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Autore: miriel67    24/05/2008    1 recensioni
Un viaggio, un incontro fra due culture diverse, un periodo storico difficile.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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oriente ed occidente 10
Prima di questo decimo capitolo grazie  a voi mie commentatrici :) Rosencrantz,Celina,War,Uraniaglo e Blackvirgo. Per voi .
"Ho sognato nella mia vita,sogni che son sempre rimasti con me,e che hanno cambiato le mie idee;son passati attraverso il tempo e attraverso me,come il vino attraverso l'acqua,e hanno alterato il colore della mia mente."
Emily Brönte


Gennaio aveva portato la neve ed un freddo pungente ed intenso.
Anche in quel momento cadeva soffice e leggera.
La casa dei signori dell'Ovest era avvolta da un manto bianco,i tetti ricamati di ghiaccio e il giardino delle azalee silenzioso.La luce solare rischiarava appena il grande salone centrale ,dove il fuoco centrale ardeva continuamente alimentatato.
Inu No Taisho sedeva sul tatami fra cuscini di seta,sorseggiando tè Oolong e rileggendo gli ultimi resoconti sulla situazione delle scorribande dei predoni e dei briganti sul territorio e dei crescenti scontri fra daymio confinanti.
Era una situazione che presto sarebbe potuta degenerare in una guerra.
Un servitore entrò reggendo un pacco e delle lettere.
-Mio signore,un messaggero ha appena portato questi da Edo,dei mercanti portoghesi li hanno lasciati per voi-
e inchinatosi rispettosamente mise nelle mani del Signore dell'Ovest un pacchetto e delle buste ceralaccate.
Non si stupì quando vide che il pacco era per Sesshomaru,aveva riconosciuto quel profumo di rosa e bergamotto.
-Andate a chiamare il Principe-
Il servitore,si ritirò e subito si mise a cercare il Principe dell'Ovest.
Fu abbastanza facile trovarlo,dietro le scuderie mentre si allenava con due spade,volteggiando leggero sulla neve ,senza quasi lasciare impronte.
In una mano Tenseiga e nell'altra Bakusaiga.Il servitore lo osservò ammirato mentre con un solo fluido gesto incrociava le spade.
-Mio signore,vostro padre desidera vedervi-disse il servitore a testa bassa.
Sesshomaru inarcò la fronte,non sopportava essere interrotto durante gli allenamenti con la spada,si fermò,indossò il pesante haori che aveva appeso ad un ramo li vicino e si avviò verso casa.
-E' per te-disse Inu No Taisho,distaccato e calmo, e continuò.
-Queste lettere arrivano dalla colonia portoghese di Macao,sono della fine di ottobre,sono dei Farsetti Cornaro.-
Sesshomaru teneva il pacco in mano ma non lo apriva.
Suo padre,si alzò e lo lasciò solo.Non lo avrebbe mai aperto in sua presenza.
Conosceva lo smisurato orgoglio di suo figlio maggiore e anche quanto fosse riservato.
Sesshomaru staccò con cura il sigillo di cera rossa con lo stemma di San Marco e tagliò con un artiglio le corde che chiudevano la piccola scatola di legno.
All'interno,un foglio accuratamente piegato in quattro e sotto di questo uno spillone per capelli con una grossa perla ed un anello.
L'anello di Caterina,lo stemma di famiglia.
Aprì il foglio e con una grafia chiara e regolare erano vergate poche righe.
"Il mio onore è rimasto con voi,Mio Principe,Ve ne lascio il pegno,
a me non serve più.
Ma il vostro dolce veleno è rimasto in me,per ricordarmi dove e quando,insieme alla
luna sulla mia spalla.
 Un Segno e  un Sigillo.
Addio C."
Sesshomaru si sedette,quelle parole avevano un solo significato e le aveva ben comprese.
Caterina...Caterina

I venti erano stati favorevoli ed erano arrivati a Madras ,con quasi due mesi di anticipo.Faceva caldo.
Alvise aveva trovato una bella casa vicino al porto da dove si poteva vedere il mare.
Cate si stava pettinando i lunghi capelli,mentre una giovane ragazza tamil le stava mettendo a posto la camera.Scostò la tenda e guardò verso il mare,il sole era veramente forte,anche se stava tramontando..Rimise la tenda a posto.
Mentre si guardava allo specchio gli occhi le caddero sulla spalla,a volte quella piccola luna brillava di un intensa luce violetta.Si era abituata a quel piccolo segno e non si era neanche tanto sorpresa quando,poco dopo iniziato il viaggio si era accorta che non erano arrivate le regole
In un certo senso se lo aspettava.
Andare per mare,si sa,fa vomitare ed era una buona scusa per la ciurma,anche se al vecchio Kento e a suo padre non l'aveva data a bere.Prima si erano proccupati e poi...
Erano arrivati in Cina in meno di tre mesi e Caterina aveva considerato il da farsi.
A Macao,aveva preso carta e inchiostro,e insieme ad un biglietto,aveva messo l'anello e uno degli spilloni della nonna dentro una piccola scatola di teak.
Poche righe.Era giusto che sapesse.
Suo padre aveva reagito male, l'aveva schiaffeggiata e forte,Kento aveva gridato qualcosa in giapponese,ma Caterina aveva tenuto duro e non aveva pianto.Era stato suo padre a cedere,quando l'aveva vista così risoluta e ferma.Immobile sotto le sue grida con le braccia incrociate ,come quando la sgridava da bambina se aveva combinato una marachella.
-Non voglio perdere anche te,ho gia perso un figlio-Le aveva detto,fra le lacrime, e poi l'aveva abbracciata e finalmente Caterina si era lasciata andare...
Era stato Kento a non rivolgerle la parola per un pezzo.Sembrava offeso.E spaventato.
-Tu non sai in che guaio ti sei messa,bambina mia-le aveva detto fra i denti.
Ma Caterina era serena,da quando erano arrivati a Madras aveva ripreso a mangiare regolarmente e si sentiva meglio.Aveva contato circa sei regole saltate e sapeva che verso aprile,avrebbe visto quello che Kento chiamava han'yo.
Detto da lui sembrava una brutta cosa,ma Cate era solo curiosa di vedere come era fatto.Altro non le importava.
Suo padre aveva deciso che avrebbero proseguito il viaggio,dopo.
Tutto sommato erano arrivati in anticipo e stava aspettando dei preziosi rotoli di seta cruda da portare a Venezia e
nel frattempo aveva preso accordi con i tessitori del luogo e con diversi mercanti portoghesi che conoscevano bene quei mari.
Gli affari andavano a gonfie vele e Cate era già stata soprannominata"la fanciulla dell'arpa".Suonava tutte le sere,per la gioia di chi l'ascoltava.
Andava tutto bene,Caterina finì di pettinarsi e si alzò.Aveva sempre sonno e cominciava a dolerle la schiena.Il suo profilo curvava appena,ma sotto l'ampia gonna non si vedeva nulla.
Spesso Caterina pensava che Sesshomaru le avesse trasmesso anche quella calma e quel distacco.
Si avvicinò alla sua arpa e comiciò a suonare,una bella melodia,che le ricordava il giardino dietro gli shoji e quegli occhi d'ambra.
La mente comiciò a viaggiare.
Sesshomaru...Sesshomaru



   
 
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