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Autore: Rosmary    03/01/2014    4 recensioni
È la battaglia di Hogwarts, il confronto decisivo della seconda guerra, e Helena Corvonero è lì, incatenata a quel castello, costretta a osservare con occhi increduli uomini e donne troppo giovani che sacrificano tutto, persino se stessi.
Non era cadere che li spaventava, ma rimettersi in piedi con tutte le ossa rotte.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Corvonero, Helena Corvonero
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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I personaggi presenti non mi appartengono, essendo proprietà di J.K. Rowling;
la storia è scritta senza alcuno scopo di lucro.

 



Un battito d'ali
 

Li guardavo tutti, nessuno escluso, e li vedevo tremare, ma non perché terrorizzati, ma perché affamati di giustizia e di libertà.
Vedevo i loro corpi contorcersi all’impatto con attacchi troppo potenti e vedevo le loro dita fremere e allungarsi per recuperare la bacchetta persa. Vedevo visi bagnati da lacrime di dolore e furia e vedevo occhi asciutti, che nascondevano orgogliosamente le forti emozioni. Vedevo braccia spezzarsi e carni lacerarsi e gambe cedere.
Eppure li vedevo sempre rialzarsi, accompagnati da lamenti strazianti, sì, ma mai vinti, mai sottomessi.

Non era cadere che li spaventava, ma rimettersi in piedi con tutte le ossa rotte.

Perché le ossa rotte in battaglia non si aggiustano mai, sono rotte per sempre. Perché rimettersi in piedi fa più male che cadere; cadere è facile, è un istante, è un piede sbagliato al posto sbagliato, e il bruciore e il dolore possono assalirti, ma resta solo un misero istante, un battito d’ali di farfalla e sei giù, disteso al suolo. Rimettersi in piedi è lento, è complicato, è laborioso e devi volerlo con ogni fibra del tuo essere, altrimenti resti giù, a terra, schiacciato dal peso della tua viltà.
E lo vedevo negli occhi di tutti, il terrore di non essere abbastanza forti, preparati e coraggiosi per rimettersi in piedi con tutte le ossa rotte.
Guardavo loro che lottavano per vivere e guardavo le mie mani prive di consistenza. Anch’io non avevo avuto paura di cadere, ma ne avevo avuta di rimettermi in piedi; e secoli addietro le avevo lasciate morire, le mie ossa rotte, mentre il pugnale castigava la mia codardia e il rifiuto dal cielo condannava i miei tormenti a questa terra.

Li guardavo tutti, e non avevano paura di sopravvivere in brandelli.


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