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Autore: SaraRocker    03/01/2014    3 recensioni
storiella -rigorosamente- Spuffy
Ambientata alla fine della seconda stagione. Buffy e Spike si sono alleati per sconfiggere Angelus, ma seppure i due riescono a salvare il mondo, Angel non riacquista la sua anima e Spike non riesce a riottenere la sua Drusilla.
I due alleati sono quindi costretti ad evadere per la loro sopravvivenza, legati da un patto di sangue fatto poco prima della battaglia.
-Estrattp cap.9-
-Drusilla si portò a sedere contro la testiera del letto, gli occhi imperlati di lacrime "Odori di lei... Sei impregnato di lei... Dentro, fino alle viscere." sibilò indicandolo. La mano tremante.
"Stai delirando"
"No, William... Lei ti entrata dentro più profondamente di quanto abbia mai fatto io..." gli rispose poi, troncando immediatamente ogni suo pensiero e sgombrandogli istantaneamente il cervello.
"Sin da quando l'hai vista la prima volta... Lei ti ha ossessionato" proseguì Drusilla, non potendo nascondere un profondo dispiacere nella sua voce "Dicevi di odiarla, perchè avevi paura di ammettere di amarl-" "Stai dicendo idiozie!" la interruppe improvvisamente, gridandole contro con disprezzo, in bilico di fronte ad un precipizio spaventosamente profondo.-
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Buffy Anne Summers, William Spike
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The Promise

-"...Che come latte proibito io ho saggiato"


