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Autore: _alouispanlinson    03/01/2014    0 recensioni
Jenna si è trasferita a New York per continuare il suo addestramento da Shadowhunter nell'istituto. Lì incontra alcuni degli Shadowhunters più famosi, più forti, che hanno affrontato sanguinose guerre e demoni Superiori. Nel suo percorso, affronterà grandi ostacoli, che la spingeranno a crescere, a mettersi in gioco, a rischiare la sua stessa vita per salvare quella di qualcun altro. La spingeranno a diventare una vera e propria Shadowhunter.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 2
CIGARETTES

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“Hai intenzione di camminare avanti e indietro ancora per molto?”
Sbottò il ragazzo infastidito.
“Zitto, Liam!”
Ringhiò l’altro. Liam fece una smorfia.
“Sei ridicolo, Harry.”
Disse fissandolo con i suoi occhioni chiari. Da quando l’avevano morso il suo corpo cominciò a cambiare : i muscoli più possenti, i capelli più lucenti, gli occhi più chiari. Erano passati da un banale marrone a un oro brillante. Inoltre era cresciuto a dismisura, molto di più rispetto agli altri componenti del clan, perfino più alto di Harry. Quest’ultimo, in confronto, era vampiro da pochi mesi. Il che spiegava i suoi scatti d’ira e la sua fame persistente. Non aveva autocontrollo, benché si fosse allenato. Era poco più basso di Liam. Aveva grandi bicipiti e capelli lunghi e ricci…fin troppo. Non li tagliava da mesi. Più o meno da quando diventò vampiro. Anche lui era cambiato : gli occhi, più verdi di quanto non lo erano già. L’altezza, gli addominali. La pelle era piuttosto chiara, bianca come il marmo. Ma non era cambiato solo esteticamente. Il suo carattere, prima aperto e gentile, diventò freddo come il ghiaccio. Raphael gli ripeteva sempre che era un totale stronzo, ma non si soffermava tanto sulle sue parole, né quelle degli altri. Sbuffò e uscì dalla stanza dell’hotel Dumort sbattendo la porta così forte da far uscire una piccola crepa nel muro. Liam, seduto su una poltrona rovinata dal tempo, scoppiò a ridere buttando la testa indietro. Deglutì rumorosamente e, portandosi una mano alla gola, si rese conto di aver fame. Erano circa le dieci e mezza di sera, orario perfetto per cacciare. I canini gli spuntarono perforandogli il labbro inferiore. Se fosse stato ancora un neonato avrebbe sussultato dal dolore, ma ora non ci faceva più caso. Uscì dalla stanza e raggiunse le scale, scendendo al piano terra. Uscito dall’hotel, vide che la strada era completamente deserta e, come un fantasma, si mosse tra un edificio e l’altro, ritrovandosi in un vicolo stretto. Gli Accordi e le leggi del Conclave impedivano ai vampiri di uccidere umani, così si accontentava di qualche gatto o topo. Era disgustoso, doveva ammetterlo, ma era l’unico modo per nutrirsi. Improvvisamente i suoi sensi di vampiro localizzarono un movimento. Si girò di scatto verso un bidone.
“Bingo.”
Sussurrò leccandosi il labbro. Si aspettò di vedere un topo, ma non fu così. La sua espressione cambiò da entusiasta a…incredula.
 
 
Jenna, nella noia più totale, si mise a leggere libri scelti a caso dagli scaffali, nell’attesa che Zayn si svegliasse. Lesse di tutto : dalla biologia alla filosofia, dal latino al greco. Non che le interessasse, ma doveva trovare pur una distrazione. Stanca di “leggere” si diresse verso la sua stanza. Non era molto lontana dalla biblioteca. Entrò e si buttò a peso morto sul letto. Girò la testa a destra, puntando gli occhi sull’orologio che teneva sul piccolo comodino accanto al letto. Erano quasi le undici. Forse non si sveglierà, pensò. Era tardi e sicuramente Zayn si sarebbe svegliato la mattina dopo. Dopo svariati minuti passati a pensare a cosa fare, si tolse i vestiti e si tuffò nelle coperte in canottiera e pantaloncini.
 
 
Zayn si svegliò con le coperte aggrovigliate intorno alla sua vita. Si svegliò guardando l’ora confuso. Era tardi, erano circa le undici, ma lui era fatto così : quando si svegliava non riusciva più a chiudere occhio. Infatti provò ad addormentarsi, ma dopo svariati tentativi, rinunciò e si alzò dal letto, diretto verso la camera di Jenna. Sarà ancora sveglia, pensò. Lei è sempre sveglia a quest’ora. Uscì dalla sua stanza e percorse il corridoio a grandi passi, raggiungendo la porta della camera di Jenna. Restò un po’ a fissarla, esitando. E se stesse dormendo? Piano aprì la porta e, come aveva sospettato, dormiva beata nel caldo delle coperte. Si avvicinò cercando di non far rumore al comodino del letto e spense la lucina da notte che, probabilmente, Jenna aveva dimenticato di spegnere. Uscì dalla stanza e chiuse la porta il più delicatamente possibile. Appoggiò la schiena alla porta, pensando a cosa fare. Era notte inoltrata, cosa avrebbe potuto fare? Tornò nella sua stanza e, aprendo il cassetto del suo comodino, ne estrasse un pacchetto di sigarette. Prese il suo lungo giacchetto nero e raggiunse l’ascensore. Si specchiò nello specchio dell’ascensore e perlustrò ogni centimetro della sua pelle : si accorse si essere dimagrito molto. Aveva le guance scavate. Devo farmi la barba, pensò. Arrivato al piano terra, uscì dall’ascensore e si diresse velocemente verso la porta dell’istituto. Appena varcata la porta un vento gelido gli riempì i polmoni. Zayn inspirò profondamente godendosi quel silenzio notturno. Freneticamente fece scivolare via dal pacchetto una sigaretta e, dopo averla accesa, la portò alla bocca esausto. Ne inspirò il profumo, il denso odore di tabacco che lo riempiva, riempiva il suo essere. Buttò la testa indietro chiudendo gli occhi, espirando tutto ciò che aveva nei polmoni. Fumo, rabbia, stanchezza, dolore. Stava cominciando a fare freddo e cominciò ad incamminarsi verso una meta non decisa.
 
