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Autore: artemix_    03/01/2014    2 recensioni
Clara Oswin Oswald era la ragazza impossibile, il corpo che non si incastrava completamente con quello del Dottore perché non vi era amore in quello che facevano, non vi era amore nei loro sguardi e non vi era confidenza. Non vi era niente. Solo il desiderio sconfinato ed estenuante di qualcosa che non riusciva ad essere portato a termine. Eppure trovavano sempre il modo di trovarsi, loro due.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clara Oswin Oswald, Doctor - 11, TARDIS
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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chapter 4
every dream aloud

Clara si risvegliò alla luce bianca che filtrava dalla finestra. Si stiracchiò tra le lenzuola.
Si ricordò del pigiama macchiato e andò nel bagno a cambiarsi.
Ammise di ricordare a stento la notte di pianto, credette di essere arrivata al punto di avergli detto tutto, ma ricordò appena il momento in cui si era addormentata tra le sue braccia. Uscì dal bagno avvolta nell'accappatoio.
- Dottore, mi stavo chiedendo... - cominciò aprendo la porta e passandosi un asciugamani tra i capelli e senza accorgersi del Dottore nella stanza.
L'uomo era appena entrato, il panciotto grigio addosso, e non la guardava nemmeno. Aveva sul viso un'espressione seria, gli occhi incavati sotto le sopracciglia delicate che si gonfiavano per la concentrazione. Prese il cappotto dalla cassapanca davanti al letto e stava uscendo quando udì Clara.
- Oh - fece lei, fermandosi tra la porta del bagno e la cassapanca, ancora con l'asciugamani a mezz'aria.
- Dimmi, Clara - fece lui, ruotando il corpo verso di lei, l'espressione ancora decisa.
- Ehm … no niente io - balbettò indicando con la mano sinistra la finestra - ... io mi chiedevo come fa ad esserci del sole e del buio in questa stanza quando non ci sono finestre diciamo... ehm... fuori.
- Capsula spaziale. Più grande all'interno, ricordi? C'è quello che vuoi qui dentro il TARDIS.
Ed uscì dalla stanza. Clara rimase a fissarlo mentre usciva.
- Ah - mormorò poi.