 
Buffy osservava la piccola villetta di fronte a lei con il cuore in gola. Sembrava proprio casa sua: le tende dal colore tenue, il giardino ben tenuto e persino la macchina di sua madre era la stessa. Alle volte dimenticava di trovarsi in una dimensione differente rispetto alla sua. Lanciò un'occhiata alla finestra del salone; la luce era accesa. Immaginò sua madre intenta a guardare un nuovo episodio di Passioni, oppure l'ennesima replica di un assurdo film romantico, quelli che anni prima piacevano anche a lei, ed il cuore le arrivò in gola. Da quanto tempo non la vedeva? Forse ormai da un mese. Non ne era certa, in quel periodo aveva completamente smesso di riflettere sui giorni che trascorrevano. La sola cosa che sapeva era che il sole portava con sè il giorno e che la luna accompagnava la notte.
Avvertì una fitta al petto pensando all'ultima conversazione avuta con Joyce, ricordando bene lo sguardo deluso della donna e le parole che lo avevano accompagnato. Ecco un altro punto in sfavore di Angel: a causa sua, Buffy aveva rinunciato persino a sua madre. Sospirò, continuando a guardare, dritta di fronte a lei, la porta dell'ingresso. Si sentiva terribilmente agitata.
"Andiamo?"
La voce del vampiro la aveva completamente distratta dai propri pensieri. Si voltò, per poi alzare lo sguardo, incontrando i suoi occhi tanto blu, simili al ghiaccio più freddo. Era al suo fianco, concentrato del contemplare la porta che, entro pochi minuti, sarebbero stati costretti a varcare. Giles era stato preciso: dovevano comportarsi come i Buffy e Spike di quella dimensione, non era il caso di procurare a Joyce più agitazione di quanto già il lavoro le desse.
Buffy annuì, rispondendo silenziosamente al ragazzo, non muovendo però alcun passo in direzione della casa. Spike sorrise sarcastico "Non so se il teletrasporto lo abbiano inventato in questa dimensione, love..." scherzò dunque, per poi incoraggiare la giovane "Avanti, vieni" tornò a parlare Spike, compiendo un passo in direzione della casa, per poi voltarsi nuovamente verso di lei, vedendo non si fosse mossa.
"Credi che..." esordì Buffy, per poi bloccarsi, completamente rossa in viso.
"Cosa?" domandò lui, guardandola confuso, decisamente non abituato a quegli atteggiamenti di lei, solitamente più decisa e controllata, attenta a non lasciarsi tanto andare di fronte al vampiro.
"Dovremmo tenerci per mano?" chiese tutto d'un fiato la bionda, abbassando immediatamente lo sguardo. Era imbarazzata dalla situazione. Non fingeva una storia d'amore da quando, in quinta elementare, per fare ingelosire un bambino della sua classe, non aveva dato un bacio sulla guancia ad un altro. 
Il vampiro sorrise, per poi avvicinarsi nuovamente a lei; avvolse la piccola e calda mano della ragazza con la propria, più fredda e grande, per poi portarla con sé fino all'ingresso. Bussò un paio di volte, abbassando poi lo sguardo in direzione di quello della cacciatrice, incontrandolo leggermente teso.
Joyce aprì la porta sorridendo, segno che immaginava sarebbero arrivati loro "Bentornati!" fece calorosa, abbracciando la figlia, che si ritrovò costretta a lasciare la presa sulla mano del vampiro. Si ritrovò con il volto sulla spalla della -falsa- madre, avvertendo giungerle al naso l'odore dolce della donna, esattamente uguale a quello che portava la sua reale. Una volta che l'abbraccio si fu concluso, la cacciatrice sorrise.
"Ciao mamma... Scusa il ritardo... Eravamo impegnati in ricerche" inventò dunque Buffy, cercando di mantenere la propria voce ferma, mentre Spike, ancora sulla soglia della porta, si limitava ad annuire di tanto in tanto.
"Nuovo demone?" domandò la donna, volgendo alla figlia un viso preccupato. Buffy si irrigidì. Sua madre era a conoscenza del proprio segreto, accettandolo. Avvertì una forte fitta al cuore pervaderla, ma decise di allontanare quella sensazione velocemente. Non era il momento adatto per lasciarsi andare in troppi sentimentalismi.
"No, Joyce, non si preoccupi" intervenne Spike, notando come la propria Goldielocks fosse impegnata a riflettere "Solo il solito noioso ed allarmato Giles" concluse con un sorriso il biondo.
La donna rise, portandosi una mano di fronte alla bocca, come a darsi un contegno. Eppure, la realtà era che, cosa tipica di ogni Joyce Summers esistente, lei non perdeva mai la propria incredibile classe "Sì, effettivamente Rupert può cadere nel monotono..." si limitò a dire con gentilezza, per poi squadrare confusa il vampiro "Ma che fai ancora sulla porta, Spike? Entra, avanti"
All'istante, la barriera invisibile che aveva impedito al vampiro di entrare, si era dissolta. William era rimasto in silenzio, sperando che la donna si lasciasse scappare un invito, ed alla fine era accaduto. Sorrise, muovendo un paio di passi dentro la casa e chiudendosi la porta alle spalle "Sì, mi scusi Joyce... Stavo semplicemente... Prendendo un po' d'aria."
La donna sorrise, per poi scuotere spensieratamente il capo "Beati voi vampiri! Certamente non soffrite il freddo"
Spike sorrise, accondiscendente. Doveva ammettere che, nonostante il primo spiacevole incontro, Joyce gli era sempre parsa una donna assolutamente fine, educata ed elegante. Riusciva perfettamente a paragonarla alla sua povera defunta madre, anche solo guardandola. La osservò muoversi in direzione della cucina, lasciando i due soli. Alchè, Spike si accostò a Buffy "Ehi, tutto ok, pet?" le domandò sottovoce, cercando il suo sguardo, afferrandole delicetamente il mento tra pollice ed indice, ed inclinandolo verso l'alto, così da potere vedere i suoi occhi verdi.
Buffy parve rifletterci, per poi sospirare, non trovando alcuna effettiva ragione per cui dovere mentire a Spike "E' solo che... Mia madre sembra così accondiscendente qui" spiegò con un filo di voce, riferendosi a come invece, fosse stata trattata nella propria dimensione di fronte alla consapevolezza della sua doppia vita.
"Ehi..." la esortò lui, cercando di farla sorridere "Non devi preoccuparti... Magari per fare accettare la verità a tua madre, l'altra Buffy ha faticato quanto te" spiegò poi il vampiro usando una voce gentile. La cacciatrice annuì un paio di volte, per poi sorridere. Guardò il viso del ragazzo di fronte a lei con attenzione; analizzò la cicatrice sul suo sopracciglio, trovando persino essa affascianante; osservò gli occhi azzurri e profondi di lui, giurando di potere notare in essi una luce nuova e dannatamente umana. Vide poi le sue labbra, così belle ed invitanti da farla morire di desiderio. Le guardò per attimi -a parere di lei- infiniti, per poi, dopo qualche minuto, rendersi conto, di quanto effettivamente vicino al suo viso fosse. Si allontanò impulsivamente, muovendo un paio di passi all'indietro, inciampando a causa del gradino dietro i suoi piedi. Spike intervenne prontamente, tenendola per i fianchi, evitandole una spiacevole caduta.
Joyce, intenta a ritornare dalla cucina, li ritrovò così. Erano attaccati l'uno all'altra. Lui con una mano sul fianco di lei, e l'altra sulla schiena, così da tenerla perfettamente a contatto con il suo petto. Buffy, invece, era completamente rossa in viso, le labbra semiaperte e le mani entrambe poggiate sul petto del vampiro. Non appena i due notarono la donna, si staccarono velocemente, in modo decisamente goffo.
"Oh, avanti..." sorrise Joyce divertita "Lo sa tutta Sunnydale che state insieme... E poi, non sarebbe la prima volta che vi vedo in un momento.. Intimo" spiegò la donna, incalzando pericolosamente sull'ultima parola, facendo imporporare ancora di più Buffy.
"M-Mamma!" esclamò imbarazzata la bionda, ancora destabilizzata e confusa dal contatto tanto avventato con il vampiro. Non riusciva a spiegarsi tutte le reazioni che la avevano improvvisamente presa. Per quale ragione era tanto imbarazzata? Perchè il suo cuore batteva così forte? E perchè lo aveva desiderato?
"Scherzo, Buffy! E lo sai... Unica cosa, andate in camera vostra se volete fare.." si bloccò, riflettendo, per poi agitare una mano dirigendosi in salone "Voi-sapete-cosa!" concluse divertita, accomodarsi poi sul divano in sala, guardando la televisione.
Buffy, che aveva ben compreso che con 'camera vostra', la madre intendeva la stanza della giovane, avvertì l'agitazione montare. I Buffy e Spike di quella dimensione condividevano addirittura la camera?
Si stupì della propria reazione. Infondo anche lei, nel proprio universo, condivideva letto, casa e camera con il vampiro. E allora perchè tutto le parve completamente diverso ed... Impegnativo?
"Avanti, cacciatrice, andiamo" la esortò Spike, afferrandole la mano e conducendola insieme a lui al piano di sopra. Lui era decisamente più controllato rispetto la bionda. Continuava a recitare con assiduità, decisamente abile e capace.

