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Autore: Lilliputian_    03/01/2014    1 recensioni
"Zayn, di solito, non flirtava con clienti che finivano per caso nella sua officina solo perché li trovava carini. Zayn non dava il suo numero a questi fantomatici clienti e non chiedeva loro di uscire. E Zayn sicuramente non staccava prima da lavoro, non si vestiva bene e non li portava a cena nel suo posto preferito, questi clienti.
E allora perché si trovava in quel piccolo locale dove tutte le cameriere lo chiamavano per nome, alle 7 (orario in cui di solito faceva l’ultima mezz’ora del suo turno), con la sua giacca di pelle preferita e il ciuffo perfettamente pettinato, sorridendo a quel ragazzo, conosciuto a lavoro l’altro giorno, Liam?"
Semplicemente AU in cui Zayn è un meccanico e Liam è timido e adorabile. E gli altri tre sono i soliti normali idioti.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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To the Liam to my Niall, the Kurt to my Mercedes, the Payno to my Nello.
 

“Hai appena vinto la lotteria, Payno”


Liam sentiva fin troppo bene arrivare il principio di mal di testa che l’avrebbe tormentato per il resto della giornata mentre i suoi migliori amici intonavano allegramente un’altra strofa di “What does the fox say?” –con tutti i versi di animali annessi, ovviamente.
“Ragazzi, per favore, starei cercando di guidare!” disse in tono autoritario, alzando la voce per farsi sentire. I tre ragazzi si fermarono, ma non prima di un crescendo finale di Harry e applausi e risate da parte di tutti.
“Come vuoi tu, papà” fece Louis, calcando sull’ultima parola per sottolinearla, sprofondando poi nel sedile posteriore e posando la testa sulla spalla di Harry, sussurrandogli all’orecchio qualcosa che lo fece ridere.
Nella macchina scese un silenzio che Liam sapeva non essere destinato a durare a lungo. Dopo pochi minuti, infatti, fu rotto da una voce con un forte accento irlandese, proveniente dal sedile accanto al suo: “Siamo arrivati?”
Liam sospirò pesantemente, “No, Niall, non ancora.”
Ancora un paio di minuti.
“E adesso?”
Altro sospiro.
“No, neanche adesso.”
Un terzo sospiro affranto, questa volta di Niall.
“Quanto manca?” a giudicare dal tono lamentoso, stava soffrendo profondamente per l’impossibilità di fare casino come suo solito.
Liam addolcì il suo tono, rispondendogli “Non lo so, ma non saremmo qui se voi non aveste combinato disastri con la mia macchina, ieri.” Concluse, rivolgendo dallo specchietto retrovisore uno sguardo incendiario ai due dietro di lui, impegnati a parlottare fitto tra di loro. Louis, evidentemente sentendosi interpellato, si riscosse e riemerse dal mondo in cui si rinchiudeva con Harry ogni volta che ne avevano la possibilità, senza neanche accorgersene. “Dai, Liam, la fai sembrare più grave di quello che è, così…”
“Esatto, Li, non abbiamo fatto niente di male, in fondo” aiutò Harry.
“Voglio dire, si muove ancora, no? E’ andata meglio delle altre volte” finì Niall, con giusto un pizzico di sarcasmo.
Ma Liam non si fece convincere dagli sguardi da cuccioli dagli altri tre “Bè, quella lucina rossa non era accesa e sicuramente non lampeggiava, prima che la prendeste voi.” Disse infatti, puntando un dito accusatore verso la spia rossa incriminata.
L’arrivo all’officina in quel momento, per fortune, risparmiò ai ragazzi il dovere di difendersi ulteriormente e a Liam, forse, il mal di testa di cui parlavamo prima.
Mentre entrava con la macchina nel garage, scoccò ai suoi amici una delle sue occhiate tipiche, quelle che si erano valse il titolo di “papà” del gruppo. “Voi rimanere qui, io vado a cercare il responsabile di questo posto.”
Scese dall’auto appena in tempo per sentire il lamento di Niall – quel ragazzo aveva un serio problema a stare fermo per più di dieci minuti consecutivi.
Il “responsabile di quel posto”, che si stava avvicinando alla macchina in quel momento, si rivelò essere un ragazzo. Più precisamente, un ragazzo più o meno dell’età di Liam. Ancora più precisamente, il ragazzo più bello che questi avesse mai visto, anche se –e forse proprio per quello- tutto sporco di olio di motore.  Carnagione scura, un ciuffo sparato verso l’alto che sfidava tutte le leggi della fisica, tatuaggi in qualsiasi punto del corpo si riuscisse a vedere, occhi scuri e profondi e un sorriso… un sorriso smagliante che gli fermò il cuore giusto un pochino.
