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Autore: samek    25/05/2008    2 recensioni
Due anime si unirono, intrecciandosi in un amore destinato a durare una notte e poi una vita intera.«Sapevo nel profondo del cuore chi era Gellert Grindelwald? Credo di si, ma chiusi gli occhi…Silente e Grindelwald invincibili padroni della Morte! Due mesi di follia e sogni crudeli…»E' una Albus/Gellert.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Crepuscolo e Albore

Fandom: Harry Potter;
Pairing: Albus/Gellert;
Rating: R;
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico;
Warning: Slash, Sesso non descrittivo;
Summary: Due anime si unirono, intrecciandosi in un amore destinato a durare una notte e poi una vita intera.

«Sapevo nel profondo del cuore chi era Gellert Grindelwald? Credo di si, ma chiusi gli occhi…Silente e Grindelwald invincibili padroni della Morte! Due mesi di follia e sogni crudeli…»

 

 

Crepuscolo e Albore.

 

Il mondo è cambiato perché tu sei fatto d’avorio e oro.

La linea delle tue labbra riscrive la storia.*

 

Albus si chiuse la porta alle spalle e si lasciò cadere sul letto, poi si tolse gli occhiali, poggiandoseli sullo stomaco, e si mise un braccio su gli occhi. Sospirò mestamente.

L’ennesimo litigio con Aberfoth… non ne poteva più.

Catene. Non erano altro che catene.

TUC-TUC-TUC.

Un leggero picchiettio alla finestra lo riscosse da quei pensieri. Si mise seduto ed inforcò di nuovo gli occhiali.

Qualcuno lanciava sassolini contro il vetro.

Sorrise. C’era una sola persona capace di una cosa simile a quell’ora di notte.

Si diresse verso l’infisso e lo spalancò, guardo in basso e un ragazzo biondo e ricciuto gli restituì il sorriso.

Quest’ultimo si accosto all muro e, aiutandosi con una pianta d’edera, si arrampicò sino alla finestra. Poi, facendo leva sul davanzale con le braccia, vi si issò sopra e lo scavalcò.

«Ti sono mancato?» Chiese la voce calda e ironica di Gellert.

“Oh, non sai quanto!” Pensò lui e le sue labbra si arcuarono ancora: «Che ci fai qui?»

«Non riuscivo a dormire. Volevo vederti» rispose l’interpellato puntando i suoi chiarissimi occhi celesti in quelli azzurri dell’amico. «Che ti è successo?» aggiunse subito dopo. Le iridi di Silente avevano una luce cupa.

Si sedettero sul letto, una delle poche mobilie della camera spoglia e il rosso scrollò le spalle, cercando di fingere noncuranza: «Il solito, ho litigato con mio fratello».

Gellert strinse i denti. Albus era così sprecato, lì! Lui - loro - erano destinati a qualcosa di più! A volte, però, come in quel momento, aveva paura che l’amico non riuscisse a scrollarsi di dosso quei legami inutili. Osservò il suo volto, i capelli lunghi e rossi come il sole al crepuscolo, gli occhi di quell’azzurro così intenso, quasi indaco, come la parte più interna e calda delle fiamme, celati in parte da quelle lenti sottili che non riuscivano ad attenuarne la forza ed il calore…

«Cosa c’è, Gellert?» domandò l’inglese, vedendolo così assorto, con una di quelle occhiate penetranti capaci di scavargli dentro.

L’altro alzò una mano ad accarezzargli il viso, sfiorando con la punta delle dita la linea della mascella. Era arrivato in quel paesino sperduto alla ricerca della Bacchetta di Sambuco ed aveva trovato quel ragazzo, quell’anima geniale ed affine, schiacciata dagli eventi.

«Sei perfetto, Albus» le parole gli scivolarono di bocca, come per un volere superiore.

Lo sguardo di Silente scivolò dalle sue iridi di ghiaccio alla linea rossa e morbida della sua bocca. L’aveva desiderata sin dal loro primo incontro, quando Gridelwald era sceso come l’Angelo del Giudizio sulla sua vita in stallo, rimettendo in moto la Ruota del Destino. Insinuò le dita fra i suoi riccioli biondi - invidia di qualunque angelo rinascimentale, dorati come l’aurora - e lo attirò a sé, consumando quella distanza e catturando la sua bocca.

Gellert si irrigidì per un momento, troppo sorpreso, poi le sue labbra si schiusero docili ed il bacio si infiammò. Un momento dopo gli salì a cavalcioni, intrecciando le dita nei suoi capelli rossi e setosi.

Le lingue si scontrarono in un acceso dibattito e quando dovettero separasi per carenza d’ossigeno, il biondo gli sfilò gli occhiali e l’altro scese a baciargli il collo niveo, scostando i lembi della camicia leggera.

Grindelwald sospirò, inclinando il collo per concedergli più campo e gli sollevò la maglia, accarezzandogli i fianchi e il ventre piatto.

Albus si scostò, alzando le braccia per lasciarsela sfilare e offrendosi senza imbarazzo al suo sguardo.

Il suo corpo era asciutto e magro, con qualche accenno di muscoli… non di certo il fisico di uno sportivo, ma era comunque bello. La pelle era tipicamente lattea, come quella di ogni buon inglese, e una sottile scia di peluria rossa andava dall’ombelico alla cintura, invitando a proseguire l’esplorazione.

Gellert gli accarezzò il torace, mentre Albus cominciava a slacciargli la camicia, leccando e baciando ogni lembo scoperto di quella pelle serica. Con una scrollata di spalle si liberò della camicia e mosse inavvertitamente fianchi, creando un’improvvisa frizione tra i loro bacini, che strappò ad entrambi un gemito.

Silente scruto l’amico con bramosia: la sua corporatura era più virile, le linee del suo corpo avevano una nota più decisa, tipicamente vichinga, che lui - alto e sottile - non avrebbe mai avuto. Alzò una mano a mezz’aria, incontrando gli occhi dell’amico e, con una sinuosa torsione del polso, insonorizzò la camera. Albus non aveva bisogno di bacchetta per incantesimi così elementari.

Il biondo sorrise ferino, quel ragazzo era perfetto per lui. Non c’era nessun altro che volesse al suo fianco, loro avrebbero conquistato il mondo.

Gli premette i palmi sulle spalle, per farlo distendere e poi attaccò la cintura.

In men che non si dica il resto degli abiti sparirono e Silente, con esigenza febbrile, rapì nuovamente le sue labbra; desiderabili come un oasi in mezzo al deserto.

Ben presto la stanza risuonò di gemiti e sospiri. Due anime si unirono, intrecciandosi in un amore destinato a durare una notte e poi una vita intera.

L’alba li sorprese appagati ed ancora abbracciati.

Grindelwald guardava il cielo tingersi di rosa e arancio fuori dalla finestra e Silente gli posava piccoli baci sulla nuca, mentre i suoi capelli ramati ricadevano ad accarezzare le spalle dell’altro.

-Guarda quest’alba, Albus… tra qualche altra il mondo sarà nostro-.

Una volta messa in moto, la Ruota del Destino non si può fermare.

 

«Sapevo nel profondo del cuore chi era Gellert Grindelwald? Credo di si, ma chiusi gli occhi…Silente e Grindelwald invincibili padroni della Morte! Due mesi di follia e sogni crudeli…»*

 

 

FINE.

 

*La frase d’introduzione è tratta da “Il ritratto di Dorian Grey” di Oscar Wilde.

Le ultime parole di Silente, non sono una mia invenzione, sono tratte dal  7°libro della saga “Harry Potter e i doni della Morte”.

   
 
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