Giunsero nella camera di lei. Buffy si guardò intorno, trovando lo spazio completamente diverso da come era il proprio. I mobili, il letto e la tappezzeria erano i medesimi, ma il resto era tutt'altro che simile. Innumerevoli lettere erano appese ovunque, tutte scritte in modo incredibilmente elegante, con un calligrafia degna di uno scrittore d'epoca. Si addentrò sempre più dentro il locale, dimenticando per qualche istante la presenza dell'altro con lei, decisa a concentrarsi sulla propria camera. Guardò le fotografie, vedendole tutte con lei, Willow e Xander, ed alle volte anche con Oz, notando la mancanza di Cordelia. Ma la cosa che realmente più la colpiva era come, in ogni angolo della stanza, ovunque si volgesse lo sguardo, c'erano buste o fogli appesi, scritti in modo divino, probabilmente, sempre dalla stessa persona.
Buffy volse qualche attimo lo sguardo a Spike, trovandolo concentrato a leggere una lettera appesa sullo specchio. Notò come la sua figura non venisse riflessa ed avvertì un incredibile senso di vuoto e dispiacere, nei suoi confronti. Lui le aveva accenato di come si rammaricasse della sua scelta di essere divenuto vampiro, e poteva -forse- comprenderlo; infondo, lei era divenuta la prescelta, l'unica, senza che nessuno le avesse mai domandato nulla. Era semplicemente giunto un uomo che le aveva parlato, la aveva strappata fuori dalla sua splendida vita di neo-liceale, tutta fatta di glitter e ragazzi, e le aveva insegnato a combattere e a salvare il mondo. Risultato? Era morto. 
Quindi, forse sì, poteva capire un vampiro che non era mai voluto di venire tale.
Tornò a guardare le lettere, decidendo di leggerne una delle tante attaccate alla parete. Prese un respiro, per poi iniziare a recitarne una, sussurrando appena.

"Ed anche oggi ti osservo,
Sei forse morta, mio fiore?
Non pare affatto, tu sappia
Che se lo sguardo su di te, ora io volgo,
noto solo il rossore e la nivea pelle,
che come un latte proibito, io ho saggiato.