“Hey, ragazzi, posso aiutarvi?” Ecco. Aggiungiamoci anche una voce profonda, marcata da una accento che ancora non riusciva ad identificare. Prima che Liam potesse rispondergli, si sentì un lungo fischio di apprezzamento -Louis, non aveva bisogno di guardare per sapere che era stato lui. Si girò, per trovare tutti e tre sporti verso i finestrini, Niall con la bocca semiaperta e Louis che dava un veloce bacio sulla guancia ad Harry per farsi perdonare, ma il riccio era troppo impegnato a fissare il ragazzo per accorgersene.
Questi rise, apparentemente imbarazzato dalle loro reazioni, ma riportò subito l’attenzione su Liam, che si schiarì la voce per riprendersi e si decise finalmente a dargli una risposta “Sì, ehm, sono qui per la mia macchina…”
Fu interrotto da una risatina “Amico, questo lo avevo intuito, siamo in un’officina.”
Liam si sentì arrossire, ma fece finta di niente “Già. Uhm, comunque, questi tre idioti” indicò con il pollice i ragazzi, giusto per farli sentire un po’ più in colpa “hanno fatto qualcosa alla mia macchina.”
“’Qualcosa’? Wow, questo sì che mi facilita il lavoro.” Il ragazzo accompagnò le sue parole con un ghigno. “Non potresti essere un po’ più preciso?”
‘Potrei, se ne capissi un minimo di macchine…’ pensò Liam, rispondendo invece “Non ne ho idea, so solo che si è accesa un luce rossa e non smette di lampeggiare. Le luci rosse lampeggianti non sono mai un buon segno, no?” Ricevendo un segno di assenso, continuò. “E se la rompo un’altra volta, i miei mi diseredano. Dopo avermi ucciso.”
“Okay, ho capito, mi toccherà aprire il cofano e dare un’occhiata al motore.” Il ragazzo gli stava già dando le spalle per fare il suo lavoro, quando girò la testa per guardarlo al di sopra della spalla e fare qualcosa di completamente inaspettato “Comunque, io sono Zayn.” E… un occhiolino? Gli aveva davvero fatto un occhiolino? Con quelle ciglia così innaturalmente lunghe e perfette? Liam si voltò verso i suoi amici che –ne era sicuro- non si erano persi un secondo di quella scena. Li trovò, infatti, a fissarlo, Niall addirittura col naso schiacciato sul finestrino.
Ormai si conoscevano talmente bene che non ebbero neanche bisogno di parlare per capirsi. Il sopracciglio sollevato in un’espressione esterrefatta di Liam chiedeva “è successo davvero?” e il pollice alzato e il sorriso a 8231944 denti di Niall rispondevano che sì, era successo, e prima che potesse andare in panico (perché, insomma, come diavolo avrebbe dovuto rispondere ad un occhiolino?), Harry gli indirizzò uno di quei suoi sorrisi dolci tutti fossette, mentre Louis accanto a lui si esibiva in una collezione ammirevole di gesti osceni, per mostrare cioè che secondo il suo modesto parere Liam avrebbe dovuto fare con quel ragazzo spaventosamente bello che ora sapeva chiamarsi Zayn.
Amava quei ragazzi come niente al mondo, non importava quante volte facesse finta di arrabbiarsi.
Sorridendo, molto più calmo di prima, torno a guardare in direzione di Zayn e...avvampò. Era ancora piegato per esaminare il motore e Liam prima non si era accorto che quella tuta fosse così stretta………
Zayn si voltò all’improvviso e lui fece del suo meglio per non essere beccato ma, forse a causa del sorrisetto compiaciuto sulle labbra dell’altro, aveva come l’impressione di non esserci riuscito.
“Ehm” c’era una nota scherzosa nella voce di Zayn “Quindi.” si schiarì la voce “Ho capito cosa c’è che non va nella tua auto.” Sembrava quasi che stesse cercando di trattenere una risata.
“Cosa? E’ molto grave?” chiese preoccupato.
“…è l’acqua. E’ finita l’acqua.” Zayn cercò di rimanere serio ancora, ma evidentemente era troppo e si arrese alle risate.
Si bloccò, però, quando si accorse che Liam lo stava guardando con una sguardo profondamente offeso e le braccia incrociate al petto. “Perfetto. Cambierò l’acqua. Grazie mille.” Disse a denti stretti.
Chi diavolo si credeva di essere quel tipo per ridere di lui in questo modo?
Ma, già con la mano sulla portiera della maniglia, sentì qualcosa prendergli il polso. Si voltò, trovandosi gli occhi di Zayn inaspettatamente e improvvisamente troppo vicini.
“Hey, aspetta, ragazzo-permaloso-che-non-capisce-niente-di-macchine-ma-dannatamente-carin…”
“Liam.” lo interrupe Liam, perché se avesse continuato a stargli così vicino temeva di morire per autocombustione. “Puoi chiamarmi Liam, basta quello.”
Liam…bene…”
Era strano che gli piacesse così tanto il modo in cui il suo nome suonava, pronunciato da quell’accento sconosciuto? Sì, sicuramente lo era, ma Liam decise che non gli importava.
****