 
Passarono alcuni minuti. Passò davanti edifici, negozi chiusi, vicoli, fumando un’altra sigaretta. Stava passando davanti a un ennesimo vicolo, quando sentì un gemito. Si fermò di colpo. Estrasse il suo pugnale dalla cintura, che portava sempre con sé per sicurezza. Si guardò intorno ed entrò lentamente nel vicolo, seguendo il suono dei gemiti. Erano gemiti di dolore, che riempivano la sua testa come sussurri. Uno, due, tre bidoni. Arrivato al quarto, ne guardò il retro. Era un ragazzo, dai capelli scuri, impadronito da spasmi di dolore e la bocca sanguinante. Zayn mise via il pugnale e lo raggiunse con il cuore in gola. Si inginocchiò vicino al corpo e proprio mentre stava per allungare una mano per toccarlo, il ragazzo spalancò la bocca ringhiando e afferrando la sua mano con forza, allentando poi la presa preso da un ennesimo spasmo. Vampiro, pensò Zayn.
“Tranquillo, sto solo cercando di aiutarti.”
Lo guardò negli occhi per quanto gli fosse possibile con il nero della notte che incombeva su di loro. Dopo un attimo di esitazione, il vampiro mollò la presa e si abbandonò al suolo.
“Dove si trova il tuo clan?”
“Hotel D-dumort.”
Sussurrò il ragazzo tra un lamento e un altro. Zayn lo caricò con delicatezza sulle sue spalle e, più velocemente possibile, si diresse all’hotel Dumort. Sapeva dove fosse e si sentì un vero stupido a non averci pensato prima.
Arrivò davanti al Dumort ed entrò spaccando la porta, con ancora in spalle il ragazzo ferito. Stava già meglio : i vampiri guarivano in fretta. Ma le ferite erano comunque gravi e Zayn cominciò a tartassare la sua mente di domande, come ad esempio chi avesse ridotto un vampiro, anche piuttosto anziano, in quelle condizioni.
“Harry…”
Sentì il ragazzo sussurrare. In un secondo si trovò davanti a sé un ragazzo, poco più alto di lui, che lo guardava in cagnesco.
“Mettilo giù, Nephilim. Adesso.”
Zayn si disse di restare calmo e poggiò il ragazzo a terra.
“Che cosa gli hai fatto?”
“Non è come pensi. L’ho trovato in un vicolo, stava…morendo, e l’ho portato qui.”
Si sentiva piuttosto ridicolo, poiché un vampiro è già morto. Ma non sapeva come esprimersi. Harry lo guardò dalla testa ai piedi e gli diede una spallata, raggiungendo Liam che si contorceva dal dolore a terra.
“Mocciosa, figlia di…”
Proprio mentre stava per andarsene, Zayn si girò verso di loro.
“Maureen?...”
Si ritrovò Harry a un palmo dal suo naso, con i canini fuori dal labbro.
“Metti dentro quei denti, vampiro.”
Gli sussurrò a voce rauca, quasi impercettibile. Vide i denti di Harry ritirarsi piano, tornando nella sua bocca.
“Come fai a conoscere Maureen?”
Zayn fece una risatina.
“Tutti conoscono quella…cosa.”
 
 
Il dolore di Liam si stava via via placando, facendolo sentire meglio. Sentiva i suoni intorno a lui ovattati, ma riuscì a percepire le parole dei ragazzi d fronte a lui.
“Harry, smettila di fare lo stronzo.”
Disse Liam tossendo mentre cercava di mettersi seduto.
“E aiutami, invece di fare il finto figo.”
Allungò una mano e Harry lo aiutò ad alzarsi. Barcollò un po’, appoggiandosi alla spalla dell’amico.
“Il Nephilim mi ha aiutato.”
“Zayn.”
Precisò. Liam percepì il fastidio nella sua voce, capì che non gli piaceva che lo chiamassero in quel modo.
“Zayn…in ogni caso, non c’è motivo di trattarlo male.”
Lanciò un’occhiataccia a Harry, che sbuffò appoggiandosi al muro.
“Mi chiamo Liam.”
Disse portandosi una mano su una lunga ferita vicino al fianco.
“Sarebbe meglio portarlo dentro. Io credo di aver finito, qui…”
“Non dirmi cos’è giusto o sbagliato, Nephilim. Questa non sarà l’ultima volta che mi vedrai.”
Sentì la pelle fredda di Harry a contatto con la sua, bollente, che pulsava sotto i vestiti per la rabbia. Lo vide allontanarsi sostenendo Liam. Poi, assicurandosi di non avere nessuno intorno, diede un calcio ad un sasso davanti a lui, per scaricare i nervi. Si incamminò per tornare a casa e sorprendendo anche sé stesso, tornò a dormire, troppo stanco e stressato per rimanere sveglio.

 
  
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