" Lisb.. Teresa, non è così. "
Le lacrime sul suo volto non si fermano e io mi sento malissimo. 
" Per favore.." dice in tono supplichevole. 
" Non me ne andrò, non ti lascerò da sola".
Vedo una sorta di rilassamento nei suoi muscoli e le metto una mano sul ginocchio. 
" Scusa Jane. Io sono così. O prendo una sbronza allegra e vado a letto con un uomo sposato, o inizio a piangere come una bambina. ".
La prima frase mi ha colpito. 
" No Lisbon. Tu non sei così. Tu non sei come tuo padre. 
Si gira , ma riesco a vedere delle nuove lacrime.
Le prendo la mano e la guardo negli occhi. È bella. Bellissima. Anche nella disperazione più totale, anche se ha il trucco sbavato , anche con le guancie rosse.
" Io ci sono. Ora non sei sola."
" E un domani? Non posso affidarmi a nessuno, Jane. Perché un giorno dovrò combattere di nuovo da sola"
" Starò con te per sempre". Le parole escono senza che io le abbia pronunciate. 
Mentre sono ancora nell'aria e Lisbon mi guarda esterefatta, Grace entra. 
Mi vede seduto e ,sorpresa di vedermi, le sfugge un urlo.
" Via Grace" dico sorridendo, mentre tengo ancora per mano Teresa che tenta disperatamente di coprire un piano evidente " neanche fossi mezza nuda."
" Oh Jane" dice ridendo. Qualche nanosecondo e si accorge della situazione. Molto probabilmente vorrebbe chiedere direttamente a Lisbon cosa succede, ma capisce che è un momento tra noi e decide di uscire di scena.
" Ehm..beh.. comunque non devo andare tanto... ci vediamo dopo" dice affrettandosi verso la porta. 
Mi resta poco tempo. So che Grace andrò da Rigsby che andrà da Cho,e che vorranno sicuramente origliare.
" Oh beh. Devo andare a lavorare ora" dice Lisbon alzandosi imbarazzata. 
" Stai scherzando? Ti riporto a casa."
" Neanche per idea".
" Non puoi lavorare così e neanche guidare" un sentimento di consapevolezza la investe e annuisce a malincuore.
" Devo sistemare questo casino prima" dice indicando il vetro. Finge che le sia passato, ma ha ancora gli occhi lucidi. Decido che è il momento di lasciarla sola per qualche minuto.
" Ok. Ti aspetto al parcheggio" dico uscendo. 
 
 
Sono seduto sul cofano della mia macchina. Ormai sono 20 minuti che aspetto e sto iniziando a preoccuparmi. Maltratto la mia vera.
Fra poco arriverà, perfetta come al solito, nascondendo perfettamente il suo dolore. Cosa farò? 
Dovrei fare finta di nulla,oppure parlargli ? Non lo so. Per la prima volta da quando la conosco, non so cosa fare. 
Sbuffo e salgo in macchina. Appoggio la testa allo schienale e chiudo gli occhi. Me la immagino da piccola, dopo la morte di sua madre. E me la immagino da adolescente, cercando di crescere i suoi fratelli e di proteggerli.
La immagino ancora, mentre guarda suo padre ubriaco, che picchia suo fratello. 
Vorrei essere stato lì. A proteggerla da lui.
Un rumore mi costringe ad aprire gli occhi. Lisbon sta bussando al mio finestrino. 
Sorrido, estasiato dalla sua trasformatore. Niente guancie rosse, niente occhi lucidi, niente trucco sbavato, ma perfettamente ricomposta e con un sorriso stampato in faccia.
Sale in macchina. 
" Grazie per prima Jane" dice sorridendo.
So quanto gli è costato trovare le parole giuste ed il coraggio di dirle. 
Così sorrido e parto senza dire una parola. 
 
 
  
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