Quando, un paio di minuti dopo, entrò in macchina, mise in moto in silenzio e uscì dall’officina, ignorando di proposito le tre paia di occhi carichi di aspettativa fissate su di lui.
Una volta fuori parcheggiò la macchina, guardando un punto indefinito davanti a sé. “Mi ha invitato ad uscire. Tipo, per un vero appuntamento.” Li informò, come sotto shock. “Andiamo a cena e poi a vedere un film. Domani.”
Seguirono un paio di secondi di silenzio, poi “WOOOHO!” urlò Louis, mentre Niall alzava il pugno in aria –ovviamente colpendo il tettuccio e imprecando poi in irlandese stretto per il dolore-, e partivano cori di incoraggiamenti e ‘alleluia’.
Niall gli diede una generosa pacca sulla spalla “Complimenti, amico! E sappi che se non ci uscissi tu, lo farei io!” rise, ma in fondo aveva l’aria di qualcuno che scherzava solo in parte.
Louis si sporse dal sedile posteriore per dargli un colpetto sulla testa. “Nialler, la smetti di provarci con tutto ciò che respira?” disse, fingendosi scandalizzato.
“Ma dai, l’avete visto?” si giustificò “Hai appena vinto la lotteria, Payno” concluse, con la massima serietà.
Le risate ripresero e questa volta Liam si unì, la minaccia del mal di testa completamente dimenticata.
****

Zayn, di solito, non flirtava con clienti che finivano per caso nella sua officina solo perché li trovava carini. Zayn non dava il suo numero a questi fantomatici clienti e non chiedeva loro di uscire. E Zayn sicuramente non staccava prima da lavoro, non si vestiva bene e non li portava a cena nel suo posto preferito, questi clienti.
E allora perché si trovava in quel piccolo locale dove tutte le cameriere lo chiamavano per nome, alle 7 (orario in cui di solito faceva l’ultima mezz’ora del suo turno), con la sua giacca di pelle preferita e il ciuffo perfettamente pettinato, sorridendo a quel ragazzo, conosciuto a lavoro l’altro giorno, Liam? In tutta onestà, non lo sapeva. Non ci aveva pensato, al perché.
E questo lo sconcertava, perché non era da lui. Non pensare, intendo. Zayn pensava sempre, pensava troppo, a qualsiasi cosa. Poteva sembrare un tipo impulsivo, per l’aspetto da “bad-boy” e i tatuaggi e le sigarette, ma in realtà lui… semplicemente rifletteva due volte prima di fare o dire qualcosa, diffidente verso il mondo. E invece, non si era fermato neppure una volta, non aveva esitato, prima di fare l’occhiolino a quel ragazzo che non aveva mai visto, e neanche prima di prendere il suo cellulare per lasciargli il suo numero o prima di chiedergli di uscire. Era stato tutto semplice, istintivo.
Ma, nei due giorni passati dal primo incontro ad allora, si erano scambiati giusto un paio di messaggi, principalmente per accordarsi sull’uscita, e lui aveva iniziato a pentirsi, a pensare che magari non fosse stata una così buona idea.
Poi, però, dopo i consueti primi minuti di imbarazzo, normali come in qualunque altro primo appuntamento, Zayn aveva fatto, più che altro per cortesia, una domanda sugli amici di Liam, quelli che aveva visto all’officina. Da allora, l’altro non era rimasto zitto un attimo, descrivendogli i loro caratteri uno per uno e raccontandogli aneddoti che lo fecero ridere fin quasi alle lacrime.
E, non senza una certa sorpresa, scoprì che lo incuriosivano e che voleva conoscerli, tutti, dal biondino esaltato (‘Niall’, si ripeté in mente, determinato ad imparare i loro nomi) alla coppia di ragazzi il cui legame si sentiva prima ancora di vederlo (‘Louis&Harry’ continuava a dire Liam, tanto che Zayn aveva un’idea piuttosto confusa di chi fosse l’uno e chi l’altro).
E visto che Liam continuava a parlare, Zayn lo fece a sua volta, e non solo perché temeva che altrimenti si sarebbe creato fra loro uno di quei silenzi imbarazzanti. Senza quasi accorgersene, si ritrovò ad aprirsi, anche se di poco e in tono del tutto casuale. Parlò del suo lavoro, della sua opinione su Londra e di quanto gli mancasse Bradford. E parlò della sua famiglia, che era la cosa che lui più amava al mondo, quindi, sì, Liam neanche se ne rendeva conto ma per lui era importante, dirgli queste cose. Scoprì che Liam studiava Legge, Niall ed Harry musica e Louis teatro, e che fino a poco tempo prima vivevano tutti insieme. Poi lui e Niall si erano accorti di quanto fosse impossibile essere nella stessa casa di HarryELouis e si erano trasferiti, solo loro due.
Continuarono a chiacchierare mentre finivano la cena e Zayn pagava per entrambi, e ancora sulla strada verso il cinema, e mentre compravano biglietti e popcorn, questa volta offerti da Liam, per par condicio. E stava andando tutto bene, non avrebbe dovuto preoccuparsi così tanto, prima.
                                                             