Dio, solo lui sa quanto e come ho amato
oltre cento anni di perdizione
Schiavo di un corpo morto, mi sento indegno
E desidero fermarmi,
Se fossi in vita mi ucciderei,
E mi domando come un organo tanto dimenticato
Possa amare ancora tanto furiosamente

Sapere che non vorrai è forse la mia meritata dannazione
Mi sento il più blasfemo degli esseri
Ti chiedo perdono, per averti saggiata
Più dolce del sangue, la mia novia vita sei tu

Ti amo

 
William"

La ragazza aveva alzato il tono di voce man mano che leggeva, avvertendo ogni sillaba meravigliosamente ammaliatrice. Quelle parole erano dense come cioccolata, ma al contempo fluide e cristalline come un ruscello inesplorato. Avvertiva chiaramente l'amore trapelare tra un suono  e l'altro, e si era sentita avvolgere completamente. Si era cullata in quelle dolci e brevi righe, dedicate a -un'altra- lei. Eppure, quando aveva letto la firma finale, tremante ed imbarazzata, leggermente sbavata di inchiostro, si era irrigidita, voltandosi istantaneamente verso il vampiro che, nel frattempo, aveva già realizzato chi fosse lo scrittore di quelle infinite pagine che tappezzavano la stanza.
"Tu...?" domandò senza fiato lei, indicando la poesia che aveva appena finito di leggere. 
Lui era completamente impietrito. Non sapeva cosa dire. Non appena entrato, aveva riconsociuto all'istante la propria calligrafia, decisamente troppo elegante ed ordinata, ancora tanto tipica di un nobile inglese dell'ottocento. Aveva avvertito nuovamente quelle fitte all'altezza del petto, dove un tempo c'era un cuore battente, ricordando gli insulti che gli avevano riservato nell'antica Londra. Aveva poi -silenziosamente- imprecato contro l'altro sé stesso, definendolo un damerino, immaginando lo sguardo di Buffy una volta lette le lettere. Ed ora, vedere il suo volto tanto sorpreso, lo stava distruggendo. Eppure, non le aveva scritte lui.
"Anche in questa dimensione sono un poeta decisamente penoso" sorrise Spike, decidendo di sfoderare una delle sue migliori armi: l'ironia ed il sarcasmo. Odiava trattarsi in quei modi, eppure preferiva sentirsi dire certe cose da se stesso, piuttosto che da altri. Abbassò lo sguardo nervoso.
"E' bellissima, invece" disse la ragazza, facendolo sussultare. Alzò il volto, incontrando il suo viso sorridente "E' davvero stupenda"
Spike sorrise imbarazzato "Ma non l'ho scritta io"
"Ne saresti sicuramente capace" rispose prontamente la giovane, sfiorando con delicatezza uno dei tanti fogli di fronte a lei, non potendo evitare di immaginare uno Spike completamente immerso nello scrivere nuove entusiasmanti righe.
"Quindi eri un poeta" dedusse poi Buffy dopo minuti di silenzio, sedendosi sul letto. Il biondo annuì, seguendo il suo esempio ed affiancandosi a lei.
"Bistrattato e incompreso, ma sì."
La cacciatrice non diede peso a quella risposta tanto piena di autocompatimento, non potendo però evitare di sentirsi totalmente in disaccordo a riguardo.

Non è difficile capire il motivo per cui l'altra Buffy si sia innamorata di te...

Quel pensiero la fece irrigidire ed innervosire. Non doveva nemmeno tentare di riflettere su quelle assurdità. Non poteva pensare che fosse semplice amare Spike. Doveva smettere di infatuarsi di persone assolutamente sbagliate. Oltretutto, cercò di ripetersi con coraggio e fermezza, lei amava Angel. Eppure, era la prima volta che quel pensiero appariva tanto debole e sbiadito.
Guardò il biondo, concentrato nel contemplare ancora le pareti tappezzate di poesie d'amore, e realizzò il fatto che erano insieme, nella sua camera. Tornò ad agitarsi. Il solo altro ragazzo che era stato al suo posto, era stato appunto il vampiro moro. Avvertì l'aria mancarle d'improvviso. Spike notò quei cambiamenti in lei, e percepì poi il battito cardiaco intensificarsi.
"Perchè tanto agitata, love?" le domandò dunque, deconcentrandosi dalle poesie e dal resto. Buffy arrossì, abbassando lo sguardo.
"Dormiremo insieme" si limitò a dire con un'ovvietà che lui non comprese nella voce.
"E allora? non è la prima volta" fece lui, alzandosi in piedi e ponendo una piccola distanza da lei, la quale avvertì una sorta di vuoto invaderla. Come poteva sentirsi così solo perchè il biondo aveva mosso un paio di passi per distanziarsi?
"E' diverso" fece sbrigativa la bionda, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e prendendo un grosso respiro. Alzò lo sguardo, trovando un coraggio a lei nuovo. Vide il suo viso contratto in un'espressione confusa.
"Sei in camera mia... E'-" "Intimo?" intervenì lui, facendola sussultare. Si avvicinò fino a trovarsi esattamente di fronte a lei, a pochi centimetri, chinato così da raggiungere la sua altezza. La ragazza annuì semplicemente, non riuscendo a parlare.

