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Autore: Chrono Storm    02/01/2014    1 recensioni
Piccolo sfogo per una giornata no.
" Era circa mezzanotte. Aprii gli occhi e mi misi a sedere. Il divano era scomodo come ogni notte, ma a svegliarmi allora furono le voci dei miei genitori. «È ora di nasconderla. Stanno venendo a prenderla.» "
Genere: Angst, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Essere costretti a crescere prima del tempo. Essere addestrati a diventare degli assassini, con lo scopo di uccidere i propri fratelli. Sembrerebbe un destino orribile, ma se la pensate così, non posso che disprezzarvi. Questo è un modo per avere una seconda occasione. Per ottenere giustizia, quando quelli che dovremmo chiamare genitori cercano di farci soccombere. Se non sei un Seed di nascita, meriti di morire. O almeno è ciò che pensano loro. Cos'è un Seed? Semplice. Un Seed è qualcuno che condivide anima, corpo e pensieri con un drago. Il mio si chiama Hyperion e insieme, abbiamo il potere di governare l'oscurità. Sono stata addestrata nel migliore dei modi e il desiderio di vendetta non mi abbandona mai. Ucciderò mia sorella Miriam e chiunque cercherà di impedirmelo.

Era circa mezzanotte. Aprii gli occhi e mi misi a sedere. Il divano era scomodo come ogni notte, ma a svegliarmi allora furono le voci dei miei genitori. «È ora di nasconderla. Stanno venendo a prenderla.» Mio padre cercava di mantenere un tono calmo, mentre i singhiozzi di mia madre riempivano il silenzio della cucina. Sentii dei passi e mi voltai ritrovandomi difronte mia sorella Miriam. Evidentemente anche i miei genitori l’avevano sentita, difatti irruppero nella stanza. La mamma corse ad abbracciarla mentre papà spostava la libreria rivelando un camminamento. La fecero entrare e sigillarono la porta ponendoci nuovamente davanti il mobile. Sapevo bene cosa stava succedendo. Gli uomini dell’Associazione erano venuti a prenderla. Finalmente.
Bussarono alla porta e in breve furono dentro. Chiesero pacatamente ai miei genitori di consegnare loro mia sorella, ma essi si rifiutarono categoricamente. Li vidi morire di fronte a me. Mia madre colpita allo stomaco e mio padre alle spalle. Come ultimo gesto si volsero verso di me ed io gli sorrisi. Ero felice che fossero morti. Ero felice che stessero morendo lì, in quel momento. Un uomo mi si avvicinò. Aveva gli occhi verdi e i capelli biondi. Alle sue spalle una figura argentea muoveva la coda guadandomi con i suoi occhi cremisi. L’uomo si inginocchiò di fronte a me. «Helena, dov’è tua sorella?». Indicai la libreria che fu immediatamente spostata da altri due uomini che rilevarono il passaggio. Miriam doveva aver ormai essere troppo lontana. Ero arrabbiata, ma anche soddisfatta. La morte dei miei genitori era stata veloce. Troppo veloce. Miriam ne meritava una lenta e dolorosa. L’uomo biondo mi porse la mano. «Ti piacerebbe venire con noi?». Guardai prima lui e poi il suo drago. Annuii. Fu quello il mio inizio. 

  
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