****

Davvero, stava andando tutto bene. Liam aveva quasi avuto un attacco d’ansia, quel pomeriggio, prima che Zayn passasse a prenderlo, ma, al contrario delle sue tragiche previsioni, la serata era andata estremamente bene. Parlare con Zayn era semplice, più di quello che si era aspettato.
Quindi, era completamente soddisfatto e rilassato quando si sedettero ai loro posti, al cinema. O almeno, fu soddisfatto e rilassato, fino a che non spensero le luci e lui… bè, lui andò in panico. Aveva visto fin troppi film romantici per adolescenti –grazie, Harry.- per non sapere come sarebbe dovuta andare la cosa, in teoria. Ma nella pratica, non aveva idea di come gestire quella situazione, la vicinanza con Zayn forzata dai sedili stretti, il buio attorno a loro, i pop corn da condividere in mezzo, secondo il peggiore dei clichè.
Si disse che, come sempre, stava avendo una reazione esagerata, respirò profondamente e fece del suo meglio per concentrarsi sul film. Che, però, come fu chiaro dopo neanche mezz’ora, faceva schifo. Una volta realizzato ciò, Liam perse del tutto la sua calma e, avvisando velocemente Zayn, scappò in bagno, dove scrisse immediatamente un messaggio che mandò a tre persone contemporaneamente.
“Sono in bagno, il film fa schifo, cosa faccio? AIUUUTTTTTTTTO, PPPPPANICO”
Si appoggiò al lavandino, aspettando che qualcuno gli rispondesse.

Frà, tranqui ! Va tutto bene, se hai bisogno di un salvataggio ti passo a prendere ! Pizza, gelato e vediamo Step Brothers di nuovo!!! Tu l hai sempre fatto x me”

Niall. Liam, sorridendo un po’, iniziò a rispondergli, ma il suo telefono vibrò.

Calmati. Respira. Puoi farcela, okay? Non importa se il film è brutto, torna dentro e conquistalo, tigre.”
Il sorriso si allargò ancora leggendo il messaggio di Harry, ma fu interrotto di nuovo.

LIAM JAMES PAYNE! MA L’HAI GUARDATO BENE?! NON LASCIARTELO SCAPPARE, ESCI SUBITO DA QUEL BAGNO”

E subito dopo un altro.