Da quando quella parola era tanto sensuale?

Si morse il labbro inferiore, imponendosi di restare calma. Lo avvertì, per l'ennesima volta in quelle giornate che avevano iniziato a susseguirsi, come una tentazione. Eppure, a differenza delle altre volte, in quel momento era qualcosa di più intenso e primitivo a gridare in lei, partendo dal basso ventre, fino ad inumidirle gli occhi, per poi assiderarle la bocca. Era qualcosa di irresistibile.
Guardò le sue labbra, nuovamente troppo vicine, come lo erano state pochi minuti prima, al piano di sotto, ed avvertì il suo cuore pompare nelle sue vene con sempre più forza, come non aveva mai fatto. 
Nemmeno con Angel.

Dall'altra parte, Spike poteva percepire e riconoscere chiaramente ciò che  la cacciatrice di fronte a lui provava, e la realizzazione lo fece leggermente irrigidire. Si trattava di qualcosa che, da parte di quella piccola ed innamorata biondina, non si sarebbe mai aspettato.

Eccitazione.

Certo, aveva notato come la sua eccessiva vicinanza la agitasse, ma non aveva mai creduto ne fosse quella la causa. Era sempre stato convinto si trattasse di quel barlume di lucidità, che le ricordava che lui era ancora un assassino, un demone sempre pronto ad uccidere, ed invece, rendersi conto che era un altro l'istinto a dominarla in quei loro momenti, lo fece confondere, gioire ed accendere; tutto in un secondo.
La guardò: vide il suo sguardo smeraldo lucido dall'eccitazione puntato sulle labbra di lui, ed ogni suo pensiero razionale sfumò.
Non voleva farlo, non in un momento in cui lei era tanto fragile a causa di Angel e sua madre, ma in quell'istante, avendola di fronte a lui, desiderandolo, ogni presupposto che William, da bravo gentiluomo, si sarebbe posto, svanì.

Avvicinò il proprio volto a quello di lei ancora, fino a che, i pochi centimetri che li dividevano, divennero millimetri. Osservò nuovamente i suoi occhi, troppo belli per essere umani e troppo maturi per appartenere ad una diciassettenne, e vi lesse, nuovamente, desiderio. Lei aveva notato l'avvicinarsi lento e  sensuale del viso di lui, ma non aveva avuto le forze di reagire, ed era perciò rimasta ferma ad osservarlo, bramandolo. Poteva chiaramente sentire il suo respiro freddo sul volto, ed era certa che di lì a poco, avrebbe chiaramente avvertito il contatto delle sue labbra, eppure, lui restava fermo, a guardarla semplicemente.