***

- Avanti Clara, quanto ancora mi farai aspettare? - disse il Dottore all'inizio del corridoio mentre lei usciva appena vestitasi. Clara sbuffò e precedette il Dottore lungo il corridoio.
Quando furono metà di questo, Clara si rese conto di ciò che stava accadendo. Adesso lei sapeva. Conosceva quel momento. E visse come un deja-vu persino l'espressione burbera del Dottore.
- Avanti Clara, veloce!
- Ma dove stiamo andando? - rispose lei accelerando il passo. Si voltò appena a guardarlo.
Stava iniziando a divenire furiosa anche lei.
- C'è un errore.
- Un errore? - chiese lei.
- Sì, nei fusibili che fanno da processore all'anima del TARDIS. Il contatto con le Memoriene ha guastato i fusibili.
Clara aggrottò le sopracciglia e accelerò ancora il passo.
- A destra! - disse il Dottore facendola tornare indietro. Arrivarono di fronte ad un porta di metallo, come le altre; il Dottore bussò con due dita due volte e la porta si aprì.
Si trovavano in una sala di controllo. Un'altra.
Il Dottore salì le scale e cominciò ad aprire la console, dopo essersi sfilato la giacca, come il cofano di una macchina. Mise la testa dentro e lì rimase per parecchio.
- Deve esserci qualcosa che blocca, un co...- si bloccò, la voce attutita dalla profondità. Clara incrociò le braccia e cominciò a guardarsi attorno, come se quel posto le ricordasse qualcosa. Aveva l'espressione annoiata e in attesa. Prese a passeggiare.
- Sai, forse leggere quel libro ieri non ti ha fatto tanto male - sorrise la ragazza andando di spalle al Dottore - "Prevenzione, Oswin"! - disse quest'ultima frase imitando malamente la voce del Dottore.
Lui ridacchiò dalla profondità poi silenzio, si alzò di scatto e per poco non le cadde addosso.
- Ah! - esclamò contento. - Ho capito! Ah! - e le posò una mano sulla spalla e lei gliela guardò. Lui la ritirò subito e fece una faccia timida, abbassando lo sguardo. Cominciò a girare intorno alla console, agitandosi.
- Se una console è bloccata da qualcosa che non siano fusibili bruciati né errori paradossalmente legati al tempo, ma semplicemente ad una condizione, un momento, un singolo istante che si ripete, e che non ci fa dimenticare, ecco cosa succede. Se elimino questo istante, quel ricordo, il ciclo del tempo riprenderà a scorrere e non ci sarà più qualcosa che blocca il TARDIS quando mi ostino a tornare indietro in qualche epoca – guardò un pulsante e lo pigiò. Una scossa fece tremare il TARDIS.
- È come se il processore si ostinasse a leggere questo singolo unico ricordo e visto che questo si svolge qui, in questo TARDIS, anzi nel vortice del tempo, del mio tempo, il TARDIS continua a non muoversi.
Tutto questo mentre smanettava con tutti quei pulsanti e la guardava di tanto in tanto per alzare il dito mentre spiegava. O per strofinarsi le mani, che anche quello faceva.
- Dottore, ma cosa stai dicendo?
Si alzò dalla console e sorridendo le rispose: - Vediamo se ho ragione.
Corse alla console-cofano e vi immerse di nuovo la testa. 
- Ah! - urlò.
- Dottore!
Lui tirò fuori la testa e la guardò, aveva i capelli tutti bruciacchiati. 
- Che cosa succede? - strillò Clara.
- Guarda! - prese il cacciavite sonico e si immerse di nuovo.
Uscì dal cofano tutto contento e soddisfatto e tirando fuori la mano, Clara notò che sul cacciavite vi era un piccolo esserino.
- È una ...- cercò di chiedere lei mentre si avvicinava per toccarla.
- No! - fece lui ritirando il braccio. - È una Memoriena, sì. Una piccola Memoriena cattiva che fa vedere cose brutte. - Lo disse mentre col dito rimproverava l'esserino.
Clara non poté fare a meno di notare che essa non aveva un vero e proprio colore, era una cosa informe, senza occhi, solo che era leggermente lunga e luminosa. Si distingueva qualcosa su quella sostanza gelatinosa ma il Dottore non le permise di vedere. Corse alla seconda porta del TARDIS lì affianco e stringendo il cacciavite, la lanciò fuori. Da lontano, la sonicizzò fino a farla scoppiare.
- Ma l'hai uccisa! - urlò inorridita Clara.
Lui non rispose, a grandi passi raggiunse la console e chiuse il cofano.
- Dottore, che succede? Sono la tua specie compagna di viaggio o cosa ma almeno potresti spiegarmi? Che succede, Dottore? - esclamò Clara, agitando le mani per l'esasperazione. Perché lo sentiva che c’era qualcosa che non andasse e la paranoia la prese e non fece altro che domandarsi se fosse lei responsabile di quel comportamento distaccato del Dottore.
Lui fece il giro e spense il bottone dall'altro lato. Rimase chinato sul tavolo di controllo tenendosi con le mani, fissando un punto vuoto su di esso. In silenzio. 
Parlò dopo un po'.
- Clara, hai fatto sogni recentemente? Intendo incubi? Cose che ti hanno distrutta?
Clara rimase interdetta, lo guardò a lungo, non sapendo cosa rispondere, pur pensando che cose che la distruggevano erano persone.
Una.
Lui.

a/n:
Okay, volevo ringraziare tutte le persone che seguono questa fanfiction, grazie mille, grazie tanto tanto tanto, apprezzo moltissimo le vostre recensioni e visualizzazioni. vi lascio con questo capitolino e capirete il perché sia così riempitivo, oltre al fatto che se avessi postato altra roba sarebbe stato troppo lungo.
Un baciooo.

  
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