“A meno che non ci sia anche lui, in quel bagno. In quel caso, resta e divertitevi :D”

Nonostante, come sempre, i suoi amici gli avessero detto esattamente ciò di cui aveva bisogno, Liam ancora non se la sentiva di lasciare il rifugio sicuro che la toilette degli uomini di quel cinema era, per lui, in quel momento.
Sospirò, ma fu distratto dalla sua autocommiserazione da una vibrazione più insistente di quella dei messaggi. Premette il tasto verde e accostò il cellulare all’orecchio “Lou—“
“No, zitto. Adesso parlo io e tu ascolti, perché non abbiamo molto tempo, okay? So che sei ancora nascosto nel cesso. Esci. Adesso. Liam, davvero. Devi calmarti, puoi farcela. Sei intelligente, simpatico, una delle persone più buone che io abbia mai conosciuto e, in un universo parallelo dove Harry non esiste, probabilmente ti avrei già fatto ubriacare per poi provarci”
“Hey, quella è la mia tecnica!”
il monologo di Louis fu interrotto.
“Niall? Ci sei anche tu?”
“Ci siamo tutti, Li. Niall è su Skype e io e Lou a casa. Pensavamo avessi bisogno di un intervento di gruppo.”
“Grazie Harry, grazie ragazzi, io—“
“Certo, Payno, ci ami, siamo i migliori amici del mondo e blablabla. Lo sappiamo, ma ci ringrazierai più tardi, adesso pensa a tornare da quel figo illegale, okay?” tagliò corto Niall.
E Liam, non ascoltare questi due, se non vuoi fare niente con Zayn, nessuno ti obbliga. Pensa a passare al meglio la serata.”
“Okay. Torno da lui.” Decise, risoluto.
Chiuse la chiamata subito dopo l’‘in bocca al lupo’ inquietantemente sincronizzato dei tre e uscì, tornando a sedersi accanto a Zayn.
Quindi, quando poco dopo il ragazzo, senza alcun preavviso, si sporse verso di lui per sussurrargli all’orecchio, era molto più rilassato e perse solo dieci anni di vita, invece che cinquanta.
“Questo film è una palla, possiamo per favore andarcene?”
Liam era perfettamente d’accordo, ma era abbastanza sicuro che avrebbe potuto chiedergli anche di rapire dei cuccioli, con quella voce bassa e roca, e la sua risposta sarebbe stata sempre un sì.
Annuì, non volendo fare affidamento sulla stabilità della sua voce al momento, e sorrise quando Zayn, per guidarlo fuori dalla sala, gli prese la mano.
Lo riaccompagnò a casa, il tragitto riempito tranquillamente da un discorso su film e interessi, e a Liam parve troppo breve, quando parcheggiarono di fronte al portone dell’appartamento suo e di Niall. Non scesero, però, temendo che questi potesse essere appostato in qualche cespuglio come la peggiore delle madri apprensive, pronto a filmarli e poi passare tutto ad Harry e Louis.
“Quindi, se fossimo in un film, questo sarebbe il momento in cui ci baciamo, vero?” gli chiese Zayn, molto direttamente, rivolgendogli un mezzo sorriso.
“Ma non siamo in un film.” Rispose Liam, prima di riuscire a fermarsi. Stupido. Stupido. Stupidostupidostupido. Non voleva dire quello. Voleva dire che sì, era quello il momento giusto. O, ancora meglio, baciarlo e basta, senza dire nulla. Maledetta incertezza.
“Oh.” Zayn suonò deluso e Liam si insultò da solo, anche piuttosto pesantemente. “Suppongo che dovrò rispettare la regola dei tre appuntamenti, prima di poterlo fare, allora…”
Ma Zayn continuava a guardarlo con quegli occhi incredibilmente profondi e dolci, contornati da quelle ciglia impossibili, e con quel sorriso che Liam ancora stentava a credere fosse vero e lui pensò solo che forse quella volta toccava a lui, rompere qualche regola, prima di annullare le distanze fra loro e far combaciare le loro labbra in un bacio a cui Zayn rispose immediatamente.
…Dio, non vedeva l’ora di dirlo ai ragazzi.


Angolo dell’autrice della fanwriter della fangirl disagiata di Lidia.

Soooooo. Non mi trattengo molto, solo un paio di cose: questa storia è per (anzi, di) Hanna, che mi ha dato l’idea. E anche se gliel’ho già fatta leggere per Natale, mi ha minacciata pur di farmela pubblicare, quindi…ehm…eccola. lol A mia discolpa, posso dire che una metà di questa cosa è stata scritta a scuola durante le ore più noiose e l'altra durante la notte. 
Also, spero che Liam non sia risultato
troppo OOC, ma la mia idea era proprio mechanic!Zayn e shy!Liam.
Ultima cosa, il titolo fa abbastanza schifo e non centra assolutamente nulla con l’os, ma non riuscivo a pensare a niente e alla fine ho messo una frase idiota di Nialler, che ci sta sempre <3
…niente, byyyyye!

Lidia
  
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