Fu Buffy ad annullare quella distanza. Si tuffò in quella bocca fredda, completamente avvolta dalla necessità di sentirne il contatto, immaginandolo ruvido ed asettico, ma trovandolo dolce, appassionante e fantasticamente frenetico. Non aveva mai baciato nessuno in quel modo, con tanta euforia e passione. A breve le loro lingue inziarono a cercarsi con foga, ed il biondo si portò istintivamente su di lei, facendola sdraiare sul letto, mantenendosi in rialzo -così da non gravarla con il proprio peso- con le proprie mani. Buffy non aveva opposto resistenza, rispondendo mansuetamente ad ogni suo movimento, ritrovandosi presto sotto di lui, avvertendo l'eccitazione aumentare spropositatamente, causandole contrazioni e scariche di pura elettricità in tutto il corpo. Le pareva di essere sotto l'effetto di un meraviglioso afrodisiaco chiamato Spike, qualcosa di cui, aveva paura, non sarebbe più riuscita a fare a meno. Ogni movimento di lui, anche il più semplice, la eccitava a dismisura.
Portò le proprie piccole mani tra i capelli di lui, sentendo il bisogno di avvertire un contatto più diretto, ormai la lucidità era svanita.
Anche lui mosse le proprie mani, iniziando a passarle sopra la maglia di lei, poi sui pantaloni, soffermandosi all'altezza del seno, per poi tornare ad abbassarsi, afferrando i lembi della t-shirt e togliendola. Gliela sfilò dall'alto, mettendo in mostra i piccoli seni avvolti da un reggiseno nero decisamente femminile, il ventre piatto e la pelle liscia e vellutata, all'aroma di vaniglia. Il vampiro si compiacque. Aveva decisamente scelto la più bella e  trasgressiva tra tutte le cacciatrici.
Tuffò il volto tra i suoi seni, quasi divorandoli, mentre Buffy iniziava a gemere non riuscendo a trattenersi. Le emozioni che quell'uomo -bestia- le stava dando, andavano oltre ogni altra avesse mai provato. Durante il suo rapporto con Angel, lui non era mai stato tanto diretto, ergo, tutto 
ciò che il biondo le stava facendo, risultava nuovo ed invitante.
Si morse il labbro inferiore per evitare di gridare nel momento in cui avvertì la sua lingua iniziare a percorrerle con bramosia la lunghezza del collo. 
Decise di sfoderare le proprie piccole e delicate mani, spogliandolo della maglietta, iniziando a prestare le dovute attenzioni ai suoi pettorali non troppo esuberanti, ma perfettamente scolpiti.

Spike, sentendo l'improvviso ardore di lei, avvertì la sua eccitazione crescere maggiormente, ed i pantaloni farsi sempre più stretti. Iniziò a morderle con delicatezza la spalla, per poi scendere sempre più fino ad arrivare ai suoi seni, che stuzzicò con malizia fino a che non la sentì gridare sotto i suoi atteggiamenti esperti.

Le domande che si era posto erano svanite. Aveva smesso di chiedersi se ciò che stavano facendo era giusto o meno, nel momento in cui lei lo aveva baciato, facendo scattare quell'incredibile e furente scintilla tra loro. Ed anche se lo sapeva, di essere completamente infatuato della cacciatrice, ad ogni sfiorarsi che lei gli offriva, avvertiva sensazioni nuove, in grado di risvegliare il suo vecchio cuore intorpidito. Qualcosa che andava oltre ciò che aveva provato con Drusilla.

Improvvisamente scese, iniziando a depositare caldi baci sullo stomaco, poi sulla pancia, fino a giungere al basso ventre. La sentì gemere sommessamente, alchè, senza troppi indugi, le tolse i pantaloni, ormai divenuti scomodi. Fece altrettando con i suoi. 
Immediatamente la cacciatrice avvertì l'erezione di lui premere contro la sua coscia, eccitandosi maggiormente. Spike la stava deliziando con ogni suo tocco, e fu certa che quella sarebbe stata la migliore notte della sua vita, anche una volta che avrebbe recuperato la propria lucidità.

Divennero una cosa sola, ed il vampiro ne fu ammaliato. Potè giurare di avere avvertito il suo cuore battere per qualche secondo. Percepì l'unione con la cacciatrice tanto proibita, quanto giusta. Lui la amava. Spike amava ogni cosa di lei: adorava il suo corpo caldo, che in quel momento giaceva sotto di lui, osannava il suo carattere determinato e folle, ed avrebbe desiderato vivere milioni di momenti accompagnati dalla sua -rara- timidezza o dalla sua dolcezza. Buffy Summers era un essere meravigliosamente unico, e quella notte la cullò e curò, decidendo di pensare, oltre ogni cosa, al suo -di lei- piacere. Scegliendo di non prestare attenzione ai come o ai quando, scegliendo solo lei, e meravigliandosi di quanto, la fortuna potesse averlo graziato.
Improvvisamente dimenticò la gemma di Amara ed i raggi del sole. Era Buffy la sua felicità.







 
Angolo dell'autrice!

Ok, ora potete sorridere! Sì, finalmente lo hanno fatto! xD
Ci ho messo più di 10 capitoli, ma beh... Ecco! Ma, beh.. La fine è ancora lontana! Ricordiamoci la presenza Angel, la dimensione sbagliata e tutto il resto! Anche se credo che il problema più grande sia il risveglio...

Beh, la poesia -sì, penosa ahah- l'ho scritta io :') quindi non meravigliatevi dell'orrore.

Eh... Ci sentiamo al prossimo capitolo... E fatemi sapere che ne pensate di questo